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La Città Invisibile

Post n°11 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da JonathanLivingston.G
 
Tag: Muri
Foto di JonathanLivingston.G

Pubblico oggi un breve racconto fatto per un esame di critica letteraria all'Università di Perugia. Come incipit si dovevano prendere due frasi di Italo Calvino da “Le città invisibili”: L’Uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar.”  e “A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono

Ero appena tornato dal Social Forum di Firenze del 2002, ed ho colto l’occasione per descrivere lo stupendo clima che aveva caratterizzato quei giorni, soprattutto la manifestazione del sabato. Centinaia di migliaia di persone abbatterono quel muro di menzogne che era stato edificato dai media contro il movimento no global.

"L’Uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. Ma appena questi giunge nelle immediate vicinanze di tale città nota un ambiente diverso da come glielo avevano descritto, un posto pieno di mille colori, di un’infinità di anime tutte volte ad esprimere un unico meraviglioso pensiero: l’amore per un mondo migliore, senza conflitti, senza odio, ove ogni abitante, qualsiasi luogo geografico esso occupi, sia libero e possa vivere serenamente.
Giunto nel cuore di Cloe il viaggiatore, divenuto parte integrante della moltitudine dei viandanti accorsi nella città, si immerge in un mare di colori, canti, balli, scoprendo pian piano le varie sfaccettature di un movimento che gli era stato erroneamente descritto come malvagio.

A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono, sono di nazionalità diverse, parlano lingue diverse, hanno stili di vita diversi ma oggi sembrano appartenere tutti alla stessa famiglia, sembra che parlino tutti la stessa lingua, lanciando messaggi chiari e difficilmente contrastabili: vogliono lottare per aiutare i loro fratelli meno fortunati e soprattutto vogliono esprimere il loro unanime dissenso verso quella barbarie che nel corso dei secoli si è dimostrata la più sanguinosa ed insensata: la guerra.Tutti sono solidali l’uno con l’altro, si scambiano sorrisi, abbracci e ognuno cerca di contribuire attivamente affinché tutto si svolga nel segno dell’amore e della tranquillità.
Cloe, dapprima chiusa a riccio nella coltre di terrore e pregiudizi creata dai media contro questa folla festante, si apre e accoglie i suoi figli, conquistando alla fine il ruolo di capitale ideale del nuovo mondo sognato da essi; un mondo più tollerante verso il prossimo, più civile e più giusto.
 E così la miriade di uomini e donne, giunti finalmente alla splendida Via della Pace, vengono accolti dagli abitanti della città con un tripudio di applausi, bandiere e gioia, sentimento questo che percorre indistintamente tutto il lunghissimo corteo che ricambia con immensa gratitudine Cloe che li ha ospitati; lungo il cammino si possono incontrare un bambino e una mamma che offrono bevande calde agli infreddoliti passanti, famiglie che dai balconi si uniscono ai cori, lanciandoli a loro volta, anziani commossi nel vedere la loro città invasa da innumerevoli giovani che, armati di voce e strumenti, di bandiere dai mille colori e di speranze, utopiche per i padroni del mondo, chiedono solamente il rispetto dei diritti umani, propri di qualsiasi uomo, anche se si dovesse trattare del più abietto. 
L’Uomo che viaggia, colpito da tanto calore umano, non capisce come si possa gettare discredito su moltissimi giovani la cui unica colpa, se di colpa si può parlare, è quella di amare e volere fermamente la pace, parola che purtroppo non sembra essere presente nel vocabolario dei potenti.
La magica giornata trascorsa a Cloe riempie di gioia e rafforza le idee di quest’Uomo che, nel corso dei suoi viaggi, non aveva mai incontrato una città simile. Esso però è inconsapevole che la sera, tornato nel suo rifugio, lo aspetta una notizia quantomeno triste: le grandi reti di comunicazione sia locali che globali, durante il corso di quella giornata, che per lui era stata straordinaria, avevano dato poco spazio a tale evento e anche ora lo stanno trattando solo marginalmente.
Cloe oggi è quasi considerata, dai media, una città invisibile. La cronaca di un giorno trascorso tranquillamente, con centinaia di migliaia di persone che invadono pacificamente la città, evidentemente non fa gola a coloro che avevano criminalizzato tali individui perché, descrivendo esattamente lo svolgimento della manifestazione, i media dovrebbero rivalutare il movimento e scusarsi delle infamie dette.
Sono questi i pensieri che turbano e arrovellano la mente dell’Uomo che, tuttavia, non si fa scoraggiare dall’invisibilità mediatica di Cloe e imperterrito continua il suo viaggio cercando, nel suo piccolo, di raggiungere la meta: aggiungere, nel fantomatico vocabolario dei potenti, la parola chiave per avere un mondo migliore: Pace".

 

 
 
 
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