Un telefilm ha sconvolto la Francia. Interpretato da Isabelle Adjani, racconta la storia di una professoressa esasperata dall’aggressività e dal machismo dei suoi allievi. Un giorno perde la pazienza, arriva a scuola armata fino ai denti, prende la classe in ostaggio come una terrorista ed esige che il Ministero dell’Istruzione proclami la Giornata Nazionale della Gonna. Non occorre dire che, per eseguire l’operazione, sfoggia una splendida gonna invece dei calzoni che ormai sono diventati la divisa femminile. Questo telefilm ha scosso violentemente l’opinione pubblica. Le francesi hanno aperto gli occhi come se si fossero svegliate da un lungo sonno, si sono guardate e hanno detto: che cosa sono questi orribili tubi nei quali inguainiamo le gambe? Che cosa ci è saltato in mente di copiare gli uomini? Femmine siamo, da femmine dobbiamo vestirci.
Così hanno proclamato la “Primavera della Gonna”. Da un giorno all’altro la gonna è diventata la nuova bandiera della libertà femminile. Non le lunghe gonne delle femministe che nascondono tutto come le sottane delle suore, ma quelle sopra il ginocchio. Quelle che lasciano vedere le gambe e, quando la donna le accavalla, magari anche le cosce. Quelle che, se la donna si scorda di tenere le ginocchia unite, concedono lo stimolante spettacolo offerto da Sharon Stone nella famosa scena di Basic Istinct.
Per chi non lo sapesse, nelle scuole francesi à praticamente proibito portare la gonna. Una prof o un’allieva che porta la gonna viene chiamata con i nomi più offensivi: salope, pétasse, chiennasse. Potete immaginare la traduzione italiana, dato che anche nella lingua di Dante non mancano i termini per indicare le ragazze di facili costumi. Così le ragazze si mascolinizzano per sfuggire agli insulti dei compagni. Proveniente dai quartieri “caldi” delle periferie, il machismo ha contagiato i quartieri centrali e anche le borghesi hanno assimilato il codice della discrezione sessuale. Nell’illusione di conquistare la parità, per anni le ragazze hanno cercato di assomigliare ai maschi. Ma adesso è cambiato tutto. Da un giorno all’altro i calzoni sono diventati come il burka, uno strumento per mortificare la femminilità. Rifiutata in nome dell’uguaglianza fra i sessi, ora la gonna viene orgogliosamente rivendicata in nome della differenza. Per il momento le gambe delle italiane sono ancora inguainate negli orribili tubi, ma i calzoni hanno i giorni contati. Com’è noto, le rivoluzioni partono dalla Francia e poi arrivano dappertutto.
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il 08/12/2012 alle 22:24
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il 11/07/2012 alle 11:04
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il 11/07/2012 alle 11:03
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il 23/05/2012 alle 18:41
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