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Creato da street.hassle il 13/05/2013

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Caino XVII

Post n°140 pubblicato il 11 Maggio 2015 da street.hassle

 







Le soste forzate si facevano così sempre più puntuali

non tanto a causa di impedimenti materiali o intemperanze
atmosferiche, quanto in ragione del morboso fascino
che l'Imperatore decaduto esercitava sul giovane Generale.
Questi, per la prima volta, imponeva arbitrariamente ai suoi
uomini e ai coloniali di arrestarsi in improvvise radure nel
fitto muro del fogliame, e lì trascorreva ore intere a conversare
da solo con il muto Dagan. Pochi si azzardavano a seguire
il dipanarsi dei monologhi di De Grenier. Nemmeno i suoi fedeli
ufficiali trovavano il coraggio di porre orecchio ai discorsi del
Superiore, che sembrava avere trovato nel Selvaggio un
uditorio disponibile ai più pittoreschi svolazzi oratori e alle più
varie e disparate argomentazioni. Poi Tutto avvenne a un
giorno di cammino dalla costa e dall'imbarco. Il fedele Letachois,
alzatosi ben presto nella mattina non vide la luce della lampada
nella tenda del Generale e, conoscendo la sua ben nota insonnia,
se ne meravigliò parecchio decidendo, dopo un'ora di attesa,
di aprire le cortine per svegliare De Grenier, forse ancora immerso
in un sonno finalmente ristoratore. Quale fu il suo stupore nel
non notare traccia del suo Superiore all'interno della stessa. Il
fuoco era spento da parecchio e la bottiglia di brandy sul tavolo
interamente svuotata. Posta all'attenzione degli altri ufficiali la
stupefacente scoperta, Questi pensarono immediatamente a
un'incursione di qualche Arvalu superstite, tanto più che anche
la gabbia che conteneva l'importante Prigioniero era stata trovata
aperta e il suo prezioso contenuto scomparso nel nulla. A gettare
ancor più nel panico gli uomini di De Grenier fu il rinvenimento
in uno spiazzo prossimo della foresta dei suoi abiti militari,
ordinatamente impilati l'uno sopra l'altro, e dei suoi stivali da
campagna e del suo copricapo da battaglia. Furono avviate
rapide battute di caccia nei dintorni ma senza nessun risultato,
E, dopo una settimana di infruttuose ricerche, si decise a
malincuore di soprassedere a ulteriori indagini, lasciando nel
mistero la scomparsa del giovane astro dell'esecito francese
e quella del suo irriducibile nemico. Ancora a lungo si protrassero
invece le segnalazioni da parte di pacifici allevatori locali di
efferate uccisioni di capi del loro bestiame, azzannati per la gola
da predatori mai notati nel circondario. Vennero rinvenute sul
luogo unicamente le tracce di piedi nudi inconfondibilmente
umani ma una spiegazione alla natura delle bestie che avevano
portato a termine i sanguinosi raids, sgozzando con i denti
i poveri agnelli e vitelli, non venne mai trovata. Finché parecchi
anni dopo, così come erano apparsi, gli inquietanti fenomeni
si arrestarono bruscamente. Si pensò che i razziatori si fossero
spostati nelle impervie regioni dell'interno o che, per qualche
ragione oscura, si fossero sbranati fra di loro come sogliono
fare i lupi. Ma traccia di questa eventuale conclusione non
fu mai rinvenuta.






(Fine)





 
 
 
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