Frammenti di...

Il governo Prodi è in piena trincea. Questa mattina al Senato ha ricevuto quattro cannonate micidiali che minano ancor di più la fragile tenuta di un Governo che inesorabilmente si sta sgretolando.
Se pochi giorni fa era Mastellone a concretizzare l'idea di elezioni anticipate in primavera, oggi è il suo acerrimo nemico Di Pietro a mandare sotto il Governo, votando insieme all'opposizione contro l'emendamento che prevede la liquidazione della società Ponte Stretto di Messina Spa.
Poi è stata la volta dell'emendamento per la soppressione della Scuola superiore della Pubblica amministrazione (11 "no" di scarto); altre due votazioni sono finite in parità ma per il Senato la parità equivale alla sconfitta.
Insomma una mattinata più che difficile che ha costretto il Governo a convocare alle 15 la riunione dei capigruppo del Senato. Si prospetta una richiesta di fiducia da parte del Governo, l'ennesima in questo anno e mezzo di legislatura.

Di Pietro, in caso di caduta del Governo, prospetta, come il Presidente della Camera Bertinotti, un governo tecnico per fare la legge elettorale, e poi torna a ribadire che su Mastella rimane "un alone di sospetto".

Chi prima dell'inizio della legislatura aveva individuato nell'ala sinistra dell'Unione possibili dinamitardi che avrebbero fatto esplodere il giocattolo di Prodi si saranno ormai ricreduti, e avranno capito chi davvero con continui ricatti ha tenuto sotto scacco il Governo per tutta la sua durata.
Non cerdo sia questo il miglior modo di fare politica...