Patchwork

Post N° 413

P E D O F I L I A
Le "fiaccole" non bastano
e le chiacchiere ancora di meno 

Il sito "Love boy day", che aveva lanciato la giornata dell'orgoglio pedofilo, è' stato bloccato dalla polizia postale, ma subito riaperto altrove sotto mentite, ma altrettanto ben riconosciute spoglie. Amiche e amici di blog hanno lanciato una campagna di adesione contro la pedofilia. Ho aderito anch’io. Non ho controllato che anche a mia fiaccola sia stata accesa, ma io ne ho dato, comunque, l’autorizzazione. Dovunque, sulla stampa e sul web, troviamo, disseminati senza parsimonia, banner contro la pedofilia. Ce n’è uno anche nel mio blog. Voglio sperare che qualcuno  di noi non sia davvero sia convinto che tutto questo movimento di opinione possa  fermare, o semplicemente rallentare il fenomeno, ormai dilagante e inarrestabile della pedofilia.

Il mio non è pessimismo. Vi occorrono alcuni dati?  Esistono quelli dell’Interpol e dell’Unicef. Secondo le prime stime sarebbero  ottantamila solo i turisti sessuali italiani. Pensate che siano dei poveracci ignoranti, che vivono nei boschi e nelle caverne, alla stazione o sotto i ponti delle città? Si parla sempre e troppo di preti, ma la maggior parte di queste persone esercita un’attività che le gratifica e non sono preti. Sto parlando del turismo sessuale. Si tratta di professionisti, medici, architetti, imprenditori, insegnanti. Molti hanno una famiglia tranquilla e dei figli, e la loro età varia dai trenta ai cinquant’anni. Che cosa fanno? Avendone la possibilità economia, ogni anno si recano nel Sud Est Asiatico o in Sudamerica, dove comprano prestazioni sessuali non solo da minorenni, ma, sempre più frequentemente, anche da bambini e bambine di giovanissimi. Ma  questa massa enorme di persone come può procurarsi le informazioni necessarie per soddisfare i propri istinti perversi? Pensate che sia difficile?  Su Internet sono consultabili  4 milioni di pagine web a carattere pedopornografico, e le persone che vi accedono liberamente non sono meno di due milioni l’anno. E non crediate che a muoversi siano solo i maschi. Purtroppo, e soprattutto nel Nord Europa, questo tipo di traffico sta incominciando a interessare anche le donne, le quali hanno i Carabi come meta privilegiata, ma, essendo il fenomeno ancora agli inizi, sfuggono al controllo di qualsivoglia statistica.

Il rapporto di “Intervita”sullo sfruttamento sessuale, presentato a Milano il 14 giugno 2007, parla di 10 milioni di bimbi coinvolti nel giro di abusi sessuali. Chi gestisce il traffico può contare su entrate stimate in 12 miliardi di dollari l’anno, il che significa che si tratta di un bilancio inferiore solo di poco a quello del commercio della droga o del traffico delle armi.

Nonostante il nostro commovente impegno e i nostri sogni di una possibile, prossima “liberazione”,  anche solo un minimo di realismo impone la considerazione che, contro lo sfruttamento dei minori, nel mondo si fa troppo poco e che, purtroppo, si può anche poco.

Cerchiamo di non lasciarci a vicenda solo messaggi di solidarietà e attestazioni di stima reciproca per le denunce che facciamo nei nostri blog. Cerchiamo anche di dibattere il problema. Vogliamo provarci?