Creato da annaxxxxx il 03/03/2009

DASEIN

Sono al mondo per esistere. Finora ho solo vissuto, non mi sembra poco...

 

Du bist ein wahrer Lichtkämpfer

 

 

 

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Der letzte Kuss

Post n°89 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da annaxxxxx

Tutto si svolge in riva al mare, in una fredda sera, alla luce grigia e azzurra di un tramonto sull’acqua, vapori e grigiori e nebbie. Tristi commiati, ultimi baci, abbracci rassegnati e dolorosi nella penombra malinconica, col cuore agitato e impotente. Come se un destino avverso contro il quale è inutile lottare, ineluttabile, avesse preso la mira costringendoti alla ritirata strategica, ma senza più ritorno. Un addio, una rinuncia sofferta, una lacrima trattenuta, ma da uomini, da donne, col petto sempre pieno e l’orgoglio sempre alto, anche nel momento della sconfitta. Nebel, Nebel appunto.

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Io non so se si chiama confino o confine il regno in cui ti ho trovato,

so che stringevi un pugno di terra in mano.

Occhi di sabbia che il vento non disperde

e un cuore senza corpo che inietta di sangue la carne che mi nutre.

Non è un tempo che prendi,

la vita è un tempo che ora rendi.

Ti penso e mi chiedo dove sei.

Mi piacerebbe allungare una mano,

fermare la clessidra e parlare con te.

Sie stehen eng umschlungen ein Fleischgemisch so reich an Tagen
wo das Meer das Land berührt will sie ihm die Wahrheit sagen
doch ihre Worte frisst der Wind wo das Meer zu Ende ist
hält sie zitternd seine Hand und hat ihn auf die Stirn geküsst
sie trägt den Abend in der Brust und weiss dass sie verleben muss
sie legt den Kopf in seinen Schoss und bittet einen letzten Kuss
und dann hat er sie geküsst
wo das Meer zu Ende ist
ihre Lippen schwach und blass
und seine Augen werden nass
der letzte Kuss ist so lang her
der letzte Kuss
er erinnert sich nicht mehr

 
 
 

Chi l’inse?

Post n°88 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da annaxxxxx

Domenica scorsa non so perché mi giravano in testa dei nomi strani. Boh, mi dicevo, magari sono cose che succedono nei freddi pomeriggi domenicali prenatalizi, che oltretutto passo senza nemmeno il conforto della Santa Messa e della altrettanto Santa Visita al centro Commerciale. Ma giravano e rigiravano vari nomi, anche troppo per essere il 13 dicembre… Piotr Kropotkin,... ma chicazzéra? Gaetano Bresci,… e da dove esce?  Poi m’addormento, vinta dalle conseguenze del pasto ipercalorico. Qui succede una cosa ancora più insolita, faccio un sogno assurdo. Il sogno però non me lo ricordo, so invece che c’era una colonna sonora stranissima. Una canzone, anzi no, un inno che ancora mi gira nella testa pur senza averlo mai sentito. Il suo testo ancora non m’abbandona. Lo trascrivo nella speranza di trovare una spiegazione a queste mie curiose esperienze oniriche.

Fischia il sasso, il nome squilla
del ragazzo di Portoria,
e l'intrepido Balilla
sta gigante nella storia...
Era bronzo quel mortaio
che nel fango sprofondò,
ma il ragazzo fu d'acciaio
e la madre liberò.
Fiero l'occhio, svelto il passo,
chiaro il grido del valore:
ai nemici in fronte il sasso,
agli amici, tutto il cor

Però, però… Anna, vuoi fare un discorso serio? E va bene, facciamolo. Sì, certo, tutto giusto, o quasi, o molto, o qualcosa. Certo la violenza non è una bella cosa, certo non è così che si può ottenere un qualunque effetto positivo. Ma riflettiamo un momento, per esempio sul suo successo incontrastato, sulla sua immagine di Salvatore. Molte Sue vittorie derivano in effetti proprio da un'immagine di vincente assoluto costruita sapientemente negli anni, anche e/o soprattutto attraverso mezzi quasi mai corretti. Così è stato con l'utilizzo del Milan e delle sue vittorie in abbinamento alla sua immagine di trionfatore, poi anche in politica, se politica si può chiamare curare interessi privati e personali. Ora l’immagine vittoriosa è fondamentale soprattutto nella sua perfezione, tanto da non consentire screziature o macchie. In quest'ottica la visione della faccia ferita e stravolta, al di fuori di ogni esaltazione del gesto violento, rappresenta uno smascheramento che può produrre effetti incalcolabili.

Un Dio che sanguina è umano quanto uno qualunque dei suoi servi, un Superuomo che smette nella sua Immagine Perfetta di essere Super-iore. In più una metafora forse niente affatto casuale: colpito a Milano, in faccia (quel tiramento di pelle che chiamano faccia) e con una miniatura del Duomo, simbolo della città che dovrebbe dominare. E' proprio l'inizio del tracollo, rumoroso e disastroso. La Sua Fine travolgerà tutti quei servi e quanti altri ancora fra chi ha supplicato previdenze e assistenze. Lì sì che si scatenerà la vera violenza, nelle vendette di coloro che in questi anni hanno dovuto subire l'arroganza e l'ingiustizia.

 
 
 

Teologia dell'egoismo maturo - Corpus

Post n°87 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da annaxxxxx

- Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». - Giovanni 8,32

E dunque i Giudei dicono a Gesù: “Ma che cazzo vuoi ? Secondo te siamo mai stati schiavi ? Chi sei tu per dire sarete liberi ? Berlusconi ?”

Questo problema della verità è importante in effetti, tanto da poterlo associare alla libertà: verità nella mente, libertà dell’azione, non c’è una senza l’altra. E Lui dice la Verità vi farà liberi, cioè vi farà vivere bene e fare cose giuste. La Verità aiuta a trovare la spiegazione delle cose del mondo. Eppure nella Nuova Teologia, quella dell’Egoismo Maturo il punto centrale è proprio il superamento in avanti delle false dicotomie di fondo, quelle create dal giudizio razionale prima ancora che morale. La Teoria dei Sistemi insegna a considerare le cose, le persone, il mondo come un unicum, magari articolato in sottosistemi. L’attenzione va quindi riportata all’unico, all’intero, all’organismo, all’organizzazione. In natura non c’è niente di inutile, niente che contrasti alla legge fondamentale della vita, che è sopravvivere e continuare ancora a vivere, perpetuare, per sempre... Separare, spezzare, dividere, è diabolico, nel senso di dia-ballein come m’insegna lo splendido Umberto Galimberti. Dia-Ballein, dividere in due quindi, separare ciò che naturalmente separato non è, che in natura tutto tende all’unità e all’intero.

Contenuto centrale, della Teologia dell’Egoismo Maturo è perciò lo smascheramento della bugia fondamentale propugnata dalla chiesa cattolica, in questo sì maestra maligna e satanica. La bugia fondamentale corrisponde poi, a mio parere, al tradimento sostanziale del messaggio di Cristo. Un esempio può chiarire molto, quello dell’altruismo. La famosa frase “Ama il prossimo tuo come te stesso”, è sempre stata usata dalla Chiesa per maledire come peccato qualunque forma di egoismo se non addirittura ogni tentativo della persona di ego-centrarsi. Ma, qui sta la Bugia. Quello che raccomanda è che l’amore per gli altri sia di quantità uguale a quello per se stessi. Gesù dice quindi che BISOGNA ESSERE EGOISTI, che senza il metro dell’esperienza di ognuno dell’amore per se stessi non esiste la misura dell’amore per gli altri, altrimenti nemmeno si potrebbe capire cos’è questo astratto amore per gli altri. E invece no, è così concreto che si può descrivere “come te stesso”, così che uno possa dire, “Ah beh, allora ho capito bene come”.

Gesù riporta all’Uno di Plotiniana successiva memoria, Ut Unum Sint, riconoscendo nella separazione il marchio del Diavolo. L’uno a cui Egli riporta è talmente intero da non sopportare la separazione in Io-Altro. L’Amore è Amore, sempre, per sé e per gli altri, dividerlo in una parte buona e in una maligna qui sta l’opera distruttiva. Guardo il Simbolo della Croce, ciò che per il cristianesimo dovrebbe essere il simbolo della redenzione del mondo. Non è un caso che sia Simbolo per eccellenza, non solo perché è antico quanto l’uomo essendo da sempre metafora di unione tra terra e cielo, ma già in quanto Simbolo (il gigante Galimberti soccorre ancora una volta : Sym – Ballein ovvero Mettere insieme) è rappresentazione di unione di senso e significato. La barra verticale è metafora dell’unione con Dio, della tensione verso l’alto. E se rovesciassimo l’immagine ? Se la barra verticale fosse invece (wie wirklich ist !) piantata nella terra a segnare lo “stare”, l’essere verticale come essere per sé del sacro egoismo, ciò che effettivamente rende salda la vita ancorandola nella terra ? In questo caso la Croce ci dice allora che senza la verticalità egoista non può esistere la barra orizzontale della relazione, orizzontale in quanto orizzonte che unisce le cose in un’unica immagine, linea  che a partire dal singolo comunica con l’altro. E noto pure che i due versi della verticalità sono alternativi l’uno all’altro solo in una visione moralistica che contrappone sopra e sotto, bene e male. Allora la Croce dice che senza la verticalità dell’egoismo NON RIESCE A STARE IN PIEDI NESSUNA PRETESA DI RELAZIONE COL MONDO, con l’altro. L’egoismo ti rende saldo e stabile, da qui puoi partire per il viaggio verso la perfezione nell’incontro con l’altro simboleggiato (riunito) appunto dalla Croce. Il braccio verticale è QUELLO RADICATO NELLA TERRA, senza il quale niente è possibile, come insegna la questione della sopravvivenza del singolo. La Croce è la fine del conflitto Io-Mondo, è la Pace, la Perfezione d’Amore che tutto in sé riunisce. Tolto il sostegno verticale non rimane che una linea orizzontale che non si regge su nulla, un individuo calpestabile e incompiuto, uno SCHIAVO. Questo la Chiesa lo sapeva, su questo stravolgimento della Buona Notizia è stato costruito il potere dei Papi e degli Imperatori.. Questo è il peccato che il Vangelo dice non sarà mai perdonato, l’inferno sarà pieno di tonache nere.

 
 
 

Teologia dell'egoismo maturo

Post n°86 pubblicato il 09 Dicembre 2009 da annaxxxxx

…Dio è morto. Dio resta morto. E noi l'abbiamo ucciso. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni?
(Friederich Nietzsche, Die fröhliche Wissenschaft )

Si avvicina Weihnachtszeit, tutti siamo più buoni, in ognuno sorgono pensieri e riflessioni spirituali. Inoltre vale la pena fare una cosa veramente trasgressiva (altro che tatuaggi, ihr werdet niemals meine Haut haben !), parlare di idee, esporne alcune, trattare di valori. Vale la pena perché seppure oggi ci troviamo davanti al nuovo Avatar (e non è roba di chat !)

che tutti appunto veneriamo come l’incarnazione ultima della Trimurti Brahma – Shiva – Vishnù, nonostante tutto ciò non è tempo favorevole alla religione. Beh, voglio ricordare che la religione ha mosso e governato il mondo per millenni, dagli Atzechi agli Egiziani ai Celti ai Popoli d’America all’India all’Africa, sempre ha detto all’uomo come pensarla sulla vita, sull’amore, sulla morte. Al confronto la neonata adorazione delle merci, coi suoi sontuosi luoghi di culto e la Parola diffusa a distanza dai Sommi Sacerdoti, può dire ben poco. Anche perché di fronte ai grandi temi la NeoReligione mostra tutta la sua pochezza. La morte nell’apoteosi consumista non ha spazio, non è celebrata e redenta, ma semplicemente negata dallo sport obbligatorio, dal silicone e dal bisturi. E con queste armi spuntate si vorrebbe annullare ciò che invece cancella l’uomo dalla faccia della terra ? Non c’è gara...

E infatti la religione, negata dal materialismo postconsumista, rispunta dalla finestra anche con maschere strane, come la New Age (ma che fine ha fatto?), la Magia o il Satanismo (un misero Cristianesimo col segno meno), le sette ultracattoliche o mistiche, ed infine col baraccone colorato dei maghi televisivi che hanno almeno il pregio di essere così assurdi e variopinti da risultare divertenti. Beh, voglio mettere il dito nella piaga, un po’ come S. Tommaso del quadro di Caravaggio. Qualcuno del resto la verità la deve pur dire, mi assumo l'ingrato compito. Il corpus del mio pensiero a seguire.

 
 
 

E’ finito il Provolone...

Post n°85 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da annaxxxxx

Chi riesce a definire un personaggio conosciuto con una sola frase e con quella lo affonda come un siluro solo pronunciandola, beh, costui è un genio. Nel caso in questione un genio comico, si chiama Corrado Guzzanti. Come tutti i geni è ovviamente misconosciuto in patria e da qualche anno addirittura epurato ed espulso dai canali televisivi che pure lo hanno visto giovane ed irresistibile protagonista. Il Grande Fratello, o meglio il Piccolo Nonno pelato sporcaccione e mafioso (Spatuzza dixit) non prevede la presenza di comici intelligenti nel Suo Regno quadrato e luminoso che tutti guardano alla sera ma non solo. Oltretutto Corrado non usa mettere il culo in mostra né le tette in bella vista. E quindi è stato epurato, come altri comici intelligenti tipo Daniele Luttazzi che è cattivo quanto lui, ma meno buffo e più acido. Fortuna che i teatri dove entrambi portano in giro i loro spettacoli sono sempre pieni col tutto esaurito, segno che il Maligno non può controllare tutto.

In poco più di un minuto di filmato cola a picco tutta una figura, politica e personale, cosa già successa con le altre maschere (non semplici parodie o caricature) che Guzzanti ha messo addosso ai personaggi presi di mira. Che dire di tutti i suoi cialtroni, il presentatore Pippo Kennedy, il Profeta Quelo, Rokko il regista di "film de paura" - terribile il suo "AracnoFabiola", storia di una ragazza molto sfortunata. Ha belle gambe... però ne ha troppe - un feroce Emilio Fede, Baget Bozzo, i Fascisti su Marte, una delle migliori propagande antifasciste mai fatte. Trasforma chiunque tocca in un pupazzo riconoscibile e buffo. Insomma, per farla breve, a me fa VERAMENTE ridere. Questo Di Pietro poi mi scombussola la pancia dalle risate. Ora, menomale, dalla parte della satira libera ed indipendente sono rimasti Greggio e Iacchetti (Ahahahahahah!!!), che resistono agli attacchi illiberali continuando a satireggiare in modo pungente. Che strano non abbiano ancora espulso dei ribelli così spietati col potere ...

 
 
 

Karoshi

Post n°84 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da annaxxxxx

S’arrabatta Anna la sarta 

Spartana, s’alza all’alba

s’affanna, ramazza

la barbara mamma la tratta da pazza

Spazza la stanza, passa alla sala, la rasa, la spazza

da la pappa a Sara, la cagna dalmata

Ma stanca, sfasata, abbastanza malata

tarpata la calza l’attacca alla grata

dannata cravatta, affranta s’ammazza    

 
 
 

Ich erinnere mich

Post n°83 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da annaxxxxx

"Se mi sorridi io capirò, perchè c’è qualcosa che ognuno fa dappertutto nella stessa lingua. Vedo dal tuo cappotto che stai dall'altra parte, c'è una cosa che devo sapere, per favore mi sai dire chi ha vinto ?"

"Dice, posso avere un po' dei tuoi mirtilli rossi ? Si, li ho mangiati per sei o sette settimane finora, non mi sono ammalato una volta. Probabilmente ci ha tenuti vivi tutt'e due."

 
 
 

Benvenuti nell’Oscurità lucente

Post n°82 pubblicato il 26 Novembre 2009 da annaxxxxx
 

I fedeli al Credo -- Davanti al palazzetto dell’Arena tre ore prima ci sono i Discepoli. Una macchia nera, colorata di nero, viva! Questo è oggi il colore dei differenti, volontariamente fuori e contro i giochi. Sulle magliette brune spiccano e sbocciano le croci infuocate e stilizzate R+. Pochi tatuaggi, qualche cresta. Sono giovani svizzeri e tedeschi, non si sente parlare italiano in questa nera attesa serena. Quattro simpaticoni i migliori tra i Devoti. Gentili, mi permettono di fotografarli.

Il più bello è il “cuoco”, arrivato direttamente da casa in divisa da Mein Teil. E molte sono anche le magliette che riportano citazioni importanti delle loro canzoni. Si beve aspettando. Poi alle 18 si entra, previa perquisizione. Alle 19 i supporter Combichrist, alle 20 tocca a loro.

 

Entrano -- Nel buio si squarciano due muri a colpi di ascia, ai lati del palco. Ne escono fasci di luce che avvolgono Richard Kruspe e  Paul Lander. Al centro una fiamma ossidrica scava l’uscita da un grembo primordiale dove si nasconde Lui. Cade la copertura e avanza in tunica rossa, fra gli Osanna dei cellulari accesi. Partono le voci da coro solenne e inizia Rammlied. Da questo momento comincerò a cantare e smetterò solo alla fine. E’ un corpo unico che canta, ondeggia e respira, partecipa e rimanda, in un’atmosfera caldissima governata e alimentata dal carisma del Leader, che suscita in sé e nei presenti un turbine che non lascia fuori nessuno. E’ un tornado in cui si mescolano forza, battaglia, fuoco, sensazioni, compassione; su tutto brilla il petto nudo di Till che affronta il pubblico e lo chiama a sé.  Non è più esattamente un concerto, non un rosario di canzoni, ma un crogiolo dove incandescenti si fondono brani palpitanti Vita vera. Ogni canzone una Storia, un Libro, un Atto teatrale, una Festa, un Sogno. Ecco perché sono venuta  qui, per vedere partorire a ogni nota e a ogni posa di questo sublime cantante-interprete la Potenza e la Tragedia, farmi travolgere dall’onda calda e respirare fuoco puro.

Suonano -- Teatro, circo, rappresentazione sacra, cascate impetuose di sensazioni, immagini, visioni senza interruzione fra una canzone e l’altra. Chiamano l’oscurità che abita tutti, ed ecco Ich tu dir Weh. Parte il treno della tragedia senza fine, Till s’inginocchia a mimare il dolore familiare assoluto, eccolo sbraitare di un abisso e tutti viaggiamo al buio di Wiener Blut, compassione e lacrime: Wilkommen in der Dunkelheit !  Come un fiore nel fango, come un arcobaleno, come una carezza, piove su tutti e tutti si bagnano del triste amore, Fruhling in Paris. Il palco s’imbeve di inchiostro scuro, sopra vi viene scritta la crudeltà, la forza spietata e tutti assorbiamo Waidmanns Heil, le sue tinte feroci: "Waidmanns, manns / manns / manns Heil !!".  Sotto il palco si muove un organismo intero, palpita con la musica, s’impregna di luci, respira le fiamme che saettano attorno alla scena, si commuove e muove, fornisce esso stesso il carburante per Benzin. Ci si veste per la guerra, si caricano le armi saltando e marciando Links 2.3.4 e poi la rabbia, Feuer Frei. Siamo combustibile di un unico fuoco ed è Till che soffia per alimentarlo.

Wilkommen meine Helden und danke ! Hier ist mein Herz, mit euer ! Non dimentico le lacrime di ringraziamento trattenute a fatica quando vi siete inchinati a salutare. Ero io che m'inchinavo, grata.

 

Warmes Wasser schöne Leiber
wie sie glänzen in der Sonne
ich schleich mich an und rede fein
wer ficken will muss freundlich sein
Liebe ist für alle da
Ich mach die Augen zu dann seh ich sie ich sperr sie ein in meine Fantasie
Ich mach die Augen zu sie wehrt sich nicht Liebe ist für alle da - nicht für mich
Warmes Wasser schöne Leiber - nicht für mich es läuft davon
Feinste Formen gut gebaut voller Mund so braune Haut
Liebe ist für alle da - Liebe ist für alle da - Die Liebe ist für alle da - auch für mich
Ich mach die Augen zu dann seh ich sie
ich sperr sie ein in meine Fantasie
ich mach die Augen zu sie wehrt sich nicht
Liebe ist für alle da - nicht für mich
ich mach die Augen zu wir sind allein
ich halt sie fest und keiner sieht sie weinen
Sie macht die Augen zu sie wehrt sich nicht
Liebe ist für alle da - auch für mich
Liebe ist für alle da die Liebe ist für alle da
Liebe ist für alle da - auch für mich

 
 
 

Die gebrannte Arena

Post n°81 pubblicato il 23 Novembre 2009 da annaxxxxx
 

Arena di Ginevra ore 22. Till canta l'ultima canzone: ENGEL (la foto è mia)

Oh Klasse, ich kann nicht sprechen... was kann ich sagen? Sie haben mir eigentlich weh getan!! In questo letto d’ospedale, dove sono finita per eccesso di emozioni, una flebo nel braccio mi ammonisce a non scrivere ancora nulla sull’Evento di Ginevra, pena una insopportabile ricaduta nel coma vegetativo emozionale. Occorre che prima mi ristabilisca, poi potrò parlarne come merita. Per ora posso solo dire che l’aggettivo “fantasmagorico” è misera e disdicevole cosa in confronto alla realtà.

Aber gehen wir weiter. Ore 19:15 di giovedì 19 novembre. Salgono sul palco i supporter Combichrist, quattro turbinosi norvegesi. Epperò fanno la loro porca figura: con cinque canzoni devastano timpani e intestini del pubblico, circa 10.000 devoti del Sacro Culto in fremente attesa dei Divini.

Nell’Arena sul Lemano l’acustica era una mezza ciofeca, tutto rimbombava a dismisura. Questi scandinavi indemoniati poi, facevano una musica che definire estrema è molto riduttivo. Batteria, tastiera elettronica, una seconda batteria di tamburi e grancasse, ritmo spietato e aggressivo. Un treno di Tuoni fra le pugnalate di una cybertastiera allucinata accompagnavano il maratoneta Andy La Plegua che urlava feroci gargarismi. In sintesi: un rantolo metallico interiore estremo, un uncino nel cuore. Nuovi rumori urbani, usciti da un frullatore malato, pensati per aggredire lo stomaco, ma anche grida capaci di scuotere e svegliare. Sostanzialmente una nuova bella esperienza, sempre che si riesca ad aprire la mente e ascoltare discorsi che a una prima impressione possono riuscire sgradevoli. Ma torniamo a noi, anzi a Loro, i miei Adorati. Devo ribadire un concetto: jetzt kann ich nichts sagen... Oh Klasse, ein unbeschreibliches und wunderschönes Erlebnis. Das ERLEBNIS ! Ora devo smettere di scrivere, è arrivato l’infermiere col cambio della flebo.

Ist der Schmerz wirklich beendet? - (Combichrist - Rammstein's support Band, All pain is gone - Extract)

 
 
 

GENF BRENNT ! (- 1)

Post n°80 pubblicato il 18 Novembre 2009 da annaxxxxx
 
Foto di annaxxxxx

... Ich tu dir weeeeeh -  tut mir nicht leeeeeeid  - das tut dir guuuuut  - hört wie es schreeeeeeeit !!

Ich gehe. Poi torno. Forse.  Di certo non mi farò abbindolare da Tobleroni e Vaccheroni & Costantini. Quanto all’Emmenthal poi è la mia passione, soprattutto amo i buchi di cui vado ghiotta. Ma credo che opterò per il piatto locale, se non ricordo male è la Fondue de Gruyere.

Genf, ich ankomme !

La valigia contiene poche ma indispensabili cose, quelle utili al viaggio. Quindi: 1) Giubbetto antiproiettile, ein krieg wartet auf mich...  2) Tuta ignifuga. Si prevedono cascate incandescenti dal palco, con ekpyrosis finale; 3) Sciarpa R+ con croce regolamentare; 4) Lenzuolo bianco con scritto "Aus Italien bis Genf nur für euch"; 5) Stivale militar-polizei nero tipo mille lacci - molte fibbie; 6) Scheda da 10 Gb per macchina fotografica.

Garantisco reportage anche fotografico, recensione artistica (posso anticipare la parola base: “FANTASMAGORICO !”), riassunto della gita. Chiunque sia a Ginevra all’Arena e stia leggendo mi scriva, che magari ci si vede. A tutti gli altri il mio herzliche Grüsse und... bis bald !

 
 
 

... WENN DER GEDANKE FREI MACHT

 

 

 

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