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SVEGLIARSI POETA - 13
A quel rapporto con Bice Leddomade, al suo insegnamento e al suo esempio sono debitore della sorprendente serenità che portai nella successiva direzione di altri uffici. Come devo al Viva chi dubita di Gemma Russo il parziale superamento di un residuo di dogmatismo razionalista che mi portavo addosso.
In pochi mesi l’Ufficio Speciale riuscì ad attivare gruppi di lavoro in tutti i Provveditorati agli studi, a specializzare i responsabili dei singoli gruppi attraverso corsi residenziali di “formazione dei formatori”, a definire programmi e metodi delle istituende scuole di specializzazione per il trattamento dei singoli handicap; e subito dopo ad autorizzare e controllare quelle scuole da cui sarebbero usciti, al termine di un biennio, centinaia e centinaia di insegnanti di sostegno, non essendo possibile specializzare, come sarebbe stato opportuno, tutti gli insegnanti. Nel frattempo, ponevamo una cura particolare nel dare e raccogliere suggerimenti attraverso conferenze regionali dei nostri gruppi di lavoro, che nelle varie province seguivano e controllavano direttamente gli inserimenti nelle singole scuole.
In quel 1977 che segnava una ripresa violenta delle agitazioni studentesche, mentre a sinistra si osannavano l’abolizione del latino nella scuola media e la soppressione degli esami di riparazione, ultime concessioni alla scuola facile, riuscimmo a dettare e a inserire nella Legge n. 517 l’articolo che legittimava l’integrazione degli handicappati già in atto. Nella Conferenza europea sull’integrazione, che organizzammo a Roma, l’Italia risultò finalmente tra i paesi più avanzati. Io stesso, che avevo anche preparato una bozza del discorso del ministro Falcucci, dovetti polemizzare con i delegati tedeschi, schierati a difesa delle loro attrezzate istituzioni specialistiche. E per dare una scossa alla sinistra, diedi a Riforma della Scuola un piccolo saggio intitolato Gli handicap esistono.
Un’esperienza esaltante ed unica, per l’ex alunno di Tata Giovanni che in un anno vide passare 41.000 handicappati dagli istituti alla scuola di tutti, mentre Antonio Augenti subentrava a Lo Savio nella direzione dell’Ufficio Studi. Non proprio entusiaste, ma serene, Lucilla e Sabrina, nel frequentare scuole pubbliche che attuavano l’integrazione degli handicappati.
Il primo convegno interregionale dei nostri gruppi di lavoro mi portò a San Donà tra i gruppi di lavoro del Triveneto. A una successiva gita per le Tre Venezie il prof. Biscaro guidò nella sua utilitaria me e la soave Augusta dal Piave agli altri fiumi della grande guerra,da Gorizia al tragico Vaiont e da un nettare all’altro delle favolose vigne venete, dal ramandolo al raboso. |
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