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Messaggi di Maggio 2020

Notizie degli antichi euroasiatici...

Post n°2996 pubblicato il 30 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Le antiche connessioni tra

le popolazioni di Eurasia e

America

Le origini dei nativi americani e il lungo viaggio della peste:

dal DNA di antichi abitanti della Siberia emergono nuove,

inaspettate scoperte.

Il lago Baikal, in Siberia.Il lago Baikal, in Siberia. | ANTON PETRUS | SHUTTERSTOCK  

Le popolazioni di Eurasia e America sarebbero connesse da più tempo

di quanto si pensasse: è quanto emerge da uno studio, pubblicato su Cell,

che ha analizzato la genetica di alcuni antichi abitanti delle rive del Lago

Baikal, in Siberia, riscontrandone l'origine mista tipica dei nativi americani.

La ricerca dimostrerebbe inoltre la mobilità delle popolazioni vissute in

Eurasia durante l'Antica Età del Bronzo (2300-1700 a.C.), testimoniata anche

dalle numerose mutazioni e mescolanze genetiche.

 

ANTICHI LEGAMI.

 Che Siberia e America fossero connesse fin dall'antichità era già chiaro agli

studiosi da tempo.

Tuttavia uno degli individui analizzati in questo studio, vissuto 14.000 anni fa

durante il Paleolitico Superiore, è il più antico nel quale si sia riscontrata la

mescolanza di antenati tipica dei nativi americani.

Per determinare con precisione il luogo e il periodo in cui le due stirpi, quella

degli antichi eurasiatici del Nord e degli asiatici nord-orientali, si siano unite,

sarà necessario studiare altri genomi appartenenti alle diverse popolazioni

vissute in Siberia durante il Paleolitico Superiore.

 

I MOVIMENTI DELLA PESTE. 

Lo studio ha anche portato a galla delle connessioni intracontinentali, evidenziate

dalla presenza di un batterio tristemente noto, lo Yersinia pestis, causa delle diverse

epidemie di peste che si sono susseguite durante la storia.

Nonostante si sia sempre ipotizzato che la diffusione dello Yersinia pestis fosse

iniziata con le massicce migrazioni di popolazioni provenienti dalle steppe

eurasiatiche (nel centro del continente), gli archeologi ne hanno rinvenuto delle

tracce sui resti di due individui di origine asiatica nord-orientale vissuti durante

l'Antica Età del Bronzo: il batterio avrebbe quindi viaggiato insieme ai suoi ospiti

attraverso l'Eurasia molto prima di quanto si pensava.

Inoltre, le tracce del patogeno riscontrate nella coppia sarebbero collegate a un

ceppo contemporaneo identificato in un altro soggetto ritrovato nella regione

Baltica, in Europa nordorientale.

«Questa presenza orientale di antichi ceppi dello Y. pestis fa capire che durante

l'Età del Bronzo le popolazioni eurasiatiche percorrevano lunghe distanze»,

afferma Maria Spyrou, uno degli autori dello studio.

 
 
 

Dall'antico Egitto...

Post n°2995 pubblicato il 30 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Egitto, la tomba intatta di

un sacerdote di 4.400 anni fa

La casa eterna di un alto dignitario dell'Antico Regno

è venuta alla luce sotto alle sabbie di Saqqara: contiene

statue e rilievi a colori, perfettamente conservati e rimasti

nascosti per millenni.

reu_rtx6iota_webStatue e scene di vita quotidiana nella tomba di Wahtye,

appena rinvenuta a Saqqara, in Egitto. | MOHAMED

ABD EL GHANY/REUTERS  

Una macchina del tempo sepolta nel deserto, a cinque metri

di profondità, che ha conservato intatti per millenni, come in

uno scrigno, i suoi tesori: la tomba di un sacerdote di nome

Wahtye, vissuto nell'antico Egitto ai tempi delle Piramidi di

Giza, è stata scoperta a Saqqara, un sito archeologico a sud

del Cairo che in antichità serviva da necropoli per Menfi,

capitale dell'Antico Regno.

La tomba risale a 4.400 anni fa e contiene decine di statue e

rilievi a colori perfettamente conservati, iscrizioni dettagliate

sul dignitario deceduto e sulla sua famiglia nonché scorci pit-

torici di vita quotidiana dell'epoca.

Gli archeologi che l'hanno riportata alla luce con una serie di

scavi iniziati a novembre e non ancora terminati hanno parlato

di una scoperta "unica", come non se ne facevano almeno da

un decennio.


Statue e basso rilievi hanno mantenuto praticamente intatto il colore

originale. | MOHAMED ABD EL GHANY/REUTERS

CONSIGLIERE DEL RE.

 Il pigmento in particolare cattura l'attenzione perché ricopre ancora

totalmente sculture e decorazioni, come doveva essere in origine.

Wahtye serviva il faraone Neferirkare Kakai, terzo re della Quinta Dinastia,

una famiglia che governò l'Antico Egitto per meno di due secoli, dal 2.500

al 2.350 a.C.

Il nome del deceduto si legge sui geroglifici che decorano la porta di ingresso

della tomba, che declamano anche i suoi titoli onorifici: sacerdote per la

purificazione reale, supervisore reale, ispettore della barca sa

cra (un battello rituale che si pensava accompagnasse i faraoni nell'Aldilà).

SPACCATO DELL'EPOCA. 

La galleria rettangolare a cui nessuno finora aveva avuto accesso, sfuggita ai

tombaroli, misura 10 metri da nord a sud, quasi 3 da est a ovest e 3 in altezza.

Rilievi a colori con Wahtye, sua moglie Weret Ptah e sua madre Merit Meen

decorano le pareti, su cui si trovano anche scene di lavoro del periodo di attività

dell'uomo, con persone intente a cacciare, navigare, compiere offerte religiose

e produrre vasellame e altri oggetti funerari.


Una veduta interna della tomba, che promette di riservare altre importanti

scoperte. | MOHAMED ABD EL GHANY/REUTERS

ALTRE SORPRESE. 

Grandi statue dipinte a colori del sacerdote e dei suoi familiari riempiono

18 nicchie sulle pareti della tomba, mentre altre 26 nicchie vicino al pavimento

ospitano sculture di un'altra persona non ancora identificata in varie posizioni,

in piedi o seduta a gambe incrociate come uno scriba.

Nella tomba gli archeologi egiziani hanno individuato cinque camere sepolcrali,

una delle quali è aperta e vuota: le altre sono ancora sigillate e potrebbero

custodire il sarcofago del sacerdote insieme al suo corredo funebre.

Gli scavi proseguiranno a gennaio.

 
 
 

Casi di cronaca.

Post n°2994 pubblicato il 29 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Bimbo precipitato:

pm, maestre e bidella

causarono la morte

Chiusa l'indagine per tre donne accusate di omicidio colposo

I funerali del bimbo il 25 ottobre 2019 (archivio) © ANSA I funerali del bimbo il 25 ottobre 2019 (archivio) -

RIPRODUZIONE RISERVATA+CLICCA PER INGRANDIRE

Redazione ANSAMILANO28 maggio 202021:15NEWS

"Hanno cagionato la morte del bambino" "per colpa

consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e

inosservanza delle norme" le due maestre e la bidella

accusate di omicidio colposo in relazione al caso del

bimbo di quasi 6 anni che lo scorso 18 ottobre è precipitato

nella tromba delle scale della scuola Pirelli, a Milano.

Il piccolo salì su una sedia girevole con rotelle, precipitò per

circa 10 metri e morì il 22 ottobre in ospedale.

Lo si legge nell'avviso di conclusione indagini firmato dal pm

Maria Letizia Mocciaro. 

   Come viene ricostruito nell'atto, intorno alle 9.30 dello

scorso 18 ottobre il piccolo "chiedeva alle insegnanti presenti

di potersi recare ai servizi; le insegnanti, nonostante l'assenza

della collaboratrice scolastica assegnata al piano (circostanza

che non verificavano) e senza accompagnarlo (nonostante

fossero in due in classe) gli consentivano di uscire".

Così, si legge ancora nell'atto notificato questo pomeriggio

alle tre donne indagate, "si recava da solo ai servizi e nel

fare rientro verso la classe (...) si avvicinava al pianerottolo

della tromba delle scale dove trovava una sedia girevole con

rotelle (abbandonata e incustodita) si arrampicava su detta

sedia presumibilmente incuriosito dal vociare" dei bambini di

una classe che al piano di sotto usciva per andare in palestra.

Dopo di che, "dalla sedia si sporgeva, perdeva l'equilibrio e

cadeva nel vuoto (dalla sommità del parapetto al punto di

caduta è stata misurata un'altezza di circa 13,50 metri),

procurandosi gravissime lesioni che ne causavano il decesso

qualche giorno dopo in ospedale".

Come si legge nell'avviso, in particolare la maestra di italiano

e la docente di sostegno sono accusate di avere "omesso la

dovuta vigilanza sul bambino" avendogli consentito di "recarsi

ai servizi igienici fuori dall'orario programmato" e violando così

il regolamento dell'Istituto e la direttiva della scuola avente

ad oggetto la vigilanza sugli alunni.

La collaboratrice scolastica invece è accusata di "non avere

prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione

assegnatale", di "non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità

dell'alunno (...) in particolare nello spostamento per recarsi ai

servizi, per avere utilizzato il telefono cellulare per scopi

personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare

la sorveglianza al piano".

Inoltre quest'ultima non avrebbe"sorvegliato il corridoio a

lei affidato, non collocandosi nella postazione prevista dal

piano delle attività del personale Ata", ovvero in un

gabbiotto da cui avrebbe potuto vedere il piccolo, non

avrebbe "controllato il tempo di permanenza ai servizi del

bambino" e non lo avrebbe "riaccompagnato in classe".

Inoltre, avrebbe "lasciato incustodita una sedia girevole

tipo ufficio in prossimità delle scale, determinando il pericolo

che poi si è concretizzato, anziché riporla all'interno del

gabbiotto". 

 
 
 

Dall'antico Egitto...

Post n°2993 pubblicato il 29 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Egitto: scoperta la più antica

mappa per l'Aldilà

Un frammento del Libro delle due Strade trovato in un sarcofago

dell'Antico Egitto di 4000 anni fa: è forse la più antica guida

illustrata.

Antico Egitto: una guida in un sarcofagoUn antico sarcofago dipinto di recente scoperto nella necropoli di

al-Asasif, nella Valle dei Re (Egitto). In un sarcofago egizio di 4000

anni fa sono stati trovati i più antichi frammenti del Libro delle due

Strade, una "guida illustrata" per l'Aldilà. | REUTERS/MOHAMED

ABD EL GHANY  

Nell'Antico Egitto neanche il decesso concedeva il meritato riposo - o

almeno, non subito: prima di raggiungere Rostau, il regno glorioso di

Osiride, signore della morte, il defunto doveva intraprendere una sorta

di simbolica corsa ad ostacoli nell'Aldilà, un viaggio verso una nuova

vita a tutti gli effetti, talmente pericoloso da meritare un'apposita guida

scritta.

Un frammento di questo testo - chiamato Libro delle due Strade,

per via dei due percorsi (via terra o via acqua) che conducevano

a Rostau - è stato ritrovato in un sarcofago di almeno 4000 anni fa.

Secondo gli archeologi si tratterebbe della più antica copia nota

di questo testo sacro, nonché, forse, del primo "libro illustrato"

di cui si abbia conoscenza.

 

DI FACILE CONSULTAZIONE.

 La scoperta, di recente descritta sul Journal of Egyptian Archaeology, risale

in realtà al 2012.

Un team di archeologi delle Università di Liverpool (Regno Unito) e di Leuven,

in Belgio, stava conducendo una serie di scavi nella necropoli di Dayr al-Barshā,

un antico cimitero per le personalità di alto rango in uso nel Medio Regno

(2055-1650 a.C.).

In fondo a una tomba ignorata dalle precedenti generazioni di archeologi, perché

chiaramente saccheggiata dai tombaroli, i ricercatori hanno trovato i resti di un

sarcofago di legno decorato con una serie di geroglifici - una sorta di guida

portatile al viaggio nell'Aldilà illustrata direttamente sulle assi interne della cassa,

dove sarebbe stata facilmente accessibile al defunto.

UN COLPO DI FORTUNA.

 Le istruzioni sono risultate - a sorpresa - i resti di una copia del Libro

delle due Strade, una versione incompleta e non in forma "di libro", ma

comunque la più antica finora descritta in una pubblicazione scientifica.

La tomba risale all'epoca del faraone Mentuhotep II, che regnò fino

al 2010 a.C.: la guida è dunque almeno 40 anni più vecchia di tutte le

altre copie scoperte da un secolo a questa parte.

Benché esistano altre rappresentazioni più arcaiche e più semplici

dell'Aldilà egizio, il Libro delle due Strade lo descrive in un modo più

complesso ed elaborato: alcuni studiosi lo considerano per questo

motivo "il primo libro illustrato" della Storia.

 

LIBRETTO DI ISTRUZIONI.

 La guida appena scoperta decorava il sarcofago di una donna di alto rango di nome

Ankh, alla quale però ci si riferisce, nel testo, con pronomi maschili.

Un particolare importante, per comprendere l'origine di questo testo: secondo la

religione egizia, Osiride dominava l'Aldilà... da morto, e l'intero culto in suo onore

ruotava attorno alla possibilità di riportarlo in vita attraverso i riti sacri.

Le "istruzioni" contenute nel Libro delle due Strade potrebbero aver avuto origine

dalle cerimonie religiose in cui i sacerdoti tentavano di far rivivere Osiride attraverso

la preghiera.

Solo successivamente, queste stesse formule sarebbero state usate per i comuni

defunti, mantenendo però il pronome maschile usato per la divinità. 

Nell'impianto generale della guida rimaneva comunque spazio per la

personalizzazione.

Per esempio il viaggio di Ankh sarebbe stato funestato, stando ai simboli,

da un anello di fuoco, da demoni e spiriti, contro i quali ci si poteva

difendere solo a colpi di incantesimi.

Il frammento di libro scoperto sembra contenere istruzioni specifiche

per formulare questi sortilegi.

 
 
 

Le mummie animali egiziane..

Post n°2992 pubblicato il 29 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Decine di mummie di gatto e

di scarabeo in 7 tombe egizie

appena scoperte

Sette tombe nel complesso di Saqqara, risalenti a oltre 4000 anni fa,

hanno rivelato il prezioso contenuto: grandi quantità di felini mummificati

cari alla dea Bastet, e - per la prima volta - mini sarcofagi per scarabei.

reu_rts25cmi_webAlcuni dei gatti mummificati rinvenuti nel complesso funerario a Saqqara. 

| REUTERS/MOHAMED ABD EL GHANY  

Uno zoo in viaggio verso l'Aldilà, formato da decine di mummie di gatto e

da alcune di scarabeo, è venuto alla luce in sette tombe egizie di età faraonica

ritrovate al limitare del complesso piramidale del faraone Userkaf a Saqqara

, non lontano dal Cairo.

Il vasto complesso cimiteriale serviva la città di Memphis, capitale dell'Antico

Regno per 2000 anni.

Alcune delle sepolture rinvenute da una missione archeologica iniziata lo scorso

aprile risalgono ad oltre 4000 anni fa; di tre si è certi del contenuto, e furono

usate per inumare le mummie di gatti insieme a decine di statuette di legno

raffiguranti animali.

Una delle quattro rimanenti, risalente alla Quinta Dinastia dell'Antico Regno è

stata trovata con la porta e la facciata ancora intatte, segno che il suo contenuto

è forse rimasto inaccessibile per millenni.

Gli archeologi dovrebbero esaminarla nelle prossime settimane.


L'interno di una delle tombe. | REUTERS/MOHAMED ABD EL GHANY

ANIMALI SACRI. 

Le mummie di gatto ("piene" o, talvolta, vuote) sono un reperto ricorrente, per

chi lavora a scavi di questo tipo: studi genetici hanno confermato che i gatti

avevano un ruolo di primo piano nell'Antico Egitto, dove conquistarono un

posto come compagni fedeli dell'uomo e non erano solo "lavoratori" a difesa

dei raccolti. Inoltre, per questa civiltà il gatto incarnava la dea Bastet, protettrice

della casa, delle donne e delle nascite.

Ciò che ha lasciato di stucco gli archeologi è stato trovare, nell'area, i primi esempi

di mummie di scarabeo, una scoperta rarissima, se non adirrittura inedita: due

degli insetti mummificati si trovavano in un sarcofago in pietra con un coperchio

bianco bombato, decorato con raffigurazioni di scarabeo in nero.

Un'altra collezione di scarabei mummificati è stata rinvenuta in un sarcofago più

piccolo (nell'antico Egitto, lo scarabeo era simbolo di eterna rinascita).

Tra i reperti più rari e sorprendenti figurano alcuni scarabei mummificati. Lo scarabeo

era, per gli egizi, un simbolo di rinascita legato a Ra, il Sole.

 | REUTERS/MOHAMED ABD EL GHANY

SCULTURE. Nello stesso sito a Saqqara sono venute alla luce un centinaio di statuette

in legno, alcune delle quali dorate, e in particolare, tra le più belle, le piccole effigi di

una mucca, di un leone e di un falco.

Nella necropoli gli archeologi hanno infine rinvenuto altri oggetti come amuleti,

strumenti per scrivere, ceste per papiri e vasi canopi.

 
 
 

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