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GUINEA FUORI DAL CAOS

Post n°155 pubblicato il 05 Aprile 2010 da guerrinob

05/04/2010   
Dopo l'ennesimo "colpo di Stato"
Guinea Bissau fuori dal caos
di Davide Sciocco
Naufragato il piano che minacciava di destabilizzare il Paese. "Una vittoria della società civile"

La situazione in Guinea Bissau, dopo gli eventi di settimana scorsa, ora é tornata calma, e la legalità e il buon senso hanno vinto. Dopo estenuanti colloqui tra militari, diplomatici, società civile e la grande pressione della gente che ha continuato a manifestare per chiederla di finirla con queste sommosse, il piano di destabilizzazione é capitolato.

Venerdí pomeriggio il primo Ministro ha dichiarato di continuare ad essere il legittimo capo del governo, mentre il vice capo dell’esercito (che ha guidato la rivolta) ha dovuto ufficialmente chiedere scusa per avere minacciato di morte il primo Ministro. Ha dovutochiedere scusa parlando direttanmente alla Radio, dove aveva minacciato di ammazzare anche la gente che manifestava.

È stata proprio la reazione decisa della gente ha mandare un segno chiaro ai militari, insieme alla pressione internazionale che non accettava un altro colpo di stato (anche se ufficialmente non lo é mai stato).

Noi come Radio siamo contenti di aver svolto una parte importante, informando in diretta sui fatti, e quindi favorendo la reazione pacifica ma decisa della gente.

Ora si va in una nuova fase, piena di problemi, ma almeno non si é tornati indietro al caos di un colpo di stato. Non ci sono stati morti, e la democrazia é riconfermata. Ma sappiamo che il cammino é lungo. Ma come avevamo speranza quando tutto sembrava cadere, così continuiamo ora che si apre qualche squarcio di sole.

Ora stiamo dando voce alla società civile, alla gente, che alla Radio manda messaggi forti di pace e di democrazia.

E sappiamo che la preghiera fa molto di più ancora. Per questo non temiamo, ma continuiamo pieni di fiducia. Il Signore é risorto, e risorge nel desiderio di bene che ci anima, e che ci unisce anche a voi.

 
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LA PACE MILITARE

Post n°154 pubblicato il 02 Aprile 2010 da guerrinob

 

GOLPE/ Annunciata la sostituzione del capo delle forze armate.

 

E' stato annunciato che il nuovo Capo di Stato Maggiore delle forze armate è il generale Antonio Indjai, fino a questa mattina vice capo.

 

Secondo questa versione, il primo risultato concreto dei movimenti delle ultime ore sarebbe stata la rimozione del capo di stato maggiore ammiraglio Zamora, che sostituì Tagme Na Waie, assassinato l'anno scorso insieme all'ex presidente Joao Bernardo Vieira.

 

Bubo Na Tchuto, un ex capo di stato maggiore della Marina, che mesi fa era tornato dall'esilio in Gambia e si era rifugiato nella sede delle Nazioni Unite, sembra essere oggi uno dei personaggi più influenti della nuova situazione, e ha dichiarato alla stampa che Zamora Indura "pagherà per la sua malvagità."

 

Bissau è un mare di incertezza. Il primo ministro Carlos Gomes Junior, che è stato arrestato a metà mattina, poi tornò al suo ufficio e c'è una folla nelle strade per manifestare a suo favore.

 

fonte: publico.pt

 

venerdì, aprile 02, 2010

GOLPE/ IL PARTITO DI KUMBA IALA PREOCCUPATO.INTANTO A BISSAU LA SITUAZIONE SI VA NORMALIZZANDO

Il Partito del Rinnovamento Sociale PRS dell'ex Presidente Bissau Guineense Kumba Iala ha manifestato oggi apprensione per gli ultimi avvenimenti, invitando le parti in causa a scegliere il dialogo per risolvere le divergenze.

Intanto il Presidente Bissau Guineense Malam Bacai Sanha ha convocato alle 10,00 di stamane riunioni separate con il Presidente del Parlamento, il Primo Ministro, Il procuratore generale della Repubblica, il Presidente del Tribunale supremo, i capi militari ed il corpo diplomatico per analizzare gli ultimi eventi.
Al termine dei colloqui seguirà una dichiarazione.

Stamani intanto Bissau si è svegliata nella normalità, dopo una notte vissuta in apprensione. I mercati sono tutti aperti ed i mezzi di trasporto (Taxi e Toca Toca) circolano normalmente così come le Candongas per i trasporti extraurbani.
A Bandim si registra la cofusione di sempre fatta di via vai di gente e merci.
Il Pane, che giovedì era scomparso dai banchi di vendita, oggi è acquistabile in qualsiasi negozietto della capitale.
Anche davanti alla residenza del Primo Ministro la situazione è quella di un giorno qualsiasi, eccezzion fatta per la presenza di un nutrito gruppo di poliziotti per interventi rapidi.
Infine, dalle strade sono spariti tutti i veicoli militari che invece ieri abbondavano.

Fonte: ANGOLA PRESS e LUSA

 

GOLPE/ LA TESTIMONIANZA DI PADRE DAVIDE SCIOCCO, MISSIONARIO IN GUINEA BISSAU

La Via crucis della Guinea Bissau
di padre Davide Sciocco
L'ennesimo ribaltone politico nel piccolo Paese africano raccontato da un missionario del Pime

Tutto é cominciato pensando fosse uno scherzo del 1 aprile, e invece si é rivelata una triste realtà: arrestato il primo Ministro (Carlos Gomes) e il Capo dell’esercito Zamora Induta); intanto usciva dalla sede dell’ONU un capo militare rifugiatosi lá dal 20 dicembre e accusato di tentativo di golpe e di commercio di droga. La sede dell’ONU era stata invasa da militari.

La popolazione ha reagito, ha invaso la sede del primo Ministro chiedendone la liberazione; e infatti é stato lasciato andare a casa sua, ma i militari circondano la casa. E in diretta alla Radio Sol Mansi il vice capo dell’esercito (Antonio Indjai), attuale leader dell’esercito, ha annunciato che se la popolazione avrebbe continuato a manifestare avrebbe ucciso il primo Ministro e avrebbe fatto sparare sulla folla.

La situazione é in evoluzione. In cittá si circola liberamente e da questa mattina stiamo dando notizie in diretta senza nessuna censura. Io faccio appelli alla pace e ricordo che la Costituzione esiste e che i militari sono per difendere il popolo della Guinea Bissau.
Non é stato sparato nessun colpo. Non c’é copri fuoco. C’é un clima irreale, tra calma assoluta e grande preoccupazione.

Ora celebriamo la Messa dell’Ultima Cena: sará una preghiera speciale per la pace, nella certezza che Lui sarebbe stato dalla parte di chi non usa la violenza per imporsi, e quindi noi ci mettiamo sulla sua linea, credendo nella Pace sempre e comunque, certi che la resurrezione della Guinea avverrà. Sono questi i miei auguri di Pasqua, diversi da quelli che pensavo di mandarvi.

Io sto bene, sono preoccupato per la gente perché é un nuovo salto all’indietro, dopo tante speranze di voltare pagina e andare verso una stabilità. Sappiamo che a noi non fanno niente, siamo tranquilli per questo, ma siamo con la gente che vede un futuro nuovamente pieno di incognite.

Ma la situazione é in evoluzione, speriamo che qualcosa succeda per far vincere la legalità e il dialogo.

Domani avevamo programmato una grande preghiera itinerante dal mattino fino alla celebrazione della morte di Gesú, ma purtroppo dobbiamo annullarla: sarebbe interpretata come una manifestazione. La via Crucis verrá fatta regolarmente, ma purtroppo c’é anche la via crucis in diretta di questo popolo.

Pregate per noi: noi non ci stanchiamo di parlare di pace e di crederci, perché sappiamo che le sorti finali sono in mano al principe della Pace e non ai vari Indjai, Bubu e militari e politici vari.

FONTE:WWW.MISSIONLINE.ORG

 

GOLPE/ CONDANNA AL TENTATO COLPO DI STATO DELLA LEGA BISSAU GUINEENSE DEI DIRITTI UMANI

La Lega Bissau Guineense dei Diritti Umani (LGDH) ha condannato l'azione dei militari che classifica come "una ennesima situazione vergognosa" per il paese e chiede chiarimenti in merito.
In un comunicato la lega ha condannato questa azione antidemocratica ed inaccettabile dei militari che mette a rischio gli sforzi di stabilizzazione in corso nel paese.
Luis Vaz Martins, direttore LGDH, ha affermato di ripudiare categoricamente le dichiarazioni del vice capo di stato maggiore dell'Esercito , Antonio Indjai, che avrebbe minacciato l'uccisione del Primo Ministro nel caso in cui la popolazione avesse continuato a manifestare per le strade.

 

GOLPE/ REAZIONI INTERNAZIONALI AL TENTATO GOLPE IN GUINEA BISSAU

BRASILE: Il Ministero degli affari esteri del Brasile è preoccupato per la Situazione verificatasi in Guinea Bissau ed esorta l'autorità costituita Bissau Guineense, le Forze Armate e la società a muoversi con moderazione. Si chiede inoltre che siano assicurate le condizioni per il consolidamento dell'avanzamento nel processo di stabiizzazione delle riforme interne, che conta l'appoggio della Comunità internazionale.

U.E.: Il capo della Diplomazia Europea Chaterine Ashton ha condannato l'inaccettabile rottura dell'ordine costituzionale in Guinea Bissau.
In un comunicato la Ashton ha affermato che la UE appella al cessare immediato di comportamenti irrsponsabili ed al pieno rispetto delle regole democratiche elementari.

U.S.A.: Anche gli Stati Uniti appellano al ritorno dell'ordine costituzionale

ONU: Il Segretario Generale ONU Ban Ki-Moon ha seguito con preoccupazione gli sviluppi della vicenda ed il suo diretto referente in Bissau ha appellato i leaders militari e politici a risolvere le questioni in modo pacifico ed a mantenere l'ordine costituzionale ed il rispetto dello stato di diritto.

CEDEAO : La Comunità economica degli stati dell'Africa Occidentale ha anch'essa condannato i tentativi di destabilizazione in Guinea Bissau, esprimendo csternazione e preoccupazione sulla vicenda.

MOZAMBICO: Il Governo del Mozambico vede con tristezza la situazione di instabilità in Gunea Bissaued ha espresso solidarietà con il popolo guineense, che merita di vivere in pace. Lo ha affermato il Ministro degli affari esteri Oldemiro Baloi.

FMI: il tentato Golpe di ieri ha spinto l'amministrazione del Fondo Monetario Internazionale a rimandare l'approvazione di un programma di appoggio finanziario al paese, un primo passo per ottenere una riduzione del debito estero.

U.A.: L'Unione Africana ha fatto appello ai militari Guineensi a rispettare la disciplina e la democrazia nel paese. Il presidente UA, Jean Ping, si è dichiarato preoccupato degli avvenimenti succedutisinel paese e ha auspicato, visti gli sviluppi che confermano la fragilità della situazione, l'urgenza di riformare i settore della difesa e della sicurezza Bissau Guineense. UA conferma infine il suo appoggio alle istituzioni Bissau Guineensi democraticamente elette.

Fonte: ANGOLA PRESS

 

giovedì, aprile 01, 2010

DOMANI NAMITIPENABULA è on air...

per seguire al meglio queste vicende della Guinea Bissau, siamo stati invitati a partecipare alla trasmmisione di approfondimento su Afri radio, la web radio di Nigrizia...
alle 11,40 domattina saremo in collegamento telefonico
http://afriradio.altervista.org/www/

oggi invece, siamo stati ospitati da Radio onda d'urto

Se evete comunicazioni, foto, immagini, video, commenti o proposte inviatecele attraverso i commenti ai post sul blog o alla mail namitipenabula@libero.it

 

RIORDINIAMO UN PO' LE IDEE...
Golpe militare in Guinea Bissau, forse

Le tappe: stamattina alcuni militari hanno arrestato il primo ministro, Carlos Gomes Junior, oltre al capo di stato maggiore interforze, il generale Josè Zamora Induta e 40 ufficiali. Il premier è stato prelevato da soldati nel suo ufficio, portato in una caserma e infine nella sua residenza,

Nel pomeriggio alcune novità e un quadro ancora più confuso: a "gestire la situazione" è il generale Indjai, vice capo delle forze armate, divenuto capo con la destituzione e l'arresto di Zamora.I sostenitori di Gomez scendono in piazza ma Indjai minaccia di far uccidere il premier se le proteste non fossero cessate.

NA TCHUTE - Intanto si infittisce il mistero sulla figura del contrammiraglio Jose' Americo Bubo Na Tchute, ex comandante della marina militare, che, inseguito dall'accusa di aver organizzato un tentato golpe nel 2008, dallo scorso 28 dicembre era rifugiato nella sede dell'Onu di Bissau. Uscito dall'Onu sotto scorta militare, Na Tchute, malgrado le prime informazioni che parlavano di suo arresto, avrebbe in realtà riguadagnato la sua libertà.

SANHA - Dopo che da ore la radio aveva interrotto i programmi e trasmetteva marce militari, il presidente del Paese, Malam Bacai Sanha, che non sembra essere stato coinvolto nella vicenda, ha dichiarato: "La situazione è già tornata sotto controllo. C'é stato un contrasto fra militari che si è riversato sul governo civile. Userò la mia influenza per trovare una soluzione pacifica a questo problema fra soldati

 

GOLPE/ ARRESTATI IL CAPO DI STATO MAGGIORE E QUARANTA FUNZIONARI

I militari golpisti hanno arrestato il capo di Stato maggiore destituito stamattina, il generale Jose Zamora Induta e 40 funzionari della Guinea Bissau. Lo ha reso noto una fonte dell'esercito.

 

GOLPE/ CAPO STATO MAGGIORE MINACCIA MORTE PREMIER

Il capo di stato maggiore delle forze armate della Guinea Bissau, Antonio Indjai, ha minacciato di far uccidere il primo ministro Carlos Gomes Junior, arrestato stamani dai militari, se non cesseranno le proteste in piazza dei suoi sostenitori.
Ne dà notizia l'agenzia Ansa, che sottolinea come la mobilitazione sia partita appena si è sparsa la voce dell'arresto di Gomes Jr.
"Vi chiediamo - ha detto Indjai - di evitare ogni assembramento nelle strade. Se non lo farete, questo potrebbe condurci a uccidere Cadogo (il soprannome del premier)". Durante la sua dichiarazione, il capo di stato maggiore era accompagnato dall'ex comandante della marina, Jose' Americo Bubo Na Tchute, accusato di un golpe fallito nel 2008 e che stamani era stato prelevato dai militari dalla sede dell'Onu dov'era rifugiato.

 

 

 
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CAOS IN AFRICA OVEST

Post n°153 pubblicato il 18 Marzo 2010 da guerrinob


Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura di C.T. del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il recente caos in Africa dell’ovest è dovuto all’ingerenza occidentale, la Cina non percorre la stessa strada …
 
25/02/2010
 
Recentemente, la situazione politica in Africa occidentale sembra instabile e agitata, come testimoniano il colpo di Stato in Niger, le tensioni durante le elezioni in Costa d’Avorio e il dissapore tra la Mauritania e il Mali. Questa agitazione è spiegata nel suo insieme dal disequilibrio geo-politico della regione. Le relazioni di vantaggio reciproco e doppiamente vincenti raccomandate dalla Cina sono molto più giuste ed eque, poiché danno luogo a rapporti commerciali normali tra le due parti cinese e africana: dal momento che io vinco, vince anche il mio partner (win-win)!
 
I Paesi dell’Africa occidentale erano per la maggior parte antiche colonie francesi e britanniche. La dominazione e il saccheggio dei colonizzatori per molto tempo nel passato hanno lasciato opere infrastrutturali in cattivo stato e uno sviluppo sociale arretrato. Oggi, le abbondanti risorse locali suscitano la bramosia dei paesi occidentali che si immischiano negli affari interni dei paesi ad ogni minimo pretesto. Si può dire che la recente agitazione in Africa dell’ovest è dovuta a un’ingerenza occidentale negli affari interni locali.
 
L’Occidente ha predicato una «democrazia pluripartitica» in Africa. Invece di apportare un aiuto all’Africa, questo «rimedio» non fa che complicare ulteriormente le multiple contraddizioni politiche e sociali che erano già radicate localmente. Nascono così conflitti basati su questioni di potere e interessi politici.
 
Le Nazioni Unite, l’Unione africana e la Comunità Economica dell’Africa occidentale hanno offerto una mediazione attiva nelle questioni africane e hanno aiutato ad allentare la tensione locale. Attualmente la situazione in Niger sta evolvendosi in modo positivo. E gli altri paesi nell’Africa occidentale hanno riflettuto sul modo di sbarazzarsi dell’ingerenza occidentale.
 
La Cina in Africa: le difficoltà del sistema mondiale
 
The Globalist Yale, una rivista trimestrale in seno al corso di studi di affari internazionali all’Università di Yale, ha appena pubblicato un articolo intitolato: «La Cina in Africa: le difficoltà del sistema mondiale», scritto congiuntamente da Barry Sautman, politologo e giurista alla Hong Kong University of Science & Technology e Yan Hairong, antropologo dell’Università politecnica di Hong Kong.
 
I due scienziati hanno sostenuto esplicitamente nel loro articolo che i media occidentali demonizzano la Cina per il suo utilizzo delle risorse naturali dei paesi africani, per l’introduzione delle imprese cinesi nel mercato africano e per le attività di commercio cino-africane.
 
È importante insistere sul fatto che l’investimento e il commercio in Africa delle imprese cinesi apportano alle stesse profitti di molto inferiori a quelli ottenuti dai paesi occidentali. Si può citare ad esempio l’importazione cinese di petrolio africano: gli occidentali accusano la Cina insistendo sul fatto che il suo modo d’agire inciti l’Africa a dipendere ancora di più dalla vendita e dall’importazione delle sue materie prime e risorse naturali. Ma, la realtà è che gli Stati Uniti solo il paese del mondo in cui la maggior parte delle importazioni dipende dal petrolio africano.
 
Dall’altro lato, il comportamento e gli interventi dei paesi occidentali in Africa non sono così nobili, sublimi, puri e innocenti come essi pretendono che siano.
 
L’insufficienza di costruzioni infrastrutturali costituisce da sempre per l’Africa l’ostacolo principale che impedisce il suo sviluppo, mentre i paesi sviluppati, tra cui gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia, che pensano che non ci siano molti profitti da ricavare in questo settore, hanno rinunciato già da tempo ad investirci. Al contrario la Cina non ha mai smesso in questi ultimi quarant’anni di investire in questo settore e di aiutare i paesi africani a realizzare grandi opere infrastrutturali.
 
È indicato e analizzato nell’articolo che in virtù della somiglianza tra le storie dell’Africa e della Cina nel corso degli ultimi secoli, quest'ultima applica in Africa una politica che differisce da quella dei paesi occidentali che pensano solo a impedire che gli africani godano pienamente dei loro diritti e interessi. Xu Weizhong, ricercatore all’Istituto cinese di relazioni internazionali moderne, ha sottolineato che la Cina non ha mai considerato l’Africa come un soggetto a cui fare l’elemosina, ma come un importante partner commerciale.
 
Le relazioni di vantaggio reciproco e win-win raccomandate dalla Cina sono molto più giuste ed eque, poiché costituiscono relazioni commerciali normali tra le due parti cinese e africana: dal momento che io vinco, vince anche il mio partner!
 

Fonte: Quotidien du Peuple en ligne

 
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MORINGA, UNA PIANTA MIRACOLOSA

Post n°152 pubblicato il 04 Marzo 2010 da guerrinob

 

C’ è da stupirsi che nessuna Monsanto abbia ancora pensato di brevettarlo. Ma forse è perché pochi ancora hanno sentito parlare del Moringa, albero chiamato così in Senegal ma per la verità diffuso in numerosi paesi africani e asiatici.

Le sue qualità sembrano magiche, a enumerarle: le sue foglie contengono più vitamina C delle arance, più calcio del latte, più potassio delle banane, più ferro degli spinaci. Sono usate in India per curare la pressione alta, in Africa occidentale per curare il diabete. Il Moringa ha proprietà cicatrizzanti. Dai semi si trae un olio commestibile. Il suo legno è un combustibile efficiente. E’ un buon foraggio per il bestiame. La sua biomassa fertilizza efficacemente i suoli

E’ una pianta adattabile, perché cresce come un albero comune nei terreni desertici. e nei giardini nei grandi spazi o in vaso. Foglie, fiori, semi, legno, tutto è utilizzabile in qualche modo. E’ anche buono al gusto, tanto che già in molte regioni è usato  per fare salse.

Un albero davvero notevole, il Moringa. Così, il governo del Senegal ha lanciato un programma per promuoverne l’uso nell’alimentazione e farlo diventare parte della dieta nazionale. A spingere per la diffusione dell’albero miracoloso è stat6 il signor Lowell Fuglie, direttore della sezione per l’Africa occidentale del Church World Service (l’organizzazione di assistenza del Consiglio mondiale delle chiese).

Una fonte nutritiva così importante, argomenta Fuglie (in un articolo pubblicato dal Los Angolel Times), è in gran parte sprecata perché i più non sannoquanto sia preziosa                 

Da un paio d’anni il Consiglio nazionale delle Chiese sperimenta il Moringa nei villaggi del sud-est del Senegal, e Fugle sostiene che i risultati sono dàvvero miracolosi. In una regione dove la malnutrizine è causa di un’altissima mortalità infantile, pare che le foglie di Moringa siano riuscite a nutrire neonati:e madri che non riuscivano ad allattare.. Gli increduli obiettano che non può esistere, una singola arma miracolosa contro la malnutrizione. Ma intanto il Consiglio nazionale delle Chiese del Senegai (le chiese protestanti) ha composto un volumetto per illustrare i risultati del suo progetto pilota e l’uso fatto negli ospedali.

Le proprietà del Moringa in effetti sono note nella comunità scientifica. La sua particolarità non è solo di avere foglie commestibili che contengono tante sostanze preziose o di avere proprietà medicinali. Pare che sia studiato dai botanici come esempio di versatilità genetica, qualcosa che in molte altre specie di piante usate nell’alimentazione umana si va perdendo. Di mais o soia sono andati persi gran parte dei progenitori selvatici, via via che l’agricoltura intensiva ha ridotto il numero delle varietà per selezionare quelle ad alto rendimento. Ma l’uniformità genetica rende le specie più vulnerabili a parassiti, malattie o cambiamenti climatici: si pensi che nel 1970 il 15 % del raccolto di mais negli Stati Uniti è stato distrutto da un singolo parassita.

Ora, tre fondazioni americane hanno finanziato una ricerca per raccogliere le 13 varietà di Meringa note al mondo. E parecchi istituti ne stanno studiando le varietà  la lista dei «miracoli» si allunga: la International . Eye Foundation,  del Maryland, usa il

Moringa in Malawi per il suo contenuto di vitamina A e Betacarotene, la cui deficienza è la prima causa della cecità infantile. L’Università di Leicester sta studiando le proprietà, coagulanti.

Non sarà l’arma magica per sconfiggere la mainutrizione, argomenta Lowell Fuglie, ma è uno strumento prezioso. E poi è già una pianta nota. In molti villaggi africani è già comunemente usato per farne salse. Fuglie insiste: quell’albero ha proprietà nutritive e medicinali insostituibili.

                                                                       Marina Forti

 

 
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LEGGENDA METROPOLITANA

Post n°151 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da guerrinob

 

BOLANHA DE QUIDE’ ( Risaia del Villaggio di Quidé - Nhacra)

A circa 5 Km. dal centro di Nhacra, ove risiede l’Amministrazione del Settore, c’è

un villaggio, chiamato Quidé, abitato dall’ Etnia Balanta.

Questo villaggio, come la maggior parte del villaggi della Regione dell’OlO,

possiede le sue risale, dove si pianta e si raccoglie il riso.

Ora la risaia di Quidé, dal 1999 è utilizzata solo in parte, perché il mare ha rotto

l’argine e ha invaso con l’acqua salata, grande parte del terreno lavorabile e

molte famiglie sono rimaste senza il proprio pezzo di risaia

 

Negli anni 1980, a richiesta della popolazione, lo Stato di Guinea-Bissau,

beneficiando dei un progetto di Bissorà, aveva fatto dei lavori con le macchine,

ma erano riusciti incompleti , sicché nel 1999 l’argine ha ceduto e la risaia è

stata invasa di nuovo dall’acqua del mare.

A loro volta i Balanta hanno tentato di ricuperarla con una diga fatta a mano, ma

senza risultato.

 

La superficie della risaia è di circa 20 ettari, ed è di proprietà del villaggio di

Quidé, abitato dai Balanta, grandi lavoratori di risaie.

La gente che vi lavora e può ricevere beneficio da questa risaia può contare

450 / 500 persone.

 

Il lavoro che si dovrebbe fare è la chiusura con diga, di una breccia lunga circa

40 metri e profonda 4 metri, occupata ora dall’acqua del mare.

I Balanta sono bramosi di vedere di nuovo in funzione la loro risaia, un tempo

ben produttiva, ma che ora è lavorata solo per una terza parte.

 

I tecnici, che abbiamo consultato sono d’accordo sulla validità del lavoro e sulla

produttività dì questa risaia, una volta ricuperata.

Naturalmente per tornare ad avere una risaia ben produttiva, si dovrà attendere

qualche anno, aspettando che le piogge stagionali riducano il sale accumulato.

 

C’è da aggiungere che poco distante, dai margini della risaia ( circa 100 metri )

c’è una petraia , ch’è stata utilizzata in passato dalle macchine dello Stato e che

potrebbe servire, eventualmente, per i nuovi lavori.

 

Intanto con il ritorno di Salvatore erano arrivati i documenti e il preventivo. Ci erano cadute le braccia. Troppi i 43.000 euro del preventivo dei lavori. La Regione Piemonte finanzia  il 75% ma con un massimo di 25.000 euro. E gli altri?

Idea. Un comune può promuovere due progetti. L’amministrazione di  Leini dà la sua disponibilità a Caselle a contribuire al 50%. Sdoppiamo il lavoro in due progetti, restauro risaia e ricostruzione diga e potrebbe arrivare il necessario per tutto

Sulla base di questo canovaccio la Provana che doveva organizzare la richiesta di contribuzioni per la realizzazione del progetto, come si era deciso, chiede di avere l’incarico ufficiale. Nessuna risposta da Caselle. Comincia comunque  ad organizzare testi e cifre e a raccogliere le necessarie documentazioni. Ad un secondo sollecito, si scopre che il personale tecnico, che dovrebbe firmare questo incarico non conosce il progetto e comunque obietta che non si può fare, perché una sentenza della Corte dei Conti della Toscana non lo consente. La sentenza è la n°237 del 2008.

Esaminando questa sentenza si scopre che non dice affatto questo.

 

 

Leggenda metropolitana. Si dice che gli amministratori comunali della Regione Toscana debbano restituire di tasca propria ai loro comuni i soldi che questi hanno investito nella cooperazione internazionale.

 Sintesi della sentenza 237

“Repubblica Italiana, in nome del popolo  italiano la Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale della Regione Toscana Composta dai magistrati… sentenza sul giudizio di responsabilità … promosso dal  Sostituto Procuratore  Generale nei confronti  di Cenci Roberto segretario comunale, Moscardini  Carlo, sindaco e la giunta comunale di Lastra a Signa (Fi). Premesso il richiamo della delibera di Consiglio 23/2000, che aveva approvato un O.D.G. per la cancellazione del debito dei paesi del Terzo Mondo impegnando la Giunta ad individuare una quota tra il 2 e il 5 per cento dell’avanzo di amministrazione. in tale contesto aveva impegnato 15.214.00 euro per interventi di cooperazione internale a favore di paesi in via di sviluppo”.

Con questo linguaggio popolare, forse origine dell'equivoco, viene descritto il fatto.

“Con atto di citazione del 15 luglio del 2008 la procura regionale.. ha convenuto in giudizio i nominati in epigrafe per sentirli condannare al pagamento in favore dell’Amministrazione comunale di Lastra a Signa della somma complessiva di euro 29.000,00...nonchè alle spese di giudizio

La somma impegnata di 15.000,00 euro risulta illegittima e dannosa per il comune perché:

Non è stata evidenziata la eventuale ricorrenza di condizioni particolari o straordinari motivi di urgenza

La spesa attiene ad attività che non poteva né doveva ritenersi consentita all'amministrazione comunale.

Ai suddetti danni dovrebbero inoltre sommarsi il danno all'immagine di buona amministrazione.

A fondamento della propria tesi la Procura :

Il comune è ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo, nondimeno siffatta generalità dei fini non può essere intesa in senso tanto ampio da eliderne l'indefettibile collegamento funzionale con gli interessi e le esigenze della comunità territoriale di riferimento.

L'insussistenza di siffatto collegamento nel caso speciale risulta ictu oculi (colpo d'occhio, per chi non conoscesse il linguaggio del popolo italiano), dal momento che la spesa erogata afferisce ad attività svolte al di fuori del territorio comunale ed anzi al di fuori dello stesso territorio nazionale e senza alcun riferimento ad un qualche interesse o esigenza della collettività comunale.

In definitiva, sempre secondo la tesi accusatoria, le spese de quibus, realizzando interventi di cooperazione allo sviluppo impingono nell'ambito della politica estera della Repubblica.

Il ruolo degli enti territoriali è limitato a quello di soggetti attuatori limitatamente a interventi aliunde decisi, nell'ambito della politica governativa di cooperazione allo sviluppo

A pag. 11, si trova:Orbene, tutto ciò non risulta ricorrere nel caso di specie.

Protraendo la resistenza alla lettura fino a pag. 19, è chiaramente scritto:

“Il collegio ritiene che ai convenuti non possa ascriversi il livello di colpa grave necessario per ogni azione di responsabilità”.

“Per questi motivi la sezione giurisdizionale della Regione Toscana della Corte dei Conti, definitivamente pronunciando in difformità delle conclusioni del pubblico ministero, assolve da ogni pretesa i convenuti Roberto cenci e Carlo Moscardini. Compensa le spese di giudizio”

Una obbiezione importante, che i tecnici del comune di Caselle avevano, era il legame con il territorio. Presentammo l’adesione del Circolo Arci  Scaccia Pensieri di Caselle e la documentazione che nell’associazione Parole e Musica con sede a Borgaro c’erano 12 soci più presidente e vice presidente e nell’associazione Abala Lite, avevamo l’adesione di tre soci residenti a Caselle, uno dei quali disponibile a fare volontariato in Guinea.

Il giorno 9 febbraio, al mattino trapela la notizia che i dirigenti politici non sono più intenzionati a portare avanti il progetto perché troppo oneroso

Al pomeriggio la responsabile dei servizi tecnici dott. Ru mi chiede di portarle urgentemente tutta la documentazione, che si sarebbe visto se si poteva rimettere in piedi il tutto. Qualche speranza c’era.

In effetti giovedì 11 febbraio dal comune di Caselle concordano l’incarico alla Provana e alle 14 mandano  i vigili a prendere tutti i documenti originali. In serata si sarebbe fatta la determina.

Non abbiamo fatto a tempo a fare un respiro di sollievo che alle 15 mi arriva la telefonata della dott.sa Ru. Dice che non hanno i fondi sufficienti, 3.300 euro come cassa, disponendo solo di 1700 euro, quindi il progetto non si può presentare.

Ringraziamo chi ci ha creduto

Continueremo a lavorare con le risorse disponibili.

 

 
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CRONACA ORDINARIA

Post n°150 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da guerrinob

 

Dicembre 2009

Guido: Perchè non dai una mano a Luciana per quel bando regionale ?

Guerrino: Non ci credo molto. Noi siamo venuti con voi proprio per non dover impastoiarci nelle pratiche burocratiche e poter lavorare efficacemente con le nostre risorse.

Guido: dai, datti da fare, tu che scrivi.

Guerino: Tieni presente che questo potrebbe cambiare il nostro modo di lavorare. Intanto sarà necessario fare un'associazione piemontese.

Guido: Vedremo. E’ importante non perdere alcuna opportunità.

Lettera a Salvatore

 8- 12-2009“Anche Guido preme per questo incontro e a me dispiace che non ci siate voi. E' un passo che potrebbe cambiare molte cose. Bisogna cercare un ente di riferimento e Guido suggerisce un progetto di aumento delle risaie. Questo comporta che dovreste individuare gli spazi sul posto e indicare le opere necessarie. Definire l’ente guineano di riferimento,. Come vedete il collegamento sta diventando importante. Il bando regionale si prevede per fine dicembre. Gradirei subito le vostre osservazione perchè qui non si ha idee precise sulla consistenza di un progetto finanziabile. Guido mi  chiede di interpellare un ente risicolo o un comune dove si produca riso. Gli enti finanziati nel bando del 2008 sono solo enti locali. Al momento abbiamo la convinzione che più enti si coinvolgono più e facile essere finanziati, non so poi come si gestirebbe il progetto, ma capiremo anche questo”.

 

Una delegazione composta da Luciana, Pino, Paolo e Margherita si recarono in Regione,  il giorno 18 dicembre, per un incontro con un funzionario che spiega il meccanismo del bando. Non ho potuto essere presente perchè, nelle stesse ore era programmata la  presentazione alla biblioteca di Leini del mio libro Quando

 

20-12-2009 Carissimi Guido, Salvatore e padre Eugenio , velocemente per dirvi che il progetto BULANHE sembra possibile, perchè c'è un bando per enti locali, dal quale è esclusa la Costa d'Avorio, che fa parte dei 9 paesi che hanno una linea privilegiata di cooperazione internazionale con la Regione Piemonte. Il Comune di Leini sembra disponibile. Ci incontreremo lunedì. Siccome il rimborso è del 75% l'entità del progetto dipende da quanti soldi il comune di Leinì potrà investire.
Il progetto va presentato entro il 15 febbraio. E' necessario coinvolgere un ente amministrativo riconosciuto dal governo, penso al municipio di Nhacra, e la missione dei frati di Nhoma.
Dovreste dirmi: Quante giornate macchina sono necessarie per ripristinare una  bulanha individuata. Che estensione hanno. La lunghezza degli argini, il costo orario della mano d'opera, ore previste. Modalità ufficiali di pagamento dei lavoratori coinvolti, previsione di pozzi per utilizzo di acqua dolce, qualora le piogge manchino e in particolare per accelerare la desalinazione delle risaie ricostruite.
Naturalmente vi abbraccio con tanto entusiamo. Guerrino

Lettere a padre Eugenio

23-12-2009 Caro padre Eugenio,  nonostante l'atmosfera natalizia devo dirti alcune cose. Credo te ne abbia già parlato Salvatore. Ho buone speranze di andare in porto con il progetto di restauro e ampliamento risaie, ma Guido preferisce sia fatto da te, nel comune di Nhacra. Il bando regionale del Piemonte richiede il coinvolgimento di un ente amministrativo riconosciuto dal governo, in questo caso l'amministrazione di Nhacra. Il coinvolgimento richiede che l'amministrazione di Nhacra accetti che nel suo territorio venga realizzato questo progetto di cooperazione internazionale e vi aderisca. A gestire il progetto saranno le persone indicate dal comune che dovrà pagare tutte le fatture, con i finanziamenti ottenuti dalla regione e propri.

L'entità del progetto dipende quindi dalle disponibilità del comune titolare della promozione del progetto. Sono in parola con alcuni. Spero di poter contare almeno su 20.000euro. La scadenza del progetto è il 15 febbraio prossimo.
In questo periodo bisogna individuare cosa fare e dove, quantificare le spese, perché se non siamo pronti con i conti, quando uno dei comuni, espletata la loro burocrazia, accetterà di farsi pieno carico del progetto, perderemo il treno del 15 febbraio.
Sarebbe importante prevedere un progetto modulare, che andrà definito a seconda della quantità dei contributi.
Il titolo dovrà essere: ripristino ed ampliamento risaie.
Il lavoro da quantificare sarà: organizzazione di strade d'accesso per poter lavorare con macchine movimento terra; ricupero e rafforzamento argini; ripristino equilibri di livello; canalizzazioni ed eventuali pozzi ed idrovore per la desalinazione.Bisogna prevedere dove affittare trattori adatti con benne per lo spostamento della terra e per le canalizzazioni e il loro costo. Queste sono le cose che mi vengono in mente. Comincio a dirtele anche per sentire la tua opinione e per cominciare a quantificare le ore lavoro e i costi totali.
Ora ti lascio fare il Natale in santa pace. Spero tanto che la tua salute sia migliorata. ciao guerrino

23-12.2010 Il bando è pubblicato nel sito:  http://agora.regione.piemonte.it 
Quello che è importante subito è definirlo per essere pronti entro 15 di febbraio. Dire dove,  il luogo preciso. Cioè individuare vecchie risaie non più attive che si possono riattivare facendo dei lavori e il preventivo del costo di questi lavori. Oppure terreni dove sia possibile fare risaie e il costo di questi lavori.
Pagherà tutte le spese il  comune piemontese promotore del progetto, dopo che avrà ottenuto il contributo regionale.
Questo precisazioni saranno importantissime perchè il progetto sia approvato e comunque non sarà lavoro perso anche se il comune piemontese proponente non riuscisse a fare le delibere necessarie in tempo utile per quest'anno. Devono deliberare di dedicare alla cooperazione internazionale una parte delle loro risorse.
Sarà opportuno che tu mi faccia tutti i quesiti sui quali vuoi chiarimenti. Ti risponderò con la massima celerità.
Intanto ti aggiungo una descrizione di come ho capito che sono le risaie dei Brasa. Se ho capito male, o sono impreciso, correggimi.
Non mi dici nulla della tua salute. Grazie per la tua amicizia fraterna. guerrino

I Brasa sono tra i migliori coltivatori di riso dell'Africa. Per questo hanno meno problemi di altre tribù, che si dedicano a coltivazioni secche o al commercio, che tende a concentrarle nelle città, dove accumulano indolenza, malattie e fame.

Hanno pochi terreni con acqua dolce tutto l'anno e terreni dove l'acqua sparisce durante il periodo di siccità  in fessure profonde. Questi ultimi vengono coltivati a riso nella stagione delle piogge.

Prevalentemente la loro risicoltura, che gli studiosi chiamano risaie di mangrovia, interagisce con l'acqua salata.

Guardando la carta geografica si nota subito che la Guinea Bissau è invasa dal mare, che si insinua nel terra ferma attraverso i vari Rio.

Rio Mansoa, sulle cui sponde sono state costruite le risaie di Fanhe, largo circa un chilometro e si addentra nel paese per circa cento chilometri, non è il più grande. Bagna grandi estensioni di terreno. Queste risaie a fianco delle diramazioni secondarie dei grandi Rio, un po' fiumi e un po' prolungamento del mare nel territorio , vengono realizzate con lo sbarramento di un braccio secondario mediante una diga di terra, fatta in modo che una parte dell'acqua possa fluire a richiesta. Qualche volta questo braccio di Rio viene prolungato con canali per arrivare fino a terreni anche più alti, soprattutto se in questi esiste una sorgente di acqua dolce. Questa mescolandosi con l'acqua della pioggia e la poca acqua salata a cui consentono l'ingresso, si riversa nel terreno delle risaie e le rende coltivabili. Quando le risaie sono a regime, l'ingresso di poca acqua salata neutralizza l'acidità del suolo e incentiva la fertilità portando sali minerali ed altre sostanze contenute nei fanghi.

L'utilizzo dell'acqua salata fa parte del patrimonio culturale dei Balanta. Questo modo di coltivare ha il grandissimo vantaggio di non richiedere la concimazione.

In queste zone i Balanta hanno ricuperato molti spazi coltivabili . Separano con argini di terrapieno il terreno dall'acqua salata. Sotto questi argini vengono posti dei tubi dotati di tappi, molto utili quando con l'aiuto delle piogge è necessario diminuire la salinità dell'acqua..

Intanto le piantine di riso crescono fuori dalle risaie. Al momento opportuno quando  le piogge riempiono le risaie  e le piantine del riso sono pronte, si fa il trapianto. Il trapianto a Fanhe avviene da settembre metà ottobre. Il raccolto del riso è pronto nella seconda parte di dicembre.

Gli argini sono soggetti ad usura e quando il rio riesce a sfondarli è un disastro. Gli argini sono costruiti con l'aiuto di una vanga di legno. E la desalinazione di una risaia nuova o ricostruita richiede tre o più anni di piogge.

Tutti questi lavori sono preceduti da cerimonie per invocare la protezione dei Bi-ule, spiriti della natura e anime degli antenati.

Il lavoro e le fatiche maggiori cominciano ad aprile e maggio con la preparazione delle risaie e del vivaio per le piantine del riso, compito specifico degli uomini. Da fine agosto ai primi di ottobre il trapianto, compito delle donne. Da dicembre a gennaio il raccolto: il taglio del riso è compito degli uomini, il trasporto delle donne. La battitura è in prevalenza compito dei giovani. Mentre la pilatura con i caratteristici mortai è ancora compito delle donne.
Preparare con il mortaio il riso necessario per l'alimentazione di una giornata per una famiglia si richiedono tre o quattro ore di lavoro faticoso di due donne. A loro è affidata la gestione della casa, degli orti, dei piccoli animali, l'approvvigionamento dell'acqua, il bucato, l'educazione e la salute dei bambini.


Con informazioni avute nell’incontro in regione del 18 dicembre, appena hanno pubblicato il bando, abbiamo capito il meccanismo e ci siamo attivati per trovare un comune che si facesse promotore del progetto che avevamo preparato.

 L’amministrazione di Leini,  in particolare il consigliere Nevio Coral, mette a nostra disposizione gli uffici della Provana, in particolare la dottoressa Roberta Tomelini, che inviò subito una lettera agli 80 comuni associati dicendo che un gruppo di volontari piemontesi che opera in Guinea Bissau aveva individuato un progetto di restauro risaie e chiedeva disponibilità a presentarlo al bando regionale.

Ci chiese subito di costituirci associazione senza fini di lucro che non avrebbe comportato alcuna complicazione, ma ci avrebbe dato un’immagine definita

 

Il giorno 21 gennaio 2010 con l’aiuto di Michelangelo Bertuglia, presidente dell’Associazione borgarese Parole e musica riuscimmo avere un incontro con il sindaco e presidente del consiglio  di Caselle Torinese, la settimana successiva con l’assessore competente. Il sindaco ci chiese chi eravamo come gruppo di Volontari Piemontesi. Sentendo che eravamo un gruppo informale, ci invitò a registrarci subito come associazione senza fini di lucro.

Avendo trovato porte spalancate nel comune di Caselle, redigiamo un verbale costitutivo della società.

Anche il comune di Volpiano sarebbe stato disponibile, ma il sindaco ci desse che era già impegnato con due progetti uno in Bielorussia e uno nel Burundi. Altri comuni ci avevano risposto che se si trattava di spendere non avevano disponibilità

Con 5 soci fondatori, presidente Pino Valsavoia,  il primo che ci aveva trascinato in Africa, facemmo velocemente un verbale costitutivo dell’associazione. Trovammo nell’antica lingua dei Balanta un nome  che ci piaceva e alla presenza di Pino  il giorno il giorno 4 febbraio 2010 registrammo l’Associazione al tribunale di Ciriè, indicando come finalità dell’associazione la Cooperazione Internazionale e ci fu assegnato un codice fiscale.

ASSOCIAZIONE  ABALA LITE

Articoli

  1. In data odierna si costituisce L’associazione di volontari: ABALA LITE
  2. Il nome dell’associazione è un saluto fraterno nell’antica lingua africana dei Brasa e vuol dire: COME STAI?
  3. L’Associazione ha sede (provvisoria) in via Atzei, 26  10040 Leini (To)
  4. L’associazione, senza scopo di lucro, ha come fini: organizzare il volontariato e la cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo, la sensibilizzazione  e la promozione di eventi di solidarietà nei paesi economicamente più sviluppati, l’adesione ad altre associazioni che hanno scopi analoghi o complementari.
  5. I soci sono coloro che aderiscono con l’iscrizione versando la quota annuale stabilita dal direttivo.
  6. E’ nelle competenze del direttivo accettare o rifiutare l’iscrizione.
  7. I soci iscritti non faranno più parte dell’associazione all’inizio dello stesso anno in cui  non rinnoveranno il versamento della quota stabilita, o dal momento in cui si dimettono o vengono dimessi dal direttivo per attività contraria ai fini dell’associazione, con comunicazione scritta.
  8. L’Associazione nomina il presidente, i  membri del direttivo la segreteria con il responsabile della stessa e il tesoriere.
  9. Il presidente ha il compito di coordinare l’attività della associazione e di definire le decisioni operative in unione con il direttivo del quale fa parte.
  10. Il direttivo affida gli incarichi operativi ai soci responsabili delle varie attività.
  11. Il direttivo si riunisce periodicamente per decidere la varie iniziative e le modalità esecutive delle stesse.
  12. Il presidente e il  direttivo durano  in carica un anno  e vengono riconfermati o rinnovati in occasione dell’assemblea annuale dei soci.
  13. Nell’assemblea annuale viene presentato il bilancio economico, le attività svolte o in corso di svolgimento, e la previsione di nuove attività per gli anni successivi.
  14.  Il direttivo è composto da 5 membri, il segretario e il tesoriere
  15. Tutti gli incarichi direttivi o sociali sono senza alcun compenso economico.
  16. I mezzi finanziari sono costituiti dalle quote associative, dai contributi di enti, di privati, di associazioni,da occasionali attività, da eventi di sensibilizzazione.
  17. Gli incarichi di Tesoriere e di Segretario sono compatibili con la funzione di membro del direttivo.
  18. Il tesoriere documenta e gestisce le entrate e le uscite finanziarie dell’associazione in accordo con il direttivo.
  19. Il segretario si fa carico della comunicazione interna ed esterna delle attività dell’associazione e redige i verbali delle assemblee.
  20. La durata dell’associazione è illimitata. In caso di scioglimento i beni presenti in associazione verranno dati ad una associazione avente fini analoghi.
  21. I soci costituenti l’Associazione sono i seguenti:

 

Sindaco, assessore competente e presidente del consiglio, si dissero disponibili a che il comune di Caselle Torinese si facesse promotore di questo progettodi cooperazione internazionale, già preparato in loco,  investendo le risorse necessarie che, oltre ai contributi della Regione, erano previste intorno ai 3.500 euro e si concordò che a definire il progetto e i suoi oneri, come richiesto dai moduli del bando regionale, fosse la società Provana.

 
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RITORNI

Post n°149 pubblicato il 02 Febbraio 2010 da guerrinob

15/11/2009

Oggi giorno di partenza. E' stato facile fare i bagagli. Al ritorno sono sempre molto più leggeri, nonostante i quattro chili di semi di Jatropha, per fare prove di spremitura e i molti chili di tristezza.

Porto a casa il problema delle bolanhe e della scarsità del cibo.

Ho novità sulla giustizia, della quale in Italia son piene tutte le bocche, ma è assente dal territorio e sconosciuta nei palazzi.

Ieri sera, dopo cena, mentre respiravamo il solito venticello, parlando anche animatamente della scuola, dei lavori, del modo di lavorare, dei carichi di lavoro degli insegnanti, della qualità dell'insegnamento, abbiamo dei bambini che fanno la prima classe per la terza volta e vorremmo capire perchè. Anche nei registri della scuola c'è il solito riserbo balanta, non parlare degli altri.

Abitudini derivate dalla colonizzazione portoghese: meglio non rivelare nulla al nemico, perchè qualunque notizia avrebbe potuto compromettere la sicurezza del villaggio.

Durante questa discussione sentimmo dei colpi, come forti nerbate. Provenivano dalla direzione del pozzo, distante circa 150 metri.  puntammo le nostre potenti torce. Nulla. Credo che anche Felipe non scoverà alcuna gazzella.

Impossibile fosse un marito che picchiava la moglie per obbligarla ad attingere acqua dal pozzo, nessun balanta picchierebbe una donna. I colpi si allontanarono e sparirono nel buio. Noi continuammo l'animata discussione e poco dopo le 22 decidemmo che le camere si erano rinfrescate e ci ritirammo. Effettivamente è stata l'unica notte di tutta la mia permanenza in cui ho trovato confortevole coprirmi con il lenzuolo, la temperatura era scesa sotto i 30 gradi e l'umidità si aggirava sul 65%.

Verso le due di notte sentiamo ad ovest grandi trambusti e forti abbaiare di cani. Pino dice: “Sta capitando qualcosa”.

Alle sette del mattino arriva Felipe con tutte le notizie. Effettivamente stanotte è stata rubata la vacca di Giulio. La vacca è stata recuperata e uno dei tre ladri preso e gli altri due identificati. I ladri provengono da tre villaggi vicini. Stamattina sarà fatta la cerimonia. Con questa inizia il processo e i tempi dell'esercizio della giustizia saranno esauriti in giornata.

Poche ore a fronte di anni interminabili o di cancellazione di ogni diritto a un giusto processo.

La cerimonia di riparazione, definisce che i tre villaggi, a cui appartengono i ladri, devono versare al villaggio di Fanhe, parte lesa: 4 vacche, 4 maiali, 4 sacchi di riso, quattro cartun di vino e foglie di tabacco. Queste sono le richieste del pubblico ministero,  che saranno definite nella cerimonia. Trattabili. In effetti gli avvocati difensori dei tre villaggi ,colpevoli di avere allevato dei ladri, riescono a ridurre le compensazioni per il villaggio, proprietario della vacca rapita, a complessive tre vacche, quattro sacchi di riso e 24.000 franchi.

Il ladro arrestato era presente al processo. Non lo ha evitato per legittimo impedimento, anche perchè guardato a vista. Sarà liberato non appena, oggi stesso, la cerimonia sarà completata nei tre villaggi, con l'assunzione da parte loro degli impegni definiti.

Dopo la cerimonia, cui abbiamo assistito, come parte lesa, anche noi volontari, completo i preparativi per la partenza. Mi sembra di essere io il colpevole. Chiudo in un bidone di plastica gli indumenti, che lascio qui ad attendermi, fino all'anno prossimo. Cancello con una riga la parola Idropittura e scrivo: Guerrino indumenti.

Verso il calar del sole sono in attesa di bagnare un'ultima volta le carote, i cavoli, le costine e l'insalata, che avevo seminato. I pomodori hanno, quasi tutti, la punta dei germogli mangiata dalle cavallette, perchè invece di coprirli con un velo, come hanno fatto le donne, li ho coperti con frasche. Avrei dovuto essere io l'esperto. Come sempre, vado per insegnare e sono io quello che impara.

Faccio il giro delle mie piantine di jatropha. Tutte in buona salute. Ho visto una piantina con il guscio del seme ancora attaccato alla prima figlia. Snella e sinuosa sembrava una delle donne del villaggio con la bacinella sul capo. Ho capito come si è sviluppata. Quella piccola radice che in alcuni semi già fuoriusciva dal guscio è partita verso il basso per un viaggio che può durare anche trenta metri e, contemporaneamente, spinge tutto l'apparato all'aria aperta. Ecco perchè bisogna, come per i fagioli, seminarli vicino alla superficie in modo che, non potendo sentire il suono delle campane , possano sentire i canti dei bambini della scuola. I canti funzionano come le campane.

 

 
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LUCIANA

Post n°148 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da guerrinob

sono appena tornata da Fanhè, un piccolo villaggio di 600 persone lungo il rio Mansoa in Guinea Bissau. Vi sono stata circa mese, con l’obiettivo di collaborare con i maestri per migliorare la qualità della scuola elementare attiva da settembre 2006.

Attualmente frequentano più di 200 studenti dai 7 ai 26 anni, divisi in due prime, una seconda, due terze e una quarta.

Ogni martedì sera ci siamo incontrati (noi volontari con i tre maestri elementari, le due maestre dell’asilo e la bidella) e abbiamo affrontato vari problemi tra cui la mancanza di materiale scolastico e di libri. Abbiamo scoperto che in tutta la Guinea non esiste una libreria, ma solo un luogo dove acquistare i testi curricolari di 1° e 2°. Per la 3° e la 4° abbiamo poi trovato al mercato dei testi fotocopiati e/o di seconda mano, ma ormai eravamo di ritorno e non abbiamo potuto comprarli.

Poichè avevo portato dei libri di favole sia in italiano che in portoghese, ho pensato di creare una piccolissima biblioteca con tanto di tavolo e panca per leggere e/o svolgervi i compiti (i ragazzi vivono in capanne di terra, pulite, ma senza tavoli nè sedie, nè acqua, nè luce elettrica).

Su richiesta delle maestre siamo andati in capitale ad acquistare materiale vario per l’asilo (forbici, fogli, colla, cartoncini), 3 forniture complete di libri per la 5° elementare (2 saranno date a luglio agli studenti migliori della quarta come borsa di studio per incentivarli a proseguire gli studi, uno rimane in biblioteca).

A Lisbona avevamo comperato 3 dizionari per i maestri, libri per bambini e documentari DVD in portoghese, da mostrare con il nostro computer e proiettore quando siamo sul posto.

Abbiamo preparato 12 borse di studio (nel vero senso della parola, in quanto i ragazzi vengono a scuola con quaderno e matita nel sacchetto di plastica), con dentro materiale di uso comune (matita, biro blu e rossa, temperino, 12 matite colorate, quaderno, portapenne) da dare ai due studenti migliori per ogni classe a luglio a fine scuola.

 

.... ma perchè proprio a Fanhè e non in un altro posto nel mondo?

... perchè ho lasciato casa, famiglia e lavoro per stare con gente sconosciuta, pagandomi il viaggio e tutte le spese?

La domanda mi è stata posta da una collega che ascoltava il mio racconto entusiasta ai ragazzi in classe... e mi ha spiazzato.

Poteva sembrare ovvia la risposta: per aiutare gli altri!

Mi sono resa improvvisamente conto che non era così, che il bisogno che mi ha spinto laggiù era ben altro. In realtà me l’ero chiesto più volte mentre avevo caldo (38° all’ombra al pomeriggio), mentre avevo freddo la sera per il finestrino rotto della macchina, mentre ero stanca di sobbalzare sulla strada sconnessa. Non mi ero data risposta, vivevo il momento stando sempre attenta a stare fisicamente bene il più possibile perchè non ci sarebbero stati medici nelle vicinanze.

Man mano che passava il tempo mi disintossicavo dalla fretta convulsa della nostra vita quotidiana, mi adattavo ai tempi lenti dell’africa. Mi rilassavo e cominciavo a vedere più da vicino la vita quotidiana della gente del posto.

Le donne faticano dalle 4 del mattino alla sera alle 22 per prendere l’acqua al pozzo e portarla a casa o agli orti con i piccini sulla schiena qualsiasi cosa facciano.

I bimbi fanno i pastorelli dall’età di 6 anni.

Le bimbe aiutano le donne dall’età di 3 anni.

Gli uomini coltivano e tagliano il riso per la famiglia o fanno i mattoni con la terra cotta al sole.

Tutti, ma proprio tutti sono sempre gentili e disponibili alla chiacchiera, non si affrettano mai, apparentemente non bisticciano tra loro, sono quasi sempre allegri, nonostante non siano garantiti i bisogni primari e tutto sia precario.

Pensavo di andare a portare un pezzo della mia civiltà, in realtà ho imparato molto da loro. Ho scoperto che le priorità sono altre, molto più semplici e che in realtà scaldano l’anima...

Con gli altri volontari al mattino si decideva che cosa fare in base ai bisogni primari: avere l’acqua da bere andandola a prendere dai frati missionari, avere l’acqua per la doccia facendo funzionare la pompa immersa nel pozzo, contrattare il prezzo della papaya o del pesce o della gallina (viva) che i balanta ci portavano. Se tutto ciò era a posto si poteva passare al motivo per cui eravamo lì e quindi trovare il modo di far venire agli incontri più gente possibile per parlare degli orti, della scuola, del nuovo pozzo o della cucina da costruire.

Andavamo a letto entro le 22, dopo essere stati sotto le stelle, circondati dai bimbi nudi coperti da un semplice lenzuolino di cotone, a chiacchierare, senza telefono, senza televisione, senza internet, senza luce.

Ho scoperto che tutto ciò non mi mancava... ho scoperto che ogni sera il cielo è diverso, sembra che si muova, avevo più tempo per pensare...

Allora uno si sente più ricco al ritorno, nonostante abbia speso tempo e denaro. Si sente più ricco dentro, di qualcosa non quantificabile in tempo o denaro, di qualcosa di molto profondo che ti lega all’umano, all’altro che è sempre e comunque sereno anche se non possiede tutte le comodità della tua vita.

Senti di essere solo una goccia nel mare dell’africa, ma che vale la pena di essere lì anche se solo uno di quei bimbi trarrà beneficio dalla tua esperienza e scopri che il vero motivo che ti ha spinto ad andare è perchè lì, nell’incontro umano, ti senti bene tu.... 

Luciana

 

 

 
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CHAT

Post n°147 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da guerrinob

 

07.07 Guerrino

ciao Tina. è da molto che non ci sentiamo che, quasi potrei chiedere la cancellazione dell'account, o per lo meno la separazione consensuale

07:12Cristina

su, non faccia così

è vero, è da tanto però non cancellarmi ancora

07:12Guerrino

Ieri sera ho fatto la proiezione di Radio Singer con cento persone , cento erano le sedie

07:13Cristina

Quindi è andata bene.

07:13Guerrino

Si, ma avrei bisogno di un orecchio amico

07:13Cristina

in che senso?

07:13Guerrino

ho l'impressione di stare scomodo a molti

07:14Cristina

non è detto che ciò sia male

07:15Guerrino

in effetti, finchè non sono troppi a pensare che starei meglio a quel paese. Nel qual caso potrebbero avere ragione.

07:15Cristina

a chi stai rompendo le scatole? e, per cosa?

07:16

Guerrino

ai miei amici. E' un problema di fuoco amico

dicono che corro troppo. Hanno paura della velocità. Per me  è solo cercare di fare in tempo utile   delle cose, parlo del progetto restauro risaie,

07:17Cristina

non so; a leggerlo come lo racconti il progetto sembra davvero bello e utile

07:18Guerrino

verissimo. e molti ci camperebbero

07:18Cristina

per quanto riguarda il "fuoco amico" non so, non è che magari hanno solo paura che tu passi troppo tempo là e temono un pochino per la tua salute?

poi io non conosco bene i termini del problema ovvero l'impegno che questo richiede, sia economico che di tempo

quindi non è facile esprimere giudizi

07:19Guerrino

No  impegno economico. Il tempo è quello di stare dietro alle amministrazioni comunali di Caselle e di Leini per la presentazione del progetto,  entro i tempi del bando regionale. E fare eventi di sensibilizzazione e il solito mese in Guinea Bissau, tra i Balanta.

07:21Cristina

e quindi quali sono le obiezioni?

07:22Guerrino

Paura.

07:22Cristina

di cosa?

07:22Guerrino

forse di passi sbagliati o priorità  diverse.

peròdi rompere, perchè si facciano alcune cose possibili, non posso farne a meno.

Mi è difficile ascoltare solo.

07:25Cristina

a me sembrerebbe una posizione ragionevole; faccio più fatica a capire gli altri ma, ripeto, non conosco bene la situazione

immagino che ci possano essere preoccupazioni, eppure sembrerebbe così "facile". Facciamo qualcosa per aiutare la gente dell’Africa a diventare sempre più autosufficiente.

07:27Cristina

faccio fatica  a capire quali possano essere le motivazioni per non essere d’accordo...

07:28Guerrino

anch'io

Temo che Zhucher si sia intromesso è sparito il collegamento

07:29Cristina

ma va là; Zhucher non c'entra niente; a volte capita che si incasini la chat

tu continua a rompere, altrimenti non saresti più tu.

07:30Guerrino

Quando le cose non le  capiscono, pur volendo capire, sento puzza di bruciato

07:31Cristina

si, è possibile

07:31Guerrino

Comunque il titolo di rompiballe non me lo fregherà nessuno.

07:31Cristina

GRANDE!!!!

07:32Guerrino

grande rompitore

07:32Cristina

ci vuole qualcuno che lo faccia

07:32Guerrino

la tua dose di rottura è satura ti lascio ai tuoi lavori

07:33Cristina

ach!!! peccato

buona colazione :):)

saluti a Piera.

 

 
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BOTCHA ni BRASA

Post n°146 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da guerrinob

14/11

Botcha ni Brasa vuol dire Terra dei Balanta

E' venuto a trovarci Ramani con un suo fratello. Ramani ha studiato a Pinerolo dai Giuseppini, nel salutarci precisa che suo fratello è un suo cugino. E' un artigiano molto abile nei lavorare il ferro e nei lavori di meccanica. Come altri Brasa istruiti, padre Armando Cossa, Armandon, Giulio, ci sono molto preziosi quando vogliamo comunicare con gli abitanti del villaggio su qualche problema nel quale la precisione della comunicazione è importante.

Tema importante è la produzione degli alimenti necessari, sopratutto il riso.

I brasa non hanno la cultura dell'accumulo, pensano di rispondere alle varie necessità man mano che si presentano. Questo è un pregio che andrebbe integrato con un minimo di programmazione che dia maggiori garanzie, altrimenti si trovano sovente in situazioni di scarsità di cibo e a soffrire la fame.

La coltivazione del riso ai bordi dei Rio, che hanno acqua salata, richiede molto lavoro per la manutenzione degli argini. La popolazione Brasa ha subito nella guerra di liberazione molte perdite. Le braccia rimaste sono poche e sono molte le risaie i cui argini sono stati sfondati e l'acqua salata ha invaso la bolagna rendendola improduttiva. Prima della lotta di liberazione la Guinea esportava riso, ora ne importa il 40%.

Le risaie sono situate ai bordi dei fiumi salati, perchè sono terre basse dove è possibile raccogliere l'acqua delle piogge, e perchè prima di collocare le piantine di riso, cresciute nei vivai , fanno entrare l'acqua del fiume, che con i suoi fanghi le fertilizza. Resta alle prime piogge della stagione il compito di dilavare la salinità eccessiva e riempire le risaie.

Il governo, vedendo queste difficoltà oggettive, ha suggerito e favorito la coltivazione del anacardo. Si sarebbe venduto il cagiù, (anacardo), richiesto anche dal mercato internazionale, e con i soldi ricavati dall'esportazione si sarebbe comprato il riso. Cosi è stato fatto. Ma mentre due anni fa bastava un sacco di cagiù per avere un sacco di riso, ora ci vogliono due sacchi di cagiù per un sacco di riso e capita anche di non trovare il compratore interessato al cagiù. Le solite leggi del mercato.

Credo che i programmi governativi e quelli della cooperazione internazionale dovrebbero dare molta spinta al restauro, al ripristino, all'ampliamento di risaie, perchè questa coltivazione è strettamente connessa alla loro tradizione.

Mentre costruendo scuole e ambulatori, la cooperazione deve garantire a lungo il proprio intervento, di una risaia ristrutturata i coltivatori locali sanno molto bene cosa fare e lo fanno nel migliore dei modi.

L'esempio del anacardo va tenuto presente anche nell'ipotesi di sviluppo delle piantagioni di jatropha, per il biodiesel, che potrebbero diventare una fonte di reddito importante, ma non lo devono diventare a scapito della coltivazione degli alimenti. Oltretutto questa piante non hanno bisogno di campi fertili. Possono essere più opportunamente coltivate in zone aride, avendo necessità di una piccolissima quantità di acqua.

Di più, la coltivazione del riso, non deve dispensare dallo sviluppo di altre coltivazioni, per supplire ad eventuali carenze di riso. Come era prima della coltivazione del cagiù.

Così, come è raccontato in un bellissimo documentario realizzato nel Burkina Faso, non si starà più ad attendere il rumore dei camion con gli aiuti internazionali, ma si attenderà il rumore della pioggia.

 
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DONNE AL LAVORO

Post n°145 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da guerrinob

Rosa,col suo pancione, lavora nell'orto seduta per terra.

Come va, Rosa?”

Fame”, risponde.

Allora Pino l'accompagna in cucina, la rinfranca con pane e marmellata e the molto zuccherato. Rosa chiede:

Come si chiama tua moglie?”

Adriana”, risponde Pino.

Scrivilo, se nasce una bimba la chiamo così”.

E ritorna pimpante al lavoro.

Verso sera la vediamo con un sacco di carbonella sulla testa andare a fare qualche scambio.

Una settimana fa ci aveva dato i soldi per comprare, andando al mercato, un sacco di riso. E' già finito. La sua famiglia è numerosa. Il marito di Rosa, Paolo, è anche responsabile della pilatrice, ma in questi ultimi mesi è mancata la materia prima.

 

Sto volentieri nelle vicinanze degli orti anche quando per il troppo caldo invece di lavorare leggo o scrivo, mi sembra un gesto di solidarietà apprezzato dalle donne. All'ombra del portico sto leggendo il saggio di padre Cossa sui Balanta. Tutto molto interessante. Il capitolo che sto leggendo ora è quello sulla condizione della donna Balanta. Leggo, rifletto e mi guardo intorno.

Tra le donne al lavoro c'è Ticba. Ha affidato il piccolo Pino a una ragazzina di 5 anni. Alla stessa ragazzina è stata affidata anche Wilbonce, che non ha ancora compiuto un anno, figlia di Bloni, giovane moglie di Ze Fafè e instancabile lavoratrice.

Il piccolo Pino robustamente gattona,è già nel secondo anno e vuol giocare con Wilbonce, sei mesi. Gli arriva accanto cerca di abbracciarla, ma è maldestro e lei, che vorrebbe, tranquillamente seduta, giocare con la pozza della sua pipi, si sente capotare e piange. Le mamme continuano a lavorare. La ragazzina continua ad allontanare Pino di 5 metri dalla sua amica. Questi con una gattonata le ritorna subito addosso e si ripete l'operazione, finchè arriva l'imprevisto: il piccolo Pino fa una bella quantità di cacca un po' molle e ci si siede sopra.

Vorrei chiamare Ticba, ma non credo lo ritenga un evento importante. La ragazzina di 5 anni prende un legnetto, con questo pulisce le gambine di Pino. Il culetto si pulisce automaticamente con le soste di seduta nel suo gattonare. Poi prende della terra la mette sulla merda e con lo stesso legnetto si mette meticolosamente ad impastarla. Il gioco appassiona anche un'altra sua coetanea sopraggiunta, che vuol partecipare. Wilbonce vedendo la sua badante distratta dal gioco si sente ancora più in balia di Pino, alza il livello del tono del pianto. Bloni che lavora a pochi metri , la prende, la allatta accanto a me per pochiminuti, pochi minuto di riposo, lasistema sulla schiena e continua a zappare.

Poco dopo arriva Ze, prende la figlia e se la pone sulle spalle. La sua corporatura robusta lo fa sembrare a un san Cristoforo. Ci salutiamo e mi lascia a questi pensieri: non sarebbe stato meglio avesse preso la pesante zappa, lasciando la bimba alla madre?. Nonostante la mia amicizia con Ze sento amarezza per questo suo comportamento. Quando lo racconto ai frati missionari, mi ribattono che devo apprezzare molto questo gesto, perchè nessun padre generalmente si occupa dei figli. Quindi il gesto di Ze è già un progresso sulle abitudini locali.


Ogni due o tre giorni, al tramonto, telefono a Piera. I bellissimi tramonti riescono a inchiodarmi all'Africa e contemporaneamente ad accentuare la nostalgia. Di più, ci si mettono i bambini dell'asilo. Arrivano al pozzo con le loro madri. Come mi vedono cominciano a chiamare: “Guerrino, Guerrino”. Oggi hanno imparato tre nuovi nomi e me li ripetono in coro: “Sol, lua, estela” con le loro voci squillanti che anche Piera, mentre parliamo, li sente distintamente e si commuove.

Poi comincia la lotta per conquistare il posto più vicino al sottoscritto, possibilmente addosso.

La più abile è una Teresa di 5 anni, che riesce sedersi sul grande aratro, proprio accanto a me, mi fa aprire la mano e vi pone un pizzico di riso crudo, che sta mangiando.

I miei denti non sono abilitati al riso crudo e il pugnetto di riso che Teresa mi ha dato lo passo ad un altro bimbo che non ne aveva, con lo stesso gesto di fargli aprire il palmo della mano.

Dicono che in Guinea nessuno muore di fame, ma qualche cena la si salta. Intanto Teresa affronta, anche con tecniche di lotta libera, chi tenta di insidiare la sua posizione di privilegio, li insegue e torna al suo posto trionfante.

In mattinata avevo fatto belle foto ai bambini della scuola materna, ma loro più delle foto sono interessati a giocare con me. Mi tirano da tutte le parti e ridono quando io faccio finta di cadere o faccio le smorfie più impensate. Paula è la maestra dei più grandicelli ed è responsabile della scuola materna. Nenè si occupa dei più piccoli che mettono a dura prova la sua pazienza, perchè incapaci di stare fermi. Spesso li mette in fila indiana, le mani di ognuno sonoappoggiate sulle spalle di chi cammina davanti. Teresa di tre anni, è sempre in testa alla fila, perchè la più esperta di scuola. La frequentava anche lo scorso anno per poter essere allattata dalla sua giovanissima madre, iscritta alla scuola elementare. Ogni tanto la fila si rompe e allora la bacchetta vigile di Nenè la ricompone. Stamattina la capo fila è in crisi, ha visto sua madre nell'orto. Vorrebbe andare da lei. L'orto, dove imita i gesti delle donne che lavorano, è il posto della sua felicità. I singhiozzi sono sonori e le lacrime impediscono di vedere bene dove mettere i piedi. Deve arrivare la mamma con un'altra bacchettina, per convincerla che non è il momento per lei di andare nell'orto. Ci vuole un po' di tempo prima che Teresa emetta solo sospiri di rassegnazione.

 
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A LUCA

Post n°144 pubblicato il 23 Gennaio 2010 da guerrinob

Caro Toso, mi chiedi come vado nel nuovo anno. Vado teso come un archetto, meglio come un arco, visto che ho ritrovato i chili smarriti a Fanhe. Sono in tensione per il progetto di ristrutturazione della grende risaia di Quidè, che padre Eugenio  ha indicato, perchè ferma dal '99 per sfondamento dell'argine, un argine di 40 metri di lunghezza e 4 di profondità.

Salvatore, Margherita e Luciana, andiamo a ritirarli oggi alla Malpensa .

Ho trovato due comuni, Caselle e Leini, che  promuovono il progetto, però il preventivo che mi porterà oggi Salvatore, è alto. Parlano di 40.000 euro. I preventivi che avevo chiesto a ditte qui in Italia, che lavorano in questo settore con macchine movimento terra, chiesti per capire, erano più bassi. Forse non ho conoscenza completa di tutto il lavoro necessario.

Se la regione Piemonte lo approverà darà il 75% del costo, fino a un massimo di 25.000 euro, il resto devono pagarlo i comuni proponenti. Non so quanto padre Eugenio abbia contrattato, come è sempre necessario fare qui e in Africa ancora di più. Appena avrò il preventivo capirò meglio. Comunque il progetto lo presenteremo. Ti terrò informato.

La tua andata a Fanhe in febbraio, dopo breve tempo dal tuo ritorno, sarà preziosa anche per questo, oltre che, con Marco,  dare il tuo contributo ad una maggiore organizzazione dell'ambulatorio, che come ricordi, gli abitanti di Fanhe chiamano “ospedale”
Il progetto, di venire a trovarci a Torino al tuo ritorno, mi riempe di gioia, ancora di più se vieni con Manuela. Spero che veniate con qualche giorno di tempo e ripeto ho la possibilità di ospitarvi
Hai continuato a leggere il diario di Fanhe? Se non lo farai, ti diseredo. Ti ricordo molto volentieri, perchè ti sento affine al mio modo di pensare, nonostante tutte le stranezze proprie della mia gradita condizione di landendan. ciao guerrino
PS se senti quella bella tosa, Manuela,  salutamela. Mi ci sto affezionando.

 

 
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GUARDA CHE BEL BIMBO

Post n°143 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da guerrinob

 

13/11

Nelle ore calde del pomeriggio stavo leggendo il Saggio di padre Cossa sui Balanta, seduto sul rimorchio del trattore all'ombra della tettoia del garage. Una bella signora, vestita con eleganza, in visita a parenti, si siede vicino a me, gomito a gomito, srotola il bimbo dalla schiena e in un fluente criolo mi dice: “Guarda che bello bimnbo ho fatto! Mio padre morì, mia madre morì, io non tengo dinero”

Il bimbo sicuramente bello, mi sgranava due occhioni , sembrava aspettarsi una valutazione positiva delle capacità riproduttive di sua madre, che continuando nel suo intento mi chiede: ”sei Pino tu?” questa volta non ho dovuto dire la parola magica, Pino, mi è bastato indicare dove si trovava. Accortasi dell'equivoco è ripartita senza altre parole in direzione di Pino.

Tra poco, con il sole più amico, riprenderemo i lavori degli orti. Le piantine del vivaio sono rigogliose. Le donne sono molto attive nel preparare la loro porzione di orti personali.

Un uomo grande, vedendo le nostre piantine di peperoncino, dice di averne di molto più grandi nella sua morança. Chiediamo di vederle ci accompagna. Intanto la sua moranza ha nella siepe molte piante di moringa. Mangio a scopo didattico la foglie più tenere. I bambini ridono di cuore si affrettano a farmene scorta. Dico di essere sazio e invito anche loro a mangiale. Qualcuno le assaggia, ma non incontrano grande successo. Anche da noi non è facile far mangiare la verdura ai bambini.

Attraversiamo la casa,un corridoio ormai buio e nel cortile posteriore bellissime piante di peperoncino e melanzane, con relativi frutti, perchè grazie al clima della Guinea qui queste piante sono pluriennali. Devo riconoscere che i miei peperoncini a Leinì sono più belli, ma anche questi non demeritano.

 

 
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ASSEMBLEA SCUOLA

Post n°142 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da guerrinob

Una di quelle assemblee che, anche se prolisse, ti riconciliano con la democrazia.

Tutti hanno ribadito che la scuola è irrinunciabile, importantissima e quindi bisogna pagare la quota di 4 euro e 50 in comode rate di nove mesi. Tog na, uomo grande, ha fatto lui il conto della spesa annuale, sommando le rate mensili, perchè ogni famiglia conosca l'entità della spesa complessiva, che in franchi chefa sono 3000.

Importanti sono stati gli interventi dei genitori dei villaggi vicini, situati a distanze che variano dai 3 ai 7 chilometri. Sono arrivati già organizzati in comitato. Hanno dichiarato che loro vogliono stare con la scuola di Fanhe, ma se questa non funzionerà bene l'abbandoneranno. Commovente è stato l'intervento di un genitore: “Io vengo a scuola e mando i miei figli. Purtroppo le esigenze della bolanha non mi permettono sempre di essere presente, ma i miei figli li mando sempre”.

I ragazzi di Fanhe invece fanno molte assenze. Alcuni di loro stanno facendo per la quarta volta la prima classe. Su questo i dati incrociati delle schede scolastiche con il censimento fatto da Pino, faranno capire molte cose.

L'osservazione delle insegnanti della scuola materna lamentano che gli iscritti vengono registrati con nomi che i ragazzini non conoscono, questo rende molto difficoltosa la didattica. Più alcune abitudini contrarie all'igiene, come quella di appiccicare il moccio del naso al muro delle aule.


 

 

 
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PROIEZIONI

Post n°141 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da guerrinob

Ieri sera abbiamo provato il proiettore donato dai leinicesi.

Grazie alla competenza di Luca, avevamo le batterie ben cariche, proprio quelle che si riempiono con l'energia prodotta dai pannelli solari. Le prove erano all'aperto. Un tavolino nel prato, un cavo, e bellissimi leoni apparivano sul muro della scuola con gioioso stupore dei presenti. La prima prova è stato un documentario sul re degli animali. Uno degli insegnanti mi ha chiesto:

Dove si trovano questi animali?”  

Ho risposto stupidamente:

In Africa”.

Anche Fanhe è in Africa”.

Scusa....” e ho cercato nella memoria le terre dei leoni. Ho ricordato sicuramente il Sudafrica, li ha visti mia figlia in viaggio di nozze.

La savana che si vedeva nel documentario era simile a quella di Fanhe. Peccato non avere i leoni.

Poi sono stati spettacolo i filmini girati da Salvatore. Un vero regista. Ha fatto anche un corso.

Il vedersi protagonisti sul muro della scuola ha scatenato la gioia dei presenti.

Lunedì prossimo non sarà più una prova alla chetichella. Ci sarà tutto il villaggio. Tutto il villaggio meno il sottoscritto, che sarà già a Leini. Ho pensieri contrastati. Ho il timore che la salute mia o quella di Piera non mi permetta di tornare. Ma al momento questo pericolo non c'è, anche se gli anni aumentano inesorabilmente e arriva la stagione dove bisogna dire tanti addio in modo definitivo.

 

 

 
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ULTIMA SETTIMANA

Post n°140 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da guerrinob

9/11

L'ultima settimana è cominciata. Il compito gravoso di andare a Bissau se lo sono assunti Pino, Salvatore e Luca. Luca deve andare alla Tap a confermare il nostro viaggio di ritorno. La partenza si avvicina. Cerco di accelerare le cose ancora da fare e ricomincio a vangare un pezzo di orto dove, se mi porteranno i semi da Bissau, stassera seminerò carote.

Arriva Fog na. Non sta bene. Ha male alla cabeza, potrebbe essere un'attacco di paludismo.

Vado a cercare Daniel. Con lui c'è Olivera e una dozzina di altri uomini che vangano un campo e piantano pezzi di 20 centimetri di rami di mandioca, quelli che era andato a prendere io. Vedere gli uomini che lavorano assieme con ampie pause mi piace.

Daniel mi dice che non c'è più paracetamolo. So che Pino ne ha una scatola e frugando nella sua valigia lo trovo. Gli do una pastiglia e lui si va a sdraiare vicino agli amici che lavorano e con loro si disseta. In questa stagione non è facile vedere lavorare i campi. Il più dei lavori si fanno durante il periodo delle piogge. Anche il lavoro delle risaie è ultimato.

Provo a usare la loro lunga vanga di legno, che sembra un remo. Ci riesco, ma non sono brillante. Lo strumento è sicuramente efficace con il terreno bagnato e per la manutenzione degli argini delle risaie.

Vicino alla scuola materna, Bilocobe sta preparando buche squadratissime per i manghi. Tre piantine che diventeranno alberi molto grandi. Faranno frutti e ombra alla zona dell'ambulatorio e della scuola materna.

Arriva una telefonata. E' Salvatore. La Nissan non ha le sospensioni rotte ma il così detto triangolo dell'avantreno. E necessario trovare i pezzi,nel frattempo, qualche giorno o qualche settimana, la macchina resta dal meccanico, che però è di fiducia, perchè allievo di padre Eugenio.

Parto per recupero volontari. Felipe che non vede l'ora di mettere le mani sul volante, mi accompagna guidando nel tratto forestale. Dice che gli hanno ritirato la patente perchè non c'era più campo per il rinnovo. Il recupero della patente sarà la sua prossima vertenza sindacale con Pino e Salvatore. Nonostante gli scossoni mi addormento più volte, colpa delle apnee notturne. Fortunatamente quando prendo io il volante il sonno si dilegua. Bisogna essere concentrati al massimo tra le buche e il tentativo della macchina di andare dove vuole lei. E' la famosa macchina che Guido ha trovato piena di topi e con le ruote anteriori che guardavano una ad est ed una ad ovest. Ha parecchi acciacchi, anche se Felipe la lava e l'accarezza continuamente.

Arriviamo nel caos di Bissau, dove Felipe ha fatto l'autista di taxi. I taxi sono molto numerosi e tutti blu.

Troviamo i volontari, che appiedati avevano fatto poche commissioni, tra queste molto importante il rinnovo del libretto della Peugeot, rosicchiato dai topi. Il miracolo di questo rinnovo è stato possibile perchè alla festa di Bula ,sabato, Giulio aveva ritrovato una sua amica catechista, che ora lavora alla Motorizzazione. Lei ha rintracciato la pratica, l'ha completata e ha fatto firmare al direttore il libretto. Ora potremo evitare le ire delle prosperose poliziotte.

Al mercato rinuncio ad una bella cintura, credendo costasse 45 euro. Fatti conti meglio, erano solo 4,5 euro. Sempre troppo cara rispetto al cordino con cui tengo su i calzoni. La cintura che ho portato è diventata troppo larga

Come premio a questi trambusti andiamo tutti al ristorante ed ho potuto mangiare la famosa biga grigliata. E' un ottimo pesce, giustamente è vietato ripartire dalla Guinea senza averlo mangiato.

Grazie alla rubrica telefonica di Pino, abbiamo rintracciato Odilia: una bella ragazza che parla molto bene l'italiano senza mai essere stata in Italia, i miracoli della scuola delle suore. Al villaggio sarebbe preziosa, per aiutarci nella comunicazione e per aumentare i collegamenti con le donne e con i loro problemi. Ora però sta facendo un corso di contabilità.

Inoltre Fanhe è un villaggio a pieno regime poligamico, uniche eccezioni noi bianchi. Lei invece sogna un principe azzurro in assoluta monogamia. Qui c'è lo zampino delle suore. Questi  principi azzurri sono sconosciuti anche a Bissao. Sono tutti attivamente orientati a relazioni plurime, ma  sperare si può.  Intanto resta in capitale, protetta e tutelata da una famiglia allargatissima.

 

 
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NHACRA TE DE

Post n°139 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da guerrinob

8/11

Comincio presto la giornata con un viaggio al bivio di Mansoa a prendere una decina di fascine di mandioca, che si pianta con talee dei suoi rami. E' un favore che aveva chiesto Daniel e trattandosi di agricoltura non ho rifiutato. Mi son sembrati tanti per il suo campo. Credo che le venda anche ad altri, come vende cariche telefoniche, come Callisto vende riso e in altre morançe ci sono rivendite di bevande, vino compreso, zucchero ed altri pochi prodotti. Queste le uniche attività commerciali del villaggio. A Fanhe non entra uno stipendio. Qualche figlio di Fanhe lo stipendio è andato a cercarlo in capitale o all'estero, come Clode, fratello di Felipe che lavora in Senegal, in una ditta che distribuisce farmaci.

Alle 10 puntuali siamo a Nhoma per la prima mensa, quella religiosa. Il celebrante padre Armando Cossa, francescano balanta, pluri laureato. La predica, gli avvisi, i canti e le mie notti insonni, mi avvolgono in un'aggressiva sonnolenza e per non addormentarmi in chiesa esco a riflettere sotto gli alberi in una piacevole frescura. Rifletto sull'importanza della comunicazione, che i missionari hanno organizzato al meglio nell'azione liturgica.

A Fanhe la comunicazione è un punto critico. Sul piano pratico, una parola uno sguardo, un gesto sono sufficienti per diventare operativi, ma alcune volte questi strumenti di comunicazione sono insufficienti, soprattutto quando non c'è tutta la volontà di volersi capire.

A Tavola con padre Eugenio torniamo sul problema del pozzo governativo. Lui concorda decisamente con la nostra decisione di non intervenire con i nostri soldi, proprio per motivi educativi.

Padre Armando tra una forchettata di riso e l'altra deve rispondere alle nostre numerose domande. Chi più di lui, balanta e studioso, può darci risposte sull'organizzazione sociale, sulla condizione delle donna e dei ragazzi, sul regime delle proprietà, sulla cultura del suo popolo? Scoperta, molto gradita, è che su questi argomenti lui ha già scritto in francese un saggio pronto per la pubblicazione. Me ne offre una copia che mi impegno a tradurre in italiano.

Per noi questo scritto è una grande fortuna. Ci permette di verificare le nostre intuizioni, le idee che ci stiamo facendo di questa popolazione, e per offrire, ai nuovi volontari e a quanti trovano interesse nel conoscere la cultura di questa etnia, indicazioni verificate.

Alle 14, con accompagnatore il capomastro della missione, visitiamo un villaggio Nhacra Tede. Un villaggio analogo a Fanhe, dove la nostra guida abita. E' poco distante dalla strada provinciale. L'ora è molto calda. Intento a guardare una siepe di moringa, prendo uno scivolone calpestando una merda di vacca. Rimango in piedi per la così detta fortuna che porta il calpestala.

Comincio a fare i paragoni. A Fanhe non ho mai trovato una merda di vacca sul sentiero. Pulendo la scarpa sull'erba assegno un punto a favore di Fane, nel campionato dell'igiene.

Intanto ci attorniano i bambini, ed io mi esibisco nella commestibilità delle foglie di moringa. Anche loro vengono mandati al pascolo senza scorta di viveri e conoscere il valore nutritivo delle foglie di questa pianta potrebbe essere una risorsa. Mi guardano con perplessità per il solito pregiudizio dei balanta, che l'erba è cibo delle vacche.

Le case, in muratura e paglia, sono costruite in spazi ravvicinati, manca l'ariosità delle capanne di Fanhe e mi sembra che il caldo più intenso. Il loro raggrupparsi in poco spazio potrebbe essere un'esigenza difensiva, necessaria per la vicinanza della strada.

Il villaggio ha un aspetto di maggiore ricchezza, rispetto al nostro. Infatti in questo villaggio ci sono tre stipendi, tre lavoratori della missione.

La nostra guida ci fa visitare, come un museo, la capanna di Ingegnero.

Ingegnero era l'amministratore della missione dalla sua fondazione e padre Eugenio dice che non gli è mai mancato un centesimo. Lui non è seppellito accanto alla sua capanna, come tutti i balanta. Ha chiesto di essere seppellito nel terreno della missione come se, quei muri che ha visto crescere, fossero la sua vera casa.

Una scoperta importante sono stati i rigogliosi vivai pensili, dove le piantine possono essere difese più efficacemente dalle cavallette e dagli altri insetti. Copieremo anche a Fanhe. Bello anche il pozzo e il terreno già preparato per gli orti.

Poi abbiamo visitato la morança della nostra guida e tutta la parentela, nella quale spiccava come tesoro prezioso la vecchia madre. La moglie stava allattando un tesoro di bimbo. Ho notato negli occhi della nostra guida una tenerezza grandissima nei confronti della propria madre.

Al ritorno a Fanhe il nostro villaggio ci dsembra una città territoriale.

Dopo cena prendiamo fresco con moschitos. Parliamo del nostro lavoro, degli atteggiamenti diversificati delle persone del villaggio, della necessità di alleggerire le fatiche delle donne.

Alle 22 sentiamo forti articolazioni gutturali provenire dal baobab vicino. Pensiamo alla presenza di un primate. Scrutiamo con le potenti torce senza vedere nulla e decidiamo che meglio sarebbe ritirarci e chiudere bene la porta. Arriva Felipe per la buona notte e dice che quei grugniti, male articolati, sono di una passera. Felipe per passera intende ogni volatile. In effetti al mattino esplorando con attenzione la punta del baobab, notiamo un ben dimensionato nido di uccelli.


 

 

 
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MISSIONARI

Post n°138 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da guerrinob

Ho faticato a trovare il numero telefonico di padre Jon. Avevo una lettera e delle offerte che gli ex allievi giuseppini di Leini mi avevano pregato di recapitargli. Ho preso questo impegno volentieri e sia per l'amicizia e l'ammirazioe per il maestro De Paoli, grande persona di Leini, sia perché volevo vedere l'organizzazione di questi missionari, di cui ho sentito parlare bene e ho visto persone importanti formati dalla loro scuola.

Proprio oggi festeggiano a Bula i venticinque anni della loro presenza il Guinea Bissau.

Attraversiamo durante l'alta marea Rio Mansoa sul nuovo ponte a pagamento solo in una direzione. L'acqua viaggia verso l'interno, il fiume, dove le acque scorrono a senso alternato è maestoso.

Trovo e consegno la busta e le offerte a padre Jon, molto occupato nei festeggiamenti. Ci sono due vescovi, molti missionari e suore.

Assistiamo alla messa con  canti. Dopo si aprirà la mostra dei lavori degli studenti che vogliamo visitare. Tutti hanno una maglietta bianca con l'effigie del santo fondatore san Murialdo , con la scritta: fratello , amico e padre. Tutto questo bianco spegne i colori dell'Africa, ma fa un bel effetto.

Migliore di quello offerto dalla mostra dove si vedono pochi lavori di tornio e di intarsio. Io avrei messo nella mostra i comodi sgabelli in legno e in ferro sui quali eravamo seduti, fatti da loro.

I convenuti sono tanti. preferiamo rientrare per il pranzo anche se l'eccezionalità della festa avrebbe sicuramente garantito qualcosa di buono.

Domani ci aspetta un'altra messa dai frati a Nhoma. Siamo invitati alla mensa dei frati francescani, nostri amici, fonte di utili informazioni e ci riforniscono a bidoni acqua buonissima , che a buon diritto si può chiamare acqua della salute.

Però padre Eugenio, trentino da 38 anni ai tropici, fondatore della missione di Nhoma, dice che la messa fa parte della mensa.


 

 

 
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VENERDI

Post n°137 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da guerrinob

I segni che la settimana sta finendo si susseguono. Gli insegnanti preparano le biciclette. Le insegnanti chiedono un passaggio fino alla strada asfaltata, dove prendere il primo tocatoca in transito.

Felipe chiede di andare a trovare la sua moglie presso un curandero in un villaggio poco lontano. Sulla nostra strada guida lui, ma sulla strada nazionale si incontrano sovente i posti di blocco della polizia e Felipe non ha la patente, anche se ha già fatto il guidatore di taxi a Bissau. Faccio io da autista. Sul car anche la moto di Giulio, così risparmia gasoline. Giulio e sua sorella Paola parlano in balanta e si scusano. “Naturalmente tu Guerrino non capisci niente”. Alla deviazione del villaggio dove Felipe è diretto, saluti molto affettuosi. Nene, l'altra insegnante della scuola materna, mi saluta in un criolo italianizzato e mi dice: “Guerrino, stai buono: Intendeva dire, credo, stai bene. Gli occhi di Sabato sono già pieni dei suoi bambini che vedrà tra poco.

Il villaggio dove la moglie di Felipe è in cura ha tante piante molto alte. La moglie di Felipe ha male agli occhi, intendono in questo modo indicare una malattia depressiva. Mi fermo alla macchina mentre Felipe va a trovare sua moglie. Vedo altre persone che sono lì in cura, un signore seduto sulle radici di un baobab, un altro in piedi poco distante che continua a fissare il vuoto nella stessa direzione e bambini sui 10 anni che giocano con copertoni di macchina e tossiscono molto. Capisco di essere arrivato a una specie di clinica. So che molti curandero ospitano pazienti nelle loro morançe, ciascuno ha una propria specializzazione. Certe malattie non trovano efficaci rimedi neanche nella medicina occidentale, e non ho nulla da ridire se una capanna diventa reparto ospedaliero.

Non è la prima volta che sento di donne che hanno male agli occhi e non si tratta di tracoma. Mi viene in mente il libro del mio amico Salvatore Mongiardo, Sesso e Paradiso dove racconta che: A Sant’Andrea Ionico i pazienti dei manicomi erano  soprattutto donne vittime dell’oppressione religiosa, e trattate con l'elettroshock. Il professor Puca , direttore della clinica psichiatrica Villa Nuccia si meravigliava del numero elevato di donne andreolesi ricoverate e diceva: “Forse è a causa del vento che soffia forte a Sant'Andrea?”

Un brutto vento tira anche a Fanhe per le donne, gran parte del lavoro è sulle loro spalle e tutte le preoccupazioni e i problemi della famiglia . Gli uomini sovente si rifugiano nell'alcol. L' unico diritto delle donne è il dovere di lavorare o di andarsene abbandonando al marito i figli. Le figlie sono allontanate dal loro affetto ancora in tenera età e qualche volta anche i figli maschi, perchè li reclamano altri parenti con diritto a ottenerli.

Ho chiesto a Zeca, uno degli insegnanti che mi indicasse i motivi della criason. Ne ha elencati solo due, l'orfanità e la sterilità di una famiglia di fratelli o sorelle. C'è ne sono altri, come la promessa di matrimonio per cui la bambina va a crescere nella famiglia del futuro sposo e il lavoro di servizio nelle case di parenti o così detti.

Al ritorno sulla strada di Fanhe incrociamo molti studenti della nostra scuola che rientrano nei loro villaggi. I più vicini dei quali distano 4 chilometri. E' l'evidenza che la scuola è frequentata anche da ragazzi di altri villaggi .

Incrociamo anche un fuori strada, quasi nuovo, che sta tornando da Fanhe. Le manovre per toglierci dalla strada e permettergli di proseguire non sono semplici. Al volante di questa macchina un giovane uomo e, al suo fianco, una signora.

Alla scuola troviamo Callisto e altri in discussione con Pino. I due nella macchina nuova erano rappresentanti del governo, due funzionari periferici del ministero dell'agricoltura. Sono venuti per offrire la costruzione di un pozzo. Chiedono un contributo simbolico al villaggio, perché non si pagano le tasse e per un principio educativo inderogabile.

Ciuda con alcuni uomini grandi ha già detto il suo “Ka ten dinero”, non abbiamo soldi. Il contributo 38 mila franchi equivale a un centesimo di euro per persona.

Callisto è in azione con i suoi argomenti. La cifra è poca dovremmo pagarla noi volontari. Un pozzo è una grande risorsa per il futuro del villaggio.

Noi diciamo: No.

A Fanhe manca il riso, quest'anno, mentre non sembra mancare negli altri villaggi della zona. Si stanno sedendo in attesa che noi bianchi risolviamo i loro problemi. Giulio dice che abbiamo cominciato male, troppe cose abbiamo concesso gratuitamente. Noi diciamo, non possiamo finire peggio. E' ora di cambiare.

La cooperazione non può essere a senso unico. E' ora di pretendere che facciano la loro parte, altrimenti non potranno mai prendere in mano la scuola, l'ambulatorio e le altre iniziative del progetto. Noi siamo per aiutare, non per sostituirci.

Il governo tornerà per la risposta la settimana prossima. E' importante utilizzare questa occasione per una crescita del villaggio.


 

 
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I SENTIERI DEL VILLAGGIO

Post n°136 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da guerrinob

 

Difficile riprendere il discorso nell'atmosfera idilliaca di Fanhe, dopo questi squarci tragici.

Parlavamo di matrimoni. I Brasa non si sposano con persone dello stesso villaggio né con persone a rischio di parentela. Questo oltre ad essere una norma eugenetica, ha permesso loro di estendere una rete di parentele in tutta la nazione che li accoglie in qualunque spostamento o viaggio. La poligamia moltiplica questi legami e consente anche alle donne di viaggiare, c'è sempre qualcuna che pensa ai problemi della casa.

Ieri stavo ripiantando dietro alla scuola alcune piantine di jatropha che i maiali, liberi anche loro, avevano rotto. La scuola ha un portico che in quel lato è alto un metro. Due bambini della scuola stanno giocando durante l'orario delle lezioni. Chino sul solco sento alle mie spalle un pianto esplosivo, mi volto ne vedo uno rialzarsi velocemente da terra e schizzare via tenendosi la testa. Lo avrà spinto il suo compagno all'improvviso e sarà caduto male. Però correva forte. Se sarà necessaria l'infermeria ci penseranno gli insegnanti. Invece poco dopo torna con mezza dozzina di amici per far vedere il luogo del misfatto. Il compagno era rientrato velocemente in classe.

Il loro sport preferito è la lotta libera, difficilmente ricorrono ai pugni, mai ai genitori.

La formazione all'autosufficienza è l'obbiettivo più importante nell'educazione dei giovani. Lo strumento didattico di cui le maestre si dotano ogni mattina è una piccola bacchetta flessibile. I bambini già a 5 anni vengono mandati nella savana a piccoli gruppi a pascolare le vacche senza scorta di cibo. Guidati dalla bacchetta le giovanissime speranze del villaggio riescono a stare quasi fermi sulle seggioline della scuola materna, cantare a squarciagola i numeri e i giorni della settimana e compiere ogni spostamento dall'aula in fila per uno. In testa alla fila c'è sempre Teresa, la più esperta della scuola, la frequentava già lo scorso anno senza essere iscritta. Iscritta era la madre che la allattava.

Non discuto i criteri pedagogici, ma questi bimbi sono proprio belli ed intelligenti anche se qualcuno non sa il proprio nome. Al villaggio tutti hanno due nomi uno balanta, quello più usato a casa e uno di tipo occidentale voluto dal governo repubblicano da usare sui rarissimi documenti, uniche indicazioni di identità in assenza di anagrafe.


 

 

 
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