Sento sempre dire che le donne sono più sensibili degli uomini.
C'è qualcuno che sappia spiegarmi quello che significa?
Di certo non che sono più esposte a rischi di attentati, direi.
Forse che hanno i cinque sensi più sviluppati? No, non credo.
Che sono più facilmente percepibili attraverso i sensi? Questo già mi convincerebbe di più, però temo di essere influenzato dalla mia natura maschile, nella valutazione.
Forse che hanno le tacche di misurazione più strette, come le bilance? "Un chilo e mezzo, signora." "Un attimo che peso io. Sono un chilo e quattrocentottantasette grammi, prego. Virgola quattro, virgola cinque, virgola quattro, virgola cinque..... stia fermo, con quel respiro!"
O forse che si impressionano più facilmente, come le pellicole fotografiche? "Hiiiii, che paura, questa scena!" "Tranquilla, bèibi, ci son qua io. Se mi addormento sul divano, però, non svegliarmi: è pomodoro, mica sangue davvero."
Allora, c'è qualcuno che mi spiega?
Vi avverto, però. Anche se io sono simpatizzante, quasi sempre, delle posizioni femminili (e non fate i maliziosi, avete capito benissimo cosa intendo) non venitevene con la storia che la donna è più capace di immedesimarsi nell'altrui animo, di comprendere anche quello che non viene detto esplicitamente. Non raccontatemi che la donna è più compassionevole, nel senso che partecipa maggiormente alle sofferenze di chi le è vicino.
Queste sono caratteristiche della persona che non hanno sesso.
Però, se proprio volessimo darglielo, un sesso, con le mille eccezioni che verrebbero sicuramente fuori, non diamo loro il sesso femminile, per favore. Piuttosto, quello maschile.
E' una tesi che appare forse un po' bislacca, ma pensiamoci. Mi viene una similitudine omerica (o manzoniana? Boh, sono un po' ignorante, in materia, dovrei chiedere ad Odette).
La donna è come una squadra di operai che scava le fondamenta del proprio palazzo. Scava, scava, scava, scava, scava. E ancora scava, scava, scava, scava, scava. Ma che devi fare, un parcheggio interrato per un centro commerciale, che scavi fino ad arrivare in Nuova Zelanda?
L'uomo, invece, è come uno di quei vecchietti pensionati direttori dei lavori ad honorem. Li ricordate? Quelli col cappello, i pantaloni a vita altissima, la camicia bianca a mezze maniche e la canottiera. Facevano la spola, con le mani dietro alla schiena, tra una buca scavata in strada dall'ENEL e una scavata dalla SIP, e osservavano, commentavano, davano consigli. Erano irritanti, per chi lavorava, ma conoscevano benissimo tutto quello che c'era, sotto l'asfalto. Anche dopo trent'anni, potevi chieder loro dov'era un groviglio di cavi, e te lo indicavano con precisione millimetrica.
Mi sa che 'sta similitudine è sfuggita al mio controllo, si è fatta un post da sola. Però il vecchietto mi sta simpatico: vi dispiace se lo lascio lì? Non mi va di cancellarlo, mi sembrerebbe un omicidio.
Quello che volevo dire (almeno così mi sembra, mi sto un po' incartando) è che cum patire è come andare in bicicletta: se impari da piccolo sarai sempre più bravo di chi impara più tardi.
E l'uomo, sin dai suoi primi approcci con l'altro sesso, viene messo davanti alla necessità di cum patire. Come in una scampagnata, in cui la donna prepara tutto e l'uomo non fa quasi niente (ci risiamo con le similitudini!), il nostro giovane virgulto impara che lui deve solo portare se stesso, il cum.
Al resto, c'è chi ci pensa.