L'analisi
Nonostante la crisi del turismo, la Puglia risulta essere la prima destinazione scelta dai turisti italiani, verso la quale è orientato il 16% degli intervistati e il 21% di coloro che intendono viaggiare in Italia o non ha ancora deciso di farlo.
Emerge da un sondaggio Swg. Seguono Sicilia (16%) e Toscana (14%). Puglia ritenuta più sicura per il contagio da Covid anche rispetto a destinazioni del Mediterraneo quali Spagna, Croazia, Montenegro, Grecia, Albania, Turchia, Portogallo, Tunisia ed Egitto.
Livelli occupazionali dimezzati, almeno cinque milioni di presenze stimate in meno nell’anno solare, aiuti col contagocce, rischio default per le imprese più fragili, queste ultime potenziali prede della criminalità: l’annus horribilis del turismo pugliese, secondo Federalberghi, ha tante sfaccettature. Gli indicatori danno tutti il segnale rosso per effetto di un’emergenza sanitaria i cui sviluppi sono ignoti anche alle eminenze scientifiche più accreditate.
In questo scenario di incertezza, legata a doppio nodo all’evoluzione del Covid, le imprese turistiche si muovono a tentoni. Un grosso guaio per la Puglia che nel turismo ha molto seminato in questi anni, raccogliendo risultati in grado di incidere in misura considerevole sul suo Prodotto interno lordo.
I danni da Covid sono già quantificabili, stando all’analisi di Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia, alle prese, in questo periodo, con una serie di tavoli tematici sulla ricettività regionale, utile strumento per tastare il polso al settore.
Ma stiamo ai numeri. Quelli forniti dagli albergatori, attraverso il loro massimo rappresentante regionale, sono impietosi: la quota di occupati nel settore alberghiero è crollata da 12mila a circa 6mila addetti. Nel bimestre maggio - giugno il deficit di presenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stato del 90 per cento, diminuendo, però a luglio fino al 50-60 per cento, con la prospettiva di un ulteriore recupero in agosto, grazie soprattutto al turismo italiano che sta mantenendo vitale il settore.
Ma nel perdurante clima di incertezza il 25- 30 per cento delle strutture alberghiere restano ancora chiuse e non si sa quando riapriranno. Poi c’è il capitolo del sostegno alle imprese che crea parecchia preoccupazione tra gli imprenditori.
Caizzi lo dice fuori dai denti: «Finora abbiamo ricevuto solo il contributo a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate. Null’altro. Manca il supporto alla liquidità che è subordinato alle garanzie dello Stato, ma ad oggi non ci sono ancora le delibere bancarie necessarie per sbloccare i fondi».
Tutto questo, mentre le previsioni per il prossimo futuro non sono certo rosee, anche volendo vedere il bicchiere mezzo pieno. «Noi puntiamo a contenere la perdita di presenze a cinque milioni, tenendo conto che lo scorso anno la Puglia ne ha avute 15,5 milioni - sostiene Francesco Caizzi -. Realisticamente non possiamo pensare di recuperare tutto, ma tenteremo di limitare i danni, anche se dipenderà dall’andamento dei prossimi mesi.
La quota del fatturato complessivo annuale del settore alberghiero fino allo scorso anno oscillava tra gli 800 milioni e un miliardo di euro, quindi, la perdita stimata nel 2020, secondo le nostre valutazioni, oscilla tra i 150 ed i 300 milioni di euro».
E fortuna che la Puglia, almeno secondo i dati raccolti da Swg per conto di Puglia- promozione attraverso un’indagine demoscopica, risulta la prima destinazione scelta dai turisti italiani, verso la quale è orientato il 16 per cento degli intervistati e il 21 per cento di coloro che intendono prossimi mesi. La quota del fatturato complessivo annuale del settore alberghiero fino allo scorso anno oscillava tra gli 800 milioni e un miliardo di euro, quindi, la perdita stimata nel 2020, secondo le nostre valutazioni, oscilla tra i 150 ed i 300 milioni di euro».
E fortuna che la Puglia, almeno secondo i dati raccolti da Swg per conto di Puglia- promozione attraverso un’indagine demoscopica, risulta la prima destinazione scelta dai turisti italiani, verso la quale è orientato il 16 per cento degli intervistati e il 21 per cento di coloro che intendono
viaggiare in Italia 0 che non hanno ancora deciso di farlo. L’indagine conferma, tra l’altro, il dato posto in evidenza da Federalberghi, secondo cui va per la maggiore il turismo balneare.
I turisti orientati a fare vacanza in Puglia prediligono tranquillità, natura e relax, mentre emerge meno voglia di movida e viaggi itineranti rispetto agli anni precedenti. Le destinazioni balneari sono quindi le più gettonate, in particolare Salento e Gargano. Il 56 per cento dei turisti che scelgono la Puglia optano per una meta stabile, al massimo con qualche occasionale escursione, nonostante ciò non mancano motivi di preoccupazione tra gli addetti ai lavori.
« Il rischio che la crisi possa portare anche alla cessione di interi pacchetti azionari delle imprese nelle mani della criminalità, a mio avviso, è concreto», ragiona Francesco Caizzi. E puntualizza: «Non è un caso nelle prefetture questo tema sia stato già toccato».
La Puglia, comunque, sembra pronta a gestire la prevista ondata agostana di turisti, soprattutto italiani. «Speriamo in un agosto positivo che consenta un ulteriore recupero - aggiunge il numero imo pugliese di Federalberghi -. Vanno bene le strutture alberghiere della costa, meno quelle cittadine. I villaggi, però, sono stati quasi costretti ad aprire perché restare chiusi avrebbe significato andare incontro a perdite ancora più consistenti. Una grossa struttura ha bisogno di manutenzione continua ed è impensabile che rimanga chiusa per più di 16 mesi.
Malgrado tutto io non sono pessimista. Puntiamo a salvare la stagione nel 2020, anche perché - conclude Francesco Caizzi - programmi a lunga scadenza non se ne possono fare».
Antonio Della Rocca
corrieremezzogiorno
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