All your two-bit psychiatrists
are giving you electroshock
They said, they'd let you live at home with mom and dad
instead of mental hospitals
But every time you tried to read a book
you couldn't get to page 17
'Cause you forgot where you were
so you couldn't even read
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know gonna kill, kill your sons
They're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run, run away
Mom informed me on the phone
she didn't know what to do about dad
Took an axe and broke the table
aren't you glad you're married
And sister, she got married on the island
and her husband takes the train
He's big and he's fat
and he doesn't even have a brain
They're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run away
Creedmore treated me very good
but Paine Whitney was even better
And when I flipped out on PHC
I was so sad, I didn't even get a letter
All of the drugs, that we took
it really was lots of fun
But when they shoot you up with thorizene on crystal smoke
you choke like a son of a gun
Don't you know they're gonna kill your sons
don't you know they're gonna kill, kill your sons
Don't you know they're gonna kill, kill your sons
until they run, run, run, run, run, run, run away
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Il rumore dei passi. Ventiquattresimo estratto.
Post n°227 pubblicato il 16 Luglio 2016 da street.hassle
Era notte quando Sesil salì sulla jeep e si diresse verso la periferia di Stokkseyri. Era una zona cosparsa di casette monoblocco ben diverse dal bell'edificio delle sorelle. Il vento percuoteva forte mentre il ragazzo cercava di orientarsi in un paesaggio tutto uguale dove anche i nomi delle strade non indicavano nulla. Finalmente, dopo avere girato a vuoto per parecchio tempo s'arrestò di fronte a una scatola di sardine con le pretese di essere un'abitazione confortevole. Un minuscolo steccato recintava una fettuccia di terra cosparsa di pianticelle selvatiche e fiori resistenti al pesante clima della zona. La casa era dipinta di un giallo strampalato ma non invadente, anzi sembrava adattarsi perfettamente al circondario e donare un senso di protezione e calore, il tetto aguzzo copriva quella minuscola magione con fare affettuoso e sembrava invitare Sesil a venire ed entrare pure lui a scaldarsi. Lui aprì il cancello e avanzò per qualche passo fino a bussare con discrezione alla porta. Attese un minuto e dei passi rumorosi arrivarono sulla soglia e sbloccarono l'ingresso. Il viso di Filippus comparve e si allargò in un sorriso magnetico mentre la mano faceva cenno di accomodarsi. Il giovane non si fece pregare e mise piede nel piccolo rifugio dell'uomo. "Vieni. Stavo solo leggendo qualcosa: I Notturni di Hoffmann. Accomodati pure, c'è della vodka sul tavolo, e un po' di formaggio." Grazie, ma non resterò a lungo" E si tolse il cappellino militare "Volevo solo sentire cosa ne pensi della casa delle sorelle e del destino dell'inglese." Filippus corrugò la fronte e si sedette di fronte alla tavola, non prima di avere allungato una sedia anche al suo curioso interlocutore. "Le due sorelle faranno di tutto per allontanare Baltasar dal corpo del loro ospite." "Ti da tanto fastidio?" "Non capisci, Sesil," Urlò quasi l'uomo afferrando il braccio del giovane e iniziando a scuoterlo: "Lo spirito di mio fratello dentro quel militare è l'unica cosa che mi rimane per riuscire a ritrovarne i resti. Lui sta comunicando qualcosa ma la sua trasmissione è difettosa. Oh, quanto di quel sangue deve essere stato versato!" "Lo so cosa stai pensando: vorresti essere presente quando Baltasar tornerà ad abitare Atwater, ma te lo hanno impedito e te lo impediranno sempre." "Già. Lo so" Esalò Filippus e abbassò il mento sopra il petto. "Conosci un certo David Fitzroy?" L'uomo si riebbe in un istante e fissò interrogativamente Sesil: "Chi è? Un collega dell'inglese?" "In un certo senso. è un poeta e scrittore. E pure un soldato. Era un amico di Leslie Atwater morto a Dunkerque nel 1940. Ha lasciato un libro con alcune sue composizioni al nostro ufficiale, e penso che Atwater ne sia ossessionato." Filippus si batté con il palmo della mano sulla fronte: "Ora comprendo dove vuoi arrivare! Quel libro gli avrebbe fatto da porta per accedere alla nostra esistenza!" "Proprio così. è un autentico libro nero, e fintantoché Leslie lo avrà al suo fianco niente e nessuno potrà impedire a Baltasar di manipolare e condizionare i comportamenti della vittima." Filippus si oscurò improvvisamente e ingollò il suo bicchierino di vodka seguito, a sua volta, dal giovane: "Di cosa mi vuoi convincere? Mi annunci che intendi rubare il libro a quell'ufficiale e magari bruciarlo? Sai bene che per me questa sarebbe una notizia atroce...Io ho bisogno della presenza di Baltasar." Sesil sorrise in modo obliquo e sembrava quasi che il suo volto fosse riflesso in migliaia di specchi: "Nessuno ha parlato di distruggerlo, anche perché forse servirebbe a poco. Magari si potrebbe...leggerlo." (Continua) |
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