animabio

                                                       III

Non fu un tragitto facile. Lei camminava barcollando,si fece male a una caviglia,dovettero fermarsi   all’ingresso di un portone. Samuele conosceva quel posto,era la vecchia sede di un fornitore di vini ed era abbandonata da anni,ma potevi  ancora sentire l’odore del vino. Samuele si mise a massaggiarle la caviglia; Giada appoggiata al muro sospirava, quel contatto era una tentazione continua per entrambi e lei lo guardava sempre più a lungo come se volesse comunicargli qualcosa. Alla fine per Samuele  fu quasi naturale baciarla,stringerla delicatamente fra le braccia come qualcosa di prezioso. Si inebriava del suo profumo e del suo calore,della sua morbidezza,davvero Samuele era solo da troppo,troppo tempo,le carezzò i fianchi generosi,il didietro tondo,l’esterno delle cosce,finchè lei interruppe il bacio  “Ma così mi fai perdere il controllo!”. Poi  a voce più bassa gli chiese con una grazia irresistibile “Mi vuoi?” Ci sono delle richieste alle quali un uomo non sa dire di no senza rinunciare alla propria natura,ed era una di quelle situazioni. Samuele  davvero voleva rispettare Giada,ma avrebbe negato a se stesso di essere  uomo. L’androne oscuro era come un grotta primitiva che li avrebbe protetti dal resto del mondo che continuava a scorrere  là fuori,vi si inoltrarono mano nella mano e lei si appoggiò contro il muro venato dal salnitro. L’abbraccio riprese e stavolta il bacio non si interruppe,Giada voleva decisamente perdere il controllo! E mentre lui sollevava a fatica il vestito lei sgusciava i seni prosperosi dal reggipetto e strofinava i capezzoli induriti contro il petto di lui,le cui dita febbrili andarono a cercare la pelle calda e sensibile sotto alle mutandine. Giada mugolò e riprese il bacio con una frenesia da adolescente,Samuele sentiva l’umidore caldo del corpo di lei e ad un certo punto andò a sbottonarsi e  ad estrarre il membro; lei si accorse della manovra e andò ad aiutarlo a penetrarla. Non smisero mai di baciarsi,Samuele sentiva i suoi gemiti sordi e il vibrare della lingua ad ogni spinta e ad ogni sensazione che corrispondeva nel corpo di lei,il parossismo di piacere fu così intenso che anche dopo l’eiaculazione lei continuò ad agitarsi e  a strofinarsi fino a esplodere in un breve ma intensissimo orgasmo. I gemiti si placarono,i respiri ritornarono lentamente ad una misura che consentì loro di parlare “Cielo,Samuele” ansimò lei “non mi ricordavo che poteva essere così” Samuele era ancora incredulo,si limitò ad annuire e a carezzarla dolcemente.LA coscia di lei scivolò lentamente lungo la gamba di lui e i due si raddrizzarono piano. “Sei grande,Samuele” sussurrò lei   “Sei davvero bravo.” lui sorrise “Mah..”Lei si rimise a posto piano ,ma ad un certo punto si premette una mano sullo stomaco e l’altra sulla bocca e prese a tossire. Samuele realizzò e la sospinse verso il cortile erboso dove lei si inginocchiò e come una  peccatrice  che confessa i suoi   peccati espulse ogni particella cattiva che aveva nello stomaco. Samuele ugualmente inginocchiato   dietro di lei le circondava la vita e le sorreggeva la fronte finchè lei ebbe completato il rito purificatorio..