Creato da velatadallabrina il 07/01/2007
saltare e dare aria alla mente
 

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Jorge Luis Borges - il guardiano dei libri


Là sono i giardini, i templi e la giustificazione dei templi,
la retta musica e le rette parole,
i sessantaquattro esagrammi,
i riti che son l'unica sapienza
che agli uomini concede il Firmamento,
la dignità di quell'imperatore
la cui serenità venne riflessa dal mondo, specchio suo,
così che i campi davano i loro frutti
e i torrenti rispettavano le sponde,
l'unicorno ferito che ritorna per indicare la fine,
le segrete leggi eterne,
il concerto dell'orbe;
tali cose o la loro memoria sono nei libri che custodisco nella torre.
I tartari vennero dal Nord su piccoli criniti puledri;
annientarono gli eserciti
che il Figlio del Cielo aveva inviati per punire la loro
eressero piramidi di fuoco e tagliarono gole,    [empietà,
uccisero il malvagio con il giusto,
uccisero lo schiavo incatenato che vigila la porta,
conobbero le donne, le scordarono
e andarono oltre, al Sud,
innocenti come animali da preda,
crudeli come coltelli.
Nell'alba dubitosa
il padre di mio padre salvò i libri.
Sono qui nella torre dove giaccio
e ricordano i giorni stati d'altri,
gli stranieri, gli antichi.
Mancano i giorni ai miei occhi. I palchetti son alti, non ci arrivano i miei anni.
Leghe di polvere e sonno cingono la torre.
A che ingannarmi?
La verità è che non seppi mai leggere,
ma mi consolo pensando
che immaginato e passato sono tutt'uno
per un uomo che è stato
e contempla quel che fu la città
e toma ora ad essere deserto.
Che cosa m'impedisce di sognare
che decifrai un tempo la sapienza
e tracciai con attenta mano i simboli?
Il mio nome è Hsiang. Sono il custode dei libri,
che sono forse gli ultimi
giacché nulla sappiamo dell'Impero
e del Figlio del Cielo.
Sono là nei loro alti palchetti,
remoti e prossimi a un tempo,
visibili e segreti come gli astri.
Là sono i templi, là sono i giardini.

 

 

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Con la coda dell'occhio

 Un mosaico sfaccettato e variegato della donna attraverso una rassegna di immagini e testi, cortometraggi e incontri letterari, versato a raccontare la donna nell'Italia che cambia, uno spaccato inedito, dunque, della realtà femminile Un dialogo intenso e profondo con le donne e il loro mondo fatto di lavoro, vita familiare e relazionale, ma anche di valori, ricchezza interiore, poesia e memoria, il tutto colto con lo sguardo e narrato con l'immediatezza del linguaggio dell’arte. Un composito di stili e creatività, dalla fotografia al video, dalla pittura alla scultura, alla parola. Una visione corale e collettiva della realtà della donna (A. Biscuso)

 

Elogio dell'ombra- L.J. Borges

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
l'animale è morto o è quasi morto.
nimangono l'uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell'Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penembra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all'eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritomo.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall'Est, dall'Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

 

 

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fobie

ho paura delle onde e mi aggrappo alla terra crogiolandomi nella mia miseria.

Luce pallida e consumata, figlia stracciona del sole.

Luce tenue, vagabonda barbona senza dignità.

Afferra, e afferra… e dai cazzo afferra!

Le palpebre calano su un globo a tutto tondo in cerca di paradiso.

Il gioco…

Bel bambino vuoi giocare con me?

Anzi no, non ne ho più voglia.

 

 

demenza slacciata

Solo, con la gola secca a furia di gocciolare parole insensate cerco sensate opinioni per infilarmi in ansanti opzioni dove le azioni abbiano un senso…senso, dissenso, ripenso e il cielo mi cade addosso. Lo spingo di lato e vomito nel tombino, mi pulisco con il dorso della manica la bocca che sa di rancido e barcollando mi sposto a sinistra. Mi appoggio al muro alzo la testa e vedo scarafaggi che scialano saziando la loro sete di birra e rissa. Li guardo con disgusto e quando mi capitano a tiro di piede li mando a pancia all’aria e li guardo carezzare l’aria con le loro zampette rugose. Rido della loro agonia ma ecco...cazzo ecco che il caso gli fa un dono: qualcuno li calcia e sono nuovamente in piedi e riprendono a zampettare da pub in pub…ah la memoria degli insetti! Sette secondi e dimenticano il dolore, l’agonia, la morte. Aspetto l’imprevisto, ma arriva il visto e rivisto e rovisto. Rovisto tra le onde del mare e scanso i liquami della mia anima: Dio che puzza! I miei piedi sono pesanti, sono molto pesanti…ed il mare mi vuole leggero. Allora gli grido: Non so ballare cazzo!

 

TpT

Hot to survive in the ghetto

Got to survive

People don’t fret no

 

 

 

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Il Colore delle Parole di Maria Corti

Post n°135 pubblicato il 14 Aprile 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

Città di Cavallino

Assessorato alla Cultura

Assessorato alle Politiche Sociali

In collaborazione con l’Associazione Verbamanent – Presidio del libro Sannicola Aradeo

Presenta

 

Il colore delle parole

Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)

via Vittorio Emanuele III

7 marzo- 19 aprile 2009

domenica 19 aprile     ore 18.00

Tema della conversazione: "Alla ricerca delle metafore e dell'Aghia Sofia, la santa sapienza, in terra d'Otranto, seguendo il percorso delle parole e della felicità mentale di Maria Corti". Interverranno, fra gli altri, Sergio Blasi, Elisabetta Liguori, Martina Gentile, Luigina De Prezzo, Rosa Mariano, Renata Asquer, Teresa Romano che hanno in maniera diversa lavorato accanto alla scrittura della artista. La giovanissima Federica Ventola darà voce al Canto delle Sirene.

 A cura di Giuliana Coppola.

Ultimo appuntamento con la rassegna “Il colore delle parole” nella magnifica sede della sala Consiliare di Palazzo Ducale a Cavallino di Lecce.

La rassegna promossa dal Comune di Cavallino, dall’Assessorato alla Cultura, è nata dalla volontà dell’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge e curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco. Questo appuntamento vede la collaborazione dell’Associazione Verbamanent Presìdio del Libro Sannicola_Aradeo.

Si è inteso dare un colore alle parole perché troppo spesso le donne ne hanno paura e guardano l’infinito come un puro spazio bianco così simile al silenzio. Si è cercato di intessere un dialogo con le donne e il loro mondo fatto di lavoro, vita familiare e relazionale, ma anche di valori, ricchezza interiore, poesia e memoria. Maria Corti, parlando di una donna dice: ….a lei spettava non solo il presente ma la memoria del passato e la previsione del futuro. Lei di diritto era insieme nell’attualità e nell’eternità.

Ed è sull’idea di attualità ed eternità che si conclude questo percorso nel Colore delle parole di Maria Corti. Giuliana Coppola ha curato la serata focalizzando il tema della conversazione "Alla ricerca delle metafore e dell'Aghia Sofia, la santa sapienza, in terra d'Otranto, seguendo il percorso delle parole e della felicità mentale di Maria Corti" dando voce ancora una volta al Canto delle Sirene e coinvolgendo chi in maniera diversa ha lavorato accanto alla scrittura dell’artista, tra gli altri ricordiamo Sergio Blasi, Elisabetta Liguori, Martina Gentile, Luigina De Prezzo, Rosa Mariano, Renata Asquer, Teresa Romano.

Nel Canto delle sirene protagonista è il pittore Basilio che dipinge Sirene, si mette sulle loro tracce sperando – e temendo – di essere fra gli eletti cui esse accordino le loro apparizioni, crede di avvertirne la misteriosa presenza durante i suoi tragitti sul mare intorno a Otranto, si pone in ascolto del loro canto. Ciò che ottiene è solo un profondo, panico silenzio. In parte, è però questo silenzio a ispirare quello che egli ritiene il suo capolavoro: un sacro dipinto di Santa Sofia, la divina sapienza raffigurata secondo la tradizione dell’iconografia bizantina. È qui evidente, da parte della narratrice e filologa, un recupero dell’idealizzazione pitagorico-platonica delle Sirene, ma anche del loro pathos “esiziale”. Infatti, a differenza di Ulisse, Basilio perirà nel naufragio della sua barca.

Scrive Maria Corti “le sirene invece di scomparire dalla storia umana davano luogo a frequenti apparizioni, ritorni qua e là nel corso dei secoli; niente meraviglia che figurassero in capitelli, in libri di poesia, nelle prediche, di volta in volta con diversa natura” (A. B.)

Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.

email:  ambrabiscuso@hotmail.com    cell: 339.5607242

 scheda informativa

Maria Corti (1915-2002) è stata una delle figure centrali della cultura del Novecento: critica, filologa, teorica della letteratura, narratrice. Maria Corti insegnò dapprima ai licei; ottenuta la cattedra di Storia della Lingua Italiana all’Università di Pavia, nel 1972 creò il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei, a cui si collega la rivista “Autografo” da lei fondata. Collaborò anche ad altre riviste, quotidiani e ad iniziative editoriali. È stata membro della Accademia della Crusca,  di Brera e dell’Arcadia; è ricordata anche all’estero per la sua instancabile attività di critica stilistico-letteraria. Alla sua costante attività di studiosa e critica si intrecciò quella di scrittrice e di coraggiosa sperimentatrice di diversi registri narrativi. Tutti i romanzi di Maria Corti sono viaggi da percorrere: intellettuali, metaforici, spaziali o storici. Tra questi ricordiamo: L’ora di tutti, un viaggio nella storia ottantina quattrocentesca; Il ballo dei sapienti, percorso tra costume e lingua nel pianeta-scuola degli anni Sessanta; Voci dal Nord Est e Il canto delle sirene, il primo viaggio investigativo nel New England, il secondo percorso tra tempo, cultura e storia, guidato da incantevoli sirene; Cantare nel buio, viaggio nella realtà del pendolarismo quotidiano. Il Canto delle sirene Prima raffigurate nell'antica Grecia come uccelli rapaci con testa e bionda chioma di donna, poi dal Medioevo in avanti come donne a coda di pesce, le sirene sono da sempre con insidioso canto simbolo della seduzione intellettuale. Nei quattro episodi del libro, che vanno dai remoti tempi omerici all'oggi, Maria Corti illumina quella strana avventura di seduzione per cui "Sirene e naviganti si desideravano reciprocamente". Gli esiti sono fabulosi, drammatici o ironici, tutti conditi da un sottile chiacchierio delle Divine.

 
 
 

LILT: Un'opera per ILMA

Post n°134 pubblicato il 03 Aprile 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

LETTERA APERTA

 

Progetto ASTA DI BENEFICENZA

Galleria Maccagnani, Lecce

Sabato 30 Maggio 2009, ore 18.30

artisti partecipanti:

Paivi Aala, Umberto Albanese, Elisa Albano - Eliabò, Filippo Altomare, Vittorio Balsebre, Ademaro Bardelli, Roberto Bergamo, Uccio Biondi, Vincenzo Boscarino, Pino Buttazzo, Ugo Buttazzo -  Ogu, Lucio Calogiuri, Maddalena Castegnaro Guidorizzi, Daniela Cecere, Franco Contini, Mina D’Elia, Ugo De Filippi, Marina De Giorgi, Michela Del Tinto, Marco Tommaso Fiorillo, Federico Gismondi, Sandro Greco, Piera Ingrosso, Massimo La Greca, Andrea Laudisa, Ezechiele Leandro, Monica Lisi, Alessandro Lombardo -Sandro Zenok, Anna Vita Madonna, Valentina Malandugno, Venanzio Manciocchi, Antonio Manzone, Sandro Marasco, Mario Martini, Luigi Marzo, Antonio Massari, Salvatore Mercuri, Anna  Miglietta, Angelo Monte, Maurizio Muscettola, Orodè, Antonio Palermo, Cristiano Pallara, Adriano Pasquali, Beatrice Pastorio, Maria Grazia Presicce, Tina Saletnich, Enza Santoro, Elio  Scarciglia, Carlo Solidoro, Fernando Spano, Francesca Speranza, Giovanni Strafella - Gix, Monica Taveri, Walter Spennato, Romina Tafuro, Ugo Tapparini, Pasquale Urso, Giuseppe Zilli

Grazie alla sensibilità e disponibilità della Società Operaia di Lecce ed all’impegno volontario di alcuni professionisti ed artisti, la LILT di Lecce è lieta di annunciare l’iniziativa finalizzata alla raccolta fondi per la realizzazione del Centro “Ilma”, i cui lavori sono da poco iniziati alle porte di Gallipoli.

Col sostegno dei salentini, negli ultimi anni, abbiamo potuto acquistare una vasta area di ex-cave, dove sta per sorgere il complesso sanitario e di ricerca che si occuperà di Epidemiologia e Scienze Ambientali, Prevenzione Clinica e Riabilitazione Psico-Fisica. Sarà la sfida del Salento al cancro. Grazie al Centro “Ilma”, potremo combattere contro i tumori su fronti diversi dalla cura: ricerca, prevenzione e riabilitazione. Ci affiancheremo così alle Istituzioni pubbliche, integrandone il ruolo che compete loro sul fronte della terapia. Per far questo, abbiamo bisogno del cuore e dell’intelligenza dei salentini. E l’iniziativa della Società Operaia va proprio in questa direzione. Invitiamo pertanto tutti i salentini all’asta che si terrà sabato 30 maggio, alle ore 18.30, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso a Lecce. Siamo sicuri che in tanti vorranno contribuire a realizzare un sogno di cui le generazioni future andranno fiere.

 

                 Dr. Giuseppe Serravezza

     Presidente LILT - Sez. Prov. di Lecce

 
 
 

Il colore delle parole di Elisa Albano

Post n°133 pubblicato il 27 Marzo 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

Città di Cavallino

Assessorato alla Cultura

Assessorato alle Politiche Sociali

Presenta

domenica 29 marzo 2009 h 18.00

 

Il colore delle parole

Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)

via Vittorio Emanuele III

7 marzo- 19 aprile 2009

Percorso sulle strategie per il cambiamento e il successo delle donne.  Presentazione del libro: “Mai più scema. Dalle trappole all’eccellenza” di Elisa Albano.

Ancora un appuntamento con la rassegna “Il colore delle parole” nella magnifica sede della sala Consiliare di Palazzo Ducale a Cavallino di Lecce. La rassegna promossa dal Comune di Cavallino, dall’Assessorato alla Cultura, è nata dalla volontà dell’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge e curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco. Si è inteso dare un colore alle parole perché troppo spesso le donne ne hanno paura e guardano l’infinito come un puro spazio bianco così simile al silenzio. Si è voluto imbastire un dialogo intenso e profondo con le donne e il loro mondo fatto di lavoro, vita familiare e relazionale, ma anche di valori, ricchezza interiore, poesia e memoria.

Domenica 29 marzo alle ore 18.00 la mano amica di Elisa Albano ci accompagnerà nella conoscenza di sé e del proprio valore verso una vita eccellente che possiamo realizzare individuando potenzialità e obiettivi che esprimono in pieno la nostra personalità rendendoci sereni e appagati

In questa seconda edizione del libro “Mai più scema” Elisa Albano amplia e approfondisce le tematiche già affrontate in precedenza dedicando maggiore spazio all’analisi dei fattori condizionanti che spingono gli individui verso atteggiamenti e comportamenti distruttivi o autodistruttivi. Ricorrendo ad un linguaggio colloquiale e accattivante, l’autrice propone semplici linee metodologiche per raggiungere un livello di autocoscienza utile a mettere in atto una vera e propria rieducazione personale per riguadagnare autostima, correggere un ruolo perdente e acquistare o recuperare il dominio della propria vita relazionale e professionale.  “Dalle trappole alla vita eccellente” recita il sottotitolo. Le trappole sono quelle che ci tendiamo da soli restando imprigionati in vecchi schemi infantili autolimitanti, o cadendo più o meno inconsapevolmente nella rete di rapporti malsani alimentati dalle nostre ed altrui fragilità. La vita eccellente è quella che possiamo realizzare individuando potenzialità e obiettivi che esprimono in pieno la nostra personalità rendendoci sereni e appagati. Tra i due estremi si colloca un percorso accessibile e non troppo complesso da seguire, se ben guidati. Basta volerlo.

Questo libro è come una mano amica che accompagna nella conoscenza di sé e del proprio valore".

A. B.

Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco

 
 
 

mostra: Il compleanno dell'infanta- Beatrice Pastorio

Post n°131 pubblicato il 11 Marzo 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

la leggerezza della diversità

 
 
 

il colore delle parole di: Rina Durante

Post n°130 pubblicato il 11 Marzo 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

Città di Cavallino

Assessorato alla Cultura

Assessorato alle Politiche Sociali

In collaborazione con l’Associazione Verbamanent – Presidio del libro Sannicola Aradeo. 

Presenta

Il colore delle parole

Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)

via Vittorio Emanuele III

7 marzo- 19 aprile 2009

 

Ma io, 

come farò a diventare un mito, povero pescatore 

di amuleti,

con un’ostrica al posto del cuore?

Rina Durante

 

domenica 15 marzo     ore 18.00

Un mito: Rina Durante.

Conduce e interviene Luisa Ruggio. Proiezione del corto “Come farò a diventare un mito”, omaggio a Rina Durante, di Caterina Gerardi.

Letture a cura di Ambra Biscuso da: “Gli amorosi sensi” Manni ed.

Continuano gli appuntamenti con la rassegna “Il colore delle parole” nella magnifica sede della sala Consiliare di Palazzo Ducale a Cavallino di Lecce.

La rassegna promossa dal Comune di Cavallino, dall’Assessorato alla Cultura, è nata dalla volontà dell’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge e curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco. Si è inteso dare un colore alle parole perché troppo spesso le donne ne hanno paura e guardano l’infinito come un puro spazio bianco così simile al silenzio. Si è voluto imbastire un dialogo con le donne e il loro mondo fatto di lavoro, vita familiare e relazionale, ma anche di valori, ricchezza interiore, poesia e memoria.

Domenica 15 marzo alle ore 18.00 un viaggio nel mondo, nel pensiero e nella vita della grande giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Rina Durante alla ricerca del Pescatore di amuleti

La serata sarà condotta da Luisa Ruggio che ci condurrà nel mondo di Rina Durante anche attraverso la testimonianza diretta dell’ultima intervista concessale, pochi giorni prima di andarsene.

 Nel corso della serata sarà proiettato il film realizzato da Caterina Gerardi; “Come farò a diventare un mito Omaggio a Rina Durante” Un film documento realizzato cucendo insieme momenti privati e pubblici dell’intensa vita della scrittrice e che qui mi piace ricordare con le parole di chi l’ha stimata, conosciuta e vissuta: “Levatrice di ‘leggerezze’ che hanno fondato la riscoperta e la riappropriazione della cultura popolare in Terra d’Otranto, amica e ‘segretaria’ dei grandi scrittori salentini quando giovanissima sognava di scrivere ‘il grande libro’, attenta e sensibile nell’accogliere visioni e storie, amorevole e accudente verso il Salento e la sua natura”.

Rina Durante è interprete della complessità della cultura salentina, narratrice e giornalista esordì nel 1966 con il romanzo “La Malapianta”, Rizzoli. Molti sono stati i libri che Rina Durante ha scritto alternando i suoi interessi letterari a quelli storici e antropologici. Ha scritto testi radiofonici e televisivi; il soggetto e la sceneggiatura del film di Alessandro Barbano “Il Tramontana”; il soggetto e la sceneggiatura del film “La Sposa di San Paolo” di G. Rosaleva. A lei si deve gran parte del recupero della memoria storica ed identitaria del Salento. Scrive Maria Corti nell’introduzione del libro Gli amorosi sensi: “E’ difficile e insieme confortante rinvenire in uno scritto femminile la dose di ironia, di sottile humor che si espande entro le pagine narrative di Rina Durante….la Durante utilizza al limite i caratteri di una cultura locale ora arcaica, ora fantasiosa e dotata di estro contestatario, che lei guarda dal di fuori, giudica ma di cui in fondo si sente partecipe….”

A. B.

Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.

email:  ilcoloredelle_parole@libero.it    cell: 339.5607242

 
 
 

Il colore delle parole

Post n°129 pubblicato il 04 Marzo 2009 da velatadallabrina
 
Tag: Eventi
Foto di velatadallabrina

Città di Cavallino

Assessorato alla Cultura

Assessorato alle Politiche Sociali 

Presenta

Il colore delle parole

Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)

7 marzo- 19 aprile 2009

 Si apre sabato 7 marzo alle ore 18.00 il “salotto” di Cavallino dove “Il colore delle parole” assumerà il tono e la nuance del Futurismo. La location è la Sala Consiliare di Palazzo Ducale.

La rassegna “Il colore delle parole”, curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco, nasce dalla volontà dell’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge ed è promossa dall’Assessore alla Cultura on. Gaetano Gorgoni, del Comune di Cavallino.

I due curatori, hanno inteso iniziare questo percorso con un evento legato al Futurismo, in concomitanza con la mostra che l’Amministrazione Comunale di Cavallino ha realizzato, dimostrando così, ancora una volta, grande sensibilità e attenzione verso l’arte.

Gli incontri proseguiranno domenica 15 marzo alla scoperta del Pescatore di amuleti di Rina Durante, interprete della complessità della cultura salentina, in compagnia di Luisa Ruggio; domenica 29 marzo la mano amica di Elisa Albano ci accompagnerà nella conoscenza di sé e del proprio valore verso una vita eccellente che possiamo realizzare individuando potenzialità e obiettivi che esprimono in pieno la nostra personalità rendendoci sereni e appagati; infine domenica 19 aprile la conclusione del viaggio appunto nel Colore delle parole di Maria Corti con una narratrice di eccezione: Giuliana Coppola che ci condurrà per mano nel mondo della “Signora delle lettere italiane” ricordando sia i suoi fondamentali studi di teoria e di storia letteraria, sia la sua produzione narrativa, sia infine la sua attività di critica militante. 

   7 marzo futurista.

      Letture di poesie dei maggiori esponenti del futurismo, Gian Pietro Lucini, Corrado Govoni
 Marinetti, Aldo  Palazzeschi, Luciano Folgore, Depero con Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo.

    Intervento musicale del M. Fulvio Palese e del M. Alessandro Trianni: KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone (1933) di Paul Hindemith(1895-1963)

  Banchetto futurista con aperitivo, a cura di Roberto Bergamo- work in progress di un Banchetto futurista

                                                                sabato   07 marzo ore 18.00

   La serata del 7 marzo avrà inizio alle 18.00 si alterneranno momenti di poesia, musica e gusto, tutto nello stile futurista. Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo ci daranno un assaggio della poetica dei futuristi fondata sulle “Parole in libertà”

Seguirà un breve concerto di Paul Hindemith (1895-1963) che Filippo Tommaso Marinetti definì "esponente del macchinismo futurista", trovando legami nell'opera Neues vom Tage con la Macchina del Cioccolato di Marcel Duchamp. Saranno il Maestro Fulvio Palese e il Maestro Alessandro Trianni  ad eseguire “KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone

Il work in progress di un Banchetto futurista, curato dall’artista Roberto Bergamo, accompagnato dalla voce di Massimiliano Manieri e con elaborazione video di Claudia Ingrosso, proietterà il pubblico nel mondo della cucina futurista cogliendone i colori, il profumo, il gusto.

A. B.

Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.

email:  ilcoloredelle_parole@libero.it    cell: 339.5607242

 
 
 

Signore, tu sei tra le rive di sabbia

Post n°126 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da velatadallabrina
 
Tag: work
Foto di velatadallabrina

INIZIATIVA PROMOSSA DALLA REGIONE PUGLIA-ASSESSORATO AL MEDITERRANEO-IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE PRESìDI DEL LIBRO

VERBAMANENT- PRESìDIO DEL LIBRO di SANNICOLA-ARADEO

Presenta

IN CIELO IN TERRA IN OGNI LUOGO: IL DIO DI TUTTI

Le preghiere più belle del mondo

Sabato 31 gennaio, ore 11

Sala della Parrocchia di S. Antonio

M A G L IE

Con Docenti e Studenti del Liceo Pedagogico e delle Scienze Sociali "A. MORO" di Maglie

Dirigente Antonio Errico

video "Amen"di Mirko Gabellone

perfomance a 4 voci "Signore, tu sei sulle rive di sabbia..." con Ambra Biscuso, Michele Bovino, Mirko Gabellone, Sabrina Terragno- sceneggiatura di Ambra Biscuso. video "Orantes: I 99 nomi di Dio" di Enrico Rapinese

 
 
 

Children

Post n°125 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili. Dal Diario di Anna Frank

 
 
 

INDIFFERENTI

Post n°124 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da velatadallabrina

Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per ilnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E

questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano. I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.

Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo

intento. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci

 

 
 
 

grazie Claudio

Post n°123 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da velatadallabrina
Foto di velatadallabrina

Dichiarazione

Io dichiaro lo stato di felicità permanente
E il diritto di ciascuno ad ogni privilegio
Dico che il dolore è cosa sacrilega
Quando c’è abbondanza di rose e di pane

Io contesto la legittimità delle guerre
La giustizia che uccide, la morte che punisce
Le coscienze che dormono rimboccate a letto
La civilizzazione portata dai mercenari

Guardo morire questo secolo vecchio
Un mondo diverso nascerà dalle sue ceneri
Ma non basta più solamente aspettare
Ho aspettato già troppo, lo voglio ora

Che la mia donna sia bella ogni ora del giorno
Senza doversi nascondere nel fard
Che nessuno mi obblighi a rimandare a più tardi
La voglia che ho adesso di fare l’amore

Che i nostri figli siano uomini e non adulti
E che siano quello che volevamo essere
Che ci siano fratelli, compagni e complici
E non due generazioni che s’insultano

Che i nostri padri alla fine si emancipino
E che trovino il tempo di carezzare le loro donne
Dopo tutta una vita di sudore e di pianto
E due «dopoguerra» che non erano «la pace»

Io dichiaro lo stato di felicità permanente
Non per mettere parole assieme alla musica
Senza dove aspettare tempi messianici
Senza che sia votato in alcun parlamento

Io dico che è tempo di essere responsabili
Senza rendere conto a niente e a nessuno
Per trasformare il caso in destino
Soli a bordo, senza padroni, senza dio e senza diavolo.

E se vuoi venire passa la passerella
C’è posto per tutti e per ognuno
Dobbiamo ancora fare tanta strada
Per andare a veder brillare una nuova stella

Io dichiaro lo stato di felicità permanente.

 

Georges Moustaki-I dannati della Terra: http://blog.libero.it/AltreLatitudini/

 
 
 
 
 

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