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Legge 194: BenedettoXVI all'assalto.

Post n°535 pubblicato il 12 Maggio 2008 da JonathanLivingston.G
 
Foto di JonathanLivingston.G

Era qualche settimana che la legge 194/78 sull'interruzione della gravidanza non trovava spazio nelle pagine dei giornali. E allora ci ha pensato il modernissimo Papa BenedettoXVI a reintrodurre nell'agenda politica lo spinoso tema della revisione della legge a trent'anni dalla sua approvazione.

"L’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza - ha detto il Pontefice - non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze...Guardando ai passati tre decenni e considerando l’attuale situazione non si può non riconoscere che difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo".

Il Papa però sembra aver rimosso dalla sua memoria che la 194 ha inserito tutele per la donna, che prima di allora abortiva clandestinamente rischiando la vita, e con metodi spesse volte barbari. Il Papa parla di un argomento che per il suo status non può conoscere, in quanto non avrà mai la possibilità di avere una famiglia, di seguire una gravidanza, di dover prendere una decisione dolorosa come interromperla.
Inoltre l'assurdità più macroscopica è quella riguardante "la vita affidata al giudizio del singolo" come se della vita di una donna dovesse decidere non lei, ma lo stato. Tutto ciò, ad esempio, succede in Cina dove il regime di Pechino impedisce alle donne di dare alla luce più di un figlio. In Cina la vita non è affidata al giudizio del singolo, ma del regime...

Secondo Benedetto XVI bisognerebbe "promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all’accoglienza della vita, e alla tutela dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna. Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia"
In questa fase Ratzinger non tiene e conto di quelle donne che, dopo aver subito violenza sessuale, si ritrovano incinte di un figlio non voluto, frutto, appunto di violenza. Il Papa poi è ben attento a sottolineare la centralità della famiglia, riproponendo ancora la sua posizione e quella della Santa Sede sulla contrarietà al riconoscimento di quei diritti civili agli omosessuali che, secondo le posizioni ufficiali della Chiesa, "vanno contro natura" e quindi non hanno diritto ad amarsi come gli altri, si devono nascondere, non devono dare "scandalo". Diritti civili che, peraltro, non tolgono nulla al matrimonio tradizionale, ma aggiungono, invece, diritti per chi non ne ha, senza avere la pretesa, come il Vaticano vorrebbe far credere, di essere equiparati al matrimonio.

"La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l’impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli - ha osservato il Papa - sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l’esigenza dell’amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel futuro.
Finalmente il Papa scende dal pero e torna sulla terra rendendosi conto che al giorno d'oggi noi giovani, anche volendo, non possiamo sostenere il costo di uno o più figli, senza avere certezza sotto il profilo lavorativo e quindi economico. Ratzinger, andando ad accusare i legislatori italiani che non si prodigano per aiutare "la famiglia" punta il dito contro quelle istituzioni (governo) a cui oggi strizza l'occhio, che di certo non vareranno alcuna norma contraria a Santa Romana Chiesa, come d'altronde non aveva fatto nemmeno il Governo "comunista" precedente.

Ancora una volta la 194 subisce un attacco. Fino ad oggi ha resistito ma riuscirà a restare indenne per i prossimi anni di "governo creativo"?

 
 
 
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