Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 08/06/2015

IL CARDELLINO - 11

Post n°1918 pubblicato il 08 Giugno 2015 da anonimo.sabino
 

     Pensavo ancora ad Elena, mai durante i miei sfoghi sessuali. Amalgamata nella scorza cristiana della mia anima, la distinzione tra amore e sesso era in me nettissima, essendo stato arciconvinto che gli atti sessuali fossero porcherie. E nel sognare la donna della mia vita, se mai ci fosse stata, la pensavo assolutamente vergine e pura, come la Madonna; priva di sesso.

     Mi domandavo se lei mi pensasse ancora. Senza pretenderlo, pur desiderandolo: non sarebbe stato giusto, da parte di uno che non sapeva cosa volesse, che non si sentiva in grado di volere più nulla,avendo rinviato sine die ogni decisione riguardante il suo futuro. Quando ci si rivedeva, nei brevi scorci di estate sabina, erano lunghi colloqui silenziosi, fatti di sguardi; un amarsi senza parole d’amore.

     Caro Gino… perché i nostri studi ci siano legalmente riconosciuti, dobbiamo sostenere in una scuola pubblica gli esami. Il nostro programma prevede cinque anni di scuola media e ginnasio a Pescia; un anno di noviziato in Lombardia, a Somasca, casa madre dell’Ordine; liceo classico e studentato filosofico in Piemonte; due anni di tirocinio come prefetti; e infine cinque anni di teologia a Roma, prima della consacrazione al sacerdozio…

     Non essendovi un religioso capace di insegnare decentemente un po’ di matematica, si decisero ad affidarci, in vista dell’esame di licenza media, a una professoressa Incerpi, tanto brutta quanto severa, che saliva una volta o due a settimana ad affibbiarci brutti voti. Così, per la prima volta, dovetti giustificarmi con mia madre… Ti prometto che quei cinque si cambieranno tutti in sette… E la lettera mi fu restituita dal censore perché vi aggiungessi …con l’aiuto del Signore e della Madonna.

     Peraltro studiavo sodo e volentieri, come per liberare la mente dalla cappa di osservanze materializzate nella maledetta campanella e dalle fantasie erotiche che assillavano la solitudine del silenzio.

     L’avrei fatta a pezzi, a volte, quella campanella, come essa spezzettava la nostra vita in brandelli di dovere.

     A carnevale, mentre salivano fino al Castello le voci di festa della città, noi eravamo lì ad “espiare i peccati del mondo” con le quarantore in ritiro spirituale

 
 
 


 

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