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OGGI PARLIAMO DI ..............SAN ZENO BASILICA DI VERONA
Post n°235 pubblicato il 04 Febbraio 2012 da mina_1954
BASILICA DI SAN ZENO La grande Basilica dedicata a San Zeno, vescovo di origine esotica, o africana o siriaca dell'VIII secolo, è innanzitutto tempio di fede e meditazione sulla tomba del Santo e poi uno dei più affascinanti esempi dell'architettura romanica. Il luogo dove sorse il tempio era a quel tempo ai margini della città, lungo l'importante via Gallica, ed area cimiteriale romana. Ma la chiesa che noi ammiriamo è stata costruita oltre sette secoli dopo la morte di San Zeno, che fu l'ottavo vescovo di Verona, morto nel 380 e nel cui culto confluirono storie e leggende, basti pensare che diversi episodi effigiati nella chiesa riguardano il periodo dell'imperatore Gallieno, quindi ben più di cento anni prima della vita di San Zeno Ben presto la sepoltura del Santo divenne meta di pellegrinaggio e la piccola chiesa dovette essere ingrandita. Per volontà di Pipino, re dei Franchi, titolare del Sacro Romano Impero, nell' 805 la chiesa venne ingrandita a cura del Vescovo Ratoldo e dell'Arcidiacono Pacifico. Venne pure istituito un monastero. La Basilica fu consacrata l' 8 dicembre 806 alla presenza di re Pipino. Il 21 maggio 807 le reliquie del Santo furono traslate in basilica dai Santi eremiti Benigno e Caro, ancora alla presenza di re Pipino devotissimo al Santo. Diverse di queste leggende nascevano da omonimie, per cui ad esempio si confondeva un vescovo con un patrizio di Roma che aveva lo stesso nome e che era vissuto molto tempo prima. Il nostro San Zeno, oltre che in miracoli, sembra fosse specializzato in lotte col diavolo, in particolare in esorcismi. Il suo culto non rimase oscuro per secoli, ma si sviluppò subito dopo la sua morte.
MA PARLIAMO DEI BATTENTI E DELLE LAMINE BRONZEE DELLA CHIESA Esse rappresentano storie tratte dall’Antico, da Nuovo Testamento e dalla vita di San Zeno. Sono in corrispondenza a dei montanti interni cioè due protomi che hanno la funzione di reggere degli anelli usati per aprire e chiudere i battenti.
Nella facciata vengono inseriti anche brani appartenenti alla prima fase, fra cui i celebri battenti in bronzo. I battenti sono delle lamine bronzee inchiodate su legno – tecnica di origine e di divulgazione bizantina – in modo da nascondere il tavolato dando l'impressione di una massiccia struttura metallica. Si tratta di 24 formelle quadrangolari per battente, disposte in tre file verticali di otto, incorniciate da cordonature semicilindriche traforate e saldate negli angoli da piccoli mascheroni. A sinistra ci sono 17 episodi della vita di Gesù, una protome umana per reggere gli anelli (che sono mancanti), tre scene della vita del Battista, e tre episodi della Genesi su due formelle (Cacciata, Lavoro dei progenitori, Morte di Abele). A destra ci sono 18 formelle dell'Antico Testamento (dalla creazione di Eva a re Salomone) e miracoli ed episodi della vita di San Zeno. Ci sono inoltre piccole formelle lungo gli stipiti con rappresentazioni di Re, Imperatori, Virtù, Santi e di uno scultore al lavoro. E' evidente la confusione sia dal punto di vista iconografico che dal punto di vista dell'accostamento esteriore dei pezzi. Dal controllo stilistico emerge che sono al lavoro almeno due scultori diversi, più probabilmente tre.
Le dimensioni attuali della porta sono di m 4,80 x 3,60 e sono state adattate al rinnovamento della facciata definita fra il XII ed il XIII secolo. Quindi il portale sostituisce un portale precedente che si pensa misurasse m 4,06 x 2,96 e che presentava quattro file verticali di sette formelle ciascuna. I responsabili dell'ampliamento hanno recuperato ed utilizzato tutti i riquadri precedenti, inserendoli nel contesto del nuovo portale, 23 nella parte sinistra e 5 in quella di destra. Analogamente si comportarono per gli elementi ornamentali minori.
Le quattro storie di San Zeno, che si ispirano ad elementi arcaizzanti, sono però di più elevato valore rispetto a quelli dell'autore della maggior parte dei rilievi aggiunti. Per cui è possibile che gli autori all'opera in tempi diversi siano stati tre e non due. Si esprime una tendenza linearistica – da miniature salisburghesi – e poi una divulgazione dei modi di Benetto Antelami al tempo dei rilievi del battistero di Parma (quindi a partire dal 1196). La fine del XII secolo costituisce il termine entro cui furono ultimati i battenti della porta, così come appaiono oggi a noi. Nei rilievi più recenti l'intensità delle forme è sacrificata all'esito calligrafico.
E' il caso di fornire qualche cenno anche sulle notevolissime opere scultore e della facciata e sulle scritte latine (spesso in una lingua un po' zoppicante) che le accompagnano. A destra dei battenti c'è Niccolò: “Hic exempla trai possunt lauds Nicolai” (Qui si possono trarre prove delle lodi di Niccolò). A sinistra c'è Guglielmo, che dipende in qualche modo da Niccolò: “Qui legis ista pie natum placato Marie salvat in etrum qi sculpsit ista Guillermum. Intrantes concti sucurrant huic pe reunti” (Tu che leggi queste parole placherai piamente il Figlio di Maria che salvi in eterno chi scolpì ciò, Guglielmo. Chi entra, soccorra costui, che perirebbe).
In alto c'è il grande rosone, detto Ruota della Fortuna il cui autore fu Brioloto attivo fra il 1189 ed il 1220. Ecco i due distici scolpiti sul mozzo del rosone: “En ego fortuna moderor mortalibus una, / Elevo, depono, bona cunctis vel mala dono” “Induo mutados, denudo veste paratos, / In me confidit si quis, derisus abibit” (Ecco, solo io Fortuna, governo i mortali; elevo, depongo, dono a tutti i beni ed i mali; vesto chi è nudo, spoglio chi è vestito. Se qualcuno confida in me, se ne andrà deriso). Evidentemente, in questo ultimo caso, l'estensore della scritta latina era assi più colto che nei due casi precedenti. Ma scrive diversi decenni dopo quello che aveva effettuato le iscrizioni relative a Niccolò ed a Guglielmo.
Comunque la Chiesa fu saccheggiata e parzialmente distrutta dai barbari specialmente gli Ungari……nel 1117 un violentissimo terremoto, che fece distruzioni in una larga fetta del territorio Veneto e anche della chiesa….poi naturalmente la basilica fu oggetto di predazioni da parte di Napoleone
(preso dal WEB) Per approfondire…..usate questi link http://www.magicoveneto.it/Verona/Verona/SanZeno-1.htm http://www.arengario.net/momenti/momenti55.html
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