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IL CARDELLINO - 9Mi chiedevo se almeno i religiosi più giovani, i prefetti e lo stesso Padre Polverini, non pensassero di saziare i loro appetiti con le avvenenti figlie della Valentina; ma senza avere o azzardare risposte: altra caratteristica del religioso è l’attenzione a celare il peccato, reale o di desiderio. Motivo mica la falsità, ma il principio etico che non è tanto male il peccare quanto il dare scandalo manifestandolo. Non sapevo che i miei peccati di masturbazione erano la mia salvezza. Ma mi accorsi subito che non ero l’unico peccatore; che anzi si trattava di un flagello endemico. Ci avevano inculcato, infatti, che si trattava di peccato mortale e che non potevamo, quindi, accostarci al sacramento dell’eucaristia prima di averlo confessato, senza commettere il peccato gravissimo di sacrilegio: inferno garantito. Ma il confessore esterno veniva il sabato; né si trattava di un peccato confessabile a uno qualunque dei nostri Padri. Così succedeva che la domenica, spurgati dalla confessione, affollavamo la balaustra per comunicarci; il lunedì già qualcuno restava tra i banchi, con la faccia tra le mani come chi avesse già presso l’ostia consacrata, sperando che non lo notassero; nei giorni successivi, progressivamente, i banchi rimanevano pieni e la balaustra vuota. Tanto che il venerdì il celebrante manco si voltava a vedere se c’erano comunicandi. Quanti ne ho commessi, di quei peccati! E qualche volta, per non apparire il più assatanato, ho sfidato, tra comprensibili angosce, le conseguenze del sacrilegio: “Ti pare che il Signore sia tanto… da farmi morire prima confessione?" Fortuna, che a cancellare il peccato cifosse la confessione! La Chiesa stessa ne approfitta largamente: basta che essa processi di nuovo Galileo assolvendolo ora per allora, basta che un papa confessi alla moderna coscienza civile (cresciuta evidentemente a dispetto della “matrice cristiana della nostra civiltà”) gli orrori che la storiografia non è riuscita a nascondere, perché crociate, guerre sante, inquisizione e colonialismo siano cancellati e la Chiesa riacquisti la sua verginità. Ed io sentivo il groppo alla gola, dal Padre Maestro, angosciato non dalla paura dell’inferno, ma da quella di essere cacciato e di non poter proseguire gli studi. “E’ chiaro che non hai la vocazione”, mi dicevo. Per il padre spirituale il peccato non bastava ad escluderla… “Purché non diventi un vizio…” |
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