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News Juventus 18/05/2009

Post n°1651 pubblicato il 18 Maggio 2009 da corsivo79

DRAMMA JUVE, NON VINCE PIU'!
RANIERI DELIRA: "RESTO AL 99%"

Continua la pietosa Via Crucis della squadra bianconera che viene ancora una volta bloccata in casa sul pareggio (2-2 contro l'Atalanta) e rischia di perdere anche la terza posizione in classifica, con la Fiorentina che ormai la bracca ad un solo punto. Ranieri vicino ad uno storico record negativo: otto gare di fila senza vittorie non si vedono dal 1956-57. La partita: vantaggio atalantino firmato da Cigarini in avvio, poi Iaquinta e Zanetti ribaltano il risultato, prima del pareggio di Pellegrino al 44'. Nella ripresa domina la squadra di Del Neri. Un grande Buffon salva più volte i bianconeri. Ranieri senza vergogna dopo l'ultima ennesima figuraccia: "Al mio primo posto c'è sempre la Juve. Mi è stato affidato un progetto e io continuo a lavorare perché si compia questo progetto. Se non sono l'uomo ideale me lo diranno. Io sono sereno". In società si è parlato del futuro del tecnico fino a notte fonda. Non si esclude una separazione immediata, con la squadra che verrebbe affidata al responsabile del settore giovanile Ciro Ferrara fino al termine della stagione. Nuovo vertice stamane. A luglio sulla panchina bianconera potrebbe sedersi Spalletti. Passo avanti per il trasferimento del tecnico giallorosso a Torino. Continua la protesta dei tifosi contro tutto e tutti. Ieri fuori dallo stadio anche uno striscione della curva: "No a Lapo presidente".

DIGIUNO JUVE, IL TERZO POSTO TREMA - La Stampa - Il lento harakiri della Juventus di Claudio Ranieri prosegue con il 2-2 casalingo contro l’Atalanta. Contro un’avversaria priva di obiettivi e già in vacanza, i bianconeri riescono a centrare il sesto pareggio nelle ultime 7 gare: la Vecchia Signora non vince da 2 mesi e, con 68 punti, arranca al terzo posto. La Fiorentina è indietro di una sola lunghezza e per la Juve attuale sarebbe un’impresa conquistare la qualificazione diretta alla prossima Champions League. La squadra di Ranieri offre uno spettacolo mediocre per buona parte del match contro i bergamaschi disputato davanti agli spalti deserti dell’Olimpico di Torino.  Le porte chiuse ordinate dalla giustizia sportiva, per i cori razzisti rivolti all’attaccante interista Mario Balotelli un mese fa, impediscono al pubblico bianconero di assistere alla partita che comincia in salita. Pronti, via e la Juve è sotto. Una conclusione senza pretese di Cigarini diventa letale dopo la deviazione di Legrottaglie: Buffon beffato, 1-0 per l’Atalanta dopo 2 minuti. I nerazzurri sono padroni del campo nelle fasi iniziali del match e sfiorano il raddoppio al 14’: Buffon chiude miracolosamente su Doni e salva. La Juve impiega 25 minuti per scuotersi dal torpore. La traversa nega il gol a Legrottaglie, che colpisce di testa su corner battuto da destra.  Al 26’ arriva il pareggio, al termine della prima vera azione dei padroni di casa: Amauri accende Nedved, cross e comodo colpo di testa di Iaquinta per l’1-1. Il sorpasso della Juve sembra cosa fatta al 28’, quando Amauri salta e colpisce: ancora traversa. Il legno entra in scena anche al 36’, quando Zanetti spara al volo da 25 metri. Il pallone scheggia la traversa e si insacca: 2-1. La Juve funziona in attacco ma fa clamorosamente acqua in difesa. L’Atalanta sfiora il pareggio al 43’ con Defendi e lo trova al 44’ con il neoentrato Pellegrino, che con un colpo di testa sfrutta l’ennesima amnesia della sgangherata retroguardia bianconera: 2-2.La difesa dei padroni di casa concede occasioni in abbondanza, al 48’ prova ad approfittarne Plasmati: colpo di testa, traversa. Al 50’ ci vuole un prodigio di Buffon per fermare Curci, liberato da una suicida applicazione del fuorigioco. Subito dopo, il portiere della Juve deve ringraziare la traversa che respinge la sassata di Cigarini. Al 60’ l’estremo difensore deve intervenire per evitare che il retropassaggio suicida di Poulsen diventi un assist per Plasmati. Ranieri inserisce Del Piero al posto di Amauri, che mostra di non gradire la sostituzione. L’ingresso del numero 10 non cambia granchè la situazione e per vedere una parata di Consigli bisogna aspettare il 72’: sinistro di Nedved, il portiere bergamasco blocca. Rischia molto di più Buffon, che all’81’ si ritrova davanti per l’ennesima volta Plasmati: siluro, traversa e palla sulla linea: finisce 2-2.
JUVE, VICINO IL RECORD... NEGATIVO - Sport Mediaset - Non sarà forse la Juve peggiore di sempre, ma, di certo, la striscia di giornate senza vittoria sta per entrare di diritto nella storia del club. Se infatti bisogna andare indietro di 26 anni, al 1982-83, per ritrovare una Juve incapace di vincere per sette turni consecutivi, per rintracciare una prestazione peggiore tocca arrivare al campionato 1956-57. Quando, cioè, la squadra allora allenata da Puppo restò senza successi per otto partite. Erano altri tempi, certo, ed era soprattutto un'altra Juve. Una Juve da magliette bianco e nere come le foto dell'epoca, che si stava ringiovanendo e si preparava ad aprire un ciclo vincente con Sivori, Boniperti (già presente nel '56-'57) e John Charles. Quella stagione, per la verità a differenza di questa, fu pessima in tutto. La Signora, orfana di Gianni Agnelli - che aveva lasciato la presidenza nel settembre del '54 per i crescenti impegni di lavoro -, aveva affidato la panchina al piacentino Sandro Puppo, cui era stato chiesto il miracolo di tenere il club nelle prime posizioni nonostante la giovanissima età di molti giocatori (tra questi gli esordienti Valvassori, Emoli, Garzena, Colombo e Stacchini). Impresa ardua che, evidentemente, non gli riuscì. Alla fine del campionato, dopo appunto un filotto di otto gare senza vittorie (da Genoa-Juve della terza giornata a Lanerossi Vicenza-Juve della decima. Il bilancio fu di sei pareggi e due sconfitte), Boniperti e compagni chiusero al nono posto, con gli stessi punti della Spal e soltanto quattro lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. I bianconeri non fecero molto meglio l'anno dopo, ma, nominato nel '56 Umberto Agnelli nel ruolo di commissario della società, tornarono alla ribalta nella stagione successiva e vinsero lo scudetto nel 1959-60, aprendo un ciclo. Altri tempi, altra Juve. La storia di oggi è totalmente diversa. Ma Ranieri, che fino a qualche mese fa si addormentava sognando scudetti, rischia ora di vivere l'incubo di un record maledetto di cui non potrebbe onestamente andare troppo fiero.
TUTTI CONTRO RANIERI: "MA IO RESTO AL 99%" - La Stampa - Niente più orgoglio e sorrisi da vincitore morale: il «Proud Man Walking» di memoria londinese sparisce nella solitudine dell'Olimpico deserto e di una società/squadra che l'ha apertamente abbandonato. Claudio Ranieri, ora, è un tecnico dal futuro sempre meno bianconero. La contestazione dei tifosi è totale (anche ieri cori fuori dallo stadio e siti Internet bianconeri in tilt per la richiesta di dimissioni) e Ranieri ha sempre meno il controllo dello spogliatoio. Dopo i casi Trezeguet e Camoranesi, adesso si registra il malcontento del panchinaro Del Piero, la tribuna di Giovinco e l'amarezza del fedelissimo Amauri al momento della sostituzione (stretta di mano e poi fuga sotto la doccia col broncio). Il sesto pareggio nelle ultime sette partite di campionato ha fatto terra bruciata in una Juve che fa sempre più fatica a difendere il proprio allenatore. A parole Ranieri è stato confermato dopo il cda, ma ieri, finita la partita, nessun dirigente (con l'ex Bettega solitario in tribuna tra i 200 invitati juventini) ha voluto manifestare la propria fiducia. Cobolli Gigli si è limitato a un telegramma ai microfoni di Sky dal bunker dell’Olimpico. Che ieri pareva assediato: dai fantasmi di una débâcle e dall’atroce dramma sul cosa fare per i prossimi 180 minuti e la nuova stagione. «Al 99% resto alla Juve - ha risposto Ranieri a precisa domanda sul suo futuro - perché ho sempre messo la Juve davanti a tutto. Voglio completare il lavoro che mi hanno affidato. Se poi, dopo due anni, hanno capito che non sono l'uomo ideale per questo progetto, me lo diranno. Io sono molto sereno». Una tranquillità di facciata e obbligata per non mandare il segnale della resa che qualcuno forse sta aspettando. «Stiamo dando il massimo - si difende il tecnico -. A fine anno faremo i conti ed analizzeremo bene tutto, come è stato detto dalla proprietà». L'incubo di finire al 4° posto è reale. Legrottaglie, l'unico giocatore autorizzato a parlare, ha bollato questi due mesi senza vittorie come «tragici» e ha definito «bruttissimo» il 2-2 con l'Atalanta. «Sono desolato dal risultato e dalla prestazione - si sfoga - e adesso è dura vincere le ultime due partite». Il punticino di vantaggio sui viola è poco per una squadra che ha finito la benzina. «Non sono tranquillo e dobbiamo svegliarci - sintetizza Ranieri - perché c'è tanto da guadagnare quanto da perdere. È una situazione difficile: possiamo mantenere il terzo posto o essere scavalcati dalla Fiorentina. Ora vediamo se riusciremo a dimostrare che siamo un gruppo in queste ultime due partite». Ultimo desiderio o atto finale di sfida?
RANIERI: "AL MIO PRIMO POSTO C'E' SEMPRE LA JUVE" - Tuttosport - «Dobbiamo svegliarci perchè non possiamo continuare così». Claudio Ranieri striglia la Juventus. Il pari con l'Atalanta (il quarto di fila) avvicina ancora di più la sua squadra al quarto posto e la allontana dal secondo. Un altro passaggio a vuoto poche ore dopo la sconfitta del Milan, ora a tre punti: «È stata un'occasione persa molto importante- dice l'allenatore della Juve- ma dobbiamo continuare a crederci perchè possiamo raggiungere il secondo posto e abbiamo la Fiorentina che si sta facendo sotto. Mi aspettavo di vedere bissata la prestazione fatta col Milan, invece siamo tornati ad essere allegri e non determinati a tornare ognuno nella propria posizione. Non sono tranquillo, so che possiamo arrivare secondi, terzi o quarti. Ho giocatori che disputeranno a giugno la Confederations Cup e c'è il rischio per qualcuno di fare poche vacanze... Insomma, c'è tanta carne al fuoco».
L'ANNUNCIO - Ora ci sono il Siena e la Lazio per non perdere la possibilità di entrare nella Champions dalla porta principale: «Dobbiamo vedere come reagire. In queste due parti c'è tanto da guadagnare e da perdere: bisogna vedere cosa vogliamo fare». I problemi della Juve per Ranieri sono «una questione di equilibrio. Quando non giochiamo con questo equilibrio ci disuniamo e quindi passa per colpevole la difesa, ma è tutta la squadra che non è attenta alla fase difensiva. Non siamo più quelli che eravamo». E pure Amauri sembra avere subito un'involuzione. «Ma per me non c'è un problema Amauri», risponde Ranieri che poi aggiunge: «Non è stato fatto il massimo con questa squadra. Noi ora dobbiamo tirare fuori il meglio, ci stiamo giocando tanto, le motivazioni e la reazione ci devono essere. Poi a fine campionato si analizzerà bene tutto». A cominciare proprio dal futuro di Ranieri: «Al 99% resto alla Juve». E se questo non succederà sarà per una decisione della società: «Ho sempre messo la Juve davanti a tutto- conclude- Io sto lavorando per ricostruire la squadra, per cui al mio primo posto c'è sempre la Juventus. Se poi dopo due anni hanno capito che non sono l'uomo ideale per questo progetto, me lo diranno. Io sono molto sereno».
LA JUVE PENSA ALL'ESONERO DI RANIERI: PRONTO FERRARA - La Stampa - Illusi, loro e noi, d’averne rintracciato dentro San Siro almeno i resti, di rabbia e orgoglio, la Juve è di nuovo scomparsa ieri nel silenzioso cortile di casa, davanti all’avversario più comodo che ti potesse capitare, di questi tempi: cioè una squadra assopita a metà classifica, con le motivazioni già spedite in riviera. Macché, non è servito: 2-2 alla fine, e ringraziare, perché se le testate di Legrottaglie e Amauri si sono stampate sulla traversa, nel conto dell’avversario ce ne sono tre, di traverse, due di Plasmati, bravo e sfortunato, una di Cigarini, giovane e già affidabile comandante di centrocampo. Oltre a due paratone di Gigi Buffon, lasciato faccia a faccia con il nemico.  Bye bye secondo posto, allora, e occhi sugli specchietti retrovisori, dove la Fiorentina appare a meno uno, pronta a scippare il terzo posto: con il quarto, si andrebbe ai preliminari di Champions, ovvero una lotteria dove, da quest’anno, non si è neppure troppo sicuri di vincere. In coda a un pomeriggio così, la società ha ricominciato a riflettere sul futuro, immediato, di Claudio Ranieri: l’opzione, come dopo il pareggio casalingo con il Lecce, è di esonerarlo, facendo pilotare la squadra nelle ultime due giornate a Ciro Ferrara, ora responsabile del settore giovanile bianconero. Ammesso che possa servire, chi scrive, se interessa, ne dubita, la mossa non è esente da rischi, visto che l’ex difensore mai ha guidato una squadra, men che meno in questa situazione da allarme rosso. Dentro casa Juve, comunque, se n’è parlato fino a notte fonda, alternando pro e contro, e oggi si deciderà. Guardando i volti sconsolati dell’ad Jean-Claude Blanc e del presidente Giovanni Cobolli Gigli, ieri in tribuna, la situazione è davvero pericolosa, pure perché potrebbe mettere a rischio i quattrini del grande luna park europeo. «Io penso che non sia solo un discorso che riguarda solo Ranieri - ha detto Cobolli Gigli, concedendosi solo alle telecamere paganti di Sky - ma tutti quanti. Abbiamo perso, anche Ranieri, l’occasione di vincere e, a questo punto, non ci sono più tre partite, ma solo due. Quindi è chiaro che anche le nostre prospettive si restringono e quando dico che dobbiamo veramente concentrarci, intendo in questo senso: basta parole e possibilmente molti fatti». Come disse John Elkann: solo che i secondi continuano a non arrivare. Per cementare la squadra o, più banalmente, tenerne assieme i cocci, si sta valutando l’ipotesi del ritiro, anche se il tecnico, la scorsa settimana, non pareva porre fede nelle qualità taumaturgiche della scelta. Pure questo, si deciderà in giornata: «Non credo - ha risposto il presidente sull’ipotesi ritiro - non fa parte dello stile della Juve, però su questo si potrà discutere». E chissà, poi, se esiste davvero una medicina per questo malato, ieri in una delle più orribili versioni, copyright Nicola Legrottaglie, l’unico giocatore a parlare, alla fine. Mica si tratta di un crollo improvviso, ma di un costante e irreversibile sgretolamento: dall’ultima vittoria (4-1 a Roma, 21 marzo), contando pure il match di Coppa Italia, i bianconeri hanno messo in fila sei pareggi e due sconfitte. Con 14 gol fatti, e non è male, ma 16 subiti, cioè due a partita, roba da retrocessione. Riducendo la contabilità al solo campionato, per rintracciare pari decadenza, bisogna andare indietro di 26 anni, alla Juve del Trap, stagione 1982/83. Al solito, quando le cose già viaggiano male, ci si mette pure la iella, visto il gol preso ieri dopo appena un minuto e mezzo: tiretto di Cigarini e deviazione decisiva di Legrottaglie. Pur su fondamenta pericolanti (Doni s’è mangiato il raddoppio al 15’), la Juve s’era ripresa la partita, con un colpo di testa di Iaquinta (assist Nedved), e Zanetti, che ha segnato da oltre venti metri, al volo, con bellissima coordinazione, spedendo la sventola sotto la traversa. Una squadra normale avrebbe fatto pesare le ragioni della classifica e impacchettato la gara, invece i bianconeri hanno preso una evitabilissima rete su calcio d’angolo, con due colpi di testa consecutivi in area. Della serie: accomodatevi. E le zero ammonizioni sono un altro indizio letale, per tarare agonismo e impeto riversati sul prato. Difatti, nella ripresa l’Atalanta avrebbe potuto comodamente vincere, contro una squadra che, ormai, non c’è più.
VERTICE ALLA JUVE: RANIERI AD ALTO RISCHIO - Gazzetta - E' in programma questa mattina un incontro nella sede della Juventus, in via Galileo Ferraris, fra l'a.d. Jean Claude Blanc e il d.s. Alessio Secco, dopo il pareggio di ieri che ha consentito alla Fiorentina di accorciare le distanze e alle ombre dei preliminari di Champions di avanzare. La società bianconera sta quindi valutando una soluzione di emergenza. E' assai probabile un ritiro sulle colline senesi già 4 giorni prima del match di domenica contro il Siena, ma nelle ultime ore sta prendendo quota un'ipotesi più radicale: quella di un esonero anticipato di Ranieri, che ha un contratto col club bianconero fino al giugno 2010. Al suo posto il club si affiderebbe per queste ultime due gare - la trasferta di Siena e l'incontro casalingo con la Lazio - ad un traghettatore. In pole position c'è Ciro Ferrara.
SPALLETTI ALLA JUVE, UN PASSO AVANTI - Tuttosport - Caos allenatore. La Juventus è legata per altre due partite a Claudio Ra­nieri, il quale intanto parla un linguaggio cifrato in vi­sta della separazione che ufficialmente non si può pronunciare ma che è nel­l’aria. La Juve, legata a Ra­nieri (che accarezza l’ipote­si Roma in caso di cessione della società dai Sensi alla cordata Fioranelli), guarda però ad altri tre tecnici per il futuro. C’è Luciano Spal­letti che sta preparando la delicata separazione pro­prio dalla Roma. C’è Gian Piero Gasperini... o forse «c’era» perché la conferma di Preziosi è arrivata in for­ma solenne via radio, tv, giornali e internet. C’è an­che Antonio Conte che in­tanto scalpita, ha in una mano la penna per firmare il rinnovo con il Bari e nel­l’altra il telefono per rispon­dere all’eventuale chiamata da Torino. C’è sempre Ciro Ferrara, infine, che rappre­senta la soluzione più sem­plice e per molti versi più lo­gica, l’unico progetto che realmente può essere ricol­legato a quel pranzo clande­stino tra Blanc e Lippi: ov­vero, l’ex difensore sarebbe l’unico in grado di garantire un futuro approdo del ct nella struttura tecnica del­la Juve. E’ intor­no a Spalletti che il conte­sto appare più complicato. Nuove voci rivelano un re­cente contatto tra un perso­naggio vicino alla proprietà bianconera e l’attuale tecni­co della Roma. Nella capita­le si fa più forte la sensazio­ne che abbia scelto di cam­biare aria, mentre a Torino in molti lo considerano l’al­lenatore ideale per affron­tare un futuro prestigioso. Ma anche al Milan c’è chi la pensa così, in particolare Adriano Galliani. E’ lui a considerare Spalletti il so­stituto migliore per Ance­lotti. E il Milan, che vanta ottimi rapporti con il club giallorosso, può acquisire una posizione privilegiata.
LEGROTTAGLIE: "RISULTATO BRUTTISSIMO" - Tuttosport - Il difensore della Juventus Nicola Legrottaglie ha parlato ai microfoni di Sky dopo il pareggio contro l'Atalanta: «È bruttissimo, sono desolato per questa prestazione, per questo risultato. Dobbiamo tenercelo, ma adesso è dura, le ultime due partite saranno dure da vincere. Non ci sono parole, oggi dovevamo vincere, invece è stata una delle partite più brutte». È nella testa il problema? «Abbiamo perso qualcosa che prima era la nostra forza, ci manca il fatto di essere corti. Non so quante palle gol abbiamo concesso oggi, c’è qualcosa che non va, bisogna metterlo sul conto. Bisogna lavorare, perchè adesso è finita la stagione, e dobbiamo finirla bene con queste due partite, ma l’anno prossimo dovremo fare un “mea culpa” di questo mese e mezzo che è stato a dir poco tragico per noi». È un problema del reparto o di fase difensiva? «Troppo facile dare la colpa al reparto difensivo in questo momento. Non devo trovare alibi perché sono un difensore, sicuramente il nostro reparto è calato, abbiamo preso troppi gol, eravamo la migliore difesa e adesso siamo la quarta. C’è da fare un esame di coscienza tutti quanti, sarebbe troppo bello dire “davanti facciamo gol, però dietro prendiamo gol facilmente”, non sarebbe giusto nei confronti del reparto difensivo. Si perde tutti insieme, si subisce insieme e si segna insieme: dobbiamo continuare con questa mentalità».
COBOLLI: "ABBIAMO PERSO UNA GRANDE OCCASIONE" - Tuttosport -  «Ripetere che dobbiamo concentrarci è inutile ma veramente dobbiamo concentrarci sulle prossime due partite. Abbiamo perso una grande occasione di puntare al secondo posto, ora dobbiamo stare attenti a difendere il terzo». Ecco l'avviso alla squadra del presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, ovviamente insoddisfatto dopo il pareggio con l'Atalanta e preoccupato dalla possibilità di perdere il terzo posto, cioè l'ingresso nella prossima Champions partendo dalla fase a gironi, visto che la Fiorentina è a un solo punto di ritardo. «La Fiorentina- dice Cobolli a Sky- ha due partite difficili ma pure noi giocheremo a Siena e contro la Lazio. Dobbiamo stare attenti ed essere veramente concentrati e chiedere ai giocatori il massimo, perchè sappiamo la differenza che c'è tra arrivare terzi o quarti».
LE PAGELLE BIANCONERE - La Stampa -
Buffon 8 SOLITARIO. Da ultimo dei Mohicani, ci mette due parate da fenomeno (su Doni e Cerci) per evitare lo sterminio di quella che era stata la difesa meno forata del campionato. Ora è rimasto in piedi solo lui.
Grygera 5 LIBERTARIO. Per decreto, all'inizio, decide di non pedinare mai Cerci che abita nel suo quartiere. Male anche nella ripresa, quando sbaglia un paio di chiusure.
Mellberg 5 LEGNOSO. Plasmati gli gira attorno come fosse un albero e, nel finale, quasi lo grazia ingranando la retromarcia. Lo fregano anche tra le nuvole, dove non aveva mai tradito.
Legrottaglie 5 SCOLLEGATO. Aggettivo che lui stesso pesca per descrivere l'atteggiamento della squadra. Sulla deviazione che inganna Buffon ha solo sfortuna, per il resto ha colpe diffuse.
De Ceglie 5 VOLENTEROSO. Ci mette quintali di impegno, e qualche corsa dall'altra parte, ma nella difesa che sbanda di brutto c'è anche lui. Dalla sua parte, lascia spesso la porta spalancata (dal 33' st Zebina 5,5: sempre distratto).
Camoranesi 5 PRECIPITOSO. Si sbatte, e butta pure in mezzo alcuni palloni, ma sempre approssimativi, che infatti mai arrivano a destinazione (tranne un cornere). La quantità salva molta gente, non uno con il suo talento.
Poulsen 5 SBADATO. Cigarini lo porta a spasso per il campo, soffiandogli sempre spazio e tempi di gioco. Nel finale, retropassaggio da codice penale.
Zanetti 6 AFFATICATO. Per l'eurogol sarebbe da 8, ma c'è pure un centrocampo lasciato saccheggiare, senza la solita lucidità. (27' st Trezeguet 5: un pallone lo sfiora, e lui neppure allunga la zampa).
Nedved 6 FEDELE. Fino in fondo fa il suo mestiere, innescando Iaquinta alla perfezione, e con un altro cross nel secondo tempo. Però, va e viene.
Iaquinta 6,5 COSTANTE. Mica un partitone, ma il suo gollettino lo fabbrica sempre. Avercene.
Amauri 5,5 IMPALATO. Il ballerino è rimasto senza samba: un bell?appoggio e una traversa. (dal 16' st Del Piero 5,5: si mangia mezzo gol)
Ranieri 5 INEFFICACE. Se a San Siro aveva riattaccato la spina, ieri ha di nuovo tolto l'energia. Squadra lenta e sbriciolata, che non riesce a rianimare: se è possibile.
I TIFOSI DELLA JUVE: "NO A LAPO PRESIDENTE" - Tuttosport - «17 maggio, presenti contro l'ultima ingiustizia». 'Recita' così lo striscione di protesta dei tifosi della Juventus, esposto fuori dallo stadio, per la condanna sportiva a giocare a porte chiuse contro l'Atalanta. Altri striscioni con i nomi dei club del tifo sono stati esposti sempre all'esterno, per fare capire che i supporter bianconeri non si fermano, anche se oggi è proibito entrare nello stadio. Non è mancato un striscione con messaggio contro Lapo Elkann: «No a Lapo presidente». Poi il solito contro Cannavaro, che una parte degli ultras continua a non volere di nuovo in bianconero.

 
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