Creato da JonathanLivingston.G il 22/01/2006

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Tutti gli errori della Sinistra.

Post n°508 pubblicato il 15 Aprile 2008 da JonathanLivingston.G
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Per Sinistra intendo quella che parte dai Sicialisti di Boselli ed arriva fino al PdAc.

Cominciamo dai socialisti: si sono affidati Boselli, un non-leader, incapace di traghettare il partito alla soglia minima dell'1% per racimolare almeno i rimborsi elettorali. Per la prima volta il Partito Socialista Italiano, dopo 116 anni di presenza in parlamento, non sarà più rappresentato. Boselli accusa Veltroni per aver ucciso i socialisti, ma credo egli debba fare autocritica prima di trovare ragoni esterne per la loro sconfitta. E presentare ancora De Michelis, non significa fare autocritica...

Passando alle forze della sinistra cosiddetta radicale, credo che tutte si debbano ripensare. Innanzitutto si deve creare un partito unico che riunisca dai marxisti leninisti toscani fino ai Mussiani. Si deve aprire un dialogo ma soprattutto si deve ritornare alla militanza attiva. La sinista è stata logorata dal Governo, dal non aver mantenuto nessun impegno preso con gli elettori, che avevano votato in massa Prc, Pdci e Verdi (10,2% nel 2006 con più di 4 milioni di voti).
La corsa alla Presidenza della Camera di Bertinotti ha nauseato molti militanti di Rifondazione che oggi hanno scelto, anche per altre ragioni (come le votazioni sulle missioni militari all'estero), il Pcl o Sinistra Critica (SC). Ma quello che ha più pesato per le forze della sinistra è stata la loro autoreferenzialità, l'abbandono delle fabbriche, delle piazze, delle strade, dei luoghi associativi, la totale mancanza di una fase comunicativa fondamentale nel 2008: l'ascolto.
L'ascolto del popolo, in tutte le aree del paese, da nord a sud, è mancato ed ha fatto percepire alla popolazione un'assenza della sinistra, più volta a conquistare il potere che a rappresentare i disagi e le aspettative delle classi deboli.
Classi deboli che si sono rivolte altrove.

Parte dell'elettorato di sinistra non si è recato alle urne, deluso e incredulo per l'andamento di un governo in cui aveva puntato la quasi totalità delle fiches, perdendole. Parte ha votato Partito Democratico, che oggi parla di successo non capendo che quei voti non li avrebbe mai presi in una coalizione di centro-sinistra. Voti che sono stati utili al solo Pd, alla sua classe dirigente, ai soliti noti. Questa parte di voti è stata puramente guidata dall'antiberlusconismo e dal fatto che si è creduto in quei sondaggi che davano la Sinistra Arcobaleno ampiamente al di sopra delle soglie previste dalla Legge elettorale porcata e che facevano pensare ad un testa a a testa fra Pd e Pdl.
Ma la parte dei voti su cui la sinistra deve lavorare sono quelli persi a favore di Lega e Pdl. La sinistra, come ho già detto, ha la grande colpa di aver abbandonato gli operai, coadiuvata dai sindacati che non hanno affatto fatto gli interessi dei lavoratori, firmando un Protocollo Welfare e facendolo approvare con l'inganno ai tanti lavoratori che si sono fidati dei loro sindacati.

Insomma se la sinistra italiana oggi non è rappresentata in parlamento, non si può puntare il dito contro Pd o altri fattori esterni. Le colpe sono da ricercarsi all'interno dei partiti che hanno perso, con una seria autocritica e la necessità impellente di ricostruire un soggetto unitario sul territorio. Non piacciono, agli operai, le fusioni a freddo fatte nelle stanze dei bottoni.
Ho partecipato da spettatore esterno alla nascita della Sinistra L'Arcobaleno, sono stato alla fiera di Roma all'Assemblea del 8 e 9 dicembre 2007, ho visto tanta gente, tanti militanti ma poca unità. Chi mormorava per l'assenza della falce e martello sul simbolo, chi per il peso dei partiti, chi per il tentativo di ringiovanire l'ambiente, con workshop e seminari ben lontani (finalmente) dalle staticità tipiche dei congressi tradizionali. Ci si è parlato molto addosso, si è fatta una fusione fra quattro anime. E nel fare questa fusione i leader si sono sciolti, tralasciando quella comunicazione sul territorio e quella vicinanza alle sezioni che ha determinato una fuga dal voto a sinistra.

Penso che se oggi si attribuisce la sconfitta al solo simbolo, o al solo voto utile, oppure all'astensionismo, si commetta un errore mortale. Oggi è il momento della ripartenza, è arrivato il tempo del ritorno in fabbrica, al Nord, fra gli elettori della Lega, che hanno affidato la loro sorte al secessionista padano. E al Sud fra quelli che si sono affidati all'industriale del Nord. Passando per le regioni "rosse" che si sono sbiadite.
Che si abbandonino i discorsi personalistici dei leaders, che peccano spesso di narcisismo, che si abbandonino le logiche di partito. Si crei una costituente seria, fatta di donne e di uomini, di giovani precari e di vecchi saggi come Ingrao, si torni a combattere dalla parte dei lavoratori.
Solo così si può riconquistare la fiducia.

 
 
 
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