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Stavolta non sono mie parole...

Post n°128 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da frapeace
 

Ho poi studiato a teologia morale un vecchio principio di diritto romano che anche voi accettate. Il principio della responsabilità in solido. Il popolo lo conosce sotto forma di proverbio: "Tanto è ladro chi ruba che chi para il sacco". Quando si tratta di due persone che compiono un delitto insieme, per esempio il mandante e il sicario, voi gli date un ergastolo per uno e tutti capiscono che la responsabilità non si divide per due.

Un delitto come quello di Hiroscima ha chiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all'uomo d'oggi. E così siamo giunti a quest'assurdo che l'uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L'aviere dell' era atomica riempie il serbatoio dell'apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 Giapponesi e non si pente.

A dar retta dell'obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell'assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabile perchè pazzo. Dunque quel delitto non è mai avvenuto perchè non ha autore.

C'è solo un modo per uscire da questo macabro gioco di parole. Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è oramai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene fare scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.

A questo punto l'umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale paralello e proporzionale al suo progresso tecnico.  

(L. Milani, L'obbedienza non è più una virtù)

 
 
 
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