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IL COMMERCIO EQUO SOLIDALE

Post n°24 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 

I PRODUTTORI Nella stragrande maggioranza dei casi si trovano nel "Sud del mondo": Asia, America latina, un po' meno in Africa. Sono: piccoli nuclei familiari, produttori associati in gruppi o cooperative, organizzazioni di lavoro con disabili, fondazioni, ONG, enti sociali e/o religiosi, sindacati.
GLI IMPORTATORI In Europa sono più di 60; si va da piccolissime realtà semivolontaristiche, a solide aziende che fatturano oltre 30 milioni di Euro. I più vecchi e i più grandi sono associati nell'Efta (European Trade Association); ciò permette di mettere in comune conoscenze e informazioni. I prodotti vengono importati secondo i criteri del "fair trade" (termine inglese per indicare il CES) e spesso offrono servizi e informazione al mondo delle botteghe. Dal punto di vista giuridico sono prevalentemente cooperative, senza scopo di lucro. Fra gli importatori italiani, per brevità ne citiamo solo tre: Consorzio Ctm-Altromercato, Commercio Alternativo, Equomercato. Su tutte le confezioni dei prodotti alimentari (non sempre per i prodotti artigianali) potete leggere i nomi di queste o di altre centrali. Esistono anche realtà, generalmente botteghe, che importano direttamente i prodotti dal Sud del mondo attraverso altri canali (missionari, organizzazioni non governative).
I PUNTI VENDITA I prodotti del CES, come molti avranno anche visto di persona, si possono trovare in vendita principalmente: in negozi specifici (detti anche "botteghe del mondo"). Molte di queste botteghe aderiscono ad una (o piu) associazione; nei supermercati o centri commerciali (grande distribuzione); in altri tipi di negozi. Più facilmente, i prodotti CES col marchio di "biologico" si possono trovare nei negozi che vendono prodotti biologici. In termini di fatturato, le botteghe rappresentano il principale canale distributivo dei prodotti del CES. Questa è una caratteristica tutta italiana, perché all'estero prevale la vendita attraverso la grande distribuzione. Aspetti positivi e limiti dei due tipi di distribuzione sono oggetto di dibattito all'interno del mondo del CES. Senza entrare troppo nel merito, condividiamo comunque un' affermazione che abbiamo trovato in una ricerca compiuta dall'Università cattolica di Milano. (G.P.Barbetta, Il CES in Italia, Milano, 2006). La riportiamo: “Va sottolineato che le botteghe non svolgono esclusivamente una funzione di distribuzione commerciale; molte di loro, al contrario, operano come animatori delle comunità locali entro le quali sono localizzate, svolgendo funzioni di sensibilizzazione alle tematiche del CES e - più in generale - dello sviluppo dei Paesi più arretrati.” Anche dal nostro punto di vista di volontarie, entrare in una bottega del mondo, con il suo artigianato colorato, con i cartelli informativi, con le sue varietà di prodotti, non è la stessa cosa che scegliere da uno scaffale di un corridoio del supermercato. Inoltre nelle botteghe trovi sempre una persona - volontario/a nella maggioranza dei casi - disposta ad offrire spiegazioni e consigli, magari dando qualche informazione sul CES. Naturalmente ben venga anche l'acquisto fatto a…, mettiamoci il nome del supermercato che conosciamo. Anche tale acquisto è pur sempre un piccolo anello di una economia più giusta. Così, parlando delle botteghe, abbiamo già detto qualcosa su un altro gruppo di "attori" del CES, quello dei volontari.
I VOLONTARI Il loro ruolo è fondamentale all'interno del mondo del CES ed esse rappresentano la maggior parte degli addetti. Molte botteghe restano aperte al pubblico esclusivamente grazie al volontariato. Riguardo al “profilo” del volontario non ci sono ricerche. Diciamo almeno, a titolo esemplificativo, che nella "nostra" bottega, abbiamo: la netta prevalenza di donne; un certo numero di pensionate-casalinghe; un certo numero di persone che, pur lavorando, riescono a essere presenti o il sabato o nei turni/tempi liberi dal lavoro; studentesse universitarie. Coprire un normale orario da negozio non è facile. E le botteghe sono alla continua ricerca di volontari, dato un certo, inevitabile, turn over. Eticomondo non fa eccezione. Quindi ci scuserete se approfittiamo di questa tribuna per lanciare un appello: se qualcuno dei nostri lettori volesse entrare a far parte del gruppo dei "volontari di Eticomondo". I beneficiari non saremmo noi, ma i piccoli produttori di tisane, miele, marmellate, sciarpe, borse… Già, non solo di tè, zucchero, caffè, come magari erroneamente qualcuno pensa. Ma qua stiamo iniziando a parlare dei prodotti, altri "attori" fondamentale del CES. Questo però sarà argomento della prossima "puntata".
Roberta e Alessandra Bottega Eticomondo Cernusco sul Naviglio

 
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