Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

 

Un giocattolo fuori posto

Post n°526 pubblicato il 30 Gennaio 2018 da lab79

Mi scaldo la schiena al sole, col senso di colpa di chi sa che dovrebbe fare altro e la consapevolezza di poter perdere tempo soltanto per un po', perché già gli  appuntamenti del mondo mi vengono incontro, e oggi..beh. Oggi non ne avevo proprio voglia.

Ascolto e siedo, mi alzo e cammino. Rilassati, mi dico. E allora alzo la musica, canticchio i pochi versi che conosco a memoria, alzo gli occhi e guardo fuori dalla finestra. Non c'è nessuno. E perché mai dovrebbe? Oggi è martedì, sono tutti affaccendati nei propri mestieri, nelle proprie vite. Io non ho granché voglia di viverla, la mia.

E uno sguardo nei giornali mi convince di non aver voglia di vivere nemmeno quella degli altri.

Mi perdo allora in fantasticherie infantili, da cui mi sveglio scuotendo rabbioso la testa, intanto che mi preparo un caffé. E dire che mi dicevano fosse proprio quello il mio inutile talento: ascoltare le persone e mettermi nei loro panni. Forse perché nei miei panni invece non ci so stare. 

Il caffé borbotta e scende nella tazzina. Mi guardo intorno e vedo il cumulo delle cose che negli anni si sono aggiunti fino a diventare casa: le mie foto appese ai muri, i libri che ho letto, la musica che ho ascoltato. I film che mi hanno commosso, quelli che mi hanno fatto ridere e quelli che mi hanno annoiato. Un giocattolo fuori posto. E nel mio cuore nascosto celebro l'ennesima sconfitta, forse consapevole finalmente che sia arrivata l'ora di cantare un'ultima ninna nanna alla mia felicità.

 
 
 

Intanto passano i giorni

Post n°525 pubblicato il 26 Gennaio 2018 da lab79

A volte ritornare a scrivere può essere complicato. Insomma, non sempre si ha qualcosa da dire, o almeno la necessità di dirla può non essere impellente. E' un periodo un po' così, dove tanti ragionamenti li lascio a metà, dove mi limito a reagire a quello che mi succede intorno.

Che non è poco.

Perché il mondo mica si ferma, perché noi stiamo mentalmente ancora festeggiando il capodanno. Oppure perché abbiamo scelto di, beh...ecco...dormire. Ebbene si, confesso. Ho dormito. Non molto, non abbastanza. Ma l'ho fatto. E anche se non sempre sono stati sonni senza sogni, come tanto desidererei, sono state almeno ore di sonno, di cui faccio tesoro.

E allora come riprendere a scrivere? Beh, certe volte basta battere le dita sulla tastiera, come sto facendo ora, e lasciare che le parole fluiscano come acqua di torrente. Ma anche se queste parole le scrivo al pc, la verità è che sono e restano sempre dense come inchiostro, e come sempre fatico a farle uscire dalla mia testa. Perché c'è da scegliere un tono, ancora prima di un argomento. E una volta scelto l'argomento, bisogna farsi un'opinione, interessante se possibile. O almeno formulare una domanda. Insomma, fare un po' di onesta conversazione con se stessi, prima di cercare di intavolare una conversazione con gli altri.

 

 

Ma poi passano i giorni intanto che ci penso, e i fatti passano sopra la mia testa senza tregua, e quello di cui volevo parlare perde di interesse, e di importanza. E allora non ha più senso parlarne.

O dovrei farlo comunque?

Dovrei parlare dell'ennesima ferita superficiale che mi sono procurato leggendo le notizie che vengono da lontano[1] (ma neanche troppo), e da vicino?[2] Oh, ma a chi importa. Me le tengo per me, le mie inutili parole. L'ho fatto nella mia vita quotidiana, perché non avevo voglia di stare a sentire sottigliezze come "in fondo ha ragione", di "non ha tutti i torti".
O dovrei parlare della sottile sensazione di aver fatto le scommesse sbagliate nella mia vita? E che ora com'è giusto che sia i pezzi non si incastrano più, e gli angoli che spuntano fuori sono affilati, e fanno male. E non posso alzarmi e girare i tacchi, perché non ho il cuore di mettere per primo il mio cuore.

O dovrei parlare del nastro trasportatore che porta via sempre meno resti di me, come se ormai poco fosse rimasto, e mi chiedo se sia solo disfattismo o arrendevolezza, oppure se sia più onesto ammettere la propria sconfitta?

O dovrei restare in silenzio, a canticchiare una canzone che non ricordavo di saper cantare, e che fa più o meno così.

[1]http://www.lastampa.it/2018/01/11/esteri/trump-dichiarazione-choc-non-voglio-immigrati-da-ce-di-paesi-ypT8k9ZBUH9QOFNiR9lIuJ/pagina.html
[2] http://www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-polemica-su-fontana-mettono-rischio-razza-bianca-1483277.html

 

 
 
 

Affaccendato

Post n°524 pubblicato il 25 Gennaio 2018 da lab79

Mi sono perso, lo ammetto, tra i giorni di gennaio. Come ci si perde a volte tra le faccende quotidiane, o nelle incombenze del lavoro, e ad un certo punto non si è più sicuri di aver adempiuto a tutti i propri doveri.

Poco importa.

La sera alla fine è arrivata, la giornata finita. La stanchezza tanta, i pensieri pochi e come sfilacciati, senza nesso apparente. Oh, sarà la stanchezza, mi dicono. Sarà che insomma, non si ha sempre qualcosa d'importante da dire, e siccome io non sono bravo a parlare del tempo, allora rimango senza parole.

Certo, potrei parlare di quello che sento, delle mie piccole delusioni di tutti i giorni.

Ma onestamente anche di questo sono stanco.

E allora scelgo di perdermi via in faccende che poco hanno a che fare col presente. Ipotesi di futuro, le chiamerei, se ancora ci credessi in un futuro diverso da questo presente. Illusioni della disillusione: è naturale che domani sia diverso, è nell'ordine stesso delle cose. Ma chiuso come sono nel presente, non ne scorgo la possibilità.

Oh, e certo che lo so di risultare confusionario a leggermi (ed è forse proprio questa l'intenzione?) Ma è dietro questo sipario che faccio le prove per uno spettacolo di cui non conosco la trama, mentre le poltrone laggiù nella platea vuota arrugginiscono una ad una, in attesa che il palco si illumini, e che vada in scena una vita ed intanto attende che finiscano le prove.

Ma le prove sembrano non finire mai.

 

 
 
 

Un breve pensiero

Post n°523 pubblicato il 18 Gennaio 2018 da lab79

...e nient'altro. Solo un pensiero sussurrato, come quando da adolescente mi addormentavo con questa canzone tra le orecchie. Nient'altro.

 

Buonanotte.

 
 
 

Pillole di saggezza

Post n°522 pubblicato il 03 Gennaio 2018 da lab79
 

Vi voglio dedicare un pensierino incoraggiante per questo 2018:

 

"Mettete un uomo su un aereo, e lui volerà per un giorno intero.

Gettatelo fuori, e volerà per il resto della sua vita"

 

*Ovviamente stavo scherzando.

 
 
 

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