Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 29/10/2020

Stili di vita da ripensare

Post n°3433 pubblicato il 29 Ottobre 2020 da namy0000
 

Il mondo, in cui ci sentivamo felici e protetti, è cambiato

Stili di vita da ripensare

Sarebbe bello che i troppi morti nelle Rsa, il terrore dei ricoverati, il complesso e coraggioso lavoro del personale sanitario servissero a ricordarci una virtù passata di moda: la temperanza.

Qualcuno vorrebbe chiamare i ragazzi di oggi Pandemic generation. Per fortuna queste idee giornalistiche (per etichettare il presente che sfugge) naufragano con il tempo: avendo fatto l’università negli anni Settanta, magari mi sarei ritrovato a mia insaputa in una kriminal generation. Qui in Italia si dimenticano le stragi, le responsabilità politiche, le vittime, figuriamoci che risposte si possono trovare se si domandasse a un giovane liceale di oggi chi fossero a Milano i paninari, che hanno segnato la generazione anni ’80 della cosiddetta “Milano da bere”. Per capirci: chi ricorda oggi la svalutazione? Eppure c’era, ne sentivamo gli effetti e Celentano le dedicò alcune strofe molto interessanti: “Eh la benzina ogni giorno costa sempre di più / E la lira cede e precipita giù / Svalutation, svalutation / Cambiando i governi niente cambia lassù / C’è un buco nello Stato dove i soldi van giù / Svalutation, svalutation”.  Non che nel 2020 sia molto diverso il tema di cosa cambia quando cambia il governo.

Ma c’era con la crisi petrolifera  la Svalutation generation? No, non c’era: magari oggi qualcuno la potrebbe ribattezzare così, per etichettare ed etichettarci. Siamo esseri umani e veniamo sempre più frequentemente considerati “prodotti” commerciali. Ma non resistiamo a lungo sugli scaffali del supermercato della storia. Non può accadere perché, come ci ha ricordato la pandemia, non controlliamo noi gli eventi, il destino, le coincidenze e, oserei dire, nemmeno le multinazionali ci riescono, anche se a volte ci provano.

Sino allo scorso Natale noi avevamo una Milano brillante come non mai, con l’incremento dei turisti ogni anno a doppia cifra. Metropoli internazionale, ricca, che correva fortissimo. Poi, il paziente uno, Codogno, i Comuni del Lodigiano, Nembro e Alzano Lombardo, l’ospedale di Crema che scoppia e trasferisce i primi malati dalla terapia intensiva agli altri reparti e… sappiamo tutti che non è ancora finita.

E se pure uno non volesse accorgersi che il mondo in cui ci sentivamo felici, protetti e vincenti è cambiato, bastano quattro passi in una delle vie del Quadrilatero della Moda, precisamente in via della Spiga per comprendere l’effetto che il Covid-19 ha creato. C’è chi da marzo scorso non ha più riaperto. Una boutique di abbigliamento per bambini è sprangata, le cinque vetrine dello spazio Porsche sono oscurate da una patinata carta nera, al civico 50 un cartello dice “prestigiosa boutique a uso retail for rent”. Un quarto degli spazi commerciali al momento è sfitto.

L’ala nera della crisi è arrivata anche nei ristoranti stellati della città, quelli che avevano una clientela mondiale, con manager e congressisti. Un celebre cuoco, come Heinz Beck, non riapre il locale dentro City Life. Stesso clima tra altri grandi nomi della cucina. Mentre un’operazione di orgoglio e speranza viene tentata dagli stilisti, che rilanciano al massimo delle possibilità il calendario delle sfilate. Non pochi provano con la resistenza e la ripartenza. Ma resta sospesa una questione. Non era facile, come ha detto papa Francesco, restare sani in un mondo malato: e infatti siamo tutti qui, davanti a saracinesche chiuse, dentro ristoranti semideserti, in attesa di aerei che non prenderemo più con la stessa facilità di prima. Poi passerà. Certamente passerà. Ma nel frattempo sarebbe bello che i troppi morti nelle Rsa, il terrore dei ricoverati, il complesso e coraggioso lavoro del personale sanitario servissero a ricordarci una virtù del passato, ma molto attuale: la temperanza. Certo è difficile che nasca una Temperance generation, anzi possibile. Eppure, o ripensiamo gli stili di vita, o ci occuperemo sempre più spesso di morte.

Lo sappiamo, c’era già uno in India che settant’anni fa diceva: «Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo» (Piero Colaprico, giornalista, Scarp de’ tenis, ottobre 2020)

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginellaninettodgl19
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963