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Destinazione

Post n°280 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da lab79

Mi sono posto il dubbio molte volte, di dove le mie azioni (e beninteso: non azioni) mi avrebbero potuto portare. Mi sono chiesto spesso in quale posto sarei finito, in conseguenza alle mie decisioni.

La risposta è semplice. Qui. 

Mi ergo in piedi sul mucchio crescente dei miei rimpianti, e da quest'altura vedo la sconfinata valle che mi circonda. Come tutti voi, cerco di convincermi che si: devo essere orgoglioso di quanto fatto, e di quel poco che ho raggiunto. Che ho poco o nulla di cui rimproverarmi. 

Forse è vero.

Certo, quel poco che ho fatto avrei potuto farlo meglio, ma alla fine dei conti: a chi importa? Mi consolo pensando che in fondo non sarei andato tanto più lontano, ho le gambe troppo molli, e il fiato troppo corto, per immaginare di arrivare tanto più in là.

E invece, no.

Sono ancorato a questa terra dal peso dei miei rimpianti, più che dalle loro conseguenze. E sono tanto più colpevole dei chilometri che non ho percorso, piuttosto che delle volte che sono caduto in quelli che ho attraversato.

Ad un certo punto, bisogna pur ammetterlo. 

Bisogna pur smettere di coltivare tanto autolesionismo.

E chissà. Magari diventare un tantino più saggi.

Semplicemente vivendo.

 

 

 

 

Wise up - Aimée Mann ("Magnolia" Original Soundtrack, 1999)

(In qualche modo, questo post vuole essere il mio piccolo personale pensiero, dedicato a Philipp Seymour Hoffmann.)

 
Rispondi al commento:
Me_stessa95
Me_stessa95 il 09/02/14 alle 23:55 via WEB
Già prima che leggessi il tuo post, riflettevo, proprio questa sera, sulla domanda: dove mi porteranno le mie azioni? Per ora sto cadendo nel baratro senza fine, ma vorrei risalire al più presto... mi ha travolto una stanchezza enorme e un'angoscia per aver aperto gli occhi sul mondo. Dove siamo finiti? Non era questo il mondo sul quale saremmo voluti/dovutu nascere... E' un mondo troppo falso, troppo addormentato. Le persone agiscono senza sapere il perchè di quello che fanno. Abbiamo costruito una società che ci ha reso schiavi di noi stessi. E' questa la cosa più triste... E non serve a nulla la storia, perchè l'uomo non impara. A cos'è servito, per esempio, lo sterminio degli ebrei se di fronte alle testimonianze dirette dei sopravvissuti i giovani nemmeno più si commuovono, ma mettono cuffie nelle orecchie? La cosa più triste è che nessuno ha capito niente e proprio per questo tutto quanto potrebbe ricapitare. Perchè non esiste nè il passato nè il futuro. Esiste un tempo unico: siamo figli del passato e i figli del futuro saranno i figli del presente. Ci portiamo addosso tanti di quei pesi... Buona serata Lab <3
 
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