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Cose che sono vere, e cose che no.

Post n°255 pubblicato il 31 Ottobre 2013 da lab79
 

Cose che sono vere, e cose che no.

Vera la pioggia che batte sulla cupola di vetro, nel mezzo della notte. Ma la nebbia no. Vero l'eco delle ruote che slittano lentamente contro l'asfalto bagnato. Le macchine no. Ed è vero che il silenzio non è mai tanto assoluto come quando è assente, perchè sono i ricordi morti che mormorano accatastati nella cantina del cuore, in attesa di essere spolverati e ricordati come nuovi. Ma i ricordi morti no.

Sono veri i ricordi vivi, quelli che hanno un futuro e che cambiano ogni volta che vengono ricordati. Sono veri e non c'è modo di dimenticarli, sono vivi e presenti in ogni momento presente, pronti a diventare un ricordo nuovo, come appena passato.

I ricordi morti no.

Quelli se ne stanno disordinati a farsi divorare dalla polvere, con i l loro carico di ammarezze e delusioni, per il solo fatto di essere morti: incapaci di creare ancora presente, incapaci di sognarsi un futuro.

 

 

Fake plastic trees (Radiohead - The Bends, 1995)

 


(Di ritorno dall'ultimo viaggio della mia adolescenza mi sedetti sul letto di camera mia, a ripassare tutto quello che avevo vissuto fino alla sera prima, prima di riporlo via per sempre: 

Cose che erano vere, come la neve ad aprile che cadeva sui tetti di Vienna, e il battito dei cavalli con gli zoccoli sul selciato. L'aria sottile e le voci argentine delle mie compagne di classe, e la città che girava in tondo la sera che salimmo sulla Donauturm. Cose che erano vere, come lo spiritello di Mozart che occhieggiava dai cioccolattini nelle vetrine, mentre Beethoven severo risuonava nell'atrio dei caffé, facendo finta di non sentirci.

E cose che invece no, non erano vere. Come le promesse di ricordarci di quei giorni per sempre, e di conservare almeno quella luce negli occhi, almeno per un po'. La speranza di poter essere felici come soltanto a diciotto anni si sogna di essere felici: di una felicità folle e autodistruttiva, che si esaurisca in un lampo invece di consumarsi lentamente. Cose che non erano vere, come l'idea di essere innamorati e la pretesa di essere ricambiati, mentre fra tutte le presenze presenti per un'ultima volta io anelavo un'assenza, ed una soltanto.

Chiusi gli occhi al cielo azzurro, lasciandolo fuori dalla finestra. E tra il sonno e la veglia vidi due porte, che portavano in due mondi: uno fatto di cose che erano vere, ed un altro che invece, no. 

Afferrai la maniglia con un sospiro, e senza più voltarmi indietro, entrai.)

 


 
 
 
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