Frammenti di...

La notte del primo maggio a Verona si è consumata una rissa devastante, un'aggressione in piena regola. Giovani ragazzi che sfogano i propri istinti picchiando coetanei per futili motivi. Nicola Tommasoli è in fin di vita per aver rifiutato di offrire una sigaretta, aggredito, insieme ad altri due amici, da cinque bestie (definizione di uno degli aggrediti).

Verona è una città paradossale, come tutto il triveneto. Le elezioni hanno fatto registrare una macroscopica avanzata della Lega, a colpi di slogan che spingono all'intolleranza verso il diverso, lo straniero che, a detta dei leghisti, ruba il pane all'italiano (anzi al padano!). I rapporti della Caritas però parlano del trivaneto come la zona d'Italia dove gli immigrati sono più integrati, lavorano, pagano le tasse, usufruiscono dei servizi sanitari, insomma sono cittadini a tutti gli effetti. Ma la crociata leghista ha avuto comunque l'effetto di scatenare quella guerra tra i poveri che rischia di scatenare tensioni e violenze a non finire.

Proprio il giorno precedente la tragica aggressione, la Giunta comunale presieduta dal leghista Tosi, Sindaco sceriffo sulle orme del trevigiano Gentilini, aveva deliberato l'istituzione degli "assistenti civici" (le famose ronde) cittadini volontari che, armati di soli cellulari, controlleranno il territorio per evitare fatti criminosi eventualmente commessi dagli stranieri.

In questo clima di caccia alle streghe la "sicurezza" dei veronesi però, non è minacciata affatto dagli immigrati che come detto poch'anzi sono fra i più integrati d'Italia, ma dagli estremisti di destra, neofascisti inneggianti al terzo reich.

Se l'aggressione fosse stata "manu rumeni" (o marocchini, o "negri" etc.) le piazze della città scaligera si sarebbero riempite di camice verdi e nere al grido di "fuori dall'Italia". Ma gli aggressori sono 5 italiani, e la piazza tace, spero almeno livida di vergogna, per aver cercato il mostro fuori dalle mura domestiche mentre cresceva proprio nelle case della "Verona bene"...