JUVE, E' PARI ANCHE CON L'ULTIMA
E RANIERI: "MEGLIO DEL PREVISTO"
L'arbitro Saccani la penalizza, ma il tempo degli alibi è finito. La Juve non vince più, nemmeno con l'ultima della classe e scivola al 3° posto in classifica, scavalcata dal Milan. Ora è persino riduttivo parlare di crisi. Al Granillo i bianconeri vanno sotto due volte con la piccola Reggina e alla fine riescono a strappare solo un misero 2-2. Per bianconeri in gol Del Piero su rigore e Zanetti. Clamoroso sfogo del tecnico, che a fine gara si lascia a andare a dichiarazioni farneticanti: "Abbiamo salvato la faccia, anche se non del tutto. Non mi chiesero lo scudetto. Stiamo rispettando la tabella di marcia, anzi stiamo andando meglio del previsto. Tra due anni lotteremo fino in fondo. E non farò la fine di Deschamps, non mi dimetterò. Faccio ancora parte del progetto. Pranzo Blanc-Lippi? Un granellino nell'ingranaggio". Replica Cobolli: "Obiettivi mancati sentiremo Ranieri. Parlerà alla fine? Bene, lo ascolteremo, magari dirà cose positive. Incontro Lippi-Blanc? Sono cose normali". Tifosi Juve inferociti: gli ultrà invocano l'Avvocato, “licenziano” Ranieri, insultano Secco e Blanc e salvano solo la squadra. Nuovo striscione contro Cannavaro: "Non vogliamo mercenari".
JUVE, PARI SOFFERTO - Repubblica - "Dobbiamo solo vincere", aveva chiesto ai suoi alla vigilia Claudio Ranieri e invece la Juventus ha rischiato di uscire sconfitta nel testa-coda a Reggio Calabria. I bianconeri, palesando difficoltà a tenere ritmi alti oltre a gravi lacune difensive, sono andati sotto due volte contro l'ultima della classe, che ha gettato nella mischia un grande ardore, sfiorando l'impresa. Ma Del Piero e compagni hanno quanto mano mostrato tanto cuore, sapendo reagire con carattere quando si sono trovati in svantaggio (2-2 il finale, per il primo pari nei confronti diretti al 'Granillo'). Il punto, pur se prezioso per come s'erano messe le cose, non basta alla Juve per conservare la seconda posizione (ora appannaggio del Milan), mentre la formazione di Nevio Orlandi vede incrementare il distacco dalle rivali nella corsa alla salvezza, tutte vincitrici in questa giornata (ovvero Lecce, Bologna e Torino). Cirillo e compagni, comunque, hanno dimostrato di essere ancora vivi, al di là di quel che dice la classifica.
BARILLA', REGGINO DOC, PRIMO CENTRO IN A - Spinge subito sull'acceleratore la formazione calabrese, determinatissima a mettere sotto i più blasonati avversari e sopperire con furoe agonistico e determinazione al gap di tasso tecnico. E in effetti i bianconeri, nell'occasione in maglia gialla, sono in difficoltà di fronte al forcing reggino, specie sul settore difensivo di sinistra, dove spesso i guizzi di Brienza mettono in crisi Molinaro e Ariaudo. Contro una Juve lunga e tutt'altro che compatta sul terreno, spesso gli amaranto arrivano alla conclusione, complici anche le difficoltà del centrocampo a fare filtro e una difesa poco attenta. Così, poco dopo metà frazione, è meritato il vantaggio di Antonino Barillà, reggino purosangue, che firma il suo primo gol in serie A di testa proprio contro il numero uno della Nazionale azzurra.
CAMORANESI SI MANGIA L'1-1 - E' più di cuore che di lucidità la reazione dei bianconeri, ai quali subito dopo l'1-0 Saccani (apparentemente ben piazzato...) nega un evidente rigore per un calcione di Cirillo a Del Piero. La squadra di Ranieri, costretto a togliere per infortunio muscolare Marchisio inserendo Poulsen, ha comunque le chance per impattare, la più nitida con Camoranesi, che tutto solo dal dischetto conclude alto arrivando con il passo sbagliato, mentre Puggioni si fa trovare pronto prima su Nedved e poi, allo scadere del primo tempo, su una punizione di "Pinturicchio".
DEL PIERO PAREGGIA DAL DISCHETTO - E' tutta un'altra Juve, come piglio, quella che rientra dagli spogliatoi dopo l'intervallo. E non a caso immediato arriva il pareggio, propiziato da un penalty un po' generoso concesso per il presunto contrasto del giovane nigeriano Adejo su Iaquinta mentre l'attaccante della Nazionale sta uscendo dall'area. Dagli 11 metri capitan Del Piero non lascia scampo a Puggioni, spiazzandolo. Sembra la svolta della gara, che dovrebbe prendere tutta un'altra inerzia. Ma la Juve non ha la forza per imporre il suo gioco, pur provando a vincere.
BOTTA E RISPOSTA HALLFREDSSON-ZANETTI - Così, dopo essersi riorganizzata, la Reggina mette di nuovo la testa avanti. A infiammare ancora i sostenitori calabresi è l'islandese Hallfredsson (anche per lui primo centro in A), che con un siluro mancino trova l'incrocio dove Buffon non può proprio arrivare e il portierone se la prende con i compagni per la troppa libertà concessa agli avversari. L'illusione dura però pochissimo, visto che nel giro di un paio di minuti è Cristiano Zanetti a rimettere le cose in parità, insaccando in spaccata un pallone difficile da controllare.
Il pareggio non può accontentare le contendenti, non a caso Ranieri butta dentro Amauri (per Del Piero, fischiato) e poi dall'altra parte Orlandi ci prova con Corradi. I bianconeri hanno anche il match point, però l'incornata di Amauri è di poco fuori. E così alla fine le due squadre devono fare buon viso a cattiva sorte, pensando ai prossimi impegni. Fra sette giorni la Reggina si giocherà il tutto per tutto a Bologna, mentre la Juve (fra polemiche e voci varie) dovrà ritrovare brillantezza e compattezza se vorrà riguadagnare la seconda piazza.
REGGINA-JUVENTUS 2-2
REGGINA (3-5-2): Puggioni; Cirillo, Valdez, Santos; Adejo, Vigiani (26' st Cascione), Carmona, Hallfredsson, Barillà (39' st Corradi); Ceravolo (14' st Cozza), Brienza. A disp. Marino, Camilleri, Di Gennaro, Viola. All: Orlandi.
JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Grygera, Mellberg, Ariaudo, Molinaro; Canoranesi, Zanetti, Marchisio (37' pt Poulsen), Nedved; Iaquinta, Del Piero (31' st Amauri). A disp. Manninger, Zebina, Marchionni, De Ceglie. Trezeguet. All: Ranieri.
ARBITRO: Saccani di Mantova.
MARCATORI: 27' pt Barillà, 3' st Del Piero rig., 24' st Hallfredsson, 27' st Zanetti.
NOTE: giornata soleggiata, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Mellberg (J), Marchisio (J) e Puggioni (R) per gioco falloso; angoli: 7-6 per la Reggina. Recupero: 1' e 2'. Spettatori: 21 mila.
RANIERI: "NON MI AVEVANO CHIESTO LO SCUDETTO" - La Stampa web - «La Juve non mi ha detto di vincere lo scudetto al primo anno. C’è un progetto, sto rispettando la tabella. Con un pò di presunzione, sto andando anche oltre». Claudio Ranieri giudica così il lavoro che da due anni sta svolgendo sulla panchina della Juventus. Il tecnico, legato alla società da un contratto valido fino al 2010, non ha intenzione di dimettersi come ha fatto, nell’estate 2007, il suo predecessore Didier Deschamps. «Deschamps se n’è andato? Da giovani si fanno sciocchezze. Non so per quale motivo lui se ne sia andato», dice Ranieri a Sky Sport dopo il pareggio che i bianconeri hanno ottenuto per 2-2 sul campo della Reggina. «Stiamo facendo i salti mortali, stiamo facendo il massimo, la squadra può dare questo. Siamo calati e quando non siamo al top noi soffriamo. Abbiamo rimontato due volte, questo è positivo: la squadra si impegna sempre, non posso rimproverare nulla», dice Ranieri. La sua squadra ha ceduto il secondo posto al Milan e nelle ultime 4 giornate ha raccolto solo 3 punti. «Siamo partiti per primi visto che abbiamo fatto i preliminari di Champions. Dovevamo pagare prima o poi e stiamo pagando ora. Poi abbiamo perso molti giocatori per infortunio, chi rientra non può essere subito al top».
I MUSCOLI DI RANIERI: "RISPETTATI I PIANI, ANZI HO FATTO MEGLIO" - La Stampa quotidiano - Avrà pure già fissato la conferenza sulle verità negate a fine stagione, Claudio Ranieri, ma intanto comincia a distribuire qualche opuscolo sugli argomenti. Come ieri sera, appena finito l’agghiacciante pareggio con la Reggina, mettendosi a parlare degli obiettivi della Juve, scudetto compreso: «Dovremo vincerlo il prossimo anno? Quello che mi era stato detto - spiega il tecnico - è che la Juve doveva cercare di stare in quelle posizioni entro cinque anni: qui siamo al terzo e stiamo facendo i salti mortali. Che poi la Juve, per blasone e storia, debba cercare di vincere sempre è assodato. Ma io sto rispettando questa tabella: forse, senza presunzione, posso dire di stare un pochino sopra. Voglio vincere anche io, però». Cioè, tutto secondo i piani, anzi, pure meglio. E, comunque, lui si sente ancora al centro del progetto: «Certo, fino in fondo». In ogni caso, non intende imitare Didier Deschamps, che se ne andò dopo aver vinto la serie B: «Adesso penso a far bene. Deschamps so che se n’è andato, ma quando si è giovani si fanno queste sciocchezze. Non so il motivo per cui lo fece, ma questo a me non deve interessare». Gli è interessato, per esempio, il pranzo tra il suo ad Jean Claude Blanc e Marcello Lippi, che innescò le voci di un ritorno bianconero del ct: «Ho sempre detto e saputo che l’equilibrio dello spogliatoio è qualcosa di magico, è come un orologio, per cui basta un granellino per farlo andare in ritardo o fermarlo del tutto». Sarà un caso, ma da quel momento la Juve non ha più vinto. Che le chiacchiere sul futuro della panchina, anche immediato, abbiano dato fastidio, lo conferma in sostanza pure Cristiano Zanetti, uno che nel pallone c’è da una vita: «Sicuramente tutte queste voci non ci hanno aiutato - confessa il centrocampista - e questi discorsi andrebbero fatti a fine campionato».
COBOLLI GIGLI - Legittima invece il pranzo, Giovanni Cobolli Gigli: «Sono cose assolutamente normali», spiega il presidente bianconero, sporgendosi gentilmente dal finestrino del pullman, mentre Blanc, pochi minuti dopo eviterà di parlare, salendoci. In fondo, la distanza sta tutta qui: per il tecnico quel pranzo fu per lo meno inopportuno o, comunque, una mossa poco furba in un momento delicato della stagione. Cobolli Gigli, non perde comunque l’ottimismo: «Sicuramente abbiamo mancato degli obiettivi - continua - ma credo che questa squadra abbia ancora qualcosa da dire». Non si preoccupa più di tanto, invece, per il discorso promesso da Ranieri, quando la stagione si chiuderà: «Penso che le sue parole si possano leggere anche in maniera positiva, e poi quando parlerà, vedremo. I conti con i risultati, si fanno sempre alla fine». Del mercato estivo che fu, al contrario, si può già dare un giudizio: «Soddisfatto? Per quelle che erano le nostre possibilità, sì - riprende Ranieri - e poi sto rispondendo a pieno al programma stabilito». Al solito, difende la squadra, anche dopo un partita ai limiti della realtà, nel cortile dell’ultima in classifica: «Dite che abbiamo perso mezza faccia? Solo per il risultato, ma non sul campo e per dedizione e attaccamento alla maglia. Stiamo attraversando un periodo non bellissimo, e non siamo più reattivi e tonici come quando siamo stati la squadra più compatta d’Europa: evidentemente c’è stato un po’ di calo fisico e motivazionale. La squadra è più lunga di prima, i ragazzi corrono, ma stanno meno bene». Il resto, lo dirà: «A fine stagione, ma non aspettatevi chissà che cosa: racconterò come è andato il campionato, per come l’ho visto io». Si suppone che altri, in società, ne farebbero un’altra cronaca.
RANIERI: "PRANZO BLANC-LIPPI? UN GRANELLINO NELL'INGRANAGGIO" - Tuttosport - «Stiamo facendo il massimo. Più di questo non è possibile fare». Il Claudio Ranieri che si presenta davanti alle telecamere Sky è sereno, nonostante tutto. Nonostante il secondo posto in classifica (momentaneamente) andato e nonostante un pari contro una Reggina tonica che lascia l'amaro in bocca ma che alla resa dei conti è un punto guadagnato, più che due punti persi.
«REAZIONE IMPORTANTE» - «Sapevamo del pressing che avrebbe fatto la Reggina, però non riuscivamo a trovare i nostri tempi», ha detto Ranieri al termine del match. «Dopo il gol abbiamo reagito bene, anche se la prima occasione l’avevamo avuta noi con Iaquinta. Credo che la partita sia stata intensa e combattuta fino in fondo, non molto bella, però va bene».
«LA SQUADRA C'E'» - Ranieri, nonostante una gara piuttosto opaca della Juve, difende a spada tratta la squadra bianconera: «Quando dico che stiamo facendo il massimo è perché la squadra può dare questo. È indubbio che siamo un po’ calati, per cui quando non giochiamo con l’intensità che sappiamo mettere in ogni partita un po’ soffriamo. Adesso stiamo recuperando giocatori importanti come Camoranesi e Zanetti. Quando gente così brava sta fuori per tanto tempo non è facile ridargli il lustro giusto, però loro due hanno fatto veramente una buona partita e gli altri hanno dato come sempre il loro contributo».
«RIGORE SU DEL PIERO? HO SENTITO IL COLPO» - Oggi la Juventus ha recriminato per un rigore non dato su Del Piero. Un rigore che c'era nettamente: «Dalla panchina si è sentito addirittura il colpo che ha preso Del Piero, però non voglio commentare. L’errore è umano. L’arbitro ha valutato in questa maniera per cui va bene».
JUVE, SITUAZIONE FISICA IN CALO - La situazione fisica della Juve non sembra ottimale... «Siamo partiti per primi, abbiamo fatto i preliminari, per cui da qualche parte dovevamo pagare. Stiamo pagando adesso, stanno pagando giocatori che hanno dato tantissimo per tutto il campionato, che non erano accreditati come titolari e hanno fatto un campionato eccellente, giocatori che non erano abituati a fare 30 e più partite».
PRANZO LIPPI-BLANC - Dal pranzo tra Blanc e Lippi la Juve non ha più vinto: è una casualità? «Non lo so, io ho sempre detto e saputo che l’equilibrio dello spogliatoio è qualcosa di magico, è come un orologio per cui basta un granellino per farlo andare male. Io devo tirare fuori il massimo da me stesso e dalla squadra. È stata una prova gagliarda da parte di due squadre: una che non vuole retrocedere, l’altra che vuole arrivare seconda, i problemi li abbiamo, non li possiamo nascondere, però dobbiamo restare compatti e uniti. La squadra sta facendo il massimo che può fare ora».
«NON FARO' COME DESCHAMPS» - Ranieri come Deschamps? «Io adesso penso a far bene tutto. Non so cosa abbia fatto Deschamps, so che se n’è andato, quando si è giovani si fanno queste sciocchezze. Non so il motivo per cui se ne è andato, ma questo a me non deve interessare. Io mi sento ancora al centro di questo progetto».
«VOGLIO VINCERE ANCHE IO» - Il prossimo anno sarà una Juventus da scudetto? «Quello che mi è stato detto», ha chiosato Ranieri, «è che la Juventus cercherà di stare in quelle posizioni tra cinque anni, qui stiamo al terzo anno e stiamo facendo salti mortali. Che poi la Juventus per blasone debba cercare di vincere sempre è assodato. Sto rispettando questa tabella, forse senza presunzione, posso dire di stare un pochino sopra. Voglio vincere anche io».
IAQUINTA: "DELUSI, MA SIAMO UN GRUPPO" - Tuttosport - «Sicuramente in queste ultime partite abbiamo perso tanti punti. Siamo venuti a Reggio con la mentalità vincente, ma siamo riusciti a portare a casa solo un punto. C'è un po' di rammarico». Vincenzo Iaquinta le ha provate tutte per andare a segno nel 2-2 della Juve con la Reggina, ma Puggioni gli ha sempre sbarrato la porta. Ora i bianconeri sono terzi, ma resta la voglia di guardare in alto. «È anche il periodo che appena tirano, la palla va sempre sotto il sette... - commenta Iaquinta a Sky - Come in Coppa Italia, ci hanno fatto un gol fortunato. Ora mancano cinque partite alla fine, daremo tutto. La Juve è un grandissimo gruppo. Siamo tutti ragazzi con la voglia di dimostrare le nostre qualità. I problemi non riguardano assolutamente il gruppo. Lo dico in tutta certezza. Ci sono tante altre motivazioni, che vanno ricercate negli infortuni e nei momenti poco fortunati. Ora possiamo solo lottare in questo finale difficile e guardare avanti».
AMAURI: "REAGIRE CON I FATTI" - juventus.com - L’attaccante brasiliano, reduce da un infortunio e quindi entrato in campo a gara iniziata, commenta così il pareggio del Granillo: «Eravamo venuti per vincere, invece abbiamo preso un solo punto, ma su un campo difficile. Ora pensiamo al Lecce». Nulla però è ancora perduto. «Dobbiamo reagire con i fatti – chiude Amauri – siamo consapevoli della nostra forza e abbiamo gli attributi per venirne fuori»
ZANETTI: "CERTE NOTIZIE NON CI HANNO AIUTATO" - Tuttosport - «Abbiamo perso tutti gli obiettivi. Ovviamente non abbiamo mai giocato per il secondo posto e mancare i nostri traguardi ci ha fatto perdere tutti gli stimoli. Dobbiamo ritrovarli in queste ultime cinque gare». Non sono bastati il ritorno da titolare e il gol decisivo nel 2-2 con la Reggina a Cristiano Zanetti per ritrovare il sorriso. A fine gara il centrocampista della Juve non nasconde i propri malumori. Anche per quanto riguarda le reazioni dei tifosi dagli spalti e certi comportamenti della dirigenza, come in occasione del pranzo tra Lippi e Blanc: «Sicuramente certi cori contro di noi non ci hanno aiutato, così come non ci hanno aiutato certi discorsi che la società avrebbe dovuto fare solo a fine campionato. Poi purtroppo neanche i risultati non ci hanno favorito. In questo momento non so proprio cosa pensare, bho...». Amaro anche il commento di Mauro Camoranesi, solidale con Ranieri: «Siamo tutti con lui. C'è un progetto e si vuole lavorare tutti insieme fino alla fine. Tutto il resto sono solo delle notizie gonfiate dalla stampa». Poi una battuta sul possibile ritorno a Torino di Cannavaro: «Tre anni fa alcuni giocatori sono andati in squadre importanti perchè c'era in ballo la loro carriera. Fabio è uno di quelli e, per questo, sono favorevole a un suo ritorno».
LE PAGELLE BIANCONERE - La Stampa
Buffon 5,5 TERRENO. Incerto sull'1-0 preso sul secondo palo, incassa il siluro angolatissimo di Hallfredsson ma la differenza tra lui e un portiere terreno stava proprio nel parare l'imparabile.
Grygera 5 FRENATO. Si scioglie soltanto nel finale quando arriva un paio di volte in area reggina.
Mellberg 5 PLANTIGRADO. Lento, lento, lento. Lento nel chiudere sui tiri.
Ariaudo 5,5 ESPOSTO. Avrebbe bisogno di una guida al fianco: rema nel contropiede reggino e dovrebbe chiudere con più prontezza contro chi va al tiro. Bella riscossa nella ripresa.
Molinaro 5 INUTILE. Tra difesa e attacco combina poco.
Camoranesi 6 POSITIVO. È già una notizia che non si faccia cacciare. Molto mobile, entra in partita quando va dietro alle punte.
Marchisio 5,5 SPOMPATO. Già prima dell'infortunio ha una corsa faticosa (dal 37' pt Poulsen 6. Una sufficienza incolore: più di questo non è).
Zanetti 6 MIRACOLATO. Al rientro dopo 3 mesi non ne azzecca mezza per tutto il primo tempo: quando Ranieri fa scaldare Poulsen pensiamo alla sua sostituzione. L'esperienza lo aiuta a risalire la china, il gol è una zampata che lo riabilita.
Nedved 6,5 EFFERVESCENTE. Prestazione da protagonista: corre, si muove molto, piazza tiri e alimenta l'azione.
Iaquinta 6 TOSTO. Piccona di forza la difesa reggina, ricavandone il rigore discusso. Il difetto è che sbaglia almeno due occasioni facili.
Del Piero 5,5 FREDDO. Discreto avvio, ripresa in calo. Conquista un rigore che non gli danno, segna con freddezza quello meno limpido, costringe Puggioni all'ammonizione e quasi al rosso per evitare che vada in porta. Un delpierino. (dal 31' st Amauri sv. È ingiudicabile. Non giocava da un mese abbondante. Senza giudizio sebbene sbagli il gol del 3-2 nel finale).
Ranieri 5 Squadra lunga, sfiatata, smorta. Non sarà solo colpa sua ma chi la prepara? Riesce almeno a raddrizzare il gioco modificando il modulo dopo mezz'ora.
LA CURVA S'ARRABBIA E INVOCA L'AVVOCATO - Tuttosport - Un consiglio alla dirigenza della Juventus: non vi sognate di cedere Iaquinta. E’ l’unico in questi giorni davvero pesanti a incassare l’incessante (meritato) coro di sostegno dei fedelissimi che si schierano nella gabbia posta ai margini della curva nord dello stadio Granillo. Le idee ce le hanno piuttosto chiare, loro, i tifosi, sanno chi lavora per il futuro e per chi: per loro Ranieri è uno dei mali, non quello più rilevante da estirpare. La giornata trascorsa a Reggio Calabria comincia nel riscaldamento: di juventini in giro a Reggio ce ne sono migliaia. Assediano di gioia l'albergo dove la squadra vive la vigilia, spuntano alti quando segnano Del Piero e Zanetti; ma quelli che ci sono sempre, che seguono la Juve ovunque, circa duemila qui sullo Stretto, si piazzano proprio dove i bianconeri corrono per il riscaldamento: s'accorgono che Giovinco non c'è, è relegato in tribuna, dove siedono i dirigenti che saranno oggetto dei cori più pesanti, incessanti, continui. I dirigenti - Cobolli Gigli, Blanc, Montali, Fassone e il ds Secco - si passano la traduzione del coro di sorta. Ce n’è uno particolarmente significativo, retrospettivo eppure di prospettiva: «Giovanni Agnelli, Giovanni Agnelli». Vale come invito all’intervento della Famiglia... Divide il popolo bianconero diffuso a macchia di leopardo sugli spalti reggini il coro contro Cannavaro (beccato pure dai partenopei ieri sera in Napoli-Inter): «Mercenari non ne vogliamo». Lo juventino comune, potremmo dire, dissente e fischia il coro. Fortissimo e ripetuto il richiamo, quasi una citofonata a base di ugole arrossate: «Dirigenza? Dirigenza? La Juve siamo noi, la Juve siamo noi». Mica tanto sbagliato, poi, visto che c’è l’orgoglio dell’autosufficienza economica, dell’autogestione economica: se ci si autogestisce, chi paga e fa i ricavi è «popolo sovrano» come dice Ranieri... Il quadrumvirato Blanc-Cobolli Gigli-SeccoRanieri è un unicum per questa gente che canta e scandisce, che applaude i giocatori e sa a chi attribuire le colpe. E i giocatori? Le colpe sono altrove, anche se un paio di hit del tipo «undici leoni» vengono cantati e presto abortiti: quelli in campo ce la mettono tutta e non tradiscono nessuno, in panca e in curva.
IL PARADOSSO DI RANIERI - di Roberto Beccantini (La Stampa) - Che domenica: la sconfitta dell’Inter, il sorpasso del Milan, i primi gol in serie A di Barillà e Hallfredsson, indovinate contro chi. La Juventus di Ranieri ha chiuso a Roma, il 21 marzo: quinta vittoria consecutiva, l’Inter avanti di sette, il Milan dietro di sette. Da quel sabato sera in poi è stato tutto un lento e ineluttabile spegnersi: cinque partite fra campionato e Coppa Italia, zero vittorie, tre pareggi, due sconfitte, 9 gol fatti e 11 subìti. Un vero e proprio crollo, mascherato qua e là dai falò d’orgoglio che la maglia sa ancora accendere. Non ricordo una sosta più micidiale. «Servita» Italia-Irlanda, la Juve è andata in bagno e non è più tornata. L’operazione Cannavaro e il pranzo fra Blanc e Lippi hanno completato l’opera. E così, nel giorno in cui il Milan le soffia il secondo posto, ultimo Piave della stagione, la Signorina ne recupera uno all’Inter. Voto? Saccani, che a suo tempo aveva scortato il sofferto 1-0 alla Fiorentina, ha «sequestrato» un rigore, clamoroso, a Del Piero e concesso il meno lampante; paragonateli a quelli generosamente offerti al Milan, l’undicesimo e il dodicesimo della collezione, e capirete perché lo spirito (di Zamparini, per esempio) possa essere, a volte, molto più debole della carne. Il Milan vola, la Juventus barcolla. La Reggina, fanalino di coda, non segnava due gol dal 1° febbraio (2-2 con la Roma). Non si può dire che la squadra abbia giocato contro Ranieri. L’allenatore, lui, ha tirato in ballo l’estate-capestro legata ai preliminari di Champions (si sapeva) e l’elenco telefonico degli infortunati: siamo proprio sicuri che non si potesse evitarne qualcuno? Il campionato termina il 31 maggio, la benzina è finita due mesi prima. Tu chiamale, se vuoi, distrazioni. È bastato il ritorno di Zanetti perché il suo cerino, nel buio pesto del centrocampo, sembrasse un lampadario. Finire secondi o terzi non cambia nulla, almeno in chiave Champions: «grazie» a Platini, ai preliminari accede solo la quarta, che oggi è la Fiorentina. Quando le cose vanno male, Ranieri ripete che la società non gli aveva chiesto lo scudetto. Elementare, Poulsen. Detto che, probabilmente, non gli aveva nemmeno chiesto di piantarsi a metà marzo, i dirigenti sono stati i primi a perdere la bussola, con ricadute, non lievi, sul tecnico e lo spogliatoio. Il verdetto del San Paolo moltiplica rimpianti e rimorsi. Se Mourinho si spara (ma non credo), brinderà il Milan, risalito a meno sette. Dopo la Juve, le fatiche di coppa condizionano anche la capolista. Il Napoli non vinceva dall’11 gennaio, l’Inter non perdeva dal 18 gennaio. Donadoni, che aveva già bloccato il Milan, s’inventa una partita di cappa e spada, pane al pane e occhio per occhio. I campioni calano alla distanza: imbavagliato Ibra, tutto tace. Tranne Balotelli: cori, scintille, reazioni, il solito delirante campionario. Ha deciso Zalayeta, ex Juve, lo sherpa che ogni cordata vorrebbe avere.
Inviato da: Emmanuel Hunt
il 30/10/2024 alle 05:13
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il 24/10/2024 alle 07:10
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