Creato da zancarlo2010 il 02/06/2011
Guardo oltre la collina che sta davanti alla mia casa
 

 

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Compagna di classe

Post n°16 pubblicato il 29 Ottobre 2012 da zancarlo2010

A lavoro mi sono ritrovato a collaborare con la mia compagna di classe, ci siamo lasciti ragazzi e ci ritroviamo adulti maturi come si direbbe. Spesso mi soffermo a guardarla, mi piace vedere in lei l'antica compagna e la donna capace e veramente brava nel lavoro. Nel mio sguardo non vi è desiderio ne tantomeno mi perdo nelle fantasie come può accadere ai nostri pensieri, di uomini, che vagano trasportando in altri luoghie in altre situazioni l'anatomia di una donna. Non so se questo sia bene ne cosa mi spinga a guardarla come una creatura assessuata.

Capitava che, da ragazzi,  in classe ci guardassimo tra i banchi e i nostri sguardi si incontravano e spesso indugiavano. Lai era brava, non che fosse secchiona ma si impegnava e l'impegno insieme alle sue qualità si sposavano dando buoni frutti. Per quanto mi riguarda vagavo tra alti e bassi e spesso mi ritrovavo ad raggiungere risultati penosi. Sicuramente quando mi sedevo davanti ai libri ne traevo ottimi risultati e credo che questo gli piacesse di me.

Mi chiedo, cosa ha fatto si che non andassimo oltre gli sguardi? Vi erano le premesse per un grande amore, visto che, spesso, anche fuori dalla scuola,  pensavo a lei e immaginavo di averla vicino a me. L'apice di quest mie fantasticherie lo raggiunsi nella classe terza. Dopo altri incontri e altri avvenimenti mi allontanarono da lei.

Quell'anno vivevo una situazione familiare particolare e a scuola oltre ad aver fatto tante assenze arrivavo spesso in ritardo. I ritardi  e le assenze non erano dovuti alla mia volontà ma al fatto che ogni giorno dovevo arrangiarmi per andare a scuola. I miei insegnanti mi accoglievano sempre e anche i miei compagni mi aiutavano a riprendere le lezioni perse. Il loro comportamento e la loro amicizia mi aiutò tantissimo e mi diede il coraggio e la forza di insistere e di non ritirami lungo il percorso di quell'anno.

Ricordo bene che un giorno lei si avicino a me e si sedette nel mio banco voleva starmi vicino parlare e fare amicizia. Ma quel giorno non mi ero potuto lavare, ero arrivato dritto dritto dal lavoro e sentivo di puzzare e solo restando isolato avevo qualche speranza di passare la mattinata inodorato e perciò inosservato. Così dopo che lei si sedette vicina iniziai ad allontanarmi da lei e quanto più lei mi veniva incontro io preso dal panico gli fuggivo. Ebbi sempre a peso quanto accadde quel giorno e credo di averla offesa terribilmente, tanto, che da lavato e preparato ad accoglierla non ricordo di aver avuto altre occasioni simili negli anni che seguirono.

I giorni in cui lavoriamo in copia e quando presentiamo le lezioni e le svolgiamo, stiamo vicini,  sento il suo profumo leggero e delicato, ed io lascio che lei senta il mio odore di sapone e di pulito, quello che avrei voluto sentisse tanti anni fa.

 
 
 
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