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L'EPISTOLA NON SCRITTA (AGLI ATENIESI)33. E tu, polacco, come lui facondo, di lui prendesti un po' del tuo papesco nome e il protagonismo vagabondo; ma per quante finanze prosciugasti, per quanti negri infami nei pestaggi immolarono i tuoi fasti e per quanto il tuo killer pittoresco empi complotti sul tuo capo trami, rinuncia ad eguagliare il gran provocatore che in pace mai lasciò città o contea, passando da un bargello ad un tumulto. E così in Tessalonica e Berea, come in ogni altra santa fondazione, i perfidi Giudei, che colgono dapprima l’occasione d’ospitarlo per lustro al proprio culto, gli aizzano cagnare di plebei appena un ecclesiaste distoglie e attira a sé Poco la Peste. Vanno invero i vari ostaggi da un gesù ad un altro in fretta, adescati da miraggi somiglianti d’ogni setta; van così là dove immondi cannaioli Mitra ammucchia, come ai seni da cui succhia paracleti e genepì il cristiano; o vagabondi tra più oracoli altresì. E il mistagogo è vicedio, più che guida e prete e mago. Così il Ladrone va edificando gobbo gobbo le sue tane. Fino all’alma Atene il Santo Spirito e la bile dei truci ebrei fugano il Guru del Canile. Aulico il discorso ai sapientoni del pianeta: “Un’ara che completa l’affollato Olimpo ho visto eretta al Nume Ignoto. E’ il mio. L’annuncio: è il Creatore, che nel vuoto l’etere risucchia e dà salvezza…” “Ancora un’altra?” Mentre s’inoltra Poco nella predica allo scettico uditorio, ne tace il pistolario; ché man a mano s’è squagliata la raccolta: “Sì, bravo, bravo! Ti sentiamo un’altra volta”. “Oh, né shock né meraviglia, nel sapiente, che sghignazza su di te, se non sbadiglia. Come smuovere una piazza donde martire non scappi o da apostolo o da mago, ma che lascia prima spago a ogni scemo e poi fa sciò? …No, no! Meglio che lo strappi, questo foglio. Brutto, ohibò!”
… A Tessalonica c’era una sinagoga dei Giudei. Come al solito, Paolo vi andò… Alcuni furono convinti e aderirono… I Giudei, ingelositi… misero in subbuglio la città… Sicché i fratelli li fecero partire nottetempo per Berea. Anche là entrarono nella sinagoga… e molti credettero… Ma i giudei di Tessalonica vi andarono a sobillare il popolo…Allora i fratelli scortarono Paolo fino ad Atene… Fremente nel vedere la città piena di idoli, discuteva nella sinagoga con giudei e proseliti pagani; ed anche in piazza… fino ad alzarsi in mezzo all’areopago (!) … “Ho trovato un’ara al dio ignoto… Ve lo annuncio: il dio che ha fatto il mondo… e che ora ordina a tutti di ravvedersi, perché ha fissato il giorno nel quale verrà a giudicare la terra…” Alcuni sghignazzavano. Altri: “Ti sentiremo un’altra volta” (Atti 17). |
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