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Aldo e Peppino

Post n°760 pubblicato il 09 Maggio 2009 da JonathanLivingston.G

Il 9 maggio 1978 una striscia di sangue percorreva l'Italia. Una striscia che va da Roma a Cinisi. Una striscia che ha cancellato la fisicità di due persone ma non ha cancellato i loro insegnamenti, le loro battaglie, le loro idee.

Aldo Moro e Peppino Impastato vivono nella memoria di tutti noi, di chi li ha conosciuti e di chi, come quelli della mia generazione, ne hanno sentito solo parlare, hanno letto ed hanno imparato ad amare i valori che, ognuno a modo suo, questi due grandi uomini veicolavano.

Aldo era un uomo politico navigato, cinque volte presidente del consiglio, più volte ministro (Esteri, Pubblica Istruzione), Presidente della DC, e grande moderatore, tanto da essere convinto della necessità di una coalizione governativa di centrosinistra e per questo era l'interlocutore privilegiato di Berlinguer nel progetto del compromesso storico. Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, l'auto che trasportava Moro dall'abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Mario Fani da un commando delle Brigate Rosse. In pochi secondi, i terroristi ne uccisero la scorta e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni venne ucciso, il 9 maggio 1978. Gli esecutori materiali sono stati puniti, i mandanti sono ancora da trovare...

Peppino proviene da famiglia mafiosa ma appena diciassettenne rompe con il padre che lo caccia di casa e inizia la sua lotta alla mafia, che lo porta ad un impegno costante e sfrontato, a dispetto dell'omertà di cui la mafia si nutre. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Si parlò di atto terrristico, addirittura di suicidio, di quel giovane tanto strano che non accettava la merda che gli stava intorno. Poi si seppe la verità...

 
 
 
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