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Creato da street.hassle il 13/05/2013

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Il rumore dei passi. Quinto estratto.

Post n°208 pubblicato il 30 Aprile 2016 da street.hassle






"Immagino che lei abbia già mangiato, capitano?" Fece Eyleif
cercando di capire il grado di stanchezza dell'ufficiale britannico.
"Ha colto nel segno. è stata una giornata intensa e tutto quello
che potrei chiedere sarebbe di avere un cuscino sotto la testa
e delle lenzuola sopra il corpo." Allora mia sorella l'accompagnerà
al piano superiore dove si trova la sua stanza" Intervenne Isveig
"Contiamo che tutto sia di suo gusto e che possa riposare in
tranquillità. Di certo non saremo noi a disturbarla." E lanciò uno
sguardo significativo alla sorella "Vada pure, ci vedremo domattina
presto, quando lei si alzerà." Leslie Atwater fece un cenno di saluto
nel quale raccoglieva la sorella maggiore e la bimba, poi si avviò,
seguendo lungo le scale Eyleif. La notte era scesa rapidamente
e Il capitano non poté fare a meno di pensare ai suoi uomini,
acquartierati in un grande campo nei pressi della spiaggia. Ebbe
un moto di fastidio per la decisione dello stato maggiore di dargli
un accomodamento tanto sontuoso, ma comprese benissimo che
non poteva ribellarsi. Portò istintivamente la mano al taschino dove
stava la foto di Andrea insieme alle bimbe e intuì che la questione
non era così semplice. Per un attimo, salite le scale, si sentì
smarrito e confuso, come se entrasse in un vicolo cieco ad alta
velocità con un'automobile sportiva. Un senso di minaccia e di
precarietà lo aveva assalito atterrandolo, tanto che nemmeno si
accorse di essere davanti a una porta aperta e illuminata da una
fioca luce. Si riscosse improvvisamente e vide Eyleif che lo invitava
a entrare. Lui fece qualche passo avanti e si trovò in una bella
ed ampia stanza ricoperta di rovere, con una scrivania accanto
alla grande finestra e un letto imponente contro la parete che
dava verso settentrione. V'era anche un mobile dove avrebbe
potuto riporre i suoi bagagli e le sue cose. Un'ondata di calore
per quel posto lo invase improvvisamente e le gambe gli si
fecero molli, insieme alla vista offuscata. "Speriamo sia di suo
gradimento. è un posto abbastanza spartano ma con tanto
spazio e una bella vista sul mare. Io e mia sorella contiamo
che possa ispirarla nei momenti di riflessione." "Mia cara
Eyleif "Rispose il capitano "Purtroppo, con gli impegni che mi
attendono non avrò tanto tempo da dedicare alle meditazioni,
ma stia pur certa che se dovesse capitare, questo è il posto
più dannatamente adatto a una simile situazione. Potrei
diventare poeta senza accorgermene e senza averne le
minime doti." "Non dica così. tutti siamo artisti nel nostro intimo,
solo che ci rassegniamo a una vita di squallore e pedanteria.
Se solo rivolgessimo l'attenzione al nostro cuore e..." Si arrestò
improvvisa, quasi che quella confidenza non fosse necessaria
ma, al contrario, potesse essere fraintesa. "Lei è un'artista?"
Fece Atwater "Dipingo. Solitamente paesaggi." La risposta
fu quasi sussurrata tanto che il capitano dovette aguzzare
le orecchie per udirla "Perché parla così sommessamente?
Non v'è nulla di cui vergognarsi Mia moglie in Inghilterra si
diletta a scrivere poesie." "Ecco, vede, anche lei lo considera
un hobby, una sorta di passatempo. Ma, sappia mister Atwater
che creare è la cosa più dolorosa e faticosa al mondo, non
si tratta di una bizzarria da fanciulle." Leslie rimase sorpreso
dalla ferma risposta della giovane e si tolse il berretto con
visiera grattandosi la testa. Poi affondò i suoi occhi in quelli,
appassionati, dell' interlocutrice :"Avevo un amico al college,
David Fitzpatrick. Era un grande cultore di prose sofisticate
e un carissimo amico. Ebbene, non pubblicò mai nulla nella
sua vita e la guerra me lo ha portato via. Però, prima di
essere ucciso a Dunkerque, volle affidarmi tutti i suoi mano
scritti, temendo che, se fossero finiti nelle mani del padre,
sarebbero stati bruciati rapidamente nel camino o in qualche
potente fornace. Così mi ritrovo, Io grande ignorante in
materia di letteratura, a fare da garanzia per successo postumo
di David Fitzroy. Non è paradossale?" Nella penombra della
stanza le pupille di Eyleif luccicavano come topazi. "Non lo trovo
bizzarro. Personalmente lo considero un gesto bellissimo."






(Continua)







 
 
 
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