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luglio-settembre 2007
numero 3 - marzo
Redazionale di Franco Comi
Il nuovo Welfare Ministeriale del Ministro Paolo Ferrero
Integrazione dei Rom e Sinti
Rom, sinti...
Verso il Villaggio Solidale
Cooperativa Laci Buti
Operazione Cachoiera de Pedras
Il commercio Equo Solidale
Protocollo di Kyoto
Risparmio energetico
Diritti delle persone di O.Fortunati
Comune di Vimodrone e disabilità
Fragilità e tempo libero
Da discepoli del Signore, rispondiamo alla precarietà con la solidarietà messaggio dell'Arcivescovo Tettamanzi
Psichiatria: l'importanza della rete territoriale
A.N.P.I. e scuola per educare insieme
il Tazzebau
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LA RESPONSABILIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LA SALVEZZA DEL PIANETA
"PROTOCOLLO DI KYOTO"
Termini e condizioni
Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una drastica riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra, precisamente metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni rispettivamente registrate nel 1990 (considerato come anno base), nel periodo 2008-2012. È anche previsto lo scambio (acquisto e vendita) di quote di emissione di questi gas. Perché il trattato potesse entrare nella pienezza di rigore si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie, e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione.
Paesi aderenti
Nel novembre 2001 si tenne la Conferenza di Marrakech. In questa sede 40 Paesi sottoscrissero il trattato. Due anni dopo più di 120 paesi avevano aderito, sino appunto alla detta adesione e ratifica della Russia, considerata importante poiché questo paese produce da solo il 17,6% delle emissioni. I paesi in via di sviluppo, al fine di non ostacolare la loro crescita economica frapponendovi oneri per essi particolarmente gravosi, non sono stati invitati a ridurre le loro emissioni.
Paesi non aderenti
Tra i paesi non aderenti figurano gli Stati Uniti, responsabili del 36,1% del totale delle emissioni (annuncio fatto nel marzo 2001). In principio, il presidente Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta dagli USA. Alcuni stati e grandi municipalità americane, come Chicago e Los Angeles, stanno studiando la possibilità di emettere provvedimenti che permettano a livello locale di applicare il trattato, il che comunque non sarebbe un successo indifferente: basti pensare che gli stati del New England, da soli, producono tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo come la Germania. Anche l'Australia ha annunciato che non intende aderire all'accordo, per non danneggiare il proprio sistema industriale. Non hanno aderito neanche
Croazia, Kazakistan e Monaco.
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