L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)

LA RABBIA DI GAZA

     L’occupazione di Gaza continuerà “fino alla sua completa smilitarizzazione”. Come a dire che Israele non intende proprio sterminarla, ma solo massacrarla ancora un poco per renderla innocua. Qualche “antisemita” obietterebbe perché non vada smilitarizzato anche Israele e se, in sostanza, quello a cui si appiglia non sia il diritto del più forte. E’ comunque difficile non vedere come l’ideologia sionista, che ha portato nella Palestina tremila anni di massacri, meni un futuro di guerra interminabile, tra un popolo razzista occupante e un popolo nativo massacrato e sfrattato dai suoi territori.

     Sul razzismo, sì, è la riflessione indotta. E l’anacronistico razzismo di quelli che del razzismo sono stati vittime è il vero problema sul quale i protettori di Israele dovrebbero interrogarsi. Razzista è stata la pretesa dei Sionisti di creare uno Stato di Ebrei, anziché aspirare, come tutti gli altri, a integrarsi nei paesi che li ospitano senza più subire discriminazioni. Ed è stato un errore appoggiare quella pretesa. La retorica dell’Olocausto e i sensi di colpa che induce non possono coprire la realtà di un semitismo che è razzismo come lo è l’antisemitismo. E ora che è bene “armato” ne mostra tutti i caratteri.

     E’ vero che Israele ha il diritto di difendersi dalla ostilità che lo circonda. Ma deve anzitutto domandarsi perché è circondato dalla ostilità. E se la risposta sarà sincera,capirà che potrà vincere ogni guerra, ma non potrà mai debellare gli sfrattati reprimendoli e soffocandoli. Ciò che deve smontare, per vivere in pace, è la loro rabbia. Se gli sarà possibile. Ma con l’uso della forza può solo alimentarla.