Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi di Agosto 2015

VENERABILIS BARBA - 11

Post n°1963 pubblicato il 17 Agosto 2015 da anonimo.sabino
 

 

Camino 10-III-’58 Cara Vanda, ti confesso che la notizia della tua maternità mi ha commosso un poco. E provo molto piacere nel sapere che già sei mamma. Per la nuova creaturina che è venuta a godere del tuo amore e di quello di tutti noi, ho un affettuoso “Benvenuta Ottavia!”… 

 

Una circostanza insperata mi riportò, appena maggiorenne, per un solo giorno al paese nella primavera del ’58: le elezioni politiche.

 

Non avevo la minima cognizione delle dottrine politiche, materia tabù. Erano risuscitati i Radicali, in lista con i Repubblicani; e sentii alla radio un radicale parlare del sistema confessionale democristiano e della necessità di riaffermare la laicità dello Stato. Votai per lui.

 

Così forse sprecai il primo voto. Ma resi felice Vittorio Perugini, il calzolaio che abitava sotto casa. Repubblicano alla Mazzini, vedendo uscire dall’urna ben due voti su ottocento per il PRI, pensò che finalmente la moglie Gina avesse assecondato i desideri del marito. Né fui tentato di disilluderlo, se non molti anni dopo.

 

Quella scelta, però, superficiale sul piano politico, era stata per me tutt’altro che insignificante. Non per il contributo inconsapevole alla successiva nascita del primo governo di centro-sinistra; né perché mi avesse reso cosciente di vivere al di fuori del mio tempo (quell’anno nasceva la Comunità Economica Europea e per la prima volta le statistiche registravano un numero di addetti all’industria superiore a quello dei lavoratori agricoli). Per me quel voto significava passare dalla parte di Dio a quella del diavolo. Occasione per meditare sul mito di Lucifero e della contrapposizione tra Bene e Male.

 

Una volta ammessa l’esistenza di un Dio perfettissimo, quindi buono e onnipotente, come è possibile, mi domandavo, spiegarsi l’esistenza del male senza  chiamare in causa la volontà di Dio? Il diavolo? Ma chi l’ha creato? E come accettare, sia pure nella favola, che fosse stato l’angelo più intelligente a ribellarsi a Dio? Per superbia? La sua superbia doveva essere pura stolidità, se l’aveva mosso contro la Somma Bontà e Onnipotenza, in una lotta tanto sbagliata quanto perduta in partenza. A meno che non avesse percepito il suo dio come il tiranno e avesse capito che nessun tiranno è buono e nemmeno onnipotente.

 

Se per comodità dialettica o per paura avevo ammesso l’esistenza di una Mente ordinatrice dell’universo, acquisita la consapevolezza che non i barbari ma i cristiani avevano distrutto la civiltà greco romana, ora toccava a Dio stesso essere in discussione.

 

 
 
 

SHELA

Post n°1962 pubblicato il 10 Agosto 2015 da anonimo.sabino
 
Tag: saluti

Nel prendermi una settimana di riposo

auguro un buon ferragosto a tutti gli amici

e ai dieci chierici che mi leggono di nascosto.

 
 
 

VENERABILIS BARBA - 10

Post n°1961 pubblicato il 07 Agosto 2015 da anonimo.sabino
 

 

Enrico, il residuo compagno “pessimista”, era rimasto impressionato dalla mole dei miei studi personali.

 

“Sei arrivato a qualche conclusione?” mi chiese un giorno che passeggiavamo nel parco.

 

“A che proposito?” scantonavo, come mi era stato ordinato.

 

“Pensavo al martirologio che leggiamo in refettorio, con Decimilla e compagni. Erano davvero così rabbiosi i pagani?”

 

“E i cristiani erano davvero i buoni?” Lui rise.

 

“Beh, i brani di Tacito e di Svetonio li ho letti anch’io”.

 

Già i due maggiori storici della latinità, nei brani sfuggiti al rogo del fanatismo cristiano, indicavano nei santi cristiani una genia odiosa per le sue nefandezze… e per l’astio verso l’umanità… Una deleteria superstizione… Un nuovo e malefico fanatismo religioso. Vittime, i due “disinformati” storici, dei pregiudizi del “tempo”, secondo i tromboni. Che il tempo, in effetti, ci vedesse uno smodato e nefasto fanatismo, era noto anche all’Octavius del cristiano Minucio Felice. Ma non è gratuito parlare di pregiudizi? E perché il “tempo” avrebbe dovuto avere simili pregiudizi proprio verso i santi? In verità, senza aver letto Voltaire, quel fanatismo cattivo io lo ritrovavo nella parte autentica delle lettere di Paolo, nell’Apocalisse, nella letteratura cristiana. 

 

“A te lo voglio dire, Enri’: l’Era dei martiri non è che un colossale capovolgimento della storia da parte della storiografia: il cristianesimo doveva dirsi perseguitato in passato, per giustificare la sua nativa intolleranza e la ferocia con cui, una volta al potere, perseguitò tutti gli altri culti, come perseguitò la cultura pagana…”

 

“Gli uni e l’altra fino a farli sparire. L’unico imperatore cristiano che tentò di sottrarsi al ruolo di sterminatore dell’idolatria fu per questo chiamato l’Apostata. E lo sai, Fabio, come morì? Ammazzato, in guerra ma da un sospetto fuoco amico”.

 

Benché il cristianesimo avesse intanto acquisito una Madonna che, giudaicamente ignorata e perfino vilipesa (“Che c’è fra me e te, o donna?”), usurpava l’iconografia della Grande Madre e di Iside in particolare, maledette e poi bruciate le biblioteche, distrutte sistematicamente le testimonianze documentali e artistiche della “idolatria”, tutta la letteratura si sarebbe ridotta alle esercitazioni teologiche dei Padri Dottori e ad una saga popolare di favole edificanti impegnate a inventare la cattiveria pagana e giudaica, gli Atti dei Martiri, l’esercizio letterario prediletto dai vescovi cristiani.

 

Cara mamma… Come sono contento di ricevere le tue lettere, anche con tutti gli errori che ti fanno tanta paura …

 

 
 
 

VENERABILIS BARBA - 9

Post n°1960 pubblicato il 06 Agosto 2015 da anonimo.sabino
 

 

1°  L’unico olocausto di cristiani fu quello dei fanatici paolini coinvolti nell’incendio di Roma del 64, quando la “tortura inferta in luogo della pena”(Tacito) diventò l’involontario lancio pubblicitario del Crocifisso di Pilato  (destinato a sostituirsi al mitico Serapide) tra gli schiavi e presso tutti quelli che odiavano l’Impero e Roma, la Bestia e la Prostituta dell’Apocalisse; 

 

2° almeno fino al 305 (e nel 313 il cristianesimo sarebbe diventato l’unica religione ufficiale) nessun imperatore, nemmeno Nerone, emise alcun editto persecutorio, a parte la temporanea cancellazione del cristianesimo e di altri culti dionisiaci dal novero dei culti ufficiali da parte di Decio nel 250; solo tra il 305 e il 313, nell’Impero frantumato, qualche imperatore dell’altra parte cercò di contrastare una religione diventata ormai parte politica;

 

3° l’indiamento dell’imperatore (dopo morto) non comportava alcun obbligo di quegli atti di adorazione la cui negazione, per la truculenta letteratura martirologica avrebbe causato decine di migliaia di olocausti, compresa una intera legione (pazzesco); era un atto simbolico soggetto al libero scherno dei pagani per primi e degli stessi imperatori, come confermano l’Apocolocuntosis di Seneca (“l’apoteosi di quella zucca di Claudio”) e la famosa battuta del sabino Vespasiano morente(“Ahimè, sto diventando dio”);

 

4° nessuna Apologia difende la fede da inesistenti persecutori, ma dal comune disprezzo, confrontandola con il vecchio politeismo;

 

5° quella fede non era affatto mite e pura; i suoi adepti si scannavano a vicenda, prima per la gestione dei beni conferiti in comunità (e già la prima vittima, Stefano, è trasferita a carico dei Giudei), poi sulle reciproche accuse di eresia; e facevano i testimoni di Cristo (in greco martiri) bruciando boschi sacri e spezzando statue e simulacri, reati ricordati a loro vanto dal Martirologio; per tali reati venivano spesso processati, non per essere cristiani, né per il notorio loro vandalismo, teorizzato e praticato per primo da Paolo, ideologo e fomentatore del teppismo cristiano, per chi sa leggere; non per i tromboni che tentano di stravolgere anche il chiaro rescritto di Traiano a Plinio il Giovane;

 

 6° dal 313 in poi la codificazione (cristiana) del diritto romano, che non riporta in precedenza né reati di opinione né alcun editto anticristiano, ridonda della condanna dell’idolatria. Nel Codice Teodosiano e nelle basiliche cristiane costruite con le macerie dei templi, nelle pietre è rimasta scritta la storia vera delle persecuzioni.

 

 
 
 

VENERABILIS BARBA - 8

Post n°1959 pubblicato il 05 Agosto 2015 da anonimo.sabino
 

 

Era stato il babbo di Bernasconi, recente vocazione proveniente dal Canton Ticino, a regalare al figlio, e quindi allo studentato, un televisore. Non prevista dalla regola, la televisione fu oggetto di mal celati desideri e di complicate discussioni. Morbosamente incuriositi essi stessi da quella diavoleria, i Padri ci dosavano qualche telegiornale e qualche spettacolo che non preannunciasse esposizione di cosce, ben lontani dal prevedere che la TV e il suo apparato avrebbero soppiantato quasi completamente i pulpiti della vecchia Chiesa nel ruolo di inginocchiare e inebetire le masse, con il pretesto di informarle.

 

All’inizio della refezione un chierico a turno leggeva, nel silenzio, un brano delle Scritture e il Martirologio del giorno: …Orsola e undicimila vergini, martiri sotto l’impero di…

 

“Ursula e Decimilla: erano due”, bofonchiava Enrico, conscio lui pure del non del tutto involontario errore del fanatico amanuense.

 

Non erano quegli errori, né le stesse gonfiature ad attirare la mia attenzione critica. Ogni giorno, per 365 giorni, si commemoravano decine di martiri, che avevano patito il supplizio, dopo efferati tentativi non riusciti, sotto tutti gli imperatori, da Claudio a Giuliano l’Apostata. Era quasi divertente sentire come Dio si spassava nel far morire i suoi martiri solo dopo due o tre supplizi superati: olio bollente, leoni, fiamme… Cilecca! Poi un bel colpo di spada, zac! E Dio doveva desistere…

 

Quei racconti, sintesi e complementi della letteratura medioevale affermatasi in forma di “martirio sceneggiato” (gli Acta martirum) erano finalizzati alla esaltazione della vittoria cristiana contro le feroci opposizioni. Io mi domandavo: perché quell’accanimento contro i cristiani, che si chiamavano e dovevano essere i santi? Quale interesse avrebbe spinto imperatori, funzionari e comuni cittadini noti per la tolleranza del loro diritto in materia religiosa a perseguitare la fede più mite e più pura? Strage efferata e diuturna, durata ben tre secoli, senza un movente?

 

Lasciai la patristica e ricominciai, dalle Sacre Scritture a tutta la letteratura paleocristiana; radiografai le apologie; mi studiai attentamente i quattro volumi di Storia delle persecuzioni di Paul Allard; mi andai a cercare gli Atti dei martiri da lui ritenuti attendibili e tutte le fonti reperibili da lui indicate. Le conclusioni furono sconvolgenti.

 

Eccole, così come mi apparvero man mano…

 

 
 
 


 

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