Creato da angelgor il 26/09/2008
Perle di saggezza con un tocco di ... stile
 

Divide et impera.

 

Ultimi commenti

Ciao, dopo tanto tempo qualcuno commenta questo blog...
Inviato da: SdoppiamoCupido
il 09/01/2012 alle 10:43
 
bellissima
Inviato da: kawa48
il 29/12/2011 alle 22:20
 
nn so...sta captando spesso...in questi siti..di...
Inviato da: violette51
il 12/10/2009 alle 11:26
 
Ciao, grazie per il tuo contributo!
Inviato da: SdoppiamoCupido
il 07/10/2009 alle 23:44
 
Ciao, Faccio parte anche io di colore a cui a mandato...
Inviato da: troppocool
il 01/10/2009 alle 12:25
 
 

Alter blog

Caricamento...
 

Tag

 

FACEBOOK

 
 

 

Ultime visite al Blog

M45_FISdoppiamoCupidopiefcostruzioniwizard4younessus_oneridolfi_carlopaper82ssuiganteShybo1giuseppesiciliano65vincenzo.rattoamo.leautoreggentipsicologiaforenseilcenacolodilivigno
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Area personale

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Inchiostro invisibile pe...Google, blogspot ... cos... »

Governo ambientalista

Post n°46 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da SdoppiamoCupido
 



Riporto sulla destra un articolo tratto dal sito www.kyotoclub.it.
Ci siamo messi alla testa dei paesi meno sviluppati d'Europa per rinviare l'attuazione di un patto già sottoscritto.
Certo le condizioni economiche sono difficili ma le mutazioni climatiche non ne terranno conto.
Se la calotta polare si scioglie e i mari si alzano di livello non sarà questo governo a doversi preoccupare ...
Inoltre l'Italia è in grande difficoltà nel rispetto del protocollo di Kyoto, firmando il quale si è impegnata a ridurre le emissioni di inquinanti in una misura non inferiore al 6,5% rispetto ai valori del 1990 e questo entro il 2012. Ma nel 2004 i valori erano del 13% superiori a quelli del 1990!
L'Italia prende impegni che non sembra in grado di rispettare ...
Vedere il seguente articolo per maggiori dettagli.
Oggi alla radio ho sentito dire ad un ministro che l'Italia ha difficoltà ad attuare gli obblighi ambientali perché la densità di autoveicoli in Italia è superiore a quella degli altri paesi europei ...





La pessima figura dell’Italia sul clima

Riflessioni sulle motivazioni, i pericoli e le conseguenze degli attacchi del governo italiano agli impegni europei sul clima. I veri costi, ma soprattutto i benefici economici.

Le posizioni di attacco del governo italiano agli impegni europei sul clima meritano una attenta riflessione. Le motivazioni possono essere lette come la volontà di raccogliere il malessere del mondo industriale che sulla partita del clima si è mosso tardi e ora si trova in difficoltà. Pare piuttosto curioso, peraltro, il ruolo del Ministro dell’Ambiente, più realista del re nel farsi portavoce degli interessi dei comparti più arretrati della nostra industria.
Ma non basta. Ascoltando alcune dichiarazioni di esponenti governativi si ha la sensazione che l’attuale crisi finanziaria abbia rappresentato un’insperata occasione per attaccare gli impegni internazionali sul clima vissuti finora con malcelata sopportazione. Questo atteggiamento evidenzia un desolante vuoto culturale che contrasta in maniera stridente con le posizioni delle altre forze del centrodestra europee in Germania, Gran Bretagna e Francia.

Il tentativo è politicamente molto insidioso. Non fare approvare dal Consiglio d’Europa entro dicembre il pacchetto energia-clima vuol dire impedire al Parlamento europeo di approvarlo prima del suo scioglimento nella prossima primavera e quindi indebolire ruolo propulsivo dell’Europa all’appuntamento mondiale del dicembre 2009 a Copenaghen nei confronti di Cina, India, Brasile.
Fortunatamente risulta difficile all’Italia far passare questa posizione che vede quasi tutti i governi europei, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea d’accordo nel mantenere gli obbiettivi al 2020. Ed è malinconico vedere la mappa dell’Europa con tutti i paesi (inclusa Grecia e Portogallo) impegnati sul clima e l’Italia, sola contraria con i paesi dell’Est. E anche la posizione di questi andrebbe meglio analizzata. Il principale alleato in questa battaglia di retroguardia secondo i nostri rappresentanti sarebbe infatti la Polonia. Ma si legge nel comunicato finale messo in linea sul sito della Conferenza di Poznań: «Il ministro dell’ambiente Nowicki ha sottolineato che la crisi finanziaria non deve essere una scusa per non prendere azioni di intervento rapido» e poi: «Unire gli sforzi contro la crisi finanziaria e il cambiamento climatico può portare benefici a tutto il mondo». Insomma, esattamente il contrario di quello che afferma la Prestigiacomo.

E veniamo alla querelle sui costi. Il documento del governo, che parlava di un costo complessivo stimato tra 23 e 27 miliardi €/anno, è stato abbandonato e si fa ora riferimento agli scenari elaborati dalla Commissione che variano tra 5,3 e 18,2 miliardi €/anno. L’Enea ha elaborato scenari con costi inferiori ed è appena uscito un rapporto McKinsey secondo cui l’Europa potrebbe arrivare a stabilizzare i suoi consumi energetici nel prossimo decennio, grazie a risparmi pari a 440 MTep, allineati con la riduzione del 20% dei consumi chiesti dalla UE, con un vantaggio economico netto per la collettività.
Sui costi delle fonti rinnovabili occorre verificare quali valori per le curve di apprendimento sono stati adottati nei diversi modelli, quali costi per i combustibili fossili…

Insomma, le analisi vanno fatte seriamente. E anche il rapporto con Bruxelles deve essere impostato con serietà. Si possono discutere le modalità di raggiungimento degli obbiettivi. Alcuni sono certamente penalizzanti per il nostro paese e ambientalmente scorretti, come gli impegni per le case automobilistiche che favoriscono i costruttori di auto di taglia maggiore. Su altri si può trovare un compromesso in termini di flessibilità.
Stona invece il polverone sollevato che, oltre a rappresentare una minaccia per la battaglia per il clima, non consente alla nostra industria di individuare i percorsi più intelligenti per inserirsi nella rivoluzione energetica che comunque è già partita.

Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico del Kyoto Club

da http://www.kyotoclub.org

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/divide/trackback.php?msg=5699748

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963