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I RACCONTI DELL'INIZIO

Post n°45 pubblicato il 23 Marzo 2007 da giornalewolf
 

Francesco Villano

L’autrice, docente di esegesi dell’Antico Testamento e di Ebraico alla Facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Tilburg (Olanda) oltre che membro del Comitato di Direzione della rivista internazionale di Teologia Concilium, in questo suo lavoro ci narra di cosmogonie o, usando un’espressione da lei preferita, di :”racconti dell’inizio”. Il termine racconto, avverte l’autrice, non deve trarre in inganno, infatti non siamo in presenza di racconti nel senso di favole, bensì di realtà viventi e vissute che danno, narrando e spiegando il proprio passato, le radici ad un popolo e che gli permettono di avvicinarsi ai temi basilari della vita , alle verità fondanti l’esistenza, senza cadere in illusorie semplificazioni e schematismi. Infatti il racconto dà voce alla complessità del vivere mentre le enunciazioni sintetiche, anche se concettualmente esatte, si presentano aride e non catturano la fantasia di nessuno. Inoltre l’espressione “racconti dell’inizio” fa sì che non si venga a formulare quel giudizio di valore per cui i racconti della creazione della tradizione giudaico-cristiana vengono posti in una più alta considerazione rispetto a tutti gli altri racconti di creazione delle altre tradizioni religiose ai quali abitualmente si dà il nome di miti, dove la parola mito ed i suoi derivati, nell’accezione corrente, sembrano rimandare ad una idea di falsità. La prima parte del libro è rivolta ad un’analisi erudita, profonda, alquanto originale dei primi undici capitoli della Genesi ( dalla creazione sino alla Torre di Babele), che vengono spesso riletti in una luce completamente nuova. L’autrice pone l’accento sul fatto che: “poiché il libro della genesi ha avuto una così grande influenza il suo significato è fin troppo stabilito, la sua interpretazione è fissata; ognuno ne conosce già il contenuto e perciò è meno incline ad elaborarne una nuova visione, ad avventurarsi in nuove letture e spiegazioni. In realtà ciò di cui si ha bisogno è un atteggiamento di disponibilità a rivedere la propria visione, ma anche di un senso di stupore, di candore, dato che questo può far lievitare nuove domande ed intuizioni”. Si può essere d’accordo o meno su alcune sue riflessioni, ma in ogni caso rimane il grande merito di aver smosso delle acque troppo spesso stagnanti. All’eventuale lettore del libro, per un ulteriore proficuo approfondimento ed arricchimento, suggerirei di affiancare al testo della van Wolde i capitoli relativi alla Genesi che si trovano nell’ottimo lavoro di M. Baldacci: “ Prima della Bibbia”. Nella seconda parte sono esposti racconti di creazione di altre culture e civiltà, che ci danno la possibilità di conoscere altre rappresentazioni dell’inizio del Tempo e dello Spazio. Il Rig. Veda, l’Enuma Elish, la Teogonia di Esiodo etc., conducono il lettore all’interno di altri sistemi di osservazione ed in altri mondi dell’immaginazione. In effetti uno degli scopi del libro è quello di ispirare una concezione più flessibile dell’inizio sia attraverso una rinnovata interpretazione di Genesi 1-11, sia attraverso un confronto – comparazione con racconti di creazione di altre culture. Questo fornirà da un lato un’altra prospettiva da cui poter vedere il nostro proprio modo di valutare l’inizio; e dall’altro la possibilità di ricercare a tutto tondo le “ Tracce di verità” riguardo alla “ Verità” dell’inizio. La terza parte analizza gli approcci scientifici al tema dell’inizio, mettendo in atto una interessante comparazione tra creazione ed evoluzione. L’autrice tra l’altro dice: “allora si può restituire ai racconti l’opportunità di rivelare un altro aspetto della realtà, degli esseri umani, della vita. Certo, questi racconti non rimpiazzano la scienza, ma la integrano là dove le teorie scientifiche vengono meno”. Ed ancora:” mentre la teoria dell’evoluzione mostra la natura come un ambito in cui chi sopravvive è il più forte e di conseguenza si concentra sui vincitori, le religioni ed i loro racconti manifestano un’opzione preferenziale per tutti gli altri, per i più deboli e per quanti sembrano non avere alcuna importanza per il progresso della storia”. In conclusione vi sono due racconti sulla terra narrati dagli Amerindi contemporanei del Brasile e del nord America.

E. van Wolde, Racconti dell’inizio. Genesi 1-11 e altri racconti di creazione, Ed. Queriniana, Brescia 1999, pp. 254, £ 35.000

 
 
 
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