All your two-bit psychiatrists
are giving you electroshock
They said, they'd let you live at home with mom and dad
instead of mental hospitals
But every time you tried to read a book
you couldn't get to page 17
'Cause you forgot where you were
so you couldn't even read
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know gonna kill, kill your sons
They're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run, run away
Mom informed me on the phone
she didn't know what to do about dad
Took an axe and broke the table
aren't you glad you're married
And sister, she got married on the island
and her husband takes the train
He's big and he's fat
and he doesn't even have a brain
They're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run away
Creedmore treated me very good
but Paine Whitney was even better
And when I flipped out on PHC
I was so sad, I didn't even get a letter
All of the drugs, that we took
it really was lots of fun
But when they shoot you up with thorizene on crystal smoke
you choke like a son of a gun
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run away
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Il rumore dei passi. Settimo estratto.
Post n°210 pubblicato il 09 Maggio 2016 da street.hassle
"Ma adesso la lascio" Fece la giovane donna "Deve essere tanto stanco. Non si faccia trattenere oltre dalle mie chiacchiere. Io debbo mettere a letto Agnes e, più tardi, anche Io e mia sorella guadagneremo il riposo meritato." Detto questo Eyleif sparì attraverso la porticina nel muro che collegava con la ex stanza della loro madre. E Leslie Atwater era solo. si guardò intorno, in quel luogo essenziale ma accogliente ed ebbe un potente sbadiglio. Cominciò a spogliarsi e, quando fu in pigiama, si ficcò sotto le coperte, sperando che qualche sogno gli venisse in soccorso a dipanare la matassa di sensazioni contrastanti che lo stava attraversando. Ma il silenzio assoluto che lo circondava gli impediva di addormentarsi. Stava lì, nell'immenso letto, con gli occhi sbarrati e tutte le sue illusioni in un sonno ristoratore andavano, rapidamente, al diavolo. Non poteva non togliersi dalla mente le due sorelle e la loro, strana, peculiarità: l'algido distacco di una e la fresca spontaneità dell'altra, l'apparente sbadataggine di Eyleif e la fredda misura di Isveig. Ad un tratto sentì dei passi nella stanza contigua, quella dove era morta la madre: si riscosse improvvisamente dal dormiveglia in cui era caduto: non accese nessuna lampada ma, a piedi nudi, e tentando di contenere lo scricchiolio, si diresse verso la porticina. Poi accostò l'orecchio alla divisoria ma i passi si erano rapidamente consumati ed estinti, tanto da fargli credere di avere sognato tutto. Fu quando bussarono lievemente alla sua porta che si riscosse e comprese di non essere stato preda di qualche scherzo ipnotico. Eyleif era all'ingresso con fare contrito e si sforzava di vedere nel buio. Il capitano accese una lampada e subito l'inquietudine e la sorpresa evaporarono di fronte alla figura in camicia da notte della donna che era riuscita, sorridente, ad inquadrarlo. "mi scusi il disturbo ma Isveig ha avuto la bella idea di spostare alcuni libri dalla stanza attigua. Ha avuto un'illuminazione e mi ha chiesto di aiutarla, così non potevo esimermi. Però ho udito i suoi passi sul pavimento e mi turbava il fatto che l'avessimo svegliata e si stesse chiedendo cosa stesse succedendo. Quando sono stata certa che lei era riscosso mi sono decisa a bussare." "Ah ,non è nulla. Non riuscivo a pigliare sonno: tutto questo silenzio... è qualcosa di ...oppressivo. Non vi sono più abituato." "La capisco Anche a me talvolta questa quiete dà sui nervi. Sento sovente il bisogno di esplodere." "Che libri cercava sua sorella?" "Oh, alcune stupidaggini di botanica e cose più serie sulla storia delle religioni." "E perché muoversi alle tre di notte per rintracciarli? Era così urgente?" Eyleif non rispose e restò immobile come un dolmen. Poi aprì bocca lentamente e sussurrò nella penombra "Certe cose vanno risolte in fretta. Siamo state indecise fino all'ultimo se farlo o lasciar perdere..." "Lasciare perdere cosa?" Proruppe Atwater." "Bruciare. Bruciare tutto. Nostra madre non era come tutti gli altri. Lei era una wiccan e seguiva la religione misterica neopagana. In Inghilterra aveva incontrato Gerald Brosseau Gardner ed era stata investita del compito di diffondere il culto anche su questa nostra isola. Ma la malattia giunse prima che potesse cominciare. Noi comunque ne siamo fuori, siamo luterane e il proselitismo non ci riguarda, come i libri che teneva sotto il letto. Per questo vorremmo farli sparire, anche se qualcosa di...Insomma, il rispetto per nostra madre ci impedisce di attuare il nostro proposito. I libri, appena sollevati sembrano pesare una tonnellata." Il capitano sorrise "E Io che temevo la noia in Islanda: ecco che mi ritrovo ad abitare nella stessa abitazione di una delle prime wiccan." "Lei dunque conosce il culto della Dea Madre?" "Mia zia era molto interessata alle teorie di Gardner, ma era considerata una vecchia bislacca. A me stava simpatica, comunque." "Il mondo è veramente piccolo" Fece Eyleif con una strana smorfia. "Ma adesso debbo andare. Cerchi di riposare che manca poco all'alba. Ci vedremo a colazione." Detto questo chiuse dolcemente la porta e si avviò lungo il corridoio. (Continua) |
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