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Le giornate di uno scrittore 7

Post n°151 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da driver64
 

“Non vieni assieme a me alla posta e al caseificio sociale?” chiese la madre. La figlia sbuffò “Ho qualcosa,ho dormito poco e digerito peggio”
“conosco la causa: nel pomeriggio troppo liquore poi a cena hai mangiato in fretta e al ritorno dal tuo ragazzo avevi una brutta cera. Tu mi stai covando qualcosa;passerò dalla farmacia per prenderti un lassativo”
“pensa te!" si impennò la giovane alzandosi e salendo le scale: “piuttosto dell’olio di ricino  preferisco tenermi questo malessere,avrei bisogno piuttosto d’un analgesico,sono arrivate,ecco tutto”
“ti devo credere?”
“fa’ un po’ tu” Quinto incrociò la giovane proprio alla fine di questo scambio di battute e nel suo rossore e nei suoi occhi bassi comprese un grande turbamento,così dopo uno sguardo e un -ciao- sussurrato nella maniera più dolce possibile non aggiunse altro  e scese. La madre scosse il capo “non so cos’ha mia figlia,ma non mi piace; Quinto io sto uscendo,tornerò verso la mezza,qui c'è la sua colazione” la donna uscì e Quinto rimase solo a sorbire il caffellatte caldissimo e le ciambelle di forno;mentre sorseggiava e inzuppava ecco il grosso gatto nero dalla solita finestrella, il felino miagolò interrogativamente studiando il nuovo abitante e Quinto colse l’occasione per chiamare la giovane: “c’è il tuo gatto nero! Ha fame!” la giovane uscì dalla camera e scese rapidamente le scale “tutta una notte in giro dove sei stato,gattaccio?” il gatto rispose alla voce familiare con un miagolìo,Quinto sorridendo osservò il daffare della ragazza per il pranzo del gatto “siete in sintonia”
“è il mio migliore amico ed è saggio,affettuoso; sai che mia madre non lo voleva? Dovetti impormi,ma ora  anche lei è gli è affezionata.
La bestiola cominciò il suo pasto di coratella e Quinto chiese alla giovane “ma senti,anch'io io sono preoccupato a vederti così,ti prego dimmi cos’hai” la giovane sedette  sospirando: "a parte il ciclo ho tanti pensieri”
“per ciò che abbiamo fatto ieri? Sembravi avere voglia e dopo sembravi molto soddisfatta,dunque cosa ti cruccia?” lei prese la mano che lui le porgeva “è stato bellissimo,ma stranissimo,non lo capisci? Mai fatto così d’emblè,ho perso del tutto il controllo come  mai mi era accaduto prima e poi il rischio corso:mia madre poteva scoprirci da un istante all’altro ti rendi conto?” Quinto insistette “eravamo in pur sempre in due a rischiare ma volevo solo sapere:quanto quanto ti è piaciutorealmente?Lo rifaresti?"
“non me lo chiedere,finirei per aver  paura di me stessa più di quanta ne abbia ora” esalò la giovane Quinto riprese “vorresti sederti su di me?”
“ouff,mi sento in disordine,indisposta..”
“io ti amo con e senza il ciclo,dai vieni qui”
La giovane si alzò per andare da Quinto che le fece spazio e sedette leggera sulle ginocchia di lui “E ora?” Quinto cominciò a baciarla,ormai erano affiatati e lei entrò subito nel gioco;per dieci minuti buoni per i due dialogarono solo con  lingua e labbra; unico testimone il gatto che dalla sua cesta li fissava con curiosità e distacco attraverso gli occhi gialli. Si divisero rossi in volto e ansimando e Quinto sussurrò “facciamo?”
“in-di-spo-sta” esalò scandendo lei
“guarda che non è un problema per me”
“ma che cavolo di abitudini avete in città? o è moda degli scrittori?”
“va bene.." si arrese lui “sai succhiare?”
lei ridacchiò “non so,l’ho fatto una volta sola..stranissimo..”
“riprova con me"
lei si sollevò leggera ridacchiando e si mise a slacciargli i pantaloni, ma lui la fermò “non è un gioco,c’è un galateo,un uomo non può scoprisrsi davanti ad una donna vestita,poi ieri ho visto poco di te,mi piacerebbe vederti nuda”
lei era sbalordita “anche questa è una consuetudine cittadina?”
lui sorrise “vuoi essere veramente  donna? Ogni volta impara qualcosa da mettere in pratica in futuro,crea un tuo repertorio,questa è la lezione odierna,su spogliati”
La giovane scosse sospirando il capo “ho capito che da te devo aspettarmi ogni tipo di sorpresa..” ma cominciò a sfilarsi la maglietta scoprendo il busto e il reggiseno bianco,una distesa di pelle appena scurita dal sole poi continuò con i pantaloncini mentre lui si beava della vista di quel corpo giovane,statuario,dalla vita sottile,dal seno alto,dai fianchi ampi; le lasciò togliere il reggipetto,aveva già visto quelle ghiandole abbondanti e sode nella vasca da bagno,ma così libere e vicine erano tutt’altra cosa,allungò le mani verso di esse ma stavolta fu lei a fermarlo “ho anch’io le mie consuetudini,prima di toccarmi devi baciarmi” Non era una tassa esosa e Quinto la riebbe sulle ginocchia per un’altra lunga sessione di baci e giochi con la lingua dopodichè potè accedere a quei seni cospicui e morbidi e consistenti assieme carezzandoli,palpeggiandoli,pizzicandone areole e apici. La giovane lasciava fare ormai eccitata e finalmente lui le concesse di sbottonargli i pantaloni e di andare a liberargli il membro semieretto,accarezzarlo,baciarlo lievemente e portarlo alle labbra cominciando una lenta  suzione. Per quanto inesperta,pensò Quinto,la giovane se la stava cavando bene,il membro scorreva fra le sue labbra,uno spettacolo che a Quinto piaceva,lei mugolava piano,mentre lui le carezzava i capelli e la guidava.”usa un po’ la lingua” suggerì lui “mmh” disse lei. Quinto sentiva avvicinarsi il punto di non ritorno, si sporse,respirò a fondo e sentì frizzarere il glande e  sentì tutto l’universo confluire nel suo membro e espandersi fuori di lui. La giovane gemette di sorpresa,ma non si ritrasse,Quinto esalò un lungo sospiro prima di ricadere sulla sedia,sazio,vuotato,piacevolmente sfinito. Lei invece balzò via verso l’acquaio dove liberò la bocca: “cielo!”gemette “quanto  ne avevi!”
“così lo sprechi” osservò quasi dispiaciuto Quinto “dovresti assumerlo sino all’ultima goccia. E’ parte di me,contiene il  mio patrimonio genetico,non meriterebbe di essere disperso” la giovane rispose “è aspro,salso,brucia in gola! Come puoi pretendere che lo trangugi?”
“ne hai da apprendere,la mia soddisfazione dovrebbe essere il tuo unico cruccio,il mio seme  è sapido per la sua ricchezza e forza,un onore per te assorbirlo in qualsiasi via”
lei lo guardo meravigliata “tu sei un po’ matto”
“scrittore” precisò lui ”uomo e scrittore”
lei gli sedette ancora in grembo per le ultime coccole  “e io sono una donna innamorata,farò di tutto per te".

 
 
 
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