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Post n°1197 pubblicato il 25 Settembre 2007 da corsivo79

TAROCCAVANO FIRME E BILANCI "PROCESSATE MILAN E INTER!"

Il pm Nocerino ha chiesto il rinvio a giudizio per il milanista Galliani e i nerazzurri Ghelfi e Gambaro: "Falsificavano i bilanci per potersi iscrivere". Coinvolto anche Moratti, ma per lui il reato è caduto in prescrizione. Aggiustati i conti in vista dei campionati 2004-05 e 2005-06: quello dello scudetto a tavolino. Contraffatte le firme dei giocatori, sopravvalutazioni per 47,9 milioni. Indaga anche la procura sportiva:  Palazzi ha chiesto le nuove carte ai pm. Il dossier giaceva da tempo in FIGC e Abete ora sollecita: "Fate in fretta". Rottura della rotula per Andrade: starà fermo dai 4 ai 6 mesi. La dirigenza esclude rinforzi: Legrottaglie titolare. La società e il contratto di Del Piero: "Dobbiamo risparmiare, troppi 4,5 milioni".

FALSIFICAVANO I BILANCI PER POTERSI ISCRIVERE - Repubblica -  L´inchiesta sul doping amministrativo di Inter e Milan è giunta al suo atto finale. Ieri il sostituto procuratore Carlo Nocerino ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio del vicepresidente e amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. Del vicepresidente ed ex amministratore delegato dell´Inter Rinaldo Ghelfi, e dell´altro ex amministratore delegato nerazzurro, Mauro Gambaro. Stralciata, invece, la posizione di Massimo Moratti, semplicemente perché i fatti relativi al 2003 sono già prescritti e quelli al 2004 non sono da prendere in considerazione, perché Moratti in quel periodo non ricopriva nessuna carica. Il rinvio a giudizio, tuttavia, non spaventa nemmeno gli altri indagati, visto che tutti i reati verranno prescritti a partire dal prossimo anno. Il vero macigno, invece, riguarda le due società, chiamate in causa per la Legge 231, la norma che regola la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Il rischio per Inter e Milan è di ricevere una sanzione pari all´utile illecitamente perseguito. Per i nerazzurri si tratta di una cifra intorno ai 54 milioni di euro, mentre per i cugini rossoneri di qualcosa come 50 milioni. Cifre importanti che potrebbero compromettere un´intera campagna acquisti. L´accusa ai dirigenti delle due squadre è di aver inscenato compravendite false di giocatori in gran parte sconosciuti per gonfiare l´utile delle due società e rendere meno pesanti ai presidenti i ripianamenti delle perdite. Con questo giochetto, l´Inter ha gonfiato il bilancio chiuso a giugno 2003 di 22 milioni e quello dell´esercizio successivo di altri 32 milioni. In totale 54 milioni. Galliani, invece, è riuscito a far risparmiare a Silvio Berlusconi, 37 milioni nel 2003 e 13,6 l´anno dopo, poco più quindi di 50 milioni. Operazioni che «hanno evitato di rappresentare alla Figc l´esatta situazione patrimoniale ai fini delle verifiche propedeutiche all´ammissione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006». I campionati poi travolti da Calciopoli con gli scudetti tolti alla Juve e quello del 2005-2006 assegnato all´Inter a tavolino. La società nerazzurra, preso atto della possibile archiviazione per Moratti, conta di risolvere presto le posizioni dei dirigenti ancora coinvolti, «nella consapevolezza della correttezza del loro operato nonché della perfetta regolarità dei bilanci del club». Stessa linea a Via Turati: «l´A. C. Milan conferma l´assoluta estraneità agli addebiti [di Galliani] e confida che la piena correttezza dei bilanci della società venga accertata nei tempi più solleciti». «Non abbiamo ucciso nessuno», ha commentato Galliani, eppure non è la prima volta che la procura di Milano mette nel mirino i bilanci dell´Ac Milan. Un´inchiesta del ‘99 del pm Bruna Albertini, infatti, aveva smascherato presunti fondi neri e frodi fiscali messi in pratica dalla società di via Turati. Allora il meccanismo scoperto erano presunte false fatture per diritti di immagine dei giocatori della galassia Milan, per garantire in nero compensi extra. Il 5 luglio 2002, il trio olandese delle meraviglie, composto da Van Basten, Rijkaard e Gullit, patteggiò una pena di tre mesi convertiti in pena pecuniaria. Adriano Galliani, alcuni suoi collaboratori e una ventina di big della società rossonera, invece, si videro archiviare l´accusa nel 2003 grazie alla depenalizzazione dei reati fiscali passata sotto il governo Berlusconi. Per un´accusa del tutto simile, a Genova, si trovano sotto processo il proprietario del Genoa, Enrico Preziosi, alla sbarra per falso in bilancio insieme a Giovanni Blondet, nel 2003-2004 direttore generale ed ora vice presidente del Genoa, la società Genoa Cricket & Football Club, Giorgio Lugaresi e Gabriele Valentini, rispettivamente presidente e segretario generale del Cesena, Franco Soldati e Pierpaolo Marino, rispettivamente presidente e ex direttore generale dell´Udinese Calcio. In concorso con loro avrebbe agito, secondo la ricostruzione della procura, il solito Adriano Galliani chiamato a rispondere del proprio operato anche dai giudici liguri.
CONTRAFFATTE LE FIRME DEI GIOCATORI, SOPRAVVALUTAZIONI PER 47,9 MLN - Repubblica -  Il Milan non comprava giocatori a valori «fittizi» solo dall´Inter, ma anche da altre squadre. Con il Parma sono stati scambiati Roberto Massaro, Luca Ferretti e Filippo Porcari, con il Chievo, Martino Olivetti e con la Sampdoria, Ikechukwu Kalu. La differenza rispetto ai reali valori di mercato è stata di 22,6 milioni di euro. Alla voce cessioni, invece, il differenziale è di 19,7 milioni. I contratti per essere approvati venivano falsificati anche nelle firme, il tutto all´insaputa dei calciatori. Nel solo 2003, nei bilanci chiusi a giugno e dicembre, la sopravvalutazione dei diritti alle prestazioni pluriennali dei calciatori è stata di 40,8 milioni di euro. La stessa voce di bilancio relativa all´anno 2004 è risultata pari a 17,2 milioni di euro.
IL DOSSIER GIACE DA TEMPO IN FEDERCALCIO E ABETE SOLLECITA PALAZZI. I DUE CLUB RISCHIANO UNA PENALIZZAZIONE - Repubblica - Pochi giorni e si saprà: il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha chiesto un «approfondimento», ma anche massima «celerità», al superprocuratore Stefano Palazzi sulla vicenda del falso in bilancio di Milan e Inter. Palazzi da poco si è trasferito nei nuovi uffici romani, in via Po: 200 metri quadri (costo per la Figc, 7000 euro al mese) dove lavorerà la nuova struttura, nata dalla fusione fra Ufficio Indagini e Procura federale. Per questo, essendo snellita la "macchina" giudiziaria, Abete si aspetta quella celerità che ultimamente non si è vista. Fare in fretta, ma bene: spera la Figc. Sul caso specifico, l´inchiesta è stata aperta il 1° agosto 2006: e oggi lo stesso Palazzi chiederà al pm di Milano, Carlo Nocerino, i nuovi atti. Tutto questo materiale andrà ad infoltire il fascicolo che il capo della superprocura aveva ereditato dall´ex numero 1 dell´Ufficio Indagini, Francesco Saverio Borrelli. L´inchiesta si era fermata in attesa di sviluppi della magistratura ordinaria. Borrelli aveva chiuso la parte relativa al 2003-´04 e, prima di lasciare l´incarico, il 30 giugno scorso aveva chiesto una proroga dell´indagine sugli anni successivi. Ma per quanto riguarda il filone del doping amministrativo, nato da una denuncia dell´ex n.1 del Bologna, Gazzoni Frascara, gli armadi della procura sono strapieni: c´è anche la testimonianza che diede a "Repubblica" l´ex dipendente della Juve, Capobianco, sui bilanci, a suo avviso fasulli, del club bianconero. Poi, ci sono, oltre alle milanesi, molti altri club sotto inchiesta. «Eppur si muove», ha commentato Gazzoni Frascara. «Prendo atto dell´iniziativa di Palazzi, ora mi aspetto giustizia». Ma cosa rischiano, dal punto di vista sportivo, Milan e Inter? Dipende innanzi tutto se il reato è prescritto per i club (per le "persone fisiche" non lo è). Su questo ci sono varie interpretazioni: l´operazione-plusvalenze è stata fatta nell´estate 2003, ma bisogna vedere quando il "reato" ha avuto i suoi effetti. Se è stato davvero nel 2004, allora non ci dovrebbe essere prescrizione. I club rischierebbero una penalizzazione (1 o più punti) nel campionato in corso. L´esclusione dal campionato è solo a livello teorico, non ha alcun fondamento. I tesserati rischiano invece un´inibizione (e Galliani è consigliere federale). I legali dell´Inter puntano sul fatto che il club, con gli aumenti di capitale, ha raggiunto sempre i parametri richiesti dalla Covisoc per l´iscrizione al campionato, e quindi è in regola. Ma resta la scorrettezza delle plusvalenze, ragazzini sconosciuti pagati come se fossero Pato. Abete vuole vederci chiaro. E la Federcalcio non può più tenere in mano un´inchiesta scottante.
GIUSTIZIA SPORTIVA A DUE VELOCITA' - Marco Ansaldo - La Stampa - Per Calciopoli bastarono poche settimane per decidere chi era colpevole e a quali pene condannarlo. Sui falsi in bilancio per i quali sono indagati l’Inter e il Milan la giustizia del calcio ha scoperto una diversa velocità: soltanto adesso che c’è la richiesta di rinvio a giudizio per Ghelfi e Galliani, il superprocuratore Palazzi si adopera per acquisire nuovi elementi da inserire nel fascicolo aperto a suo tempo da Borrelli. Siamo in attesa di sapere come vuole muoversi. Certo è che di questo passo, il molto o il poco che l’Inter e il Milan dovranno pagare in caso di condanna verrà deciso quando nessuno ricorderà che cosa hanno combinato.
LA PRAVDA ROSA - Christian Rocca http://www.ilfoglio.it/camillo/ - Dunque. La procura di Milano chiede il rinvio a giudizio degli amministratori di due squadre milanesi per falso in bilancio, una delle quali (quella che non vince mai) non si sarebbe potuta iscrivere al campionato che poi un suo ex consigliere d'amministrazione le ha regalato a tavolino. Il presidente di questa squadra, all'epoca del bilancio che secondo la procura è stato falsato, non era Massimo Moratti. Così la procura ha stralciato la posizione di Moratti, caricando a pallettoni sugli amministratori della squadra. Come titola, in prima pagina, la Pravda rosa? Chiesto il rinvio a giudizio per Galliani, archiviato Moratti. Oplà. Gli altri giornali, sportivi e no, non sono così ridicoli, ma anche quelli che non nascondono la notizia (ma sempre nelle pagine interne) scrivono che sul piano sportivo al massimo le due squadre rischiano qualche punto di penalizzazione e straparlano di possibile prescrizione. Questo malgrado il codice sportivo agli articoli 7 e 13 descriva l'illecito amministrativo in modo analogo e parallelo all'illecito sportivo (quello che con parecchia libertà è stato imputato alla Juventus l'anno scorso) e prescrive esattamente le stesse sanzioni (quindi revoca scudetti e retrocessioni). Quanto alla prescrizione, il giochetto dei fan degli indossatori è questo: gli imbrogli nella compravendita di calciatori, se imbrogli sono stati, sono avvenuti nel 2003, quindi sportivamente sono prescritti. Però l'illecito, se illecito è stato, si è configurato al momento della presentazione del bilancio, grazie al quale la seconda squadra di Milano si è iscritta al campionato. Questo lo sa anche uno studente al primo anno di giurisprudenza, ma le palate di sabbia dei ruggieri palombi e dei candidi cannavò di questo mondo copriranno tutto.

ANDRADE FERMO 4 MESI: RANIERI TORNA SUL MERCATO - La Stampa - Il grave infortunio di Jorge Andrade apre ufficialmente la crisi della difesa juventina. Non che con il portoghese problemi non ce ne fossero (6 gol al passivo nelle prime quattro giornate di campionato), tuttavia il lungo stop del centrale complica ulteriormente il lavoro di Ranieri. Andrade ha riportato a Roma la frattura della rotula del ginocchio sinistro. Il tendine rotuleo non si è rotto, come ha confermato la diagnosi del professor Carlo Faletti, quindi la stagione non è finita, ma l’ex centrale del Deportivo dovrà comunque stare fermo per quattro mesi e verrà sottoposto nei prossimi giorni a intervento chirugico. Ranieri per ora ha i giocatori contati. Zebina deve scontare altri due turni di squalifica e Boumsong resterà fermo fino a metà novembre dopo l’infortunio del 7 settembre in amichevole a Saragozza. Domani con la Reggina il tecnico avrà cinque difensori disponibili. Ma è il futuro che spaventa, anche se numericamente non è che la Juve abbia una reale necessità di rimpolpare la retroguardia. In ogni caso la società ha già deciso di tornare sul mercato. Non quello degli svincolati, ipotesi esclusa nettamente, quindi è tutto rinviato a gennaio. Il problema è economico e tecnico. I difensori buoni non abbondano, quelli che interesserebbero costano cari. Ora Blanc, Secco e Ranieri hanno tre mesi per studiare la situazione in Italia e all’estero. Oggi, lo ammettono, non sono ancora in grado di fissare degli obiettivi. Lo faranno con grande tranquillità, proprio perché con Zebina e poi Boumsong saranno comunque sette i giocatori in gruppo, un numero sufficiente per consentire a Ranieri di avere perfino un minimo di turnover. Piuttosto ciò che preoccupa è la non eccelsa qualità della difesa come hanno dimostrato prima le amichevoli e poi le partite ufficiali. Un intervento sarebbe stato necessario già entro agosto, ma la Juve non è riuscita ad arrivare a Meira dello Stoccarda, e ha evitato di tornare su Cannavaro anche per ragioni di opportunità. Quindi il centrale del Real Madrid, che fra l’altro gioca titolare anche quest’anno nonostante la concorrenza, non verrà preso in considerazione neppure a gennaio. Secco ha fatto seguire a più riprese il gigante della Lokomotiv Mosca, Branislav Ivanovic, 23 anni. Tuttavia ci sono remore per la giovane età del giocatore, che dovrebbe adattarsi a un campionato difficile come quello italiano. Aldilà della valutazione sui cinque milioni, si teme che avrebbe le stesse difficoltà che sta incontrando un altro ventenne, Domenico Criscito, che paga l’inesperienza a una categoria che finora non ha mai frequentato. E anche lo scarso aiuto che gli hanno offerto i compagni di reparto. Ci vorranno fantasia e occhi buoni. In Italia un validissimo puntello sarebbe il palermitano Andrea Barzagli. Due le controindicazioni: Ranieri l’ha già bocciato in estate, e Zamparini per cedere un pilastro difensivo come il toscano a stagione inoltrata, chiederebbe cifre improponibili. Dalla Spagna lancia messaggi ammiccanti Liliam Thuram, ma anche in questo caso si tratta di un ritorno difficile da perfezionare. E i 35 anni del francese, non sono certo un incentivo al rinnovamento che la Juve vuole portare avanti.
ANDRADE, STOP DI 6 MESI: SCATTA L'EMERGENZA DIFESA - Repubblica Torino - Jorge Andrade non s´è rotto per la seconda volta il tendine rotuleo del ginocchio sinistro, che già si spezzò due anni fa durante un Barcellona-Deportivo La Coruña, ma è stato proprio quel vecchio infortunio a causare quello dell´altro ieri. «Rottura completa della rotula», recita il bollettino medico: in pratica, il tendine del portoghese - troppo rigido dopo la ricostruzione chirurgica effettuata in Spagna - non ha assorbito il movimento innaturale del ginocchio "trascinando" la rotula e, di fatto, rompendola. Si tratta, in ogni caso, di un incidente meno grave rispetto alle prime impressioni di domenica, perché il tendine non si è lacerato di nuovo. In ogni caso, la prognosi resta piuttosto lunga e non inferiore ai sei mesi. Andrade, dunque, tornerà in campo nel 2008, anche se potrebbe fare in tempo a recuperare prima della fine della stagione. Nei prossimi giorni il giocatore finirà sotto i ferri. Per Ranieri, dunque, si tratta di ridisegnare una difesa che non ha mai convinto, anche se non si può parlare di emergenza: numericamente, infatti, il reparto è ampiamente coperto, visto che sono rimasti sia Legrottaglie sia Boumsong (fermo fino a metà novembre, però, per lo stiramento rimediato due settimane fa nell´amichevole di Saragozza), che la società considerava in esubero ma non è riuscita a vendere. Ora i due stopper, che l´anno scorso hanno fornito un rendimento molto più che discreto, torneranno utili assai, anche perché non è che i costosi rinforzi si siano dimostrati molto migliori di loro, anche se la partita di Roma ha mostrato le buone doti di Grygera, che a sua volta aveva perso un mesetto per un guaio muscolare. Il ceco si è dimostrato affidabile sia a destra sia al centro, dove Ranieri può riciclare anche Chiellini, sfruttando l´eccellente intuizione avuta l´anno scorso da Deschamps. La coperta, insomma, non è affatto corta, anche se per le prossime due partite mancherà ancora lo squalificato Zebina. È per questo che la società aspetterà, prima di decidere se tornare sul mercato: da qui a gennaio arriveranno risposte, in un senso o nell´altro. Ma, se non saranno positive, la Juve il suo rinforzo se lo troverà in casa.
LA JUVE E IL CONTRATTO DEL PIERO: "CARO ALEX, DOBBIAMO RISPARMIARE" - Repubblica - Alla Juventus i conti cominciano a tornare, sia in classifica sia nel bilancio. La prima è tutto sommato in attivo, il secondo ha un passivo lievissimo (900 mila euro) dopo il rosso profondo di un anno fa, ma a Torino sanno che i numeri vanno tenuti sotto controllo perché il futuro riserva ancora incertezze, e non soltanto per il grave infortunio di Andrade (rottura della rotula, ne avrà per sei mesi) che non complica più di tanto i piani di Ranieri ma compromette un investimento da dieci milioni. Dunque la Juve continuerà a muoversi con saggia prudenza, in campo e fuori, perché l´emergenza non è passata. E saranno anche questi discorsi che i dirigenti bianconeri metteranno sul tavolo nel corso del quarto incontro, che verrà fissato nei prossimi giorni, per il rinnovo del contratto di Alessandro Del Piero. Bilanci alla mano, la Juve spiegherà che, a causa di calciopoli, le entrate si sono ridotte di una quarantina di milioni, obbligando la società a diminuire di conseguenza, e drasticamente, anche i costi, calati di quasi sessanta. Soprattutto, è crollato il monte stipendi, sceso dai 127 milioni del 2006 ai 95 della stagione passata: è inevitabile che la stretta sulle buste paga finirà per coinvolgere anche il capitano, il cui vecchio contratto scadrà nel prossimo giugno. I dati finanziari sono stati discussi nel cda di ieri, che ha già previsto che il bilancio del 2008 presenterà un passivo molto più pesante di questo, visto che il piano di rafforzamento della squadra richiede altri investimenti sul mercato, dopo la quarantina di milioni consumati quest´estate. Perciò la risorse che la Juve potrà destinare al suo numero 10 non sono illimitate, ma piuttosto assai misurate. La negoziazione con il capitano, infatti, non si gioca ormai più sulla durata del rapporto (l´accordo per un prolungamento fino al 2010 è praticamente stato raggiunto, e senza la possibilità di rescissione unilaterale che la società voleva inserire come clausola), ma stringi stringi, sul vil denaro. Del Piero sa che dovrà intaccare il suo stipendio da 4,5 milioni a campionato, però non accetta che l´austerity valga soltanto per lui, dopo che nei mesi scorsi la società ha elargito cospicui aumenti ai ribelli Trezeguet e Camoranesi (oltre che a Buffon) e anche al non più giovane Nedved, che per restare ha ottenuto un bonus da 500 mila euro, pur senza prolungare il contratto, anche quello in scadenza tra nove mesi. «Se sono i soldi a farli contenti, cerchiamo di accontentarli», aveva detto a luglio Blanc giustificando le gratifiche a tappeto. Per questo Del Piero domanda: e perché a me no? E perché i sacrifici li si chiedono soltanto a me? Stefano, fratello-manager del fuoriclasse, sta portando proprio questi argomenti sul tavolo della trattativa, insieme con una corposa rassegna stampa nella quale sono evidenziate tutte le belle parole pronunciate da proprietà, dirigenza e staff tecnico sull´importanza di Del Piero e del suo ruolo di uomo-simbolo oltre che di giocatore fondamentale, di pietra angolare del progetto societario oltre che della formazione che ogni settimana scende in campo. Quei fiumi d´inchiostro, secondo il capitano, stridono con l´offerta al ribasso (circa tre milioni all´anno) presentata dalla società, ed è per questo che il capitano disse, una ventina di giorni fa, di aspettarsi «i fatti, dopo le parole». Perché se Del Piero è fondamentale come calciatore, come capitano, come simbolo e come uomo immagine, ritiene di dover essere pagato di conseguenza, anche considerando il costo che comporterebbe acquistare una seconda punta di uguale (o superiore) valore tecnico, sicuramente più giovane e fresca ma, senz´altro, di minore valore morale.
BILANCIO JUVE: PERDITE QUASI AZZERATE, DIMINUISCONO I RICAVI - La Stampa - La Juventus ha ridotto la perdita nell’esercizio 2006-2007 a 0,9 milioni di euro rispetto al risultato negativo di 46 milioni del bilancio scorso. Diminuiscono i ricavi, mentre aumentano i proventi dalla gestione dei diritti dei calciatori. Il risultato operativo è positivo per 6,5 milioni di euro rispetto al saldo negativo precedente di 49,5 milioni.
FEBBRE DA DERBY: DISPONIBILI SOLO 4 MILA BIGLIETTI - Repubblica Torino - Si chiude la prevendita dei biglietti per il derby e si riapre l´eterna polemica sulla capienza dello stadio Olimpico. Gli abbonati del Torino che non hanno ancora acquistato il biglietto per la stracittadina devono sbrigarsi. Oggi, infatti, si conclude la fase di prelazione, mentre da domani si aprirà la vendita libera dei tagliandi ancora disponibili per la partitissima in programma domenica sera Se tutti gli abbonati granata faranno valere il proprio diritto di prelazione il quantitativo di ticket ancora disponibili non dovrebbe andare oltre le 4.500 unità (a ieri sera erano 17.500 i tagliandi prenotati). Praticamente impossibile trovare un tagliando di curva Maratona. Stessa storia per la curva Primavera, appaltata ai tifosi juventini: i quasi 5.000 tagliandi sono stati bruciati nel primo giorno di vendita. Per provare ad accaparrarsi gli ultimi biglietti si deve fare riferimento alle ricevitorie Lottomatica abilitate alla vendita. Gli altri canali per ottenere il prezioso tagliando sono il call-center (199.109.783) e il sito internet www.listicket.it.
IL DERBY DI BEARZOT: "JUVE, METTITI IN FILA" - La Stampa - Ottant’anni. Enzo Bearzot li compie domani. La pipa batte dove la memoria duole. Tiene botta, il Vecio, «ma che rabbia non aver partecipato al centenario del mio Toro e ai Mondiali in Germania. Purtroppo, la salute è quella che è. Una tiranna con la testa dura». Già, il suo Toro. Domenica c’è il derby. Ridacchia: «Per fortuna, non lo vince sempre la squadra più forte». Lo vedrà in tv. Un’eccezione. «Cosa vuoi. Non è più il mio calcio, ma da quello che sento in giro non lo è più neppure per un sacco di gente. Sarà una vita che non vado allo stadio. E la tv l’accendo sempre meno. La trovo negativa. Non si parla più di tattica, di tecnica, di sport. Sono tutti piazzisti: vendono un prodotto. C’è stato un periodo in cui sceglievo l’arbitro, non la partita».
La nostalgia è una brutta bestia. Bearzot la doma con la forza del distacco. È uno dei tanti santi-dopo che popolano i vaticani del tifo. «Ogni volta che penso al Mondiale dell’82, mi prende l’ansia. E allora, cerco di pensarci poco. Tranne rare eccezioni, nessuno credeva in noi. Ci servì da benzina». Il silenzio-stampa, la sindrome dell’accerchiamento: la sua Nazionale e il suo Mondiale sono diventati simboli. Sorrido quando leggo di rapporti tesi fra il ct e le «belle gioie» della stampa. Sacchi, il Trap, Lippi, Donadoni, persino Cesarone Maldini e Zoff. Roba da ridere, rispetto agli aggettivi-stracci che volavano in Galizia prima della Grande Conversione sulla via del Bernabeu. «Meglio parlare di derby». Parliamone, allora. «Ai miei tempi, dovevamo vedercela con Boniperti, Charles e Sivori, non so se mi spiego. Prendi Omar. Lo marcavo spesso. Quando si ritirò, gli dissi: caro il mio Omar, spiacente ma lasci l’Italia senza il piacere di avermi fatto un tunnel». E oggi? «Questo Cairo mi pare che abbia le risorse per sostenere le ambizioni. La squadra è un cantiere, il derby sarà la prova del fuoco». La Juve? «L’hanno buttata giù e ricostruita. Non ho mai letto il calcio staccando un reparto dall’altro. I problemi si risolvono in gruppo. Dietro, è tutto da rifare. Alludo alla fase difensiva, più che alla difesa in senso classico. Nel caso della Juve, poi, c’è la frenesia di un tifo abituato storicamente a vincere. Noi granata abbiamo imparato ad aspettare seduti sulla riva del fiume. Lo juventino no: sempre in piedi, sempre alla cassa per uno scudetto o una coppa. Dovrà mettersi in fila, auguri anche a lui». Bearzot e gli scandali. Figuriamoci. «Ripeto, non avverto più l’entusiasmo di una volta. Sono ormai sessant’anni che vivo in mezzo al calcio, non sarà tutto falso o tutto marcio ma mi sentivo più tranquillo in passato. Quanto alla Juve, non ho capito la fretta con cui i nuovi dirigenti hanno liquidato i vecchi. Al loro posto, avrei aspettato le sentenze. Così facendo, hanno permesso alle altre società - l’Inter, il Real, il Barcellona - di svaligiare il parco-giocatori. Chissà: se avessero avuto un po’ di pazienza, sarebbero riusciti a bloccare la fuga dei campioni». Lo scudetto? «Inter o Milan». La Roma no? «La Roma mi piace come gioca, ma secondo me non ha ancora una rosa al livello delle milanesi». E fra Inter e Milan? «Sul piano dei mass-media, l’Inter ha meno difese immunitarie. Ogni sussurro diventa un titolo a nove colonne. Al Milan, invece, sono maestri nel gestire le turbolenze». Non smette di commuoversi, il Vecio, quando incontra uno dei suoi «ragazzi». Memorabili quei giorni. Tirò su un castello di cemento. Lo isolò dal resto del mondo. Offrì il petto ai taccuini. Soltanto un pazzo poteva tenere in squadra il Paolo Rossi di Vigo. Un pazzo o uno così saggio da sapere che i pazzi eravamo noi. Un anti-italiano. Pane al pane, sempre: per questo, sono ottant’anni di acciacchi ma anche, e soprattutto, d’orgoglio. Nel dettaglio si possono
GLI SQUALIFICATI PER MERCOLEDI' - In vista del turno infrasettimanale di mercoledì, il giudice sportivo ha già emesso le proprie sentenze. Per Juventus-Reggina, sfida in programma allo stadio Olimpico, saranno due gli squalificati: Zebina per i bianconeri e Valdez per i calabresi. Entrambi pagano sanzioni rimediate in giornate precedenti. Per il francese si tratterà della terze della quattro rimediate dopo Cagliari, per l’uruguaiano della Reggina sarà invece il secondo e ultimo turno rimediato per il rosso contro la Roma. Nessun nuovo squalificato dall’ultimo comunicato. Gli ammoniti bianconeri per la sfida dell’Olimpico di Roma sono stati Chiellini, Iaquinta (entrambi al secondo giallo) e Criscito (al primo).
A FIRENZE IL 7 OTTOBRE ALLE 15:00 - La Lega Calcio ha ufficializzato gli anticipi e i posticipi della 7ª giornata d’andata, in programma tra sabato 6 e domenica 7 ottobre 2007. Nessuna di queste gare riguarderà la Juventus. Dopo due notturne consecutive (Reggina e Torino), i bianconeri torneranno a giocare la domenica pomeriggio alle ore 15. Il calendario prevede la trasferta in casa della Fiorentina, per un match particolare per alcuni juventini che in viola hanno militato in passato, come mister Ranieri (e il preparatore dei portieri Pellizzaro), Zanetti e Chiellini. Gli anticipi di sabato 6 ottobre saranno Atalanta-Udinese alle 18 e Inter-Napoli alle 20.30. Il posticipo delle 20.30 di domenica 7 sarà invece Lazio-Milan.

 

 
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