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Le giornate di uno scrittore 6

Post n°150 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da driver64
 

La giovane arrivò subito,e quando fu di fronte Quinto percepì il suo profumo di pelle calda e colonia,lei esitava a parlare  gli zigomi arrossati. Quinto ruppe il silenzio “ebbene?”
“mi sento sottosopra,ho mentito,non so più cosa pensare.”
“a chi hai mentito?”
“al mio ragazzo,non so nemmeno cosa sento per lui,,è un caro ragazzo,gli voglio bene,ma..”
“ma..?” sorrise Quinto
lei sospirò,era davvero in crisi,Quinto cercò le sue dita e le prese,lei aveva polpastrelli freddi e lievemente umidi e quasi tremava,Quinto non era così emozionato,ma anche lui aveva il batticuore e si sforzò di fare anche lui una dichiarazione “senti,non è niente. però mi sei entrata sotto pelle,ecco” a quell'annuncio la giovane diede un piccolo strillo di sorpresa e di gioia  “lo sapevo e  anche a me è successa la stessa cosa! Cielo,che pasticcio!”
“stiamo calmi,cerchiamo di gestirla al meglio”
“e come?”
“siamo riservati,prudenti” rimasero a guardarsi poi lui interruppe il silenzio “posso abbracciarti?” lei era incerta ma lui le circondò la vita e l’attirò a se dolcemente e le cercò le labbra per una beccatina,lei sussultò,ma non lo respinse,allora Quinto riprese l’abbraccio e stavolta il contatto fra le labbra fu più lungo. Il piacere per Quinto di avere contro il corpo morbido e solidissimo di lei era una marea crescente,ne sentiva l’addome rilevato,ne intuiva la morbidezza dei fianchi sotto alle palme,quella dei seni contro il petto,sentiva che lei ritraeva il bacino all’indietro per evitare sensazioni troppo forti e allora decise di farla capitolare piano con carezze sul dorso,senza insistere troppo sui fianchi,giocando con pochissima lingua sulle labbra di lei che ancora non cedevano. La giovane apprezzò moltissimo questa lenta e per nulla invadente corte,schiuse le labbra piano piano,sfiorò con la sua punta della lingua quella di lui per una delicata schermaglia,gli circondò la nuca Quinto la sentiva respirare con il naso,mugolare pianissimo,ogni tanto,soprattutto la sentiva rilassarsi lentamente,rassicurata. Allora passò alla “fase due” che implicava carezze più frequenti sui fianchi,veloci passaggi sulla pelle scoperta delle cosce,sempre all’esterno,un terzo di lingua ad agganciare quella di lei. La giovane prese a partecipare la gioco,non mugolava più,ma respirava con più frequenza,allora Quinto cominciò ad abbracciarla con più forza finché lei non aderì con il proprio bacino contro quello di lui ,certo lei non era entusiasta,cercava di scansarsi,ma lui la ignorò dedicandosi a baciarla,così le loro lingue presero a battagliare e a mulinare,lei rispondeva alla pari e  Quinto riprese ad accarezzarle lombi e fianchi scendendo giù fino alla pelle delle cosce,risalì sollevando la balza dell’abito rosso,incontrando le mutandine,”spolverando” la parte di tessuto tesa sui glutei di lei. Stavolta la giovane era in affanno,ansimava e mugolava con toni più profondi,insomma,decise Quinto “c’era” e per farle perdere più in fretta il controllo infilò le mani sotto alle mutandine,dall’alto stringendo la polpa delle natiche e lei sospese il bacio  “ooh! Che mi fai?”ma aveva gli occhi lucidi e la bocca aperta,lui la fissò negli occhi “voglio tutto” e riprese il bacio. Ormai lei era conquistata,lui lo sentiva,fu facile a quel punto abbassarle le mutandine,insinuare le dita lungo il solco,superare il perineo  raggiungerle  con indice e medio il retro della vulva,scivolando in vagina. Lei inspirò profondamente forse pensando di distanziarsi da lui,ma altre forze ora governavano il suo giovane corpo che la pensava altrimenti e ora si inarcava  cercando le dita esploratrici di lui. La giovane sospese il bacio boccheggiando “Cielo,smettila,siamo dietro casa!” Quinto aveva invece una sicurezza granitica che non sapeva neanche da dove gli arrivava,ignorò l’obiezione  e affondò ancora di più le dita facendola gemere e  chiudere gli occhi. “sei bagnata,dunque vuoi.” La risposta di lei,un lieve gemito flautato lo confermò nella sua idea,e cominciò a farle scendere le mutandine verso  le ginocchia,subito aiutato da lei che si liberò di esse e le pose sul  davanzale di una finestrella;a giovane però era leggermente più alta di Quinto e non sarebbe stato agevole per lui  penetrarla,per questo lui le impose di girarsi; sorpresa la giovane obiettò “ma non l’ho mai fatto così!” però la voglia era troppa e finì per obbedire;la  giovane benché inesperta cercò d’istinto una posizione adeguata poggiando i gomiti e gli avambracci sul basso davanzale della finestrella  e  il mento  fra le mani in una sorta di posa da preghiera,pensò Quinto mentre liberava l’erezione e  scopriva le  natiche sode e levigate di lei,sollevandole  l’abito,ma anche in questa posizione non gli fu facile prenderla,andò a tentoni orientando il glande verso il centro del corpo di lei che cercava di aiutarlo abbassando e spingendo all’indietro il bacino,il pene scivolò un paio di volte finché lei si decise a guidarlo in se. Quasi gridarono entrambi per la forza delle sensazioni provate,Quinto voleva prendere la rincorsa e sfogarsi,ma preferì rallentare e  infilare la destra sotto all’abito per afferrarle un seno che sgusciò dalla stoffa. La giovane,catturata nella più dolce delle trappole era ormai perduta nella sua dimensione del piacere,non si curava dei propri gemiti né di perdere un sottile filo di saliva dall’angolo delle labbra dischiuse. Quinto godeva dei suoi movimenti incontrollati e si concesse di eiaculare solo quando non ne poté più. Il mondo parve risuonare solo dei loro respiro,del loro calore reciproco,dei loro secreti  e della loro traspirazione. Avrebbero voluto stare fermi più a lungo,ma una voce chiamò la giovane “Senti? Volevo chiedere a Quinto cosa gradiva per cena e non lo sento scrivere,è uscito? “
I due si riscossero  e lei si riaggiustò l’abito stropicciato e con qualche bottone e cucitura messi a dura prova: “devo raggiungere mia madre prima che arrivi di qua,tu nel frattempo fai il giro della casa!” così Quinto riabbottonandosi i calzoni e la camicia e cercando di  coprire le macchie umide e profumate del proprio seme fece il perimetro della casa giusto per infilarsi nella porta e salire in camera mentre udiva  la giovane che una volta incontrata la madre conferiva con lei.

 
 
 
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