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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi di Dicembre 2020

VIESTE – Mercato quindicinale, tutte le date del 2021 Il Dic 22, 2020 292

Post n°27442 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

VIESTE – Mercato quindicinale, tutte le date del 2021 

 
292
 

PREMESSO CHE con Delibera di C.C. N° 9 del 01.02.2002 è stato approvato il Regolamento per il funzionamento del mercato quindicinale;
CHE, come previsto dall’art. 3 della succitata Delibera di C.C., il mercato quindicinale su posteggio di tipo “A”, che ha luogo nell’area di parcheggio del L.re Europa di questo centro urbano, si svolge nel lunedì ricadente a metà e fine di ogni mese;
CHE gli artt. 3 e 29 del Regolamento in argomento, prevedono che l’Amministrazione Comunale, all’inizio di ogni anno, dirami il calendario valevole per tutto l’anno di tutti i mercati che si terranno durante tale periodo;

 

(Omissis)

 

Ciò premesso
DETERMINA
per le ragioni espresse in narrativa,

 

– DI STABILIRE, nel modo seguente, il calendario di tutti i mercati che si terranno durante l’anno 2021:

 

GENNAIO – giorni 11 e 25;

 

FEBBRAIO – giorni 15 e 22;

 

MARZO – giorni 15 e 29;

 

APRILE – giorni 12 e 26;

 

MAGGIO – giorni 10 e 31;

GIUGNO – giorni 14 e 28;

 

LUGLIO – giorni 12 e 26;

 

AGOSTO – giorno 30;

 

SETTEMBRE – giorni 13 e 27;

 

OTTOBRE – giorni 11 e 25;

 

NOVEMBRE – giorni 15 e 29;

 

DICEMBRE – giorni 13 e 27;

 

– DI PARTECIPARE il contenuto del presente atto alle Associazioni di categoria degli esercenti del mercato quindicinale e alla cittadinanza a mezzo dei media locali;

 

Il Dirigente

 

Ing. RAGNO VINCENZO

 
 
 

VIESTE – Fondazione Turati: Natale solidale, un buono spesa di 100 euro per tutti i dipendenti Il Dic 22, 2020 152 Condividi

Post n°27441 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

VIESTE – Fondazione Turati: Natale solidale, un buono spesa di 100 euro per tutti i dipendenti 

 
152
 

Un segnale concreto di solidarietà al posto delle consuete cene aziendali e delle strenne natalizie. Dopo un anno estremamente complicato per la società e l’economia in generale, la pandemia impone ora modalità diverse anche per vivere le festività. Ecco che la Fondazione Filippo Turati e AgrabahFondazione Raggio Verde hanno deciso di sostituire ai tradizionali momenti conviviali e all’usuale, piccolo regalo ai dipendenti un buono di acquisto del valore di 100 euro, che potrà essere speso in botteghe e negozi di vicinato appartenenti ai comuni nei quali la Fondazione Turati e Agrabah hanno le proprie sedi (dunque a Pistoia, Vieste, Zagarolo e San Marcello Piteglio).

«Un modo, questo, per esprimere vicinanza ai nostri operatori e professionisti sanitari, che hanno dovuto fronteggiare, con sacrificio e abnegazione, un periodo impegnativo come non mai – spiega il presidente della Fondazione Turati, Nicola Cariglia – così come alle aziende dei nostri territori, soprattutto quelle più piccole, colpite da una crisi durissima. Un gesto che vuole anche simboleggiare, nonostante una situazione difficile per tutti, la necessità di unire le forze per lanciare un messaggio di speranza e solidarietà, condizione essenziale per la ripresa, anche economica, del Paese».

 
 
 

L’eccezionale congiunzione tra Giove e Saturno sui cieli di Vieste Il Dic 22, 2020 125

Post n°27440 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

L’eccezionale congiunzione tra Giove e Saturno sui cieli di Vieste 

 
125
 
 

Un abbraccio tra due pianeti che si attendeva da quattro secoli. Nel giorno del Solstizio d’inverno, ieri, 21 dicembre, anche sui cieli di Puglia si è potuta ammirare la congiunzione tra Giove e Saturno. Un evento rarissimo, catturato a Vieste, nel Foggiano, da Nunzio Micale, presidente del Gruppo astrofili dauni, con una specifica attrezzatura. L’ultima volta che si è osservata la congiunzione è stato nel 1623 e per rivederla ci sarà da attendere nuovamente molto. “Per una congiunzione così stretta tra Giove e Saturno bisognerà attendere il 15 marzo del 2080 – spiega Micale – il successivo ancora nell’anno 2417”. Ma non tutto: “Nei prossimi giorni assisteremo all’allontanamento prospettico dei due astri – aggiunge – magari chi ha perso il momento clou di questo evento per via delle condizioni meteo è ancora in tempo per osservare questo ‘bacio’, rivolgendo lo sguardo a sud-ovest dopo il tramonto”. (fonte: La Repubblica)

 
 
 

Turismo, Masi: “In arrivo ristori, ossigeno per il settore” Si tratta di oltre 10.000 finanziamenti che la banca d'Italia inizi

Post n°27439 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

Turismo, Masi: “In arrivo ristori, ossigeno per il settore”

Si tratta di oltre 10.000 finanziamenti che la banca d'Italia inizierà ad erogare nei prossimi giorni.

AUTORE

ROMA, 22 DIC – “Nelle prossime ore verranno erogati i contributi a fondo perduto per gli operatori del turismo. Un’importante boccata d’ossigeno per un settore martoriato dalla pandemia.

Gli uffici della direzione turismo del ministero infatti hanno espletato tutte le pratiche per i ristori per agenzie di viaggio e altre categorie previste dal fondo emergenza turismo.
Si tratta di oltre 10.000 finanziamenti che la banca d’Italia inizierà ad erogare nei prossimi giorni.
È importante non mollare la presa e tenere sempre alta l’attenzione sulle problematiche di questo comparto, vitale per il nostro Paese. Ecco perché, continuerò ad insistere affinché tutto il settore venga compreso nel prossimo decreto ristori e, per il momento, continuerò a monitorare questa situazione, affinché tutte le erogazioni vengano fatte in tempi brevi”.
Lo dichiara la deputata del MoVimento 5 Stelle in commissione Attività produttive, Angela Masi.
On.Angela Masi – Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo
Camera dei Deputati

 
 
 

Continua il “cammino di luce” del pellegrino spagnolo Francisco Sancho In questi giorni in Francia

Post n°27438 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

Continua il “cammino di luce” del pellegrino spagnolo Francisco Sancho

In questi giorni in Francia, continuerà il suo viaggio a piedi, con l’obiettivo di tornare a Santa Maria di Leuca a Pasqua 2021


Sarà un Natale in cammino quello di Francisco Sancho, spagnolo di origine e vicentino d’adozione, che ha fatto del pellegrinaggio a piedi la sua espressione di vita cristiana. Con il suo cammino di fede sta toccando i principali luoghi sacri della Cristianità, ripercorrendo gli antichi sentieri dei pellegrini.

Era il 6 luglio 2019 quando iniziò il suo viaggio spirituale da Santa Maria di Leuca, con l’obiettivo di unire parte delle grandi “mete” europee della fede, sin dal Medioevo, creando un “Cammino di luce”.

Solo 10 giorni più tardi, dopo aver attraversato il Salento e il Barese, arrivò con la 15esima tappa in Capitanata, visitando prima Zapponeta e poi Monte Sant’Angelo.

“Eccezionale il territorio – ricorda ancora oggi il pellegrino – ma anche la sua gente. Fu una giornata lunga, molto calda e con un ultimo tratto veramente duro”.

È proprio nella città dell’Arcangelo Michele che Francisco Sancho incontrò i volontari dell’associazione San Michele Arcangelo, dei Fratelli di LINO (Loca et Itinera Narrationes et Orationes), dell’APS Il Mondo che vorrei e del Ce.S.eVo.Ca. di Castelluccio Valmaggiore che, tempo fa, hanno deciso di “adottarlo”, condividendo principi e motivazioni della sua missione.

“Abbiamo fornito a Francisco – spiega il Presidente del Centro Studi e Volontariato di Capitanata, Pasquale Marchese – un equipaggio termico e un piccolo sostegno economico per ‘accompagnarlo’ nel suo cammino nella natura, tra i tesori dell’arte, della fede e della storia. Si tratta di un importante itinerario culturale, che ricalca le tracce lasciate nei secoli, attraverso paesaggi incontaminati costellati di tesori artistici”.

Cammino di Luce LOG_edit Franco AlessandriCammino di Luce LOG_edit Franco Alessandri

 

“Grazie al suo diario quotidiano pubblicato sui social anche noi entriamo in contatto con le tradizioni dei luoghi che visita. È, allo stesso tempo, un viaggio interiore, un percorso dello spirito che progettiamo di raccontare con una mostra fotografica, appena possibile. In collaborazione con ERA Foggia, inoltre, stiamo cercando di equipaggiarlo di una apparecchiatura radio che possa consentirgli di restare in comunicazione nei luoghi più impervi e nelle difficoltà del momento storico”.

“Nel corso del mio viaggio di luce, per ben due volte – racconta Francisco, impegnato nei giorni scorsi in un ritiro spirituale ignaziano nel Convento di Saint Paul, a Thiviers (Francia) – ho dovuto fermarmi a causa della pandemia. E, riscontrando le attuali difficoltà di mobilità in Europa, ho dovuto adattare il percorso”.

“Ho sempre creduto che il ‘cammino’ dia sempre ciò di cui hai bisogno nel momento giusto. Queste ultime settimane sono state complicate”.

Oltre all’inverno rigido, l’ospitalità in alcuni luoghi è praticamente inesistente. Tuttavia, il mio obiettivo resta quello di arrivare a Vézelay, salire fino a Parigi, Calais e poi, attraversando le Alpi, raggiungere Roma e ritornare Santa Maria di Leuca per Pasqua 2021. Nel massimo rispetto alla realtà attuale io non mollo…”.

 
 
 

Tra zona rossa e arancione l’occasione per riflettere Siamo infatti agli sgoccioli dell’Avvento e si avvicina il Natale.

Post n°27437 pubblicato il 22 Dicembre 2020 da forddisseche

Tra zona rossa e arancione l’occasione per riflettereSiamo infatti agli sgoccioli dell’Avvento e si avvicina il Natale. Quest’anno però sembra più una quaresima, non meno triste e pesante dell’altra Quaresima, quella di marzo

Michele Partipilo

21 Dicembre 2020

presepe

Foto d'archivio

Da oggi l’Italia entra in zona arancione. Colore insolito per il periodo e che non trova riscontro né in natura, dove dominano i toni brulli dell’inverno, né nelle tradizioni legate al rosso delle candele o al verde intenso degli abeti. La zona arancione è una stonatura che ci porterà ahimè verso la zona rossa dei tre giorni di Natale. Siamo infatti agli sgoccioli dell’Avvento, tempo per dedicarsi spiritualmente – e non solo – al Dio che si fa uomo. Quest’anno però sembra più una quaresima, non meno triste e pesante dell’altra Quaresima, quella di marzo. Non piace a nessuno, ma questo è il tempo che ci è dato di vivere.

È naturale cercare un capro espiatorio. Il governo incerto, i ministri incompetenti, gli scienziati litigiosi, i presidenti delle Regioni e i sindaci malati di protagonismo, gli ospedali male attrezzati, medici e infermieri insufficienti. La lista delle doglianze potrebbe continuare a lungo e tuttavia non servirebbe a cambiare la situazione, a darci un sorriso, a farci dimenticare la tristezza di vivere distanti da tutti, senza un abbraccio né una stretta di mano. Le responsabilità esistono, ma non vanno confuse con il «nemico», con il virus che ormai da un anno si è insinuato nell’esistenza di ciascuno, ovunque egli si trovi.

Del resto basta guardarsi intorno: altri Paesi, cui spesso sono tributati elogi per efficienza e capacità organizzativa, sono messi male al pari dell’Italia. Anzi, qualcuno anche di più. Allora bisogna rassegnarsi, anche se questo non vuol dire arrendersi.

Occorre accettare la sfida del presente e farsi carico dell’impegno a fronteggiarla al meglio, ciascuno nel suo piccolo e con le sue armi. Certo, è difficile non perdere la testa quando vedi andare in fumo i sacrifici di una vita per aprire un bar, gestire un negozio, lanciare un ristorante, avviare un agriturismo. Su questo fronte si può fare molto, non solo con gli aiuti di Stato, ma anche inventandosi forme nuove di servizi e di commerci. In fondo le scoperte sono arrivate quasi sempre per caso, per rispondere alle esigenze del momento. Crisi per gli antichi greci voleva dire anche cambiamento. È quando siamo messi alla prova che riusciamo a dare il meglio di noi stessi, a scoprire energie che neppure pensavamo di possedere. Non basta implorare i contributi pubblici, che pure devono esserci, anche se sono debiti che stiamo caricando sulle spalle di figli e nipoti, occorre anche offrire idee e strategie, campo in cui noi Italiani possediamo una marcia in più data da fantasia e creatività.

L’altro giorno nel consueto appuntamento nella Cattedrale di Napoli, non si è «sciolto» il sangue di San Gennaro. In molti vi hanno tratto segni di allarme e preoccupazione. La tradizione vuole che il mancato prodigio sia un cattivo presagio. È curioso che anche chi abitualmente afferma di non credere al «miracolo» ora se ne preoccupi. È la fragilità umana che viene a galla in momenti come questi, quando vacillano le certezze date dalla routine quotidiana, dall’illusione di governare le nostre vite, dalla presunzione di poter essere padroni del nostro tempo. E invece scopriamo all’improvviso che non è così e che anche Scienza e Tecnica, dispensatrici di tante certezze, ora annaspano, vagano a vista, procedono più per congetture che per confutazioni.

Se questo stramaledetto virus, che ha lastricato di cadaveri e privazioni i nostri giorni, potrà avere un merito sarà quello di averci ricordato i nostri limiti. L’ha fatto nella maniera più violenta e paradossale possibile: un invisibile microrganismo per tenere sotto scacco l’umanità. Dovremo riflettere su questo per mutare la nostra concezione di persone al centro della natura. Il Covid insegna che possiamo essere solo persone «nella» natura, ovvero mettendo da parte l’istinto dominatore esaltato dal progresso tecnologico e scientifico. Occorre recuperare una funzione mitigatrice della morale e della religione. Stare un po’ più soli in queste feste magari ci aiuterà a farlo e forse anche a farci capire la solitudine di chi da molti anni vive ogni giorno in solitudine.

Non si tratta di recuperare una funzione consolatrice della religione, che pure ha, ma di chiedersi perché religioni come il cristianesimo e l’ebraismo vanno avanti da migliaia di anni. A questo proposito due sottolineature di fatti certamente minimi, ma rivelatori della mentalità che cambia. Il primo.

Da qualche tempo ha preso piede la moda importata dagli Stati Uniti di indicare l’anno leggendo la doppia cifra: questo che resta ancora per pochi giorni è il venti-venti, cui seguirà il venti-ventuno. Un vezzo? Certamente, ma anche la cancellazione di un terminus a quo, del punto di partenza che ha sconvolto l’umanità, poiché venti-venti è una cifra anonima, un numero insignificante con una mera funzione ordinatrice, come il bigliettino della fila dal salumiere.

Il secondo è racchiuso in questa voglia della Chiesa cattolica di aggiornare i sacri testi. Operazione forse lodevole sul piano culturale, ma che non tiene conto del vissuto delle persone e, talvolta, neppure della comunicazione.

Durante la messa della «notte» di Natale sarà letto il salmo 9 del profeta Isaia, quello che comincia così: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce…». Bene, per la prima volta chi andrà a messa ascolterà la nuova versione: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce…». Un passato prossimo invece di un passato remoto. Per aderenza alla versione originale si dirà. Peccato, perché quel passato remoto recava un alone di certezza, era perentorio, potente. Il passato prossimo colloca ogni azione nella quotidianità effimera. Non è un caso se il giornalismo da tempo ha messo da parte il passato prossimo, privilegiando il cosiddetto «presente storico» o, appunto, il passato remoto.

Piccole cose, piccoli pensieri che passano per la mente quando si è costretti a stare in casa dalla zona arancione.

 
 
 

ATLETICO VIESTE – Con Giulio Sciretta completato il trittico dei portieri, preparatore Pasquale Bua Il Dic 21, 2020 93

Post n°27436 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da forddisseche

ATLETICO VIESTE – Con Giulio Sciretta completato il trittico dei portieri, preparatore Pasquale Bua 

 
93
 

Il Gruppo Sportivo dell’Atletico Vieste comunica di “aver raggiunto l’accordo con il calciatore Giulio Sciretta. Classe 1998, Sciretta, ha iniziato la sua carriera calcistica con la Berretti del Foggia per poi passare in Lega Pro al Melfi. Dopo l’esperienza in terra federiciana, si trasferisce quindi a Lavello (Eccellenza lucana) nella sessione di mercato invernale. Due anni fa, a Ripacandida ha contribuito alla salvezza della squadra, nonostante il brutto infortunio che lo ha costretto a restare fermo per alcuni mesi, mentre nella passata stagione ha vestito nuovamente la casacca del Lavello.

 

Nonostante la giovane età, già diverse importanti esperienze per l’estremo difensore che affiancherà nel reparto dei portieri il classe 2001 Simone Equestre e Francesco Innangi.

 

Il calciatore è già a disposizione di mister Francesco Sollitto in vista della ripresa del campionato”.

E sempre il Gruppo Sportivo dell’Atletico Vieste “è lieto di annunciare il ritorno di Pasquale Bua che, a partire dalla giornata odierna, ricoprirà il ruolo di preparatore dei portieri e di allenatore in seconda.

 

Per l’ex portierone non c’è bisogno di presentazioni, autentica bandiera del club della sua città, dopo una vita trascorsa a difendere i pali biancocelesti, Bua spinto fortemente da mister Sollitto torna nella squadra che lo ha visto crescere dopo l’esperienza vissuta alla guida dell’USD Vieste nel campionato di Seconda Categoria.

 

A Pasquale il più grande in bocca al lupo per questa avventura, certi che con il suo carisma e la sua personalità darà un grandissimo contributo alla causa”.

 
 
 

VIESTE – Piazzale Paolo VI: spostato il mercatino della frutta, ancora proteste sul taglio dei pini Il Dic 21, 2020 103

Post n°27435 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da forddisseche

VIESTE – Piazzale Paolo VI: spostato il mercatino della frutta, ancora proteste sul taglio dei pini 

 
103
 

Spostato a domani mattina, per questioni tecniche, l’inizio dei lavori di riqualificazione del piazzale Paolo VI, a latere del campo sportivo comunale “Riccardo Spina”.

L’area, intanto, è stata liberata e delimitata, al fine dell’allestimento del cantiere. Per questa ragione, così come previsto da apposita ordinanza del sindaco, Giuseppe Nobiletti, il mercatino quotidiano di frutta e ortaggi, è stato momentaneamente allocato nel piazzale Jenner, dove si svolge quello estivo. Trattandosi del primo giorno, non sono mancati alcuni inconvenienti riferiti, anche, ad assembramenti in tema di disposizioni anticovid. Non è escluso, a questo proposito, che l’Amministrazione comunale predisponga degli aggiustamenti, al fine di rendere l’accesso più sicuro e ordinato. Contestualmente è stata spostata anche la vendita di prodotti ittici, fatta convergere sul piazzale del porto peschereccio. Ma anche pescatori e commercianti del pesce hanno manifestato talune perplessità vista la poca affluenza di avventori, per cui hanno chiesto all’Amministrazione una diversa collocazione. E’ del tutto evidente che si tratta di provvedimenti provvisori e di emergenza, al fine di consentire l’esecuzione dei lavori al piazzale Paolo VI. Per i quali non si placano le polemiche di taluni cittadini contrati, in particolare, alla sostituzione dei pini con altro tipo di piante. Oltre a rappresentanti del WWF, sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera comunale di minoranza del  M5S, Mariateresa Bevilacqua, la quale con una nota diffusa alla stampa, evidenzia che  “l’abbattimento di questi alberi non è, a parere mio e di molti altri cittadini, necessaria per l’esecuzione dei lavori nel piazzale Paolo VI, potendo ripulire del radici dall’asfalto senza l’intervento di quella ruspa, che le reciderà al 70%. Non è credibile – a parere di Bevilacqua – che quei pini non possano essere salvati, perché simili interventi per situazioni analoghe sono stati eseguiti senza abbattimenti di alberi in altri Comuni d’Italia. Mi duole constatare, altresì, che questa area verde, pur essendo soggetta al vincolo del Parco Nazionale del Gargano, non abbia ricevuto la dovuta attenzione, in termini di tutela, da parte del Presidente del Parco Pazienza, il quale non ha fornito alcun parere amministrativo, pur essendo stato richiesto dal Comune di Vieste. E’ proprio a causa del silenzio degli organi deputati alla tutela ambientale e dell’insensibilità amministrativa sui temi ambientali – aggiunge la consigliera pentastellata – che oggi assistiamo ad una partecipazione attiva da parte dei cittadini viestani, i quali cercano di manifestare la propria contrarietà ad un abbattimento ingiustificato. Questi interventi, inoltre, sono stati finanziati con fondi del Distretto Urbano del Commercio, per l’accesso ai quali il Comune ha dichiarato che piazzale Paolo VI è un’area mercatale. Ebbene – sostiene Bevilacqua – considerato che quell’area non possiede alcun requisito previsto per le aree mercatali, mi chiedo se sia possibile definirla tale. A tanto si aggiunga che i lavori di sistemazione dell’area non la renderanno area mercatale, ma solo e soltanto un’altra area di parcheggio cittadino. Da cittadina, attivista e portavoce del M5S – conclude – esprimo, quindi, il massimo sdegno per questa opera di privazione del verde nella mia città, associandomi al coro di cittadini attivi che stanno cercando di contrastare questo scempio ambientale”.

 

Per completezza d’informazione, vale la pena sottolineare che la sostituzione dei pini con altre specie di piante, ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza ai beni ambientali, con parere del 26 ottobre scorso.

 
 
 

Il giudice Francesca Stilla porta in TV “Emily06, ragazzi nella rete” Ad aprire la trasmissione odierna è stata Paola Saluzzi

Post n°27434 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da forddisseche

Il giudice Francesca Stilla porta in TV “Emily06, ragazzi nella rete”

Ad aprire la trasmissione odierna è stata Paola Saluzzi, presentatrice e giornalista presso varie e importanti testate e programmi televisivi di ieri e di oggi

Gargano, 21 dicembre 2020. Francesca Stilla, giudice del Tribunale per i Minorenni di Roma, è entrata in magistratura all’età di 27 anni. Qualche giorno fa è stata protagonista principale nella trasmissione L’Ora solare su TV 2000, seguitissima emittente della Conferenza Episcopale Italiana, diretta fino allo scorso anno dall’amico di chi scrive Lucio Brunelli, giornalista vaticanista di prim’ordine, animatore del progetto La grande Statua di San Pio di Rignano, non più realizzato per subentrate difficoltà. Per via di pensionamento ora il testimone direzionale della predetta testata  TV è passato al giornalista Vincenzo Morgante.

Ad aprire la trasmissione odierna è stata Paola Saluzzi

Ad aprire la trasmissione odierna è stata Paola Saluzzi, presentatrice e giornalista presso varie e importanti testate e programmi televisivi di ieri e di oggi. Entrambe hanno colloquiato con speditezza, quasi che fossero in amicizia da tempo. E lo erano per davvero, come ha confessato ad un certo punto la stessa conduttrice, richiamandosi ad un resoconto televisivo tenuto in San Giovanni Rotondo, in occasione della beatificazione di San Pio, quando la Stilla era ancora studentessa di diritto all’Università di Bari. Da qui il ‘darsi del tu’ è stato consequenziale. Dopo le prime schermaglie di carattere autobiografico, come la vocazione a giudice, il superamento del concorso e i valori famigliari si è passato al tema della giornata, ossia al volume romanzo “Emily 06, ragazzi nella rete” di cui l’interessata  è autrice assieme a Pierluigi Marconi, psichiatra, Rosella Puzzuoli , dirigente scolastico, Simona Petrozzi, esperta di web reputation e Rosamaria Scogniamiglio, psicologa.

Francesca Stilla SammarcoRepubblicaCopertinaFrancesca Stilla SammarcoRepubblicaCopertina

Si tratta di un romanzo verista dei nostri tempi. Infatti, esso nasce dall’incontro di professionisti impegnati a incontrare giovani adolescenti intrappolati nel disagio affettivo e relazionale, dovuto all’avvento del cyber bullismo, del bullismo, dello stalking, della pornografia adolescenziale, ecc.  che pone sullo stesso piano vittime ed oppressori.

Il testo, prefato da Caterina Chinnici, giudice ed europarlamentare (figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983), coordinato e curato da Raffaele Focaroli,  denuncia la crisi della relazione umana

Il testo, prefato da Caterina Chinnici, giudice ed europarlamentare (figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983), coordinato e curato da Raffaele Focaroli,  denuncia la crisi della relazione umana e sociale e l’eccessiva distanza tra i ragazzi e le istituzioni.

Carenze,  ridotte negli ultimi tempi, grazie all’ingresso delle donne nelle professioni sopra richiamate, che ci hanno messo tutta la loro sensibilità femminile e materna nel comprendere e superare il disagio adolescenziale. Ed è per questo che, attraverso la forma narrativa il libro si fa capire non solo dai più giovani, ma anche dagli adulti, costituendo un ausilio prezioso per genitori, insegnanti e professionisti del settore psicoeducativo. Lo è  tanto da creare una vera e propria rete umana e di valori educativi e comportamentali, indispensabile in un periodo come il nostro dominato dai mass media e dal Web, strumenti  ben conosciuti ed usati da ragazzi sempre più piccoli.

Il volume, in vetrina dal mese di ottobre del corrente anno, per i tipi di Armando Curcio editore, risente della pandemia in atto da Covid -19. Anzi, ne costituisce un sottofondo musicale, pieno di dolore e di speranza. La giudice dal canto suo ci ha tenuto a sottolineare, oltre al suo essere donna, il ruolo di conciliatore di opposte esigenze, da una parte i soggetti che hanno sbagliato, dall’altra le vittime.

C’è poi la necessità dell’ottemperanza alla legge, facendo prendere coscienza ai trasgressori dell’errore  e nel contempo infondendo in essi la speranza del riscatto, attraverso l’espiazione della pena che diventa, in questo caso, necessaria e salvifica. Il segreto di tutto questo sta, come accennato,  nel guardare diritto negli occhi le persone, specie i ragazzi, conquistare la loro amicizia e nel contempo il loro affetto, per poi trasmettere la medicina educativa indispensabile per tacitare le loro preoccupazioni e riportarli alla gioia e felicità della vita normale. La conversazione in parola è stata seguita da tantissimi sammarchesi, suoi concittadini, che  nutrono  nei sui confronti  stima ed affetto  per il lustro che dà alla città.  Il libro “Emily06, ragazzi nella rete”è stato dedicato al beato Carlo Acutis, novello Tarcisio e ragazzo eroe del Web, deceduto a 15 anni per leucemia fulminante.

A cura di Antonio Del Vecchio, 21 dicembre 2020

 

 
 
 

Dante disse «Curre curre guagliò» L'autrice racconta l’esperimento di avvicinare i giovani all’«Inferno» Marilena Lucente 20 D

Post n°27433 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da forddisseche

Dante disse «Curre curre guagliò»L'autrice racconta l’esperimento di avvicinare i giovani all’«Inferno»

  
Dante disse «Curre curre guagliò»
 
 
 
 

Curre curre, guagliò. Mi viene in mente di notte. Mi sveglio di soprassalto e mi dico: “Devono tradurla in napoletano”. Devono sentirla sulla pelle, la Divina Commedia, si devono confrontare con il linguaggio, con le parole, con le sillabe. Fino all’ultima virgola. Forse è una follia, soprattutto con tanti stranieri in classe. Ma non è questo che facciamo tutti da qualche anno a questa parte? Attraversare lingue e volti diversi, sporgerci, cercare di afferrare parole, trovare un modo per incontrarci.

Non riesco più a prendere sonno. La poesia è struttura formale, espressione, ritmo, e soprattutto complessità. Perché non provarci? Perché non accettare una sfida più grande, uno scarto rispetto alla strada data, perché non lasciar perdere gli obiettivi minimi, per una volta, per un’ora alla settimana, e prenderci uno spazio di libertà? 25 Devono provare la fatica, l’impegno di Dante. Ha composto il poema per quattordici lunghissimi anni, di città in città, portandosi dietro i suoi libri e i suoi fogli – non abbiamo nemmeno un manoscritto di Dante, si è perso tutto – scrivendo incessantemente, con la pericolosità del viaggio – lui su un mulo, su un cavallo, i libri accanto, sul basto di un asino – la fatica di salire l’altrui scale, di dover servire questo o quel signore per avere una stanza dove leggere, pensare, trovare le rime giuste.

Scriveva i canti, li spediva agli amici, molti li affidava a suo figlio che li trascriveva e li mandava in giro per l’Italia. Forse pensando a Dante che scrive, all’impegno che ha richiesto la sua scrittura, anche loro sapranno trovare le parole giuste. Sceglierle attingendo a una lingua che ha dentro semplicemente tutto: canzoni, volti, poesie, strade, mare, il golfo di Sorrento, la terra del Vesuvio, ’e mille culure, ‘o sole mio, ‘e sciure ‘e maggio, ‘a Maronna, ‘e Mmarunelle, ‘e bbuone e ‘e malamente, tanto ll’aria s’ ha dda cagnà.

Quella lingua, che più di tutto è un modo di stare al mondo, quella lingua magnetica, magmatica, misteriosa, sguaiata, che ti tiene e certe volte ti soffoca. “Chella lengua nosta”, come dice Mirko che “fa sbarià malamente”.

Ci fa divertire così tanto da farci star male. È un ossimoro, sbarià malamente. Ma Mirko si offenderebbe se sapesse che ho usato questa espressione in riferimento al loro modo di parlare, ridere, giocare. I miei studenti si pensano e si vivono senza retorica, e di figure retoriche non ne vogliono proprio sapere. Non ho idea di cosa può diventare “chella lengua” presa dalla strada, dalle canzoni, dalla vita di tutti i giorni e portata in classe, chiamata a tradurre un poema. La loro “lingua madre”: “Che grandezza reale contiene questa espressione”, scrive Mario Luzi nei suoi Pensieri causali sulla lingua.

Il rapporto che abbiamo con la lingua è proprio 26 quello da madre a figlio, “e reciprocamente”. Questo inciso mi convince molto. Il napoletano ora non è più la lingua madre dei miei studenti, ma è la lingua – lingua e non dialetto, come in tanti chiedono di specificare – che ci circonda, che modella comunque le parole, i pensieri. Ancora Luzi: “La nostra sensibilità dipende anche dai toni, gradi, risvolti della lingua che suona intorno a noi e dentro di loro”. Cosa riusciranno a prendere i miei alunni di quello che suona intorno e dentro di noi? Curre, curre guagliò: glielo insegnano da piccoli a essere intrepidi, a non tirarsi indietro, a non aver paura di niente.

Persino loro non sarebbero gli stessi senza quella lingua, quelle voci, quelle canzoni che ascoltano dalla mattina alla sera. Ovviamente riconosco i rischi che io corro nel chiedere la traduzione di Dante, li vedo bene, uno per uno; a questi vanno aggiunti gli imprevisti che a scuola non mancano mai. Ogni traduzione è un tradimento, e questo lo abbiamo imparato da secoli di pratica e di critica, prima fra tutte quella crociana, che ha sempre sostenuto “l’impossibile speranza” di portare una lingua nell’altra. “Brutte e fedeli o belle e infedeli”, così Benedetto Croce definiva le traduzioni: strada facendo si perdono la musicalità delle parole, le sfumature del significato, lo sfondo culturale di riferimento, storico o geografico che sia. Ma quale testo è stato mai scritto per stare fermo, immobile, quasi fosse scolpito nella pietra? Ricordo a me stessa che negli ultimi anni la Divina Commedia è stata tradotta in ebraico, in arabo, in turco, in bengali e in cinese.
E delle sette mila parole che compongono il vocabolario di Dante, l’ottantasei per cento conserva il significato attuale. 27 “Tradurremo la Divina Commedia in napoletano”, ho detto la mattina entrando in classe. Superati, e non del tutto, i dubbi personali, devo affrontare la classe: chiedere agli studenti di tradurre in napoletano mi espone al pericolo di semplificazione, trasformando tutto in una “pazziella”. A Napoli si dice: “’A cunferenza è ‘a mamma d’ ’a mala criànza”. La confidenza è la madre della maleducazione, ovvero, quando si conosce bene qualcuno, troppo facilmente si diventa scostumati e irrispettosi.

Entrare in confidenza con Dante può favorire la parodia, dare il consenso a farsi beffe dei suoi testi e della sua biografia. Non me lo perdonerei.
Mi allontanerebbe dal desiderio di attraversare quelli che Maria Corti chiama “i percorsi dell’invenzione”, i modi in cui un pensiero poetico si trasforma in poesia, come cioè le immagini della mente approdano al linguaggio. La traduzione, nelle mie intenzioni, può fargli capire, attraverso la pratica, che ogni scrittura – non solo quella poetica – è decisione, scelta, strada presa. Andando avanti le scelte diventano via via più limitate e per questo più difficili, più belle, più interessanti. La traduzione è un laboratorio di lingua e di pensiero. Dante ha scelto parole per 14.223 versi. “Dante è infinito”, quante volte me lo hanno detto i miei alunni, ora con ammirazione, ora con stanchezza. Per me più che tradurre si tratterà di trasformare il senso di sconcerto che nasce da un dato numerico ai limiti della vertigine – gli oltre quattordici mila endecasillabi – in piacere della sfida, incontro con le parole. Fare esperienza vera, autentica, di linguaggio, ecco cosa mi piacerebbe veramente. Quella della Divina Commedia è una “lingua ibrida, vocale, sperimentale, scandalosamente espressiva” - così l’ha definita Vittorio Sermonti che Dante lo ha letto in tutto il mondo 28 - una lingua unica, che nessuno ha mai parlato, nemmeno ai tempi di Dante, una lingua sua, solo sua. E di tutti quelli che leggono Dante. Tradurre in napoletano, piuttosto che fare la parafrasi mi dà modo di sospendere, almeno per qualche ora della mia vita scolastica, la presenza invasiva e invadente di Google, “l’amico che non ti abbandona mai”, come lo definiscono i miei alunni, oppure, come sostengono più prosaicamente altri, il posto dove trovare “’o cocco ammunnato e bbuono”, dove c’è già tutto, non c’è bisogno di sforzarsi.

Il cocco parafrasi, ma anche il cocco analisi del testo, il cocco commento, il cocco che l’insegnante pretenderà da te all’interrogazione di domani mattina.

Ed è pure ammunnato, reso più morbido, dunque buono, passabile, diciamo. Non c’è bisogno di capire, nemmeno di conoscere. Basta copiare. “Basta copiare…”, dicono loro, con sguardi di intesa. “Basta copiare!”, dico io, senza lasciargli il tempo di replicare. “Tradurremo la Divina Commedia in napoletano. Anzi, più precisamente, voi tradurrete la Divina Commedia in napoletano”. Non siamo i primi a farlo. Ma è comunque la nostra prima volta. Più di tre secoli fa la Gerusalemme liberata di Tasso venne “votata a llengua nosta” da Grabiele Fasano e “dda lo stisso appresentata a la Llostrissima Nobeltà Nnapoletana”.

“Sta mille euro su ebay”, specificano i miei alunni quando gli racconto di questo particolare esperimento di un uomo coltissimo che animava la vita culturale napoletana ma che si confrontava, via via che la traduzione procedeva, soprattutto con gli intellettuali fiorentini. Ovviamente sono andati subito su Google a curiosare. “Allora pure noi ci facciamo i soldi con la traduzione della Divina Commedia in napoletano”. 29 “Ma no, certo che no”. Continuo invece a raccontagli di Eduardo De Filippo che un anno prima di morire aveva tradotto in napoletano del Seicento La tempesta di Shakespeare, e prima ancora aveva riscritto in dialetto e portato in scena

Il berretto a Sonagli di Pirandello. È lunghissimo l’elenco degli artisti che si sono sperimentati traducendo i sonetti del Bardo, l’Odissea, la Bibbia, Il Cantico dei cantici. Anche del Piccolo principe esiste una versione partenopea – O’ Princepe Piccerillo – e pure Alice ‘int’ ’o Paese d’ ’e Meraveglie.

 
 
 

Ok alla cassa integrazione per gli autonomi, fino a 800 euro Potranno richiederlo le partite iva aperte da almeno 4 anni.

Post n°27432 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da forddisseche

Ok alla cassa integrazione per gli autonomi, fino a 800 euro

Potranno richiederlo le partite iva aperte da almeno 4 anni.

(ANSA) – ROMA, 20 DIC – Via libera della commissione Bilancio della Camera all’emendamento riformulato che introduce la cig anche per i lavoratori autonomi: l’Indennità di continuità reddituale e operativa prevede un assegno tra 250 e 800 euro al mese per 6 mesi per chi abbia subito perdite del 50% nei tre anni precedenti e dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro.

Potranno richiederlo le partite iva aperte da almeno 4 anni.

Camera dei deputati (St)

 
 
 

La Puglia crede nella ricerca scientifica: quanto è stato raccolto Fino al 31 dicembre sarà possibile continuare a donare chiam

Post n°27431 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da forddisseche

La Puglia crede nella ricerca scientifica: quanto è stato raccolto

Fino al 31 dicembre sarà possibile continuare a donare chiamando da rete fissa o inviando un sms al numero solidale 45510.

Roma, 20 dicembre 2020 – È terminata ieri sera la trentunesima edizione della Maratona di Fondazione Telethon sulle reti Rai. Ancora una volta gli italiani hanno dimostrato non solo la grande fiducia nei confronti di Fondazione Telethon, ma anche nella ricerca scientifica di eccellenza, in un anno segnato dall’emergenza coronavirus.

Con l’edizione della Maratona conclusa ieri, si sono chiuse le celebrazioni dei trent’anni dalla nascita della Fondazione, che nell’ultimo anno ha raccolto la significativa cifra di 46.218.821€ che sarà destinata a sostenere e finanziare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

Siamo orgogliosi della fiducia che gli italiani hanno riposto nei nostri confronti anche quest’anno, in un momento particolare in cui il Covid-19 ha insegnato a tutti noi cosa significhi soffrire per una malattia che conosciamo poco e per la quale non ci sono cure disponibili. Anche per il Covid-19, così come per le malattie genetiche rare, la risposta verrà dalla ricerca scientifica – ha dichiarato Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – Quest’anno più che mai, quindi, vogliamo ringraziare di cuore tutti i donatori, sia quelli che si sono stretti intorno a noi durante la settimana di sensibilizzazione sia chi ci supporta durante l’anno, per la loro generosità che ci permette di sostenere il nostro impegno nella ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. La Maratona di quest’anno ci ha avvicinato ancora di più a entrare nelle case degli italiani permettendoci di raccontare con chiarezza che la ricerca scientifica è una grande impresa al servizio del benessere delle persone.”

Il dato complessivo relativo alla raccolta fondi racchiude il numero finale delle donazioni derivanti dal numero solidale 45510, le generose donazioni delle tante aziende partner, l’impegno dei numerosi volontari della Fondazione sul territorio, le campagne, quest’anno online, per distribuire il Cuore di cioccolato, i fondi derivanti dalle firme a favore di Telethon del 5×1000 di un anno, la raccolta derivante dai lasciti testamentari, le donazioni continuative che oltre 100.000 donatori scelgono di dedicare al programma IO ADOTTO IL FUTURO, quelle di tutte le persone che donano attraverso il bollettino postale, il sito internet e lo shop solidale durante tutto l’anno.

I risultati raggiunti non sarebbero stati possibili senza il grande sostegno di RAI, sui canali televisivi, radiofonici e web, e di partner come BNL Gruppo BNP Paribas, presente ogni giorno da 29 anni insieme alle Società del Gruppo.

Anche quest’anno DHL è stato vettore ufficiale della campagna di piazza con il Cuore di cioccolato. Fino a febbraio 2021 sarà ancora possibile scegliere il Cuore di cioccolato di Fondazione Telethon su Amazon attraverso la pagina amazon.it/cuoritelethon. I Cuori di cioccolato arriveranno a casa grazie al contributo dei partner CNH industrial e BNL Gruppo BNP Paribas.

AZ e Oral-B, BNP Paribas Cardif, Bofrost, CARGEAS Assicurazioni S.p.A, CNH Industrial, Esselunga, Farmacie UniClub, Ferrarelle, Findomestic, FPT Industrial, Italo, Marionnaud, Satispay, Sofidel, Telesia, Think About Srl e VIVIgas Energia, inoltre, sono scesi in campo con diverse iniziative di raccolta fondi a favore della Fondazione, per dare il proprio contributo alla ricerca.

Il numero solidale: 45510

Dal 1° al 31 dicembre 2020 è attivo il numero solidale 45510.

Il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. È possibile donare anche chiamando da telefono fisso: TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali (5 e 10 euro); TWT, Convergenze e PosteMobile (5 euro)

Donazione con carta di credito

I possessori di carte Visa, MasterCard e American Express possono fare la loro donazione sia online sia chiamando Telethon al numero 06 44015727 oppure telefonando al numero verde 800 11 33 77 da telefono fisso dal 1° al 31 dicembre (02 34980666 dai cellulari e dall’estero).

Come continuare a sostenere Fondazione Telethon

È possibile sostenere Fondazione Telethon tutto l’anno attraverso il sito web con una donazione (www.telethon.it/sostienici/dona-ora/) o scegliendo un prodotto solidale (shop.telethon.it/), oppure sottoscrivendo il programma di donazione regolare Io adotto il Futuro (www.ioadottoilfuturo.it/).

Fondazione Telethon

Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 556 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.700 progetti con 1.630 ricercatori coinvolti e più di 580 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è prossima alla registrazione anche per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, ed è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

Per maggiori informazioni: Ufficio stampa – HAVAS PR Milan

 
 
 

Noemi Frattarolo: “Appello per raccolta coperte e calzettoni uomo, per Borgo Mezzanone”

Post n°27430 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da forddisseche

Noemi Frattarolo: “Appello per raccolta coperte e calzettoni uomo, per Borgo Mezzanone”

"Si accettano anche indumenti invernali come giubbotti, sciarpe, cappelli, guanti e scarpe uomo, già selezionati e in buono stato."

 
 
 

Manfredonia. Suggestivo presepe dell’Associazione Italiana “Amici del Presepe” (foto) Progetto del professore Sante De Biase En

Post n°27429 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da forddisseche

Manfredonia. Suggestivo presepe dell’Associazione Italiana “Amici del Presepe” (foto)

Progetto del professore Sante De Biase

Ennesima magia altra progettuale presepiale dell’esimio artista professore Sante De Biase. Nonostante colpito, solcato profondamente il suo animo da immenso, pungente dolore, per la tanto improvvisa, immatura scomparsa del suo amatissimo fratello Antonio, strappato, in silenziosa violenza, ai pentagrammi stellati di arie, romanze, di sinfonie da lui magistralmente riscritte a partiture fantasiosamente originali, e Sante a celare mestizie antiche e dolori indicibili, ma non a pietrificare il suo assai elevato senso artistico, pur in linfe tanto malinconiche quanto immaginose, ha cacciato dal suo cilindro creativo, in fase progettuale, un fantastico architettonico paesaggio di poesia urbanistico-popolaresca, a coloritura realistico-fiabesca, quello degli antichi borghi, suggestivamente scolpiti dalle intemperie muschiose del tempi nelle sue stravolgenti varianti teatrali, volte in maliosa visione dall’egregio artista De Biase, incline e capace di mirabile duttilità poliedrica nello sventare le insidie dei materiali da convergere in tanto armoniose fatture, quasi tirate fuori dalle prigioni del cieco caos, per restituirle e consegnarle all’Arte.

Disegno assai preciso, il suo progetto presepiale, in prospettive millimetricamente fugaci all’occhio, che ne insegue i suoi impicciolimenti, lasciati andare fuggitivi al “Nulla”, immaginato ad infinito coscrivibile in antonomasia nebulosa. E così lo sparuto agglomerato rurale, al di fuori di mura cittadine, in incanto di immaginazione, e in addossamento rupestre, si inerpica e si distende e si allarga a splendidi sbalzi di altezze misurate a prospettive fantasiose, ma centellinate ad arte, che è scienza e non lo è, se non a fughe che, per estro artistico, sfuggono, e talvolta sfuggono a decodificazioni e regole, per sconfinare nella poesia e nell’elegia, che riposano nel silenzio del mistero. E qui che si staglia luminosissima la misera capanna della Natività, in stile arabo, campeggiare, nella magia del borgo, in acquietamento distanziatore di miserie e affanni, ricacciati chissà dove, ma non più ammessi in quest’aura innefabile del Divino, che permea e avvolge tutto il paesaggio, nel quale è stata inserito l’Avvento e la venuta del Bambinello nella greppia stellata, avvolto in panni e fiati celesti.

Presepe allora splendido, così artisticamente realizzato, dall'Associazione Italiana Presepe allora splendido, così artisticamente realizzato, dall’Associazione Italiana “Amici del Presepe”.

Presepe allora splendido, così artisticamente realizzato, dall’Associazione Italiana “Amici del Presepe”. Sez.di Manfredonia, su progetto dell’artista Sante De Biase, anche con la sua collaborazione diretta , quando richiesta. Ma l’Associazione, che organizza annualmente la mostra dei presepi, non è stata da meno nella realizzazione e costruzione , in esecuzione artistica, di questo delizioso presepe. È questa l’edizione n.24 , funestata dal covid 19, un demonio schizzato fuori chissà da quale profondità degli inferi del progresso e del benessere mistificanti, ma l’Associazione, dopo aver preso, molto a malincuore, ma assai necessaria, la decisione di non organizzare la solita mostra, nel ribellismo della Speranza, e nel pieno rispetto delle restrizioni anti covid, ha stabilito di allestire un unico presepe, progettato e disegnato dal Maestro De Biase, da collocarlo in bella mostra nella vetrina del bar “In Piazzetta” , che si affaccia nella strettoia che va dalla chiesa di San Domenico, e si spalanca nella vociante ex Piazzetta Mercato, tal che palco reale, sovrastante l’area portuale e le lontananze dell’azzurra marina perdersi all’orizzonte.

La realizzazione del presepe, ben curata nel grande e nel piccolo, e nelle sue sfumature e nei suoi dettagli scenografici, è stata magistralmente approntata, si diceva, dall’Associazione ” Amici del Presepe”, sezione di Manfredonia, non nuova a queste realizzazioni negli anni andati, e sono 23 le edizioni delle sue mostre. L’agglomerato architettonico, secondo il progetto del De Biase, del borgo a caseggiato rurale, è stato aggrappato al paesaggio rupestre, che si staglia e risplende di fattezze affascinanti nel suo mattonato preciso, o negli intonaci screpolati o squarciati dallle ferite del tempo con tutte le sue incidenze sceniche, ma che ci rendono poi e ci restituiscono all’umano immanentistico. Colpo d’occhio, in insiemistica affascinante e calamitante, nell’architettura statuaria ad altezze conclamanti armonie con finestre e porte in diversi stile, alle quali si accede per inerpicamento di splendide scalinate serpeggianti a suggestivi antichi mignani, che rimandano ad altri più in alto, in proporzioni calibrate a fogge deliziose, che ti lasciano in dolce immaginazione acquietante. Ma poi al centro campeggia, nel suo silenzio misterico, la santa capanna della Natività, in stile arabo, quasi a collegare idealmente la ricca semplicità della Povertà della Venuta del Divino Bambinello in quel borgo antico, scelto fin dagli inizi dei Tempi in predilezione epifanica. In quella capanna troneggia, nel suo misterioso e salvifico apparire, il gruppo in terracotta policroma, opera pregevole dell’esimio e noto scultore napoletano, Salvatore De Francesco, che ha interpretato le impenetrabili Intenzioni dell’Altissimo, nelle movenze di plastica statuaria, in dinamiche affettivamente inneffabili. Di lì, un pozzo poco nascosto, che immette in un vicolo rientrante, non visibile se non per precisa figurazione, rapportata al contesto borghigiano, e, in avanti, contenuta in una codificata maceria al bello, una polla d’acqua sorgiva, scaturente dalle viscere della montagna, che chiude le magiche prospettive nei suoi calanchi e corrugamenti muschiosi. E in quell’alto vespertino risplende, nel rosso rosa antico,il sole coricante, in incanto di religiosa maestosità contemplativa.

Davvero, in tempi di covid 19 attanaglianti, un’Oasi paesaggistica di rassicurante Speranza, il mirabile presepe, che ha visto la sua luce, per la caparbietà artistica di alcuni soci dell’Associazione Italiana”Amici del Presepe”, sez.ne di Manfredonia. Ma anche con il lodevole contributo del Circolo Rotary, sez.ne di Manfredonia, e di quello del bar “In Piazzetta”, offerente la preziosa vetrina di allocazione del presepe. Ma poi ancora da rimarcare la grandiosa e magica progettualità del Maestro Sante De Biase, non nuovo in immaginazione di numerosissime altrettante opere, e ci viene in mente e sbalza davanti agli occhi, fra i tanti progetti disegnati e realizzati nel corso degli anni, quello imbambolante, per elevatissime concezione e bellezza, il monumentale presepe di San Leonardo, capolavoro “raccontato” con Arte e Arte sublime, dagli esiti finali stupefacenti.

Ma poi anche quest’ultimo presepe, seppure nelle ridotte proporzioni dimensionali, ha una sua elevata carica artistica, interpretata egregiamente da alcuni soci della su menzionata Associazione. Alla quale l’insigne Maestro De Biase non ha mai fatto mancare, in corso della sua realizzazione, il suo prezioso intervento, come quando richiestone, in empatia di intenti realizzativi. Ad Arte. Certamente.

Lorenzo Prencipe

 
 
 

Un Natale triste come quello che ci accingiamo a vivere, a causa della pandemia, non può privare tutti noi di immergerci, comunq

Post n°27428 pubblicato il 19 Dicembre 2020 da forddisseche

Un Natale triste come quello che ci accingiamo a vivere, a causa della pandemia, non può privare tutti noi di immergerci, comunque, nella struggente magia della festa più bella e sentita dell’anno. Il virus ci ha espropriati di ogni tipo di evento a cui ci eravamo abituati da qualche anno. Ci priverà, forse, anche dell’affetto dei più cari a causa delle distanze che, in base a precise dispopsizione governative (che dobbiamo rispettare per il bene di tutti) non potremo colmare.


 
 
 

PMI: “Il 2021 deve essere tax free” “Escludendo le imposte locali, il tax free year italiano costerebbe alle casse dello Stato

Post n°27427 pubblicato il 19 Dicembre 2020 da forddisseche

PMI: “Il 2021 deve essere tax free”

“Escludendo le imposte locali, il tax free year italiano costerebbe alle casse dello Stato fino a 28 miliardi di euro"

A chiederlo nuovamente è la CGIA: per le Pmi il 2021 deve essere “tax free”, l’unica possibilità per consentire a queste attività, sfiancate dagli effetti economici negativi legati alla pandemia, di prendere fiato e riprogrammare la ripresa. Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo:
Escludendo le imposte locali, il tax free year italiano costerebbe alle casse dello Stato fino a 28 miliardi di euro. Una cifra spaventosa che, ovviamente, potrebbe essere ridotta consentendo l’azzeramento del peso fiscale solo per le attività con ricavi al di sotto di una certa soglia o sulla base della perdita di fatturato. Anche se il mancato gettito fosse di 28 miliardi di euro, tale importo risulterebbe comunque inferiore agli aiuti erogati direttamente quest’anno al sistema produttivo e che fino ad ora ammontano a circa 30 miliardi. Con il tax free, i piccoli imprenditori sarebbero alleggeriti dal peso di un fisco spesso ingiusto, per un anno vivrebbero con meno ansia, meno stress, più serenità e fiducia. Non solo, ma con 28 miliardi risparmiati metteremmo le basi per far ripartire l’economia del Paese”.
La CGIA fa notare che mai come in questo momento avremmo la  necessità di azzerare le imposte per l’ anno venturo.
17811968 - lit bomb thrown with red background - FONTE LALEGGEPERTUTTI17811968 – lit bomb thrown with red background – FONTE LALEGGEPERTUTTI
“Solo con un 2021 tax free e una forte iniezione di liquidità – dichiara il segretario Renato Mason – possiamo aiutare concretamente il nostro tessuto imprenditoriale e soprattutto il mondo delle micro e piccole imprese. Altrimenti, rischiamo una moria senza precedenti che desertificherà tantissime zone produttive e altrettanti centri storici sia di piccole che di grandi città, minando la coesione sociale che è il pilastro su cui si basa l’economia del nostro Paese. Per evitare tutto questo, però, bisogna intervenire rapidamente. Tanti artigiani e piccoli commercianti sono allo stremo, ma possono ancora risollevarsi se l’Esecutivo sarà in grado di dare loro delle risposte in tempi ragionevolmente brevi. Ovvero, consentendogli di cancellare le imposte erariali, di avere una burocrazia meno oppressiva e di disporre di risorse finanziarie sufficienti per superare questa situazione di grave difficoltà”.
In termini di gettito, l’Ufficio studi della CGIA stima che all’erario verrebbero a mancare 28,3 miliardi di euro così suddivisi: 22,7 miliardi di Irpef; 4,2 miliardi di Ires; 779 milioni di imposta sostitutiva versata dalle partite Iva che hanno aderito al regime forfettario e 500 milioni di euro circa di Imu sui capannoni (cat. D) 1 (vedi Tab. 1).
In base alla proposta della CGIA, le attività con meno di 1 milione di euro di fatturato non pagherebbero più le imposte erariali, pur continuando a pagare quelle locali per non mettere in ulteriore difficoltà i Comuni e le Regioni. Questi ultimi, pertanto, continuerebbero a incassare le loro spettanze che ammonterebbero a 3 miliardi di Irap; 2,5 miliardi di Imu;  1,6 miliardi di addizionale regionale Irpef e 610 milioni di euro di addizionale comunale Irpef. Nel complesso, quindi, le Pmi con meno di 1 milione di fatturato l’anno prossimo verrebbero così a versare alle Autonomie locali 7,7 miliardi di euro.
  • Bisogna semplificare anche il fisco
Oltre ad azzerare le imposte erariali per il 2021, la CGIA invita l’Esecutivo a semplificare il sistema fiscale per le nostre Pmi. Come auspicato nei mesi scorsi anche dai vertici dell’Agenzia delle Entrate, sarebbe necessario eliminare l’attuale sistema degli acconti e dei saldi, consentendo alle aziende di pagare le tasse solo su quanto hanno effettivamente incassato. Un’operazione trasparenza che segnerebbe il passaggio da un prelievo sugli incassi presunti a uno sugli incassi effettivi, eliminando non solo il sistema del saldo e acconto, ma pure la formazione di crediti fiscali e la conseguente attesa, da parte delle aziende, dei rimborsi.
  • Il contorto meccanismo del saldo/acconto
In Italia il principio di base è che l’artigiano o il piccolo commerciante non paga le tasse solo su ciò che ha dichiarato l’anno precedente, ma anche su quanto guadagna nell’anno corrente, come “acconto” per il pagamento delle tasse che andranno versate nell’anno seguente. Ovvero, va a credito (o a debito) con il fisco per l’annualità che deve ancora venire. In linea di massima, questo sistema prevede che il versamento delle imposte all’erario avvenga in due tranche: la prima tra fine giugno e inizio luglio, la seconda entro la fine del mese di novembre.
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L’ammontare degli acconti è pari al 100 per cento dell’imposta dovuta per l’anno precedente e viene solitamente versato in due rate a giugno e a novembre. Entrambe sono uguali per “i soggetti ISA” (cioè coloro i quali svolgono attività economiche per le quali sono stati elaborati gli Indici Sintetici di Affidabilità), mentre per gli altri contribuenti, la prima rata corrisponde al 40 per cento del dovuto, e la seconda al 60 per cento.
Questo meccanismo genera una situazione di scarsa trasparenza e sovente crea problemi finanziari, perché è difficile per l’imprenditore prevedere quanto dovrà pagare. La situazione, infatti, è equilibrata solo quando non vi sono evidenti differenze di reddito tra un anno e l’altro, ma quando non è così le cose si complicano.
Nel caso in cui il reddito risulti essere più basso di quello registrato l’anno prima, l’imprenditore va a credito, in quanto gli acconti di imposta sono stati calcolati su un reddito più elevato. Se, invece, si verifica un forte incremento di reddito, la situazione si capovolge. Il contribuente va a debito e nella scadenza di giugno è chiamato a pagare un saldo di imposta molto impegnativo, perché gli acconti calcolati l’anno prima erano sottostimati.   Questo spiega la ragione per cui il fisco non premia la crescita di reddito, ma, semmai, la penalizza.
 
1 Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), Ires (Imposta sul reddito delle società di capitali) e Imu (Imposta municipale unica)

 
 
 

Manfredonia, il Natale sospeso dell’arcivescovo Moscone "Senza l’apporto della “classe media” si indebolisce la democrazia

Post n°27426 pubblicato il 19 Dicembre 2020 da forddisseche

Manfredonia, il Natale sospeso dell’arcivescovo Moscone

"Senza l’apporto della “classe media” si indebolisce la democrazia; Istituzionale: è strategica un’alleanza tra tutte le Istituzioni del territorio per fermare gli affari dei clan e delle mafie"

Manfredonia, 19/12/2020 – «VIVIAMO e sperimentiamo di trovarci in un “tempo sospeso” nel quale siamo chiamati ad assumerci responsabilità e decidere per soluzioni che non avremmo mai pensato solo alcuni mesi fa». Padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, affida ad un messaggio «non essendo possibile ritrovarci “in persona”», gli auguri di Natale alle Autorità e Rappresentanti delle Istituzioni.
«LA PANDEMIA da Covid-19 – osserva – ha come “sospeso” il tempo con le sue consuetudini e tradizioni, con le certezze ed abitudini che scandivano la nostra vita, ma ci sta facendo sentire più forte la nostra responsabilità. Occorrono scelte e decisioni che ridonino forza e sicurezza al futuro che ci sta davanti, concrete e lungimiranti, che incidano sull’oggi e preparino il domani, che siano il vero regalo di Natale».
In questi difficili giorni legati alla diffusione dell’altrettanto pericoloso e nefasto Coronavirus,  Mons. Franco Moscone giungerà penitente nella Sacra Grotta per impetrare l’intercessione dell’Arcangelo a difesa dei suoi figliIn questi difficili giorni legati alla diffusione dell’altrettanto pericoloso e nefasto Coronavirus,  Mons. Franco Moscone giungerà penitente nella Sacra Grotta per impetrare l’intercessione dell’Arcangelo a difesa dei suoi figli (Ph http://www.santuariosanmichele.it/cel-mos-preg-epid/) archivio
SI «impone – rileva – un cambio di marcia, di mentalità, di progettualità, di sguardo e cammino nella direzione del bene comune». Una “conversione” per «lavorare insieme, laici e credenti, in settori strategici per la società ed il futuro». Che il presule sipontino, come un canovaccio di lavoro, configura in otto settori strategici. Sociale: va rimessa in piedi e fatta ripartire e crescere la “classe media”, penalizzata nell’ultimo decennio (soprattutto nel nostro Mezzogiorno d’Italia).
Senza l’apporto della “classe media” si indebolisce la democrazia; Istituzionale: è strategica un’alleanza tra tutte le Istituzioni del territorio per fermare gli affari dei clan e delle mafie, sempre favoriti dalle crisi, e che stanno cavalcando la crisi generata dal Covid; Economico: serve un’economia nuova, che dica no ad ogni esclusione ed iniquità, dove il lavoro non è solo un diritto, ma la fonte della dignità delle persone e di ogni aggregazione sociale; Ambiente-ecologico: la salvaguardia e cura della ricchezza incommensurabile del proprio ecosistema, della bellezza del Gargano con l’agricoltura, la pesca, il turismo;
Fonte: agensir
Politico: la grande sfida del futuro. Solo con una sana politica, forma alta di carità, lontana da conflitti o interessi di parte, libera da clientelismi, si saprà progettare, costruire e guidare l’architettura della vita civile in Gargano e Capitanata; Culturale: siamo in un territorio che gode di una ricchezza inestimabile di tradizioni popolari: ravviviamole rendendole occasioni di incontro e pensiero; Educativo: è fondamentale tornare ad educare le persone, le generazioni e l’insieme dell’intera collettività, educare non significa “costringere”, ma liberare e sviluppare le migliori energie individuali e collettive;
burocratico: occorre maggior coraggio di riforma: ogni tempo ritardato o perso, ogni denaro stanziato e non speso, o peggio sprecato, si trasforma in tempo e denaro offerto alla mafia ed ai suoi alleati o aiutanti. Il ruolo delle Istituzioni sta proprio qui: nel dare al tempo il suo tempo e ai progetti il loro peso attivo e resiliente. Diversamente – afferma – si tratterà solo di promesse che si trasformano in illusioni per il popolo ed occasioni per la criminalità organizzata.
SU E PER TUTTO padre Franco richiama il dono della “sapienza” per «vedere il mondo, le situazioni, le congiunture, i problemi, il nostro magnifico territorio e la popolazione del Gargano e della Capitanata, con gli occhi di Dio. Solo così, anche quest’anno 2020 sarà Natale, e non sarà un Natale “sospeso”».
Michele Apollonio

 
 
 

Tgcom: “Monte S. Angelo si trasforma in una cartolina di Natale” "Un vero e proprio presepe a cielo aperto"

Post n°27424 pubblicato il 18 Dicembre 2020 da forddisseche

Tgcom: “Monte S. Angelo si trasforma in una cartolina di Natale”

"Un vero e proprio presepe a cielo aperto"

Monte Sant’Angelo (Foggia), 18/12/2020 – (tgcom) L’Italia è disseminata da borghi gioiello, alcuni dei quali nel periodo delle Feste si trasformano in scenari magici capaci di evocare al primo sguardo lo spirito del Natale. Ne proponiamo dieci, tra i più famosi e suggestivi, che al primo sguardo e grazie anche a una sapiente illuminazione, sembrano presepi viventi, tutti da ammirare.

MONTE SANT’ANGELO, Foggia – Il paese, Patrimonio dell’Umanità Unesco, è celebre per il santuario di San Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggi fin dal VI secolo. È caratterizzato dalle tipiche casette pugliesi dipinte a calce bianca e a Natale si trasforma in vero e proprio presepe a cielo aperto. (tgcom)

 
 
 

Gravina, «Caro Babbo Natale dai medaglie ai bimbi guariti» Sono le parole della letterina

Post n°27423 pubblicato il 18 Dicembre 2020 da forddisseche

Gravina, «Caro Babbo Natale dai medaglie ai bimbi guariti»Sono le parole della letterina imbucata dalla piccola sotto l’Albero di Natale allestito nel centro della sua città

marina dimattia

17 Dicembre 2020

comune di Gravina

GRAVINA - «Caro Babbo Natale, quest’anno mi piacerebbe che donassi una medaglia a tutti i bambini che hanno sconfitto il Covid. E pure alle bambine. Ce ne sono tante». Firmato: Caterina, 7 anni.

È lei la piccola gravinese dalla grande sensibilità che ha riempito di tenerezza il cuore della città. Nelle sue parole, la spontaneità di uno dei tanti «piccoli principi» della città murgiana, quel bambino che anche ogni adulto dovrebbe risvegliare dentro di sé di tanto in tanto.

Anche se non sarà semplicissimo assecondare la richiesta, vista la necessità di tutelare i dati sensibili dei bambini aggrediti dal virus cattivo che ha pure chiuso i cancelli delle scuole, e considerate le lungaggini burocratiche che metterebbero il freno alle buone intenzioni di un qualsiasi nonnino, per il panciuto vecchietto di rosso vestito, abituato a un certo tipo di acrobazie, la missione sarà portata a compimento.

Parola del sindaco Alesio Valente che, evidentemente delegato da Babbo Natale, dopo aver letto e accolto con favore il desiderio messo per iscritto da Caterina nella letterina imbucata nell’apposita cassetta sotto l’albero natalizio di piazza Scacchi, ha incontrato da remoto il canuto giramondo, strappandogli la promessa.

Così, dalla sua gelida scrivania in una imprecisata città del Polo Nord, Santa Claus si è lasciato andare a un fiducioso «Sì». Caricando di aspettative la giovanissima mente dell’iniziativa e i suoi coetanei chiusi per il momento nella sicurezza delle mura domestiche.

«Faremo nostra questa proposta - ha assicurato il primo cittadino al suo pubblico social -. Troveremo il modo perché questo desiderio possa essere esaudito. Affinché il nostro Natale, il Natale di tutti, anche nel tempo della pandemia, possa essere un Natale vero. Chiederemo aiuto alla Asl e distribuiremo queste medaglie a quei bambini guariti che hanno dato coraggio e forza di andare avanti alle famiglie. In realtà la medaglia la regalerei a tutti i bambini, perché ci state riempiendo il cuore di amore e sensibilità».

Oltre alla letterina di Caterina, nella primissima tornata di richieste già prese in carico da Palazzo di città, con l’intenzione di pubblicarle tutte, significativo e pieno di maturità è anche il messaggio-insegnamento di Francesco, scritto in collaborazione con il suo fratellino Giacomo. «È vero, mi manca la mia vita - si legge nella lettera -, ma sono al calduccio con la mia famiglia che mi vuole bene. E i miei amici li vedo in videolezione. Mia madre mi ha insegnato a vedere sempre gli aspetti positivi delle cose».

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Bonus Tv, c’è ancora tempo: come funziona l’incentivo e il modulo da scaricare C'è tempo fino al 2022 per l’acquisto di tv e de

Post n°27422 pubblicato il 18 Dicembre 2020 da forddisseche

Bonus Tv, c’è ancora tempo: come funziona l’incentivo e il modulo da scaricare C'è tempo fino al 2022 per l’acquisto di tv e decoder idonei alla ricezione di programmi con i nuovi standard trasmissivi. Come fare   

 
 
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È partito da un anno e terminerà alla fine del 2022 il bonus Tv per l’acquisto di televisori e decoder idonei alla ricezione di programmi tv con i nuovi standard DVBT-2/HEVC che saranno operativi a partire da metà del 2022.

 

Il Ministero dello Sviluppo Economico fa sapere che il bonus di 50 euro è stato utilizzato finora per l’acquisto di 300mila dispositivi per un totale di 15 milioni di euro di contributi erogati, a fronte di una disponibilità di 151 milioni di euro per adeguare o sostituire in Italia circa 30 milioni di apparecchi televisivi.

 Bonus Tv, quando avverrà il passaggio 

Nel giugno 2022 si passerà definitivamente dallo standard di trasmissione televisivo DVB (digital video broadcasting) T1 al DVB T2.
Alla base del nuovo standard di trasmissione del segnale tv c’è la liberazione delle frequenze mobili della banda 700 (compresa tra i 694 e i 790 MHz), indispensabili per la rete mobile 5G. Con il nuovo standard e il cambiamento delle frequenze, i televisori non adeguati saranno incapaci di trasmettere i segnali, è dunque fondamentale per poter continuare a vedere la televisione adeguare in tempo il proprio apparecchio (acquistando un decoder) o cambiarlo del tutto.

 Bonus Tv, come capire se cambiare apparecchio 

Esiste un modo molto semplice per capire se il proprio apparecchio è compatibile o meno con il nuovo standard: collegarsi al canale 200 (Mediaset) o al canale 100 (Rai) e verificare se risulta la scritta “Test HEVC Main10″. Se appare, allora la televisione funziona già in Dvb-T2. Se invece dovesse spuntare il messaggio “Canale non disponibile”, non è compatibile. Nel caso non dovessero apparire né l’uno né l’altro avviso è necessario risintonizzare tutti i programmi.

 

In generale è probabile che chi ha comprato la televisione negli anni 2018 o nel 2017 ha già un modello predefinito sul sistema di nuova generazione, visto l’obbligo per i negozianti dal primo gennaio 2017 di vendere solo tv idonee alla futura tecnologia.

 

Coloro che invece l’hanno acquistata prima dell’estate 2016 quasi sicuramente dovranno cambiare televisione o decoder entro il 2022 per evitare di ritrovarsi con i canali fuori uso.

 

Per verificare che una tv o un decoder rientrino tra i prodotti per i quali è possibile usufruire del bonus è a disposizione dei cittadini una lista di prodotti “idonei” a questo indirizzo.

 Bonus Tv, a chi spetta 

Il bonus Tv è rivolto a tutti coloro che entro la fine del 2022 acquisteranno una tv compatibile con la nuova tecnologia, o un decoder, avranno diritto a uno sconto sul prezzo, purché siano residenti in Italia e abbiano un’ISEE inferiore ai 20 mila euro. I bonus consistono in uno sconto di massimo 50 euro applicato direttamente dal venditore sul prezzo del televisore o del decoder.

 Bonus Tv, come fare richiesta: il modulo da scaricare 

Il bonus viene erogato direttamente sotto forma di sconto praticato dal venditore sul prezzo del prodotto acquistato. Per ottenere lo sconto, si deve presentare in negozio la richiesta (scarica qui il modulo) dichiarando di essere residenti in Italia e di appartenere a un nucleo familiare di fascia ISEE che non superi i 20.000 euro e che altri componenti dello stesso nucleo non abbiano già fruito del bonus.

 
 
 
 
 

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