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ANGOLO DELLO STERMINATORE

ULTIMA FRASE DELLO STERMINATORE

Niente che possa essere fatto con la volontà umana è utopico

VECCHIE FRASI DELLO STERMINATORE

Lo sterminatore odia essere aiutato dagli alleati, vuole essere sempre da solo sul campo

Lo sterminatore o e testa o e croce: non conosce le vie di mezzo

NUOVE FRASI DELLO STERMINATORE

Lo sterminatore è sempre in prima linea nel mediare tra due parti, ma guai a loro se non trovano un accordo...

Bisogna essere duri senza perdere mai la tenerezza (Ernesto Che Guevara)

Questa frase dell'indimentacabile Che Guevara l'ho presa a modello x il mio stile di vita... Duro e determinato nell'affrontare le varie prove della vita, ma senza dimenticare la tenerezza che rende chiunque una brava persona (se non bleffa...), e solo con chi se lo merita esco la tenerezza, occhio quindi a non farmi saltare qualche nervo di troppo...

La verità è sempre rivoluzionaria!

 

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Creato da: sterminatore1986 il 22/10/2005
in questo blog voglio che tutte le più elementari forme di libertà (di parola, di pensiero, di respirare anche...) vengano rispettate!!!

 

 

Il padrone nei panni degli operai

Post n°867 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Notizia risalente al 25 ottobre scorso

Ha resistito venti giorni, poi è rimasto senza soldi.
Allora ha deciso di aumentare lo stipendio ai suoi operai
di 200 euro netti al mese. L'esperimento di Enzo Rossi, un
piccolo produttore di pasta delle Marche, è guardato da
alcuni colleghi con interesse e da altri con diffidenza. Ad
agosto questo imprenditore, che dà lavoro a una ventina di
persone, ha deciso di mettersi nei panni dei suoi operai, o
meglio nelle loro condizioni finanziarie, tagliando il suo
stipendio e quello della moglie. "Abbiamo fatto molta
attenzione, ma dopo venti giorni non avevamo più niente".

Le Temps, Svizzera [in francese]

 

http://www.letemps.ch:80/template/economie.asp?page=9&article=217822

 
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Post n°866 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Lettera ai membri rappresentanti delle Nazioni Unite sull’ambiente.

Rispettiamo la nostra madre terra
ONU, settembre 2007

Sorelle e fratelli presidenti e capi di stato delle Nazioni Unite.
Il mondo e’ febbricitante a causa del cambio climatico e la malattia si chiama modello di sviluppo capitalista. Durante gli ultimi 10.000 anni la variazione di anidride carbonica (CO2) nel pianeta e’ stata del 10% circa. Negli ultimi 200 anni di sviluppo industriale l’incremento delle emissioni e’ stato del 30%. Dal 1860 Europa e Stati Uniti hanno contribuito per il 70% delle emissioni di anidride carbonica. Il 2005 e’ stato l’anno piu’ caldo degli ultimi 1.000 anni nel pianeta.

Differenti ricerche dimostrano che di 40.170 specie viventi studiate 16.119 sono in pericolo di estinzione. Un uccello ogni otto puo’ sparire per sempre. Un mammifero ogni quattro e’ minacciato. Un anfibio ogni tre puo’ cessare di esistere. Otto crostacei ogni dieci e tre insetti su quattro sono a rischio di estinzione. Viviamo la sesta crisi di estinzione delle specie viventi nella storia del Pianeta Terra e, in questa occasione, il tasso di estinzione e’ 100 volte piu’ accelerato che nell’era geologica.

Davanti a questo futuro oscuro, gli interessi transnazionali propongono di continuare come prima e dipingere la macchina di verde, ovverosia continuare con la crescita e lo sviluppo irrazionale e diseguale generando maggiori profitti senza rendersi conto che stiamo consumando in un anno quello che il pianeta produce in un anno e tre mesi. Davanti a questa realta’ la soluzione non puo’ essere il maquillage ambientale.

Per mitigare l’impatto del cambio climatico leggo negli informativi della Banca Mondiale che dobbiamo interrompere i sussidi agli idrocarburi, dare un prezzo all’acqua e promuovere gli investimenti privati nei settori delle energie pulite. Vogliono applicare nuovamente le ricette del mercato e della privatizzazione per fare affari con la malattia che queste politiche producono. Lo stesso succede nel caso dei biocombustibili visto che produrre un litro di etanolo richiede 12 litri di acqua e per processare una tonnellata di agrocombustibili abbiamo bisogno mediamente di un ettaro di terra.

Davanti a questa situazione noi - i popoli indigeni e gli abitanti umili e onesti di questo pianeta - crediamo che sia arrivato il momento di fermarsi per reincontrarsi con le nostre radici, con il rispetto verso la madre terra; con la Pachamama come la chiamiamo nelle Ande. Oggi i popoli dell’America Latina e del mondo sono convocati dalla Storia per convertirsi nella avanguardia della difesa della natura e della vita.

Sono convinto che la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, approvata recentemente dopo anni di lotta, debba passare dalla carta alla realta’, affinche’ la nostra conoscenza e partecipazione ci aiutino a costruire un nuovo futuro di speranza per tutti. Chi se non i popoli indigeni possono segnalare l’urgenza dell’umanita’ affinche’ vengano preservati la natura, le risorse naturali e dei territori in cui abitiamo da sempre.

Abbiamo bisogno di un cambio di direzione di fondo e a livello mondiale per smettere di essere i condannati della terra. I Paesi del Nord devono ridurre le proprie emissioni di carbonio da un 60 a un 80% se vogliamo evitare che la temperatura della terra salga piu’ di 2 gradi da qui alla fine del secolo provocando il riscaldamento globale di proporzioni catastrofiche per la vita e la natura.

Dobbiamo creare una Organizzazione Mondiale per l’Ambiente con forza vincolante e disciplinare l’Organizzazione Mondiale del Commercio impegnata nel superamento della barbarie. Non possiamo continuare a parlare della crescita del Prodotto Interno Lordo senza prendere in considerazione la distruzione e lo sperpero delle risorse naturali. Dobbiamo adottare un indicatore che ci permetta di considerare, in modo armonico, l’indice di Sviluppo Umano e l’Impronta Ecologica per misurare la situazione dell’Ambiente.

Dobbiamo applicare forti tasse alla iperconcentrazione della ricchezza e adottare meccanismi effettivi per la sua redistribuzione equa. Non e’ possibile che tre famiglie abbiano guadagni superiori al PIL sommato dei 48 Paesi piu’ poveri del pianeta. Non possiamo parlare di equita’ e giustizia sociale mentre continua questa situazione.

Gli Stati Uniti e l’Europa consumano, mediamente, 8.4 volte piu’ della media mondiale. Per questo e’ necessario che abbassino i loro livelli di consumo e riconoscano che tutti siamo ospiti della stessa Terra, della stessa Pachamama.

Sono cosciente che il cambiamento non e’ facile quando un settore estremamente potente e’ costretto a rinunciare ai suoi guadagni straordinari per fare sopravvivere il pianeta Terra. Nel mio Paese soffriamo, a testa alta, questo sabotaggio permanente, perche’ siamo giunti al termine di questi privilegi affinche’ tutti possiamo “vivere bene” e non in maniera migliore dei nostri simili. So che il cambiamento nel mondo e’ molto piu’ difficile che nel mio Pese, pero’ ho totale fiducia nell’essere umano, nella sua capacita’ di ragionamento, di apprendimento dai precedenti errori, di recupero delle proprie radici e di cambiamento allo scopo di forgiare un mondo giusto, diverso, inclusivo, equilibrato e in armonia con la natura.

Evo Morales Ayma
Presidente della Rupebblica della Bolivia

 
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G8 - insabbiamento

Post n°865 pubblicato il 29 Novembre 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Sappiamo bene tutti quanti che cosa è successo quel triste giorno a Genova. Era il 20 luglio 2001. Tutti noi, di sinistra, ma anche quelli di destra sanno quel che è accaduto. Riassumiamolo però un ultima volta tutti insieme, per chi non se lo dovesse ricordare.

Quel giorno, a Genova c'erano fondamentalmente tre gruppi:

A - I black blocks
B - Le forze dell'ordine
C - I manifestanti pacifici

I black blocks, soprattutto provenienti dal centro Europa, c'erano e hanno fatto molti danni, ma seguivano una certa logica. La loro volontà era quella di distruggere i simboli del capitalismo, del mercato globale. Infransero vetrine di negozi "incriminati" (multinazionali che normalmente sarebbero da boicottare), attaccarono le banche (che nella maggior parte finanziano le guerre) e incendiarono automobili (che utilizzano come combustibile la benzina, quindi alimentano il mercato petrolifero).

Le forze dell'ordine (se così possiamo definirle) seminarono il caos, perché al posto di attaccare i black blocks, si ritrovarono a caricare i manifestanti pacifici, che, per l'appunto, non stavano facendo altro che manifestare pacificamente, lontani dai bb. Questo è ciò che avvenne. Chi c'era quel giorno a Genova ve lo può dimostrare tranquillamente. Tra l'altro, si trovano molti video, anche su youtube, che ci mostrano la verità. Non quella che ci vogliono mostrare spesso certi giornali o programmi tv. Per fortuna non tutta la televisione è spazzatura. A tal proposito, ho visto proprio questa sera (5 novembre 2007) un programma su La7 in cui sono stati mostrati interessanti filmati ripresi quel triste giorno e anche in seguito, durante lo squallido assedio della Scuola Diaz. In questi video sono chiaramente visibili pestaggi gratuti da parte delle forze dell'ordine nei confronti di decine, centinaia di innocenti. Non sto scherzando. Un prete, durante la trasmissione su La7 ha affermato di aver visto con i suoi occhi, quel fatidico giorno, per la prima volta nella sua vita, anche dei finanzieri picchiare senza motivo dei manifestanti.

Quel triste giorno morì anche un ragazzo, Carlo Giuliani. Perché? Per aver cercato di difendere se stesso e i suoi compagni dall'immotivata carica dei carabinieri e delle altre forze dell'ordine. Quel giorno Genova era in guerra e, si sa, le guerre portano vittime, come quel giorno. Ma la cosa più assurda è che il carabiniere che ha sparato uccidendo quel povero ragazzo ora è in congedo, prende una pensione di 800 euro mensili ed è pure scortato da due guardie del corpo, pagate da una misteriosa associazione; è stato lo stesso carabiniere a rivelare queste informazioni, sempre durante quella trasmissione su La7. Ma non è tutto. Lui stesso ha affermato di essere di destra e di volere entrare in politica. A quanto pare, avrebbe ricevuto delle proposte dall'alto. A mio avviso, tutto ciò è una vergogna.

Le forze dell'ordine, i grandi capi intendo, a questo punto avrebbero dovuto dire "sì, ammettiamo il nostro errore, ci siamo sbagliati, che si apra un'inchiesta... tant'è che è in gioco il nostro nome, la nostra stessa credibilità..." Macché!
In verità una vera inchiesta non c'è mai stata, e proprio qualche giorno fa è stata bocciata in parlamento la richiesta della sinistra di attuarla, per colpa di Mastella, Di Pietro e i loro partiti. Avrebbero votato con la maggioranza, della quale stranamente (a questo punto) fanno parte solo se oltre alle forze dell'ordine si fosse deciso di indagare anche sui black blocks. Ma non sarebbe stato pur sempre un inizio? Non meritano forse giustizia tutte quelle persone innocenti, pacifisti, volontari, semplici ragazzi, molti di loro ancora minorenni, che si trovavano lì a Genova quel giorno e si ritrovarono senza volerlo in mezzo a un inferno? Non meritano giustizia i genitori e i parenti di Carlo Giuliani, che aveva una vita davanti a sé? E i poveri ragazzi sorpresi a mezzanotte, mentre dormivano nei loro sacchi a pelo, all'interno del dormitorio allestito nella Scuola Diaz? Non meritano forse giustizia queste persone? Quando l'avranno? L'avranno? Sono già trascorsi 7 anni!

Forse alcuni vorrebbero insabbiare tutto, ma noi lotteremo, perché sono molte, davvero molte, le persone che vogliono giustizia, che inseguono la verità. La frase pronunciata dalla madre di Carlo Giuliani al termine della trasmissione su La7 mi ha molto toccato:

"Questa battaglia non è per Carlo, lui ormai non tornerà più a casa...
Questa battaglia è per il nostro futuro."

Link utili:
http://www.informationguerrilla.org/dossier_genovag8.htm
http://digilander.libero.it/falcemar/g8.htm
http://www.veritagiustizia.it/
http://www.tmcrew.org/g8/
e ce ne sarebbero ancora tanti altri...

Alcuni video interessanti:
http://www.youtube.com/watch?v=T3HqvVSEmNM
http://www.youtube.com/watch?v=3WBuBrzoKhQ
http://www.youtube.com/watch?v=hxdNzfCY85c
http://www.youtube.com/watch?v=5k-KaQp4cNk
http://www.youtube.com/watch?v=lL-6WBs7BEI
http://www.youtube.com/watch?v=bK58QeERLx0
e ce ne sarebbero ancora tanti altri...

DAL BLOG DI DOTTOR.JONES

NOTE DELLO STERMINATORE: ho visto i filmati, ed è una cosa scioccante... Non aggiungo altro, vedeteli con i vostri occhi...

 
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come è andata al g8 di genova

Post n°864 pubblicato il 28 Novembre 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986



Notizia risalente al 17 novembre scorso

giovedi c'è stata una puntata di anno zero che ha sfruttato l argomento dell omicidio di gabriele sandri per ritornare sui fatti di genova 2001, visto che oggi c'è una manifestazione del movimento non global , pacifisti e frange della sinistra per sapere la verità del fascismo dilagante di quel di luglio.
io ormai un'idea me la son fatta di come siano andate le cose. mi ha stupito che placanica con facilità abbia detto che lui non sapeva sparare, anzi, non sapeva tenere una pistola in mano, faceva cilecca al poligono di tiro: come mai era là??? colpisce inoltre che dice che si trova nel veicolo con altri 2, uno alla guida, l altro era impaurito e non sapeva come muoversi, allora sparò in lui, ma giura di aver puntato in altro. cercando su internet vedrete come è stata puntata la pistola.
la verità è che non è stato placanica a sparare. uno dei teppisti ha rotto il vetro della camionetta colpendo alla testa placanica, che rimane scioccato dalla situazione, oltre che ferito. l'altro(probabilmente un superiore), vedendo ciò, e vedendo avvicinarsi un ragazzo incappucciato con u estintore tra le mani pronto a tirarlo addosso(giuliani) non ci ha pensato 2 volte a mirarlo e sparare. siccome che essendo un superiore avrebbe passato dei guai, qualcuno ha proposto a placanica  di prendersi la colpa del fatto, con le dovute dimissioni, in cambio avrebbe ricevuto fin da subito una pensione(800-900 euro)con cui vivere in assenza di lavoro. e placanica accettò il compromesso(e probabilemnte ha ricevuto anche altro). probabilmente è andata così, ma  la vedo dura sapere la verità in proposito.

per il resto la situazione è semplice: le forze di polizia hanno ricevuto l ordine di lasciar agire i teppisti per poter dimostrare che tutti quelli che manifestavano erano violenti(quindi no global=violento,pacifista=violento, etc.), inoltre hanno colpito a maganellate in stile squadrista i manifestanti inerti per far capire chi comanda e che le manifestazioni di protesta non sono ben accette. fascismo bello e buono, per annichilire la protesta, berlusconi non voleva fare brutta figura con bush e putin. ma nel mondo abbiamo fatto una figura pessima proprio per questo agire reazionario e antidemocratico.

la commissione del g8 serve, non tanto(non solo) per giuliani, ma per tutti gli altri, per la democrazia, per la libertà. il centrodestra e i conservator, e dipietro non capiscono(o non vogliono capire)che è inutile esigere le responsabilità dei teppisti assieme alle forze dell'ordine, poichè i poliziotti e carabinieri hanno molti doveri e responsabilità di semplici cittadini, i quali pagheranno individualmente di ciò che han fatto, mentre per quanto riguarda le forze dell ordine la questione è piu complessa perchè riguardano interi settori di carabinieri e co.

comunque sia, vergogna a tutti quanti difendono sistemi marci, antidemocratici e anticostituzionale, per una difesa dell autorità, dello squadrismo, dei poteri che devono annichilire la protesta. (preciso che per protesta intendo quella pacifica, il resto è devastazione)

DAL BLOG DI RIGITANS

NOTE DELLO STERMINATORE: Ho sempre saputo questa verità, e annozero non ha fatto altro che mostrarla in Tv. Come si evince dalla foto e dall'articolo non è stato placanica a sparare, e il colpo inoltre non è stato sparato in aria, così come hanno sempre sostenuto i carabinieri. Spero che vi rendiate conto della verità reale, non quella dichiarata dai mass-media controllati dal nanopuffo (e di questi giorni la notizia di accordi su come trattare certe notizie tra Rai e Mediaset). Le morti sono tutti uguali, sia quelle tra le forze dell'ordine sia quelle dei manifestanti. così com'è giusto condannare tutti quelli che si sono macchiati di reati veri (non farsa come sembrano queste accuse rivolte ai manifestanti inquisiti al processo per i fatti di quei giorni), così si devono condannare gli abusi perpetrati dalle forze dell'ordine, che come di dice il nome devono mantenere l'ordine, non crearne altro (Vedi scuola Diaz, caserma di bolzaneto e mancano intervento contro i veri violenti di quei giorni, ossia i black-block). A proposito di questi ultimi, che fine hanno fatto? Nessuno ne parla più, eppure sono stati loro a creare la maggior parte dei danni alla città... Chissà... Forse il nano ne sa qualcosa... Comunque altra cosa che fine ha fatto il superiore che stava con placanica? Perchè non è mai uscito il suo nome? Eppure è lui l'assassino di Carlo Giuliani, così come è emerso nel processo. Perchè non si parla più neanche di lui? E delle comunicazioni tra la questura e le forze dell'ordine? Perchè se le forse dell'ordine avessero seguito alla lettera quegli ordini, sarebbero arrivati dai veri casinisti, i black-block, passando prima che arrivasse il corteo AUTORIZZATO dei disobbedienti e co. Questa mancanza ha portato agli scontri e alla successiva morte di Carlo Giuliani. Allora e lecito chiedersi che le forze dell'ordine hanno cercato volontariamente quello scontro... Tante e ancora tante domande rimangono senza risposta su quei drammatici giorni. Ce ne sono anche altre oltre a quelle da me citate, ma sono tantissime e impossibile esporle tutte adesso... Riflettete gente, riflettete...

 
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Vicenza: disertiamo la guerra

Post n°863 pubblicato il 20 Novembre 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

NOTE DELLO STERMINATORE: La foto in alto a destra si riferisce a una vittima della guerra dell'estate 2006 in Libano, ma ciò non cambia il principio che la guerra è sempre sbagliata e che produce ovunque si trovi queste agghiaccianti immagini. Lascerò in primo piano questo post per una settimana affinche tutti lo leggiate e prendiate coscienza su che cosa sia veramente la guerra e soprattutto quali sono le "motivazioni" che i potenti della terra usano per scatenare guerre ovunque. Mentre leggete chiedetevi sempre se è giusto che accada tutto ciò...
Continua la mobilitazione a Vicenza
DISERTIAMO LA GUERRA
Bilancio di un week end organizzato dal Comitato Vicenza Est
 
 
di Patrizia Cammarata (*)
 
 
Venerdì 19 e sabato 20 ottobre i numerosi automobilisti e passanti che percorrevano viale della Pace a Vicenza non potevano non notare la mobilitazione in atto davanti alla caserma Ederle e i numerosi cartelli appesi, fra i quali spiccava quello con scritto: "desertion from war is an act of courage and freedom" (la diserzione dalla guerra è un atto di coraggio e libertà).
Dodici ore filate di appelli (dalle 7 del mattino alle 19) il venerdì e nove ore il sabato (dalle 7 alle 16) per invitare i soldati americani a disertare la guerra, appelli rivolti all´interno della caserma ma anche alle famiglie dei soldati domiciliate al "Villaggio della pace". Inoltre nelle serate di venerdì e sabato sono state organizzate in zona un´assemblea pubblica e uno spettacolo teatrale sui temi della guerra e della diserzione, sul concetto di "obbedienza" non come virtù ma "come subdola tentazione".  Ispiratore e principale artefice della "due giorni" il " Comitato degli abitanti e dei lavoratori di Vicenza est-Contro la costruzione di una nuova base a Vicenza - Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili" che ha organizzato l´importante iniziativa insieme con altre realtà del movimento vicentino: Comitato No guerra-No basi di Arcugnano (Vi), Rete Lilliput, Famiglie per la pace, ricevendo inoltre appoggio ed adesione dal Coordinamento Comitati Cittadini, Gruppo Presenza Longare (Vi), Beati i Costruttori di pace-Pax Christi.
Ma quello che ha reso ancora più importante tale iniziativa è stata la presenza attiva per tutti i due giorni di Chris Capps (giovane disertore statunitense dell´associazione "Iraq Veterans Against the War" che ha abbandonato l´esercito dopo una missione in Iraq e che ora, armato di megafono, gira il mondo per convincere i suoi connazionali nelle basi Usa a seguire il suo esempio), di Phil Rushton (Università di Napoli Orientale e autore del libro "Riportiamoli a casa: il dissenso militare nelle forze armate statunitensi") e di Meike Capps-Schubert (collaboratrice del "Military Counseling Network", rete di consulenza per i militari che vogliono evitare di andare in guerra).
E´ la seconda volta che Chriss Capps arriva a Vicenza invitato dal Comitato Vicenza est (la prima volta è stata lo scorso luglio) e durante i due giorni ha lanciato messaggi ai soldati con invito alla diserzione e ha letto con il megafono la lettera di un altro soldato, un soldato dell´Ederle, James Circello,  che ha disertato recentemente, in primavera. "Sappiamo che il comando teme che il movimento possa creare scompiglio fra i soldati"- ha detto Capps- ed è proprio sull´ inospitalità della popolazione nei confronti della guerra e dei suoi strumenti (le basi) che il Comitato Vicenza est ha sempre lavorato, indicando proprio nella caserma Ederle l´obiettivo verso il quale il movimento contro la guerra e contro la costruzione della nuova base dovrebbe concentrarsi.
Durante la "due giorni" si è tenuta inoltre l´attesa assemblea degli aderenti all´appello lanciato dal comitato per una manifestazione internazionale, appello che continua a riscuotere numerose e significative adesioni. L´assemblea si è svolta nella sede della Cooperativa Insieme, sempre all´interno del quartiere, dove si sono raccolti alcuni fra i residenti del quartiere, gruppi e associazioni firmatari dell´appello (c´erano fra gli altri i rappresentanti di Mondo senza guerre di Milano, Comitato unitario contro Aviano 2000, Rete 28 aprile del Veneto e il responsabile nazionale movimenti del Partito di Alternativa Comunista).
Durante l´assemblea, nella quale si sono susseguiti numerosi interessanti interventi, il comitato di Vicenza est ha avuto modo di esprimere la sua condivisione alle critiche pervenute da alcuni sulla data prevista per la manifestazione (15 dicembre). "Anche secondo noi questa data è troppo avanti, troppo ridosso al Natale e soprattutto una manifestazione il 15 dicembre potrebbe avvenire a Finanziaria già approvata, ma la nostra proposta è di appoggiare le richieste di unità pervenute dal mondo dei lavoratori e dal movimento per la pace, e quindi di seguire un percorso unitario per una manifestazione unitaria. Due manifestazioni non sarebbero utili, anzi potrebbero nuocere al movimento". Dopo il dibattito l´assemblea si è conclusa con un voto che ha approvato un percorso a sostegno delle seguenti iniziative: Manifestazione di Cameri (Novara) del 4 novembre contro gli aerei da guerra F35- Sciopero generale del 9 novembre- Manifestazione del 24 novembre a Roma contro le politiche sociali del governo - Assemblea a Roma del 25 novembre contro la guerra - Manifestazione internazionale unitaria del 15 dicembre a Vicenza, con spezzone caratterizzato con i contenuti dell´appello.
 
Il  19 e 20 ottobre sono stati due giorni importanti  per il Comitato Vicenza est, e per le ragioni del  movimento vicentino contro il Dal Molin e contro la guerra.
Un´iniziativa dal contenuto forte, organizzata da un comitato piccolo ma profondamente radicato nel territorio nel quale "esiste" la caserma Ederle, un comitato composto realmente da lavoratori (operai, impiegati, infermieri,...), un comitato senza finanziamenti da partiti di governo o da forze sindacali e senza finanziamenti da istituzioni. Questa occasione ha contribuito a rendere coscienti molte persone del fatto che il tema della diserzione sta diventando, nella realtà, uno fra i principali e più temuti argomenti da contrapporre alla logica della guerra e, di conseguenza,  alla costruzione di una nuova base militare.
 
La mobilitazione con Chriss Capps è terminata ma siamo stati informati che alcuni soldati americani,  a Vicenza, cominciano a trovare sui tergicristalli delle proprie auto, depositati da mani anonime, bigliettini con inviti alla diserzione e con il numero "verde" telefonico per dare inizio al percorso verso l´"atto di coraggio e libertà".
 
(*) l'autrice è dirigente del PdAC di Vicenza e componente del Comitato di Vicenza Est
 


Pubblichiamo i due messaggi pervenuti al movimento di Vicenza da parte dei due disertori, Chriss Capps e James Circello:
 
Lettera di Chriss Capps:"Saluto ancora una volta la popolazione di Vicenza. Ritorno tra voi felice di sapere che esistono soldati con una coscienza morale anche qui a Vicenza. Si tratta della prova assoluta che non tuttirientrano nello stereotipo del killer a sangue freddo che alcuni di noi abbiamo in mente quando pensiamo ai soldati. Come alcuni di voi avranno già sentito, la scorsa primavera due soldati se ne sono andati da Vicenza e attualmente si trovano negli Stati Uniti, dove sono definiti "allontanati si senza permesso" dalle autorità militari, in modo simile alla mia situazione in passato. Attendono il momento giusto per consegnarsi alle autorità e rischiare un periodo in carcere, una realtà che preferiscono affrontare come alternativa alla possibilità di trovarsi inviati in Afghanistan. Ho inviato ad entrambi dei messaggi, e insieme hanno dichiarato la volontà di aprire una corrispondenza con il movimento No Dal Molin. Ritorno a Vicenza per dirvi che questi soldati non sono gli unici tra i loro commilitoni a provare una forte opposizione alla guerra, sono semplicemente coloro che fino ad ora hanno il coraggio e la coscienza di agire di conseguenza, Essi
rappresentano soltanto la punta dell´iceberg e sono solo gli esempi più estremi del risentimento nei
confronti di questa guerra che si è diffusa all´´interno delle stesse forze armate. Perfino quelle persone all´interno del mio reparto che erano contrari alla mia presa di posizione e alla mia attività
attuale comunque provano una forte opposizione a questa guerra. Sono felice di trovarmi di nuovo
qui tra persone che disapprovano questa guerra e le ricadute che ci saranno nella vostra comunità.
Spero che da qui a poco assisteremo alla fine dell´espansione delle operazioni militari statunitensi a
Vicenza, e anche in Iraq e in Afghanistan.
Vi ringrazio, Chriss Capps
 

Lettera di James Circello:"Agli uomini e alle donne della comunità di Vicenza, a tutti i gruppi che appoggiano il movimento No Dal Molin, oltre a tutti gli Italiani, gli Americani e le persone del mondo che lottano unite contro il militarismo e l´imperialismo degli Stati Uniti:
Il mio nome è James Circello. Ero nello fanteria aviotrasportata degli Stati Uniti. Ho prestato servizio con gli stessi uomini e donne che inondano le strade delle vostre città ogni giorno.
Come rappresentante dell´America, mi sono sentito fortemente imbarazzato quando ho visto girovagare centinaia di Americani ubriachi per le strade di Vicenza e nei dintorni.
Ho tratto ispirazione dalla gente italiana che ho visto organizzarsi e scendere in piazza. Pronti a scioperare pressoché ogni settimana per i diritti dei lavoratori. Non tanto tempo fa ho assistito a migliaia e migliaia di manifestanti riempire le strade di Vicenza per mandare un messaggio ai politici italiani e americani e ai leader militari, un messaggio contro l´acquisto e l´utilizzo della base Dal Molin da parte degli Americani. Parliamoci chiaro, questa base sarà usata per perpetuare la guerra, per continuare a occupare il Medio Oriente, e mi congratulo con la gente europea e del mondo che ha opposto la forza della verità alla forza del potere, per alzarsi in piedi e dire no.
Attualmente sono negli USA ma solidale con la vostra lotta e vorrei poter esser con voi nelle strade.
Proprio in questo momento sto vivendo personalmente questa stessa lotta. Una lotta che è cominciata quasi sei anni fa, quando mi sono arruolato nelle forze armate americane. Sembravo un ingenuo di soli 23 anni quando mi sono arruolato, ma mi sono ben presto reso conto che qualcosa non andava nell´America e nella costante necessità di costringere altri popoli a piegarsi al nostro volere e alle nostre esigenze.
Oggi come negli anni passati l´America necessita petrolio. Questo costante bisogno alimenta e guida la nostra economia, portando le famiglie al lavoro, i bambini a scuola e gli eserciti alle terre innocenti.
Questo è il motivo per cui gli Americani continuano ad occupare le terre dei poveri del Medio Oriente: instaurando governi fantoccio ed emanando costituzioni prefabbricate. Non è questo il paese per cui mi sono arruolato volontariamente per la difesa. L´America non è il paese per cui voglio dare la mia vita. I pochi al potere si arricchiscono sulle spalle di tanti.
E quei tanti sono i poveri.
Vi chiedo, se pensate agli Americani non ci identificate con George W. Bush o Dick Cheney. Questi non hanno l´appoggio della gente, e non ce l´ha neanche il Congresso che continua a consolidare e appoggiare questa Guerra al Terrorismo.
Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per pronunciarci contro questa guerra. A volte si fa orecchie da mercante. Altre il tutto viene riportato in modo inappropriato dai Media, che continuano a supportare questa strategia. Altre volte ancora sembra che non si possa far nulla per fermare questa occupazione illegale e immorale del Medio Oriente. Ci sono piccole vittorie, ma niente che abbia fatto svegliare gli Americani. A oggi, la maggior parte degli Americani vuole che le truppe ritornino a casa subito. Circa il 75% degli Americani si oppone alla guerra, si tratta di circa 200 - 220 milioni di persone.
Sebbene vi siano 200 milioni contro la guerra è estremamente difficile mobilitare 100 mila persone per marciare sul Campidoglio in un fine settimana. Gli Americani sono stanchi. Abbiamo accumulato questa stanchezza attraverso i pessimi stipendi e la mancanza di cure sanitarie per milioni di lavoratori. Ci sono persone che devono fare due o tre lavori per rimanere a galla.
Altre che non ce l´hanno fatta quando gli uragani Katrina e Rita hanno distrutto New Orleans e la costa sud degli Stati Uniti. Americani senza tetto. Rifugiati. Mentre le compagnie assicurative traggono profitto. Ancora una volta il Governo ha tradito la fiducia del suo popolo. E ancora una volta sono i poveri che soffrono e muoiono.
A tutt´oggi si può notare appena qualche miglioramento da cui tuttavia sono rimaste completamente escluse alcune comunità. Lo so perché sono stato lì fino a pochi mesi prima. Ho visto il disastro che rimane lì ancora oggi.
Dov´è il nostro Governo?
Continuano a fare la guerra ai poveri dell´America e ai poveri del mondo.
La vera ragione per cui sto scrivendo questa lettera è informarvi tutti pubblicamente che al momento si sta affermando una resistenza all´interno delle forze armate statunitensi. Non è ancora grande quanto il Vietnam, ma sta crescendo. Migliaia di soldati Americani si stanno rifiutando di combattere e prendere parte a queste occupazioni. Migliaia si allontanano senza permesso (AWOL - Absent without leave). Molti fuggono in altri paesi, come Canada e Europa. Questi soldati hanno bisogno del vostro appoggio. Hanno bisogno di tutto l´appoggio possibile dall´Europa. Si tratta di una questione fondamentale occultata dai Media.
Io stesso chiedo il vostro appoggio, da persona che ha deciso di non restare impalato di fronte all´Impero Americano e di opporsi. Per ribadirgli che mi rifiuto di combattere e fare la guerra contro i poveri e gli innocenti nel Medio Oriente, solo perché i loro paesi hanno il petrolio e il colore della loro pelle e la loro religione è diversa dalla mia.
Il regime di Bush non può parlare a nome del popolo Americano.
Io sono stato un sergente nella 173esima brigata aerotrasportata e dal 10 Aprile 2007 mi sono allontanato senza permesso (AWOL) dalla Caserma Ederle. Da allora ho partecipato a molte manifestazioni, conferenze e ho fatto molte interviste pronunciandomi contro l´occupazione. Continuo a girare il Paese per dare il mio supporto al movimento di resistenza tra i militari (GI Resistance movement). Per parlare con la gente dei crimini che si stanno compiendo in Iraq. Per parlare con i ragazzini che hanno intenzione di arruolarsi e spiegare a loro come sarebbe esattamente la loro vita.
La guerra in Iraq è una guerra di aggressione, sotto lo slogan "Non dimenticheremo mai"; la famosa dichiarazione dell´11 Settembre 2001. Bene, ho qualcosa da dire alla gente del mondo e alla gente di questa amministrazione, così come ai membri del Congresso Americano:
Non dimenticheremo mai. Assolutamente.
Non dimenticheremo mai che gli uomini che hanno dirottato quegli aerei l´11 Settembre 2001 non erano Iracheni.
Non dimenticheremo mai che l´Iraq non aveva armi di distruzione di massa quando noi li abbiamo invasi.
Non dimenticheremo mai che quelle armi di distruzione di massa che l´Iraq effettivamente aveva anni prima, gli erano state vendute dal Governo Americano.
Non dimenticheremo mai i milioni di Iracheni: uomini, donne e bambini che hanno sofferto a causa della dittatura di Saddam Hussein, la Guerra Iraq-Iran, la Guerra del Golfo, l´Uranio impoverito, anni di sanzioni illegali, la strategia "Shock and Awe" (terrore e sgomento), la "liberazione" dai tiranni, tutto questo solo per trovare un altro tiranno che lo sostituisca.
Non dimenticheremo mai 2 milioni di Iracheni: uomini, donne e bambini oggi profughi nel loro stesso paese.
Non dimenticheremo mai 1,5 milioni di rifugiati in Siria, 775 mila rifugiati in Giordania e circa 200 mila rifugiati in Egitto.
Non dimenticheremo mai 1 milione di morti Iracheni: uomini, donne e bambini dal Marzo del 2003.
Non dimenticheremo mai i circa 100 mila Iracheni fuggiti dal paese ogni mese dal Marzo del 2003.
Non dimenticheremo mai vedove, vedovi e orfani di questi morti.
Non dimenticheremo mai gli effetti dell´Uranio impoverito delle munizioni Americane che hanno ricoperto i paesi del Medio Oriente.
Non dimenticheremo mai l´aumento del tasso di mortalità infantile. Le fogne a cielo aperto. La violenza settaria che non si è mai vista in Iraq prima che noi insediassimo un Governo filoamericano.
Non dimenticheremo mai la distruzione "Shock and Awe" che ha distrutto tutte le infrastrutture Irachene.
Non dimenticheremo mai Abu Ghraib.
Non dimenticheremo mai gli uomini e le donne scomparse a Guantanamo e le altre carceri segrete americane.
Non dimenticheremo mai gli Iracheni che quotidianamente vengono freddati da stanchi adolescenti americani ai posti di blocco stradali.
Non dimenticheremo mai i suoni di IED (dispositivi esplosivi improvvisati) diretti non ai soldati americani ma bensì alla politica americana.
Non dimenticheremo mai le donne e i bambini colpiti indiscriminatamente dopo un´esplosione IED perché stavano lavorando negli orti, e che spaventati hanno iniziato a correre.
Non dimenticheremo mai che la Guerra è, di fatto, Terrorismo. E l´America è il più grande promotore del terrorismo.
Non dimenticheremo mai che gli uomini, le donne e i bambini del Medio Oriente possono essere dello stesso colore di Saddam Hussein, ma non hanno la sua faccia. Loro non sono lui. Loro non meritano quello che hanno dovuto subire.
Non so cosa succederà quando mi consegnerò alla polizia, ma accetterò serenamente qualunque conseguenza.
Non chiedo Congedo Onorevole dal Governo e dall´Esercito che non sono loro stessi onorevoli. Dunque vi chiedo ancora una volta di stare dalla parte di questi Uomini e Donne Americani che rifiutano l´occupazione e la guerra.
E che voi siate con me.
Con voi nella lotta,
James Circello
8 Ottobre 2007

 
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Post N° 862

Post n°862 pubblicato il 20 Aprile 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Contratti pubblici: per le burocrazie lo sciopero è un orizzonte lontano

di Pia Gigli

 

In questi giorni la vicenda del contratto del pubblico impiego sta mostrando un grottesco gioco delle parti tra Cgil, Cisl e Uil e governo sulla pelle di 3 milioni e mezzo di lavoratori che attendono da più di un anno il rinnovo del contratto. Si tratta del quadriennio normativo 2006-2009 e del biennio economico 2006-2007.
Il 3 aprile Cgil Cisl e Uil proclamano lo sciopero dei lavoratori del comparto della Funzione pubblica per il 16 aprile, in concomitanza con lo sciopero già proclamato dalla Scuola, per il rinnovo del contratto. Le segreterie alzano un po´ di polvere convocando assemblee di delegati in cui prendono letteralmente in giro i lavoratori che sanno perfettamente che lo sciopero è solo annunciato, privo di piattaforma, una finta pressione sul governo. Se da una parte si accusa il governo di non rispettare gli accordi presi sulle risorse necessarie per il rinnovo e di voler penalizzare i lavoratori pubblici, dall´altra si rivendica la fedeltà al Memorandum sottoscritto da sindacati e governo a gennaio e l´impegno del sindacato verso i "profondi processi di riordino e di modernizzazione" della pubblica amministrazione.
Peccato che già in sede di presentazione della Finanziaria si sapeva che le risorse non sarebbero state sufficienti (ma tutti ricordiamo come la Finanziaria sia stata accolta entusiasticamente dai sindacati concertativi) e dilazionate nel tempo. Già da allora sarebbe stato opportuno scendere in piazza... ma la concertazione si sa...
Non è certo la minaccia dello sciopero a far aprire il tavolo con il governo (forse già convocato in precedenza) il 5 e il 6 aprile. In quella sede viene sottoscritto il memorandum "Intesa sul lavoro pubblico e sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", che già era stato approvato a gennaio, integrato con la parte relativa alle Regioni e autonomie locali. Si tratta di una vera controriforma della pubblica amministrazione finalizzata a renderla funzionale al sistema delle imprese e ai processi di privatizzazione, il tutto all´insegna della meritocrazia, della mobilità, dell´incentivazione all´uscita degli esuberi, di un forte vincolo della contrattazione integrativa al contratto nazionale. Dal punto di vista economico l´intesa sottoscritta prevede, a partire dal 2007, un aumento medio di 101 euro lordi che non copre l´inflazione reale e quindi è del tutto insufficiente. Gli aumenti saranno finanziati in parte con la finanziaria 2008, e solo allora arriveranno in busta paga, e, per il 2006, non si parla di aumenti, ma di indennità di vacanza contrattuale, corrispondente a 10-15 euro mensili.
Di fronte a tali proposte insufficienti e vessatorie, Cgil, Cisl e Uil, firmano le intese (RdB soltanto quella economica) e rivendicano la vittoria dal punto di vista salariale. Il governo, inneggiando alla concertazione, da parte sua rivendica l´accordo sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione secondo "meritocrazia, mobilità e valutazione di qualità". Lo sciopero non viene revocato, ma mantenuto come "pungolo" fino all´emanazione in tempi brevi, da parte del governo, della "direttiva madre" da impartire all´Aran che dovrà articolare i contratti nei diversi comparti del pubblico impiego. Anzi, in un comunicato stampa diffuso l´11 aprile dalla Funzione Pubblica Cgil si afferma: "se fossero confermate alcune voci secondo le quali nella direttiva c´è una clausola che blocca la contrattazione integrativa, lo sciopero sarebbe confermato".
La "direttiva madre" arriva. E´ un documento che sancisce la vittoria del governo su tutti i fronti perché assume interamente la sua filosofia: tagli al costo del personale, pubblica amministrazione ridotta all´essenzialità di servizio alle imprese, riduzione dei servizi pubblici. Viene premiata la meritocrazia, viene esaltata la valutazione dei lavoratori con pagelle e sanzioni che escludono completamente l´anzianità di servizio (che rappresenta spesso l´unica garanzia di qualificazione professionale per un lavoro svolto per molti anni "sul campo" dai dipendenti pubblici). Contemporaneamente viene dato un quadro di riferimento finanziario in cui spariscono i 101 euro di aumento, ma si parla di "benefici" a regime (a decorrere dal 2008) del 4,46% (perfino inferiori ai rinnovi contrattuali nel governo Berlusconi nel 2005), "comprensivi della quota da destinare alla produttività nell´ambito della contrattazione integrativa"; per il 2006 viene confermata l´irrisoria indennità di vacanza contrattuale, per il 2007 gli incrementi sono pari al tasso di inflazione programmata. Così il governo risponde alla guzzantiana  "acqua portata con le orecchie" da parte dei sindacati concertativi.
Lunedì 16 in una conferenza stampa tenuta da Cgil, Cisl e Uil, sono scesi in campo i segretari nazionali, che a fronte di quello che loro chiamano "tradimento" del governo, hanno segnalato che senza contrattazione integrativa non sarà possibile avere quella meritocrazia tanto sbandierata da entrambi, che senza rinnovo dei contratti non si avrà la riforma della pubblica amministrazione e hanno chiesto un intervento di chiarificazione addirittura a Prodi... Comunque lo sciopero è stato rimandato a... maggio.
Un presunto potere di ricatto, quello esercitato dalle direzioni sindacali concertative che vorrebbero tenere sul filo il governo e che usano l´arma dello "sciopero annunciato" per illudere i lavoratori di esercitare ancora un proprio ruolo negoziale. Dimostra invece una loro profonda incapacità, in un quadro concertativo ormai insostenibile da parte dei lavoratori e delle lavoratrici. La presa in giro di piattaforme non concordate, di scioperi solo enunciati e imposti dall´alto deve finire. E´ necessario che i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego facciano sentire la loro voce, che pretendano di essere consultati prima di ogni tavolo di trattativa, che si organizzino a partire dalla Rete 28 aprile in Cgil, per una battaglia antiburocratica contro l´attuale direzione e contro la pratica concertativa, in alleanza con i settori di classe delle altre categorie e del sindacalismo di base.

 
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COMUNICAZIONI DI SERVIZIO

Post n°861 pubblicato il 17 Aprile 2007 da sterminatore1986

Ciao a tutti,

Non vedete altri post pubblicati perchè è da due mesi che non riesco ad inserire un articolo. Mi spiego meglio. Clicco su scrivi nel tuo blog, e appare la solita schermata, e fin qui niente di strano. Però quando vado a fare il copia e incolla di un articolo che voglio pubblicare, mi si blocca la pagina, e lo fa da due mesi, e non riesco a capire il perchè... Se qualcuno sa come risolvere questa faccenda, mi contatti e mi spieghi come risolvere il problema...

Ciao a tutti, a presto allora............................................................................................

 
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Post N° 860

Post n°860 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Resoconto dell´attivo regionale veneto dei delegati della Cgil contro il Dal Molin

di Sabrina Pattarello

Venerdì 7 febbraio, allo slogan "Vicenza città d´arte, non di guerra", si è svolto l´attivo regionale veneto dei delegati della Cgil contro il raddoppio della base americana in città.
Imbattendosi fin da subito nelle facce note di molti burocrati dell´arena sindacale e politica locale (compresi i vari autosospesi), aleggiava concreto il presentimento di accingersi a partecipare ad un´assemblea-farsa, sospetto che ha poi trovato piena conferma durante lo svolgimento della mattinata.
Il dibattito, scialbo e privo di contenuti oggettivamente di svolta, si è dipanato ordinatamente sotto la rigida sorveglianza della presidenza, che ha pilotato egregiamente il dissenso e la critica negando spazio d´intervento alle posizioni di più esplicita rottura.
Le tesi che maggiormente hanno tenuto banco sono state quelle della pericolosità della nuova struttura militare per l´incolumità e la salute dei cittadini e della contrarietà a rendere Vicenza una città di guerra; si sono espresse forti preoccupazioni per l´impatto urbanistico e ambientale che la base comporterebbe, e qualche timida critica è piovuta sul governo Prodi, colpevole di non aver rispettato il programma elettorale nei punti che prevedevano la riduzione delle servitù militari e il ridimensionamento della presenza dei contingenti italiani impegnati in missioni di guerra all´estero.
Tuttavia le proposte si sono generalmente fermate al sostegno al referendum consultivo, che si andrebbe a fare da qui al prossimo autunno, quando la situazione potrebbe già essere ampiamente compromessa, e che si rivelerebbe in ogni caso inutile, in quanto il problema di Vicenza interessa le politiche internazionali dell´Italia, che evidentemente non possono essere decise da una consultazione della popolazione a livello locale.
Da evidenziare l´opportunismo e l´arroganza politica espresse da alcuni esponenti politici vicentini, una su tutte l´onorevole Lalla Trupia (autosospesa dei Ds), che dopo aver gettato acqua sul fuoco sulla questione della base vicentina, nel tentativo di conciliare le posizioni antitetiche di popolazione e forze di governo, si è augurata una buona riuscita della manifestazione del 17 febbraio, dopo aver demagogicamente proclamato di essere stanca di "tirare Prodi per la giacca" (quasi Prodi non avesse commesso un atto gravissimo nel ratificare la decisione di costruire la nuova base), omettendo accuratamente di menzionare le responsabilità dello stesso e del ministro diessino degli Esteri D´Alema nelle misure fin qui intraprese riguardo al rifinanziamento della missione imperialista in Afghanistan e il raddoppio dell´Ederle, al quale si affianca il previsto ampliamento di Sigonella, la costruzione di una base navale a Palermo e di una fabbrica di missili a testata nucleare in programma a Novara; d´altro canto, a Vicenza le elezioni amministrative sono alle porte, e si pone la necessità di recuperare un minimo di credibilità politica.
In questa occasione il Partito di Alternativa Comunista - unica presenza politica presente in forma organizzata all´attivo, con compagni impegnati nel volantinaggio, nella diffusione della stampa e nel dibattito - si è espresso per bocca del compagno Roberto Galvanin, dirigente della Fiom di Vicenza, l´unico tra i nostri compagni presenti cui è stata concessa la parola; cassati adducendo deboli pretesti e scuse gli altri nostri interventi.
Il PdAC ha sottolineato l´importanza della buona riuscita dell´appuntamento del 17, considerato un primo, importante passo nel cammino di lotta, ed è stato l´unica forza politica a lanciare le parole d´ordine della riconversione dei siti militari ad uso civile e dello sciopero generale, considerato il solo evento in grado di consentire realmente ai lavoratori una possibilità di vittoria sul fronte del no al Dal Molin. Si è specificato come la Cgil dovrebbe spendersi per la sua costruzione, creando un fronte unitario con tutte le sigle sindacali di sinistra, sindacalismo di base incluso, e promuovendo la sua organizzazione all´interno dei luoghi di lavoro, dispiegando tutte le forze a disposizione.
Il significato di uno sciopero generale riuscito trascenderebbe il semplice, pur se importantissimo, obiettivo di evitare la completa militarizzazione del capoluogo orobico, in quanto in ultima battuta finirebbe per costituire un´inequivocabile risposta di classe alla politica estera dell´esecutivo, un segnale limpido e tangibile di segno contrario all´azione del´attuale governo, che non è rappresentativo delle istanze dei lavoratori e delle classi più deboli, ma degli interessi economici e delle politiche espansionistiche del capitalismo, e che solo i lavoratori uniti ed organizzati, guidati da una direzione politica conseguente, possono essere in grado di cacciare, da un versante di classe.

 
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Mostra-reportage sui campi in Palestina

Post n°859 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da sterminatore1986
Foto di sterminatore1986

 

COMUNE DI OSTUNI  - Comunicato Stampa

Rimarrà allestita per tutto il mese di febbraio, presso la sala mostre della Biblioteca Comunale “F. Trinchera senior” di Ostuni, la mostra fotografica dal titolo: “...e se qualcosa cambia, fatecelo sapere” del fotoreporter ostunese, Marcello Carrozzo.
Un lavoro frutto di un “diario di viaggio-reportage” di immagini e scatti fatti nell’ottobre 2005 che hanno visto Carrozzo trascorrere 25 giorni in Medio Oriente, in quelle zone tormentate e nei campi profughi di Yarmouk, Jaramana , Palestine-camp in Siria, a Shabra e Shatila in Libano e Gaza-camp e Bakha in Giordania.
La mostra, organizzata dal Comune-Assessorato alla Cultura in occasione della celebrazione della “Giornata della memoria” del 27 gennaio scorso col fine di ricordare la “Shoah”, la persecuzione degli ebrei, la deportazione e lo sterminio, ha voluto proporre qualcosa di attuale e che i telegiornali e i media propongono ogni gioco guardando ai lager” attuali in Medio Oriente.
Foto in bianconero che mostrano come sono gli attuali campi profughi dove quotidianamente vive (per non dire “rinchiuso”), il popolo palestinese non riconosciuto da nessuno.
Le foto sono volte a raccontare attraverso gli occhi di un fotoreporter occidentale dove il sole filtra a fatica tra le case fatiscenti creando un'atmosfera surreale e drammatica; l’ambiente dove vivono i bambini una condizione di "normalità" tra edifici semidistrutti dalle bombe; funerali di donne tra case diroccate e ambienti di vita misera.
“L’iniziativa” spiega il Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella “è rivolta soprattutto ai docenti, agli alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado, con i quali l’Amministrazione, intende condividere un momento comune di riflessione, ma l’invito è aperto a tutti di venire a visitare la mostra per vedere la realtà dei campi profughi oggi”.
La mostra, rimarrà aperta al pubblico per tutto il mese di febbraio (dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30) e tutte le scolaresche potranno prenotare la visita per avere a disposizione una guida.

OSTUNI, mercoledì 7 febbraio 2007
 

UFFICIO STAMPA

Resp.: Dr. Natalino Santoro

Collab.: Dr. Francesco Pecere

              Dr. Emilio Guagliani

 

TEL.  0831/307350/358

e-mail ufficiostampa@comune.ostuni.br.it.it

FONTE: http://www.urpcomunediostuni.it/com_stampa_02/mese_febbraio_2007/mostra.htm

NOTE DELLO STERMINATORE: i mass media ci propongono sempre le stesse immagini, sempre le stesse notizie nel complesso... Fanno vedere i palestinesi violenti e la polizia israeliana che li reprime... Perchè non dicono mai da dfove nasce il malessere del popolo palestinese? Rispondono che vogliono uno stato tutto per loro, ed è solo una delle risposte che si possono dare, ovviamente è quella più comoda per i poteri forti dell'occidente... Perchè invece non fanno vedere le immagini che sono esposte in questa mostra? Io personalmente la andrò a vedere venerdì, ma dalla presentazione so già cosa andrò a vedere... Foto assolutamente inedite, sconosciute al grande pubblico... Il popolo palestinese vuole innanzitutto una casa, un lavoro, una vita dignitosa, la libertà negli spostamenti ostacolati dagli innumerevoli posti di blocco fatti dall'esercito israeliano sulle strade... Se si realizzasse ciò, i violenti sarebbero isolati, portando alla fine della guerra civile tra Hamas e Al-Fatah, e i palestinesi non avrebbero più motivo di ricorrere a soluzioni estreme (e sbagliate) come i kamikaze, che disprezzano la vita, ed è orribile... I violenti sarebbero contestati e isolati dalla stragrande maggioranza dei palestinesi, e a quel punto sarebbero in grado di far nascere a far vivere uno stato tutto per loro... Solo allora diventerà prioritario avere uno stato... Ovviamente avete capito perchè israele continua a tenere in questa situazione di stallo i territori palestinesi, per impedire che si realizzassero i punti che ho citato sopra, e con la violenza provocata dalle varie fazioni palestinesi trova sempre giustificazioni e scuse per poter usare il pugno di ferro e negare quei diritti dell'uomo che dovrebbero essere scontati per tutti... Dovrebbero purtroppo, perchè per la maggior parte dell'umanità non lo è... Finisco dicendo che i palestinesi sono mossi da ideali e da rivendicazioni giuste e sacrosante, ma sono ingenui perchè non fanno altro che fare il gioco di Israele, cioè quello di mantenere i territori in situazione di stallo che favorisce i violenti... Vi invito a vedere questa mostra per rendervi conto da soli che cosa significa oggi essere un palestinese...

 
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Scuola Elementare Rodari: partito l’impianto fotovoltaico

Post n°858 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da sterminatore1986
 
Tag: Ostuni
Foto di sterminatore1986

 

COMUNE DI OSTUNI  - Comunicato Stampa

Sono stati ultimati i lavori per l’installazione dei 39 moduli fotovoltaici sul terrazzo della Scuola Elementare Rodari nella zona 167 ad Ostuni.
Dal 30 gennaio scorso, quindi, l’impianto fotovoltaico è entrato pienamente in funzione. I pannelli sono stati orientati verso Sud per ottimizzare la captazione solare. L’impianto produrrà energia elettrica e sarà in grado di fornire circa 5.000 Kw/h/anno. La scuola attualmente ha un consumo di circa 10.000 Kw/h/anno pertanto l’impianto assicurerà un risparmio annuo sull’energia elettrica consumata di circa il 50%.
“Questo” spiega l’assessore all’ambiente, Giulia Anglani “è un altro piccolo ma significativo tassello che va ad inserirsi nel quadro della politica ambientale che l’Amministrazione del Comune di Ostuni sta portando avanti ormai da anni nell’ottica dello sviluppo sostenibile”.
L’energia prodotta potrà essere consumata sul posto o immessa sulla rete dell’ENEL; un contatore misurerà la quantità di energia immessa in rete per contabilizzarla a fine anno con l’energia prelevata. Il Comune dovrà pagare solo la differenza tra quella prelevata e quella immessa in rete.
L’impianto consentirà anche una riduzione annua di anidride carbonica immessa in atmosfera di 3,75 tonnellate.
“Il nostro continuo impegno” continua l’assessore “a ridurre le diverse forme di inquinamento e al tempo stesso gli sprechi energetici ci porterà, ci auguriamo, verso un sempre maggiore potenziamento di energia proveniente da fonti rinnovabili ed alla realizzazione di interventi miranti alla ottimizzazione dei consumi”.
Per la prima volta, quindi, un Istituto Scolastico di Ostuni sarà alimentato in gran parte dalla energia solare.
Il progetto redatto dal Comune di Ostuni è stato finanziato in parte dalla Regione Puglia. Il costo complessivo ammonta a circa euro 27.000, di cui il 30% spettante al Comune di Ostuni ed il restante 70% alla Regione Puglia a copertura del costo dell’impianto.
“L’iniziativa” spiega l’Assessore all’Ambiente, Giulia Anglani “rientra nel Piano d’azione ambientale introdotto dal consiglio comunale nel 2003. Tra le varie azioni c’era la solarizzazione di impianti comunali al fine del risparmio energetico. Si tratta di un progetto pilota che speriamo di allargare ad altri istituti scolastici e immobili comunali”.

OSTUNI, venerdì 2 febbraio 2007
 

UFFICIO STAMPA

Resp.: Dr. Natalino Santoro

Collab.: Dr. Francesco Pecere

              Dr. Emilio Guagliani

 

TEL.  0831/307350/358

e-mail ufficiostampa@comune.ostuni.br.it.it

FONTE: http://www.urpcomunediostuni.it/com_stampa_02/mese_febbraio_2007/fotovoltaico.htm

NOTE DELLO STERMINATORE: Finalmente una buona iniziativa sul fronte ambientale...Questo permette un enorme risparmio energetico, e questo deve spingere ad arrivare al 100% dell'energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili, e questo deve valere per tutti, quindi non sono per gli immobili comunali, ma anche per tutti i privati... Ottimo anche ricorrere a finanziamenti rigorosamente pubblici, l'egoismo privato molte volte ci mette il naso in queste faccende delicate per il futuro di tutti noi...Hanno promesso che amplieranno il progetto a tutti gli immobili comunali... Ora bisogna aspettare di vedere se è l'ennesima promessa da marinaio e, se lo faranno davvero, staremo a vedere quanto tempo ci metteranno... Spero di arrivare in pensione dopo la realizzazione di tutto ciò... Vedremo...

 
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Smonta la Scuola pubblica!

Post n°857 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Dalla padella della Moratti alla brace di Fioroni

 

di Anna Arcadi

 

L´immagine della Scuola che il ministro Fioroni, uomo del Vaticano e amico del cardinal Ruini, cerca di propinarci ha qualcosa di surreale. Se provate a leggere gli interventi del ministro sulla stampa nazionale e le sue dichiarazioni sul sito del ministero della Pubblica Istruzione, avrete l´impressione di trovarvi in un mondo fantascientifico.

 

Tra bulli e fannulloni

 

La scuola pubblica italiana è, secondo le parole dello stesso ministro, infestata da "bullismo, teppismo, violenza, guerriglia, atti di vera e propria barbarie giovanile". Addirittura, si è resa necessaria una circolare ministeriale per frenare l´utilizzo di cellulari in classe, fenomeno di accompagnamento del cosiddetto "bullismo" che, associato alle diaboliche videocamere dei cellulari, è stato aggiornato dal ministro con il neologismo "cyberbullying". Sulle pagine dei quotidiani sono comparse, in questi ultimi mesi, foto tratte dai filmati amatoriali degli studenti con scene di una vita scolastica che non hanno certo a che fare con la calma e la tranquillità: decine di studenti accatastati in aule strettissime, professori disperati e sull´orlo dell´esaurimento nervoso alle prese con appelli inaffrontabili di trenta alunni per classe, banchi e sedie divelti. Si tratta di una situazione che non stupisce gli insegnanti: classi di trenta alunni sono ormai la norma, un´aberrazione dal punto di vista didattico che non contribuisce certo a creare agevoli condizioni di lavoro. Lo stesso ministro, proprio in questi giorni, ha dovuto lanciare una campagna per tentare, a suo dire, di arginare il fenomeno della violenza nelle scuole: "Smonta il bullo", campeggia sul sito del ministero della Pubblica Istruzione.
E qui viene la fantascienza. Perché la cosa strana della scuola italiana è che, mentre nelle classi volano oggetti di tutte le dimensioni e vengono picchiati disabili con spranghe d´acciaio, i professori, chissà come, se la spassano. "Gli insegnati sono tutti fannulloni": è uno dei leitmotiv del governo Prodi funzionale a sferrare un ulteriore pesante attacco ai lavoratori della scuola e, più in generale, del pubblico impiego. I casi sono due: o gli insegnanti sono dotati di straordinarie doti di straniamento, oppure il ministro Fioroni non ha mai passato una mattinata in una classe di trenta studenti in vita sua. Propendiamo per la seconda ipotesi, che ci spiega anche perché, a fronte di una situazione già ingestibile, è stato predisposto un decreto ministeriale che prevede la possibilità di formare classi con più di trenta alunni: una mossa per rendere attuabile il taglio degli organici previsto dalla Finanziaria (quasi 20000 posti di docenti in meno).

 

Via libera alle privatizzazioni

 

Dopo aver annunciato un cospicuo aumento dei finanziameti pubblici alle scuole private e confermato la volontà di non abrogare la riforma Moratti, il ministro Fioroni l´ha fatta proprio grossa: come annunciato al famigerato summit governativo di Caserta, il 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che prevede la trasformazione delle scuole in Fondazioni.
Di fatto, le scuole vengono trasformate in enti in gran parte privati, con tanto di "comitato esecutivo" per la gestione di fondi pubblici e privati. Potranno farne parte, con le connesse ingerenze anche sul piano didattico, le imprese presenti sul territorio. Le scuole diventeranno delle vere e proprie aziende, basate sul sistema misto pubblico-privato, con la possibilità di reperire fondi dai privati che potranno quindi entrare a far parte della gestione delle stesse.
Nemmeno la Moratti si era spinta tanto in là. Se è vero che il processo di privatizzazione e "aziendalizzazione" della scuola pubblica è stato accelerato drasticamente dai precedenti governi di centrosinistra, oggi, con Rifondazione al governo e l´appoggio incondizionato della Cgil all´operato dell´esecutivo, la situazione si aggrava: la mancata reazione del sindacato e dei partiti della "sinistra radicale" (Prc in primis) rende facile il lavoro al ministro che, per conto di Confindustria e Vaticano, sta completando quello che la Moratti non avrebbe potuto. Oggi la Cgil tace, così come tace Rifondazione. Addirittura, il manifesto in un articolo definiva la proposta di Fioroni "un´idea radicale per cercare di dare una risposta alla cronica mancanza di soldi nelle scuole di ogni ordine e grado" (13 gennaio 2007). Tutto questo mentre decine di migliaia di precari da decenni aspettano l´assunzione e gli stipendi, a fronte del caro vita, sono a malapena sufficienti per pagare l´affitto.

 

Serve una risposta di classe


Non esageriamo se diciamo che il secondo govero Prodi, con la complicità di Rifondazione comunista, sta portando avanti il più pesante attacco nei confronti della scuola pubblica della storia del dopoguerra: il fatto che tutto ciò avvenga senza grandi manifestazioni, senza scioperi e proteste da parte di studenti e insegnanti, rimanda alla tragica realtà di un governo di collaborazione di classe: Rifondazione comunista e Cgil sono i pompieri del conflitto sociale, costituiscono una preziosa risorsa per il governo Prodi e le sue politiche di privatizzazione.
Ma le lotte di Vicenza contro la base Nato, così come i fischi degli operai di Mirafiori, ci dicono chiaramente che la protesta non è stata completamente ingabbiata. Prima o poi i nodi vengono al pettine e anche nella scuola il malcontento comincia a farsi sentire. Occorre, fin da subito, contrastare l´azione del governo e porre all´ordine del giorno, nei comitati cittadini per la difesa delle pensioni e contro lo scippo del Tfr, anche la difesa della scuola pubblica.

 

Fermiamo la privatizzazione della scuola! Per il ritiro immediato del decreto Fioroni! No alla scuola azienda!

 
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LE STRAGI IMPERIALISTE IN SOMALIA

Post n°856 pubblicato il 26 Gennaio 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

di Enrica Franco

 

Distratti dal clima natalizio e dal dibattito sulla pena di morte a Saddam Hussein in pochi si sono accorti dell´invasione della Somalia da parte dell´Etiopia e del successivo bombardamento statunitense sui villaggi che ancora resistevano.
Il movimento pacifista mondiale è rimasto tristemente sordo al fragore delle bombe sulla popolazione africana, mentre Stati Uniti ed Europa, anche sotto la copertura dell´Onu, proseguono indisturbati nei loro disegni di riassetto mondiale.

 

Soltanto un anno fa le milizie dell'Unione delle Corti Islamiche conquistavano Mogadiscio grazie al sostegno popolare e scacciavano il governo fantoccio sostenuto da Usa ed Europa, come risposta il 6 dicembre scorso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vota all´unanimità la risoluzione presentata dagli Stati Uniti che stabilisce l´invio di truppe di "pace" a protezione del "governo amico" asserragliato a Baidoa, rivelando inoltre un misterioso legame tra Unione delle Corti Islamiche e Al Qaeda che giustificherebbe qualsiasi iniziativa di aggressione. Forti della risoluzione delle Nazioni Unite il 28 dicembre le truppe etiopiche invadono Mogadiscio.

 

Dobbiamo ricordare che l´Etiopia e il suo esercito sono direttamente sovvenzionati dagli Usa, tanto che è uno dei due unici Paesi africani ad aver preso parte all´occupazione dell´Iraq. Durante l´avanzata dell´esercito occupante migliaia di somali vengono trucidati, ma i Paesi imperialisti giustificano il massacro con la fandonia che il "legittimo" governo debba essere difeso dai terroristi amici di Al Qaeda. Le milizie dell´Unione delle Corti Islamiche sono così costrette a riparare sui monti, ma la popolazione continua a resistere e non si fa attendere la risposta americana. L´8 e il 9 gennaio i villaggi resistenti del sud del Paese vengono bombardati direttamente dall´aviazione statunitense, ovviamente si dirà "per colpire i terroristi di Al Qaeda!"
L´iniziativa unilaterale crea una certa preoccupazione nei Paesi europei, interessati quanto gli americani al controllo dell´area; l´Italia in particolare, in quanto ex Paese colonizzatore della Somalia, stava cercando di ritagliarsi un ruolo privilegiato nella vicenda, tanto che mentre succedeva tutto questo il presidente del parlamento fantoccio si trovava proprio in Italia a colloquio con la viceministro Patrizia Sentinelli (di Rifondazione Comunista), la quale ha ribadito l´importanza dell´invio di truppe Onu nella zona.
Negli stessi giorni il ministro D´Alema supera senza rancore l´incidente con l´alleato americano, dichiarando che si è trattato di un "dissenso circoscritto" in quanto i raid, in cui hanno perso la vita centinaia di persone, sono stati soltanto uno "spiacevole episodio" e l´Onu prontamente assicura l´invio dell´esercito entro febbraio per aiutare la ritirata dell´Etiopia e proteggere il nuovo governo.

 

Nonostante questo enorme dispiegamento di forze la popolazione continua a resistere e a manifestare il proprio dissenso: ogni giorno soltanto a Mogadiscio si contano decine di vittime colpite dall´esercito etiopico durante le manifestazioni di protesta. Diversamente da quanto scrivono alcuni giornali le truppe occupanti non sono state accolte come truppe di liberazione e non ci sono donne che ballano per strada perché felici di essere state liberate dal governo stile talebano, la città è in fermento per tentare di cacciare gli occupanti e le milizie dell´Unione delle Corti Islamiche si stanno riorganizzando sui monti: non è affatto escluso che con l´appoggio della popolazione riescano di nuovo ad entrare in città. Come sta succedendo in Iraq anche in Somalia la resistenza popolare si potrebbe rivelare molto più dura da sconfiggere di quanto si augurino americani ed europei.

 

Il nostro partito sostiene la rivolta popolare contro l´occupante anche se siamo ben consapevoli che il governo islamico non è la soluzione ai problemi del Paese africano, è anzi causa di tante oppressioni sociali. Il sostegno da parte della popolazione all´Unione delle Corti Islamiche trova la sua spiegazione soprattutto nel profondo dissenso che si era creato intorno al precedente governo sostenuto dagli Stati Uniti e nel clima di relativa calma che si è respirato dopo la conquista di Mogadiscio di un anno fa, ma l´unica reale salvezza per l´intero continente africano è un radicale cambiamento di sistema: soltanto in una prospettiva socialista le ex colonie potranno definitivamente essere liberate dalle oppressioni dei Paesi imperialisti.

 
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RIECCOMI QUI!!!

Post n°855 pubblicato il 26 Gennaio 2007 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Ciao a tutti!!! Oramai credevo di non avere più la possibilita di accedere di nuovo al mio blog, a causa dei miei tantissimi impegni... Almeno questa mattinata sono riuscito ritagliarmela x stare qui... In questi mesi sono successe tantissime cose, su cui ci sarebbe molto da dire... Comunque ricominciamo con calma, perchè gli argomenti sono proprio tanti e bisogna dare ad ognuno di loro la giusta attenzione e il giusto spazio... Parlerò molto di politica, ambiente e anche tanti messaggi simpatici...

Ciao a tutti, e buona lettura!!!

PS: un immagine mozzafiato...

 
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UN PO' DI SIMPATY!!!

Post n°854 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Tag: Simpaty
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Il miglior dentista giapponese? Tekuro Nakarie.
Il peggior avvocato italiano? Massimo Della Pena.
Il povero faraone che morì in un incidente stradale? Suttan Kamion

Dracula chiede a Dio:
"Potrei essere reincarnato in un angelo bianco con ali e continuare a
succhiare sangue?" Dio rispose: "No problem" e lo trasforma in un
assorbente.

Se fossi un pittore ti dipingerei. Se fossi un vasaio ti modellerei. Se
fossi un poeta ti loderei. Ma sono un trombettiere ...

Sondaggio in Italia: che cos'è il "740"?
MILANO: modulo per la denuncia dei redditi;
ROMA: la BMW
NAPOLI: le 8 meno 20;
PALERMO: "e che minchia di calibro è?..."

Una vecchietta alla fermata dell'autobus domanda : "Scusi, giovine,
dove
devo prendere l'autobus per andare in cimitero?" E il giovane: "In
fronte.."

Sapete cos'è un nanosecondo? Biaggi!!!

Come si uccide un orologiaio? Col-pendolo!

Qual'è la differenza tra la moto e il cesso?
Che nella moto ti siedi per correre, nel cesso corri per sederti.

Le mie figlie hanno sposato 2 salumieri. Quindi ho 2 generi alimentari.

Walt Disney presenta ..... i 7 nani drogati!
Bucalo, Sniffalo, Rollalo, Taglialo, Fumalo, Impasticcalo e Sballalo.
Chi
manca? Spaccianeve!!!

NAPOLI. Scuola elementare per bambini down.
La maestra di Inglese entra e dice : "Sit down".
E i bambini rispondono: "E tu si 'na zoccola!"

In spiaggia un bagnino sta mangiando un panino gigante. Gli si avvicina
un
bambino albanese e gli dice :"Io sono 3 giorni che non mangio!" Ed il
bagnino: "Ok, puoi fare il bagno!

 
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VERGOGNATI GOVERNO DELLA REPUBBLICA CECA!!!

Post n°853 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

16 Ottobre 2006

Cari compagni,l’unione della Gioventù Comunista (KSM) della Repubblica Ceca è stata ufficialmente messa fuorilegge dal potere statale il 12 ottobre 2006.

 

Il 16 ottobre 2006 il KSM ha ricevuto la lettera dal Ministero degli Interni della Repubblica Ceca nella quale si annuncia che il Ministero degli Interni ha definitivamente sciolto il KSM. E questo nonostante la grande campagna contro il pericolo della messa fuori legge dell’organizzazione dei giovani comunisti della Repubblica Ceca.Migliaia di cittadini nella Repubblica Ceca hanno sottoscritto una petizione contro il tentativo del Ministero degli Interni di rendere illegale il KSM. La protesta nella Repubblica Ceca contro la messa fuori legge del KSM è stata portata avanti, per esempio, dall’organizzazione  degli ex combattenti antifascisti, dalle organizzazioni studentesche, da partiti politici ed associazioni civiche. Una forte opposizione è stata messa in atto contro il tentativo del Ministero degli Interni di mettere al bando il KSM. Migliaia di rappresentative organizzazioni giovanili e studentesche, sindacati e partiti politici insieme con migliaia di persone hanno protestato nei confronti del Ministero degli Interni e delle ambasciate della Repubblica Ceca dei rispettivi paesi. Solidarietà al KSM è stata espressa da un grande numero di parlamentari, famosi intellettuali e personalità come il Premio Nobel Dario Fo, il leader degli zapatisti Marcos o il cantante degli U2 Bono Vox. Iniziative di solidarietà col KSM sono state organizzate davanti alle sedi delle ambasciate della Repubblica Ceca in molte nazioni. La Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY) ha indetto una giornata internazionale di solidarietà con il KSM il 27 Febbraio 2006.

 

Il ministero degli Interni ha in un primo momento impugnato lo status del KSM di associazione civica sotto il pretesto che le finalità delle attività del KSM interferivano con un campo di attività relativa esclusivamente alle attività dei partiti politici. Il Ministero degli Interni ha anche dichiarato che la condotta del KSM era illegale perché basata sulle fondamenta teoriche di Marx, Engels e Lenin e sulla dichiarata necessità della rivoluzione socialista.

      

Nonostante tutto questo, il Ministero degli Interni non ha usato nessuno di questi argomenti per la messa al bando del KSM. L’unica ragione che è stata ufficialmente portata per lo scioglimento del KSM è che il KSM espone nel suo Programma la necessità di sostituire alla proprietà privata dei mezzi di produzione la proprietà collettiva di tali mezzi.

Il KSM in risposta alla sua messa fuori legge da parte del potere statale, continuerà la lotta per i diritti della maggioranza dei giovani – studenti, giovani lavoratori e disoccupati – e per il socialismo! Il KSM cambierà la decisione del Ministero degli Interni ricorrendo alla corte.

La messa al bando del KSM è stata portata a compimento in un fervente clima anticomunista di caccia alle streghe, diverse campagne anticomuniste ed attacchi e nuovi appelli alla criminalizzazione dei Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM). La decisione del Ministero degli Interni è avvenuta appena una settimana prima delle elezioni locali e senatoriali alle quali partecipa il KSCM.

Cari compagni ed amici,

è necessaria una mobilitazione internazionale contro questa messa al bando e criminalizzazione del movimento anticomunista nella Repubblica Ceca. Vi chiediamo quindi di esprimere la vostra solidarietà al KSM e protestare contro questa iniziativa senza precedenti del Ministero degli Interni della Repubblica Ceca presso le sedi delle ambasciate presenti nei vostri rispettivi paesi.

Gli indirizzi sono reperibili al seguente indirizzo web: 

http://www.mzv.cz/wwwo/mzv/default.asp?ido=7904&idj=2&amb=1&ikony=False&trid=2&prsl=False&pocc1=

Vi chiediamo contemporaneamente di informarci su tutte le vostre attività al seguente indirizzo di posta elettronica: international@ksm.cz o al numero di fax: ++420 222 897 449.

Potete anche sottoscrivere le seguenti petizioni: http://4ksm.kke.gr (promossa dal Partito Comunista Greco) e http://wfdy-ksm.kne.gr (promossa dalla Federazione Mondiale della Gioventù Democratica).

Vi chiediamo di diffondere queste notizie circa gli avvenimenti antidemocratici del potere statale della Repubblica Ceca ai media dei vostri paesi.

Vi chiediamo anche ogni altra forma di solidarietà.

Con il vostro sostegno internazionale è possibile e vitale difendersi da tutti gli attacchi anticomunisti ed antidemocratici!

Lunga vita alla solidarietà internazionale!

Dipartimento Esteri dell’Unione della Gioventù Comunista (KSM)

NOTE DELLO STERMINATORE: questa lettera è stata inviata in tutto il mondo, tradotto in tantissime lingue x far conoscere a tutti le ingiustizie che ha subito questo movemento comunista dal governo ceco... Che, scherzi a parte, è diventato veramente ceco di fronte ai diritti umani... VERGOGNA!!!

 

 
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Finanziaria 2007 - il punto di vista delle Forze Armate

Post n°852 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Vi segnaliamo la lettura di questo interessante articolo apparso su Pagine di Difesa, webzine di politica internazionale e Difesa vicino al Ministero della Difesa.
È sorprendente come ambienti vicini allo Stato Maggiore della Difesa considerino questa finanziaria una prima importantissima inversione di tendenza “rispetto ai pesanti tagli subiti dalle Forze armate italiane negli ultimi anni”. Nell’articolo si evidenzia inoltre come, a partire da questi enormi finanziamenti, si possano ridisegnare i compiti delle forze armate cominciando così un’operazione di “esternalizzazzione di certi servizi”. (sic!)
Facciamo inoltre notare che l’aumento dei costi per gli arruolati avviene proprio quando il personale militare diminuisce enormemente di migliaia di unità.
Ci voleva un Governo di centro sinistra per fare tutto questo? …pare proprio di si!
 
Ps: le sottolineature sono nostre
 
Difesa, dalla Finanziaria 2007 alcuni timidi segnali positivi

Giovanni Martinelli, 12 ottobre 2006
La Legge finanziaria per il 2007 era, per molte ragioni, particolarmente attesa dal comparto Difesa: si trattava di capire se, e con quali modalità, fosse possibile un’inversione di tendenza rispetto ai pesanti tagli subiti dalle Forze armate italiane negli ultimi anni. Alla luce dei dati finora noti, peraltro modificabili dal dibattito parlamentare in corso, si può affermare però che vi sono alcuni timidi segnali positivi.
Lo stato di previsione del ministero della Difesa prevede, per il prossimo anno, stanziamenti pari a 12.437,3 milioni di euro, così suddivisi: 8.940 per il personale, 1.940 per l’esercizio e 1.557,3 milioni di euro per l’investimento. Le percentuali sul totale sono, rispettivamente, pari a: 71,9, 15,6 e 12, 5%. L’incremento del bilancio sull’anno scorso è pari al 2,7%, peraltro quasi completamente eroso dall’inflazione, mentre l’incidenza sul PIL dovrebbe attestarsi sui livelli di quest’anno.
Quello che, quindi, a prima vista potrebbe apparire, nonostante l’interruzione nella spirale dei tagli di spesa in valore assoluto, come un provvedimento deludente, si modifica con l’aggiunta di ulteriori elementi. All’interno della stessa Legge finanziaria sono, infatti, inseriti due articoli (113 e 187) piuttosto importanti. Nel primo si prevede l’istituzione di un fondo per la realizzazione di programmi di investimento, con una dotazione di 1.700 milioni di euro per il 2007, 1.550 per il 2008 e 1.200 per il 2009. Nel secondo si istituisce un ulteriore fondo, per le spese di funzionamento, che potrà contare su di una dotazione di 400 milioni di euro per il 2007 e altri 500 per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
A questi si aggiungeranno, inoltre, i rimborsi previsti dalla partecipazione a missioni internazionali, come per l’operazione Leonte nell’ambito della missione Onu in Libano. Sempre nell’articolo 187, per ciascuno degli anni dal 2007 al 2009, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da destinare ad un programma straordinario di edilizia per alloggi del personale volontario. Tutti i fondi sono da iscrivere nello stato di previsione del ministero della Difesa. Alla luce di questi ulteriori elementi, i dati si modificano in maniera significativa perché la funzione Difesa passa a 14.537,3 milioni di euro, con l’esercizio a 2.340 e l’investimento a 3.257,3. Le percentuali, a loro volta cambiano in un 61,5% per il personale, 16,1% per l’esercizio e 22,4% per l’investimento. Ed, infine, il rapporto sul Pil si avvicina all’1%.
Dall’analisi di questi elementi, si può dire che pare invertita la tendenza a cui si accennava sopra, con una maggiore attenzione nei confronti di quei capitoli di spesa (esercizio e investimento) così sacrificati negli anni scorsi (dal 53 al 60% in meno in pochi anni). Di particolare interesse il fatto che il tema Difesa sembra affrontato, finalmente, in maniera complessiva, considerando le esigenze in termini ammodernamento e rinnovamento dei mezzi e dei sistemi d’arma, della loro manutenzione e supporto, nonché per la formazione e l’addestramento del personale, le cui esigenze sono, peraltro, soddisfatte anche dalla costruzione di nuovi alloggi. Non solo, l’intervento non è limitato a un unico esercizio finanziario, ma, piuttosto, si volge lo sguardo più avanti nel tempo, nel tentativo di dare maggiore stabilità e certezza. Infine, i fondi aggiuntivi, ricadendo nel perimetro di competenza del ministero della Difesa, evitano che i tagli apportati negli anni passati diventino, di fatto, strutturali.
Tuttavia, accanto ai segnali positivi, occorre ricordare quelli negativi, come la politica degli interventi straordinari: può essere utile per superare momenti di particolari difficoltà, ma se non è affiancata - e sostituita - da un conseguente aumento dei fondi ordinari, nel lungo periodo corre il rischio di diventare un mero palliativo. Sarebbe stata anche preferibile una maggiore attenzione nei confronti del capitolo dell’esercizio, soprattutto alla luce dell’impiego particolarmente intenso nell’ambito delle numerose missioni all’estero degli ultimi anni e dei problemi derivanti dall’aumento dei costi del carburante. Resta, infine, da risolvere proprio il problema del finanziamento delle missioni. Con lo stralcio, sempre dalla Finanziaria, dell’articolo 188 con il quale era autorizzata, per ciascuno degli anni dal 2007 al 2009, la spesa di un miliardo di euro attraverso un apposito fondo nell’ambito del ministero dell’Economia e delle Finanze, viene a mancare, a oggi, una loro copertura.
Di fronte a un quadro più rassicurante dal punto di vista finanziario, si potrebbe anche affrontare il tema delle dimensioni delle nostre Forze armate. I margini per ridurre il numero del personale (una misura che potrebbe scaturire dall’applicazione dell’articolo 61 della Finanziaria che riduce le risorse per la professionalizzazione a partire dal prossimo anno) ci sono e, soprattutto, senza intaccare più di tanto la componente operativa. Una razionalizzazione (che può anche voler dire chiudere o sciogliere) di comandi, enti, reparti, basi, installazioni, compiti, funzioni e una maggiore integrazione interforze potrebbero consentire consistenti risparmi, economici e di efficienza generale, il tutto senza ripercussioni negative sulla qualità dello strumento militare. Se poi si riuscissero ad allestire e organizzare delle vere forze di riserva e a seguire l’esempio di molti altri Paesi, con una maggiore esternalizzazione di certi servizi, la situazione non potrebbe che migliorare.
Una riduzione, quindi, possibile anche, e soprattutto, in relazione alla assoluta necessità di ottenere nel più breve tempo possibile riequilibrio tra i diversi capitoli di spesa. Una cosa è certa: la situazione del 2006, con il 72% dell’intero bilancio della Difesa destinato al solo personale e appena il restante 28% per esercizio ed investimento, non è più sostenibile. Il primo e minimo, nonché irrinunciabile, obiettivo non può che essere il raggiungimento della parità tra il primo capitolo di spesa da una parte e i secondi due dall’altra. Solo così potrà essere assicurata la corretta funzionalità dello strumento. Una riduzione che, comunque, dovrà tener conto della considerazione che compiti e missioni assegnate non possono prescindere da un adeguato livello quantitativo, scendendo al di sotto del quale verrebbe meno l’utilità complessiva delle Forze armate stesse.
Sarà bene, comunque, non illudersi troppo, i ritardi ed i problemi accumulati nel corso degli ultimi anni richiederanno molto tempo, energie e risorse per essere sanati e risolti. Occorre perciò superare al più presto questa fase all’insegna della gestione di un’emergenza continua, per passare a una nella quale la programmazione di lungo periodo - e con risorse certe - consenta di organizzare in maniera razionale, efficace ed efficiente le Forze armate di un Paese come l’Italia che punta, pur sempre, a recitare un giusto ruolo di primo piano sulla scena internazionale.
Avendo sempre bene a mente ciò che ha detto il capo di stato maggiore della Difesa (“Investire in sicurezza”) e cioè: le scelte che si compiono oggi, avranno dei riflessi sulle Forze armate di domani. In altri termini, i tagli di oggi, non solo incidono in maniera pesante solo sulla attività operativa dei giorni nostri, ma - è bene ricordarlo - gettano le basi per un grave, forse irreversibile, processo di decadimento delle Forze armate che l’Italia avrà fra 10 o 15 anni.

 
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Intervista a Evo Morales

Post n°851 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

4 Settembre 2006 - Der Spiegel
Il capitalismo ha fatto solo male all'America latina 
 «Esiste un antico sogno di una grande patria, un sogno che esisteva anche prima della conquista spagnola, e Simón Bolivar ha combattuto in suo nome. Vogliamo un Sud America modellato sull'Unione europea, con una moneta unica come l'Euro, che valga più del dollaro».
 
Il presidente boliviano Evo Morales, 46 anni, parla a Der Spiegel dei piani di riforma per il suo paese, del socialismo in America latina e delle relazioni spesso tese tra le forze progressiste della regione e gli Stati Uniti.
Signor presidente, perché una parte così grande dell'America latina si sta spostando a sinistra?
L'ingiustizia, la disuguaglianza e la povertà delle masse ci impongono di cercare migliori condizioni. La popolazione indigena della Bolivia, la maggioranza nel paese, è sempre stata esclusa, oppressa politicamente e alienata culturalmente. La nostra ricchezza nazionale, le nostre materie prime, sono state saccheggiate. Gli indios un tempo erano trattati come animali. Negli anni 30 e 40 venivano irrorati di DDT quando entravano nelle città. A mia madre non fu neppure permesso di mettere piede nella capitale della propria regione, Oruro. Ora siamo nel governo e in parlamento. Per me, essere di sinistra significa combattere contro l'ingiustizia e la disuguaglianza ma, soprattutto, cercare migliore condizioni di vita per tutti.
Lei ha convocato una assemblea costituzionale per fondare una nuova repubblica. Cosa dovrebbe essere la nuova Bolivia?
Non vogliamo opprimere né escludere alcuno. La nuova repubblica dovrebbe essere basata sulla diversità, sul rispetto e sull'uguaglianza nel diritto per tutti. C'è un sacco da fare. La mortalità infantile è spaventosamente alta. Quattro dei miei sei fratelli sono morti. Nell'interno, la metà dei bambini muoiono prima di compiere un anno.
Il suo partito, socialista, il MAS, non dispone della maggioranza dei due terzi necessaria per emendare la costituzione. Pensa di negoziare con le altre fazioni politiche?
Siamo sempre aperti al dialogo. Il dialogo è la base della cultura indigena e non vogliamo farci nemici. Avversari politici e ideologici, forse, ma non nemici.
Perché ha sospeso temporaneamente la nazionalizzazione delle risorse naturali, uno dei progetti più importanti della sua amministrazione? La Bolivia manca forse delle competenze per estrarre le materie prime?
Stiamo ancora negoziando con le compagnie in questione. La mancanza di investimenti attuale non ha niente a che vedere con la nazionalizzazione. È colpa del governo di destra dell'ex presidente Tuto Quiroga, che bloccò tutti gli investimenti nella produzione di gas naturale nel 2001 perché, sosteneva, non c'era un mercato interno. Progettiamo di riprendere le estrazioni. Abbiamo firmato un accordo per la fornitura di gas con l'Argentina e cooperiamo con il Venezuela. Abbiamo firmato un contratto di estrazione mineraria con una compagnia indiana. Ciò creerà 7 mila posti di lavoro diretti e 10 mila indiretti. Abbiamo negoziato prezzi e condizioni molto migliori dei nostri predecessori.
Ma c'è il problema del Brasile. La Bolivia sta chiedendo un prezzo molto più elevato per il proprio gas, non sarà un danno per le relazioni con il presidente brasiliano, Lula da Silva?
Lula è solidale con noi, si comporta come un fratello maggiore. Ma abbiamo problemi con Petrobras, la compagnia energetica brasiliana. Le negoziazioni sono molto difficili, ma siamo ottimisti.
Petrobras ha minacciato di sospendere tutti i suoi investimenti in Bolivia.
Questa minaccia non viene dal governo brasiliano, ma da alcuni dirigenti della Petrobras. Fanno pubblicare queste minacce sulla stampa per metterci sotto pressione. Il Brasile è una grande potenza, ma deve trattarci con rispetto. Il compagno Lula mi ha detto che ci sarà un nuovo accordo e che vuole importare più gas.
La Bolivia non vende gas naturale al Cile perché i Cileni sottrassero l'accesso al mare alla Bolivia in una guerra di oltre 120 anni fa. Ora in Cile c'è un governo socialista, gli fornirete gas?
Vogliamo superare il nostro problema storico con il Cile. Il mare ci ha diviso e il mare deve riunirci. Il Cile ha accettato, per la prima volta, di discutere dell'accesso al mare per la Bolivia. È un grandissimo passo in avanti. Il presidente cileno presenziò al mio insediamento, ed io a quello di Michelle Bachelet (presidentessa cilena) a Santiago. Ci complementiamo. Il Cile ha bisogno delle nostre risorse naturali e noi dell'accesso al mare. In queste condizioni deve essere possibile trovare una soluzione nell'interesse di entrambi i paesi.
Quale influenza ha avuto il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, sulla nazionalizzazione delle risorse naturali della Bolivia?
Nessuna. Né Cuba né il Venezuela hanno avuto un ruolo, ho gestito la nazionalizzazione da solo. Solo sette dei miei più stretti collaboratori sapevano del decreto e della data. Benché avessi incontrato Chávez o Fidel Castro alcuni giorni prima, non parlammo della nazionalizzazione. Avevo già firmato il decreto prima di partire per Cuba e il vice presidente lo consegnò al gabinetto. Quando Fidel mi chiese dello stato del progetto, gli dissi che avevamo deciso di annunciare la nazionalizzazione nei giorni successivi, ma non gli dissi la data ufficiale. Fidel mi consigliò di attendere fino all'assemblea costituente. Chávez non ne sapeva nulla.
Chávez vuole instaurare un socialismo del XXI sec. in Venezuela. Il suo consigliere politico, Heinz Dieterich, un tedesco, ha fatto recentemente visita alla Bolivia. Vuole introdurre il socialismo in Bolivia?
Se socialismo significa che tutti vivono bene, che esiste l'uguaglianza e la giustizia, e non avere problemi sociali ed economici, allora gli do il mio benvenuto.
Lei ammira Fidel Castro come "nonno di tutti i rivoluzionari latinoamericani". Cosa ha appreso da lui?
La solidarietà, soprattutto. Fidel ci aiuta molto. Ha donato sette cliniche oculistiche e venti ospedali generici. I dottori cubani hanno già eseguito 30 mila operazioni di cataratta gratuitamente per i Boliviani. Cinquemila boliviani di estrazione povera stanno studiando gratuitamente medicina a Cuba.
Ma i dottori cubani protestano per l'interferenza di Castro. Dicono che li priva dei mezzi di sussistenza.
Lo stato boliviano non paga alcun salario ai medici cubani, perciò non sottraggono nulla ai Boliviani.
Sa come sta Castro?
Sì, ho parlato con lui oggi. Si sente meglio da un paio di giorni, e mi ha detto che starà abbastanza bene da partecipare al summit delle nazioni non allineati a La Havana a Settembre.
Terrà un discorso?
Senz'altro, è una occasione che non mancherà.
Gli Americani sono preoccupati per l'influenza che Chávez sta acquistando. La Bolivia non si sta rendendo dipendente dal Venezuela?
Ciò che ci unisce con Chávez è il concetto dell'integrazione del Sud America. Esiste un antico sogno di una grande patria, un sogno che esisteva anche prima della conquista spagnola, e Simón Bolivar ha combattuto in suo nome. Vogliamo un Sud America modellato sull'Unione europea, con una moneta unica come l'Euro, che valga più del dollaro. Il petrolio di Chávez non è importante per la Bolivia, perché otteniamo solo il gasolio a condizioni di favore. Ma non siamo dipendenti dal Venezuela, ci completiamo a vicenda. Il Venezuela condivide la propria ricchezza con altri paesi, ma ciò non ci rende subordinati.
La sinistra latinoamericana si sta dividendo in una corrente moderata, socialdemocratica, guidata da Lula e Bachelet, e un movimento radicale, populista, rappresentato da Castro, Chávez e da lei. Chávez non sta dividendo il continente?
Vi sono socialdemocratici ed altri che vanno nella direzione dell'uguaglianza, che si chiamino socialisti o comunisti. Ma, almeno in America latina, non abbiamo più presidenti razzisti o fascisti come avveniva in passato. Il capitalismo ha soltanto danneggiato l'America latina.
Lei il primo presidente indigeno nella storia boliviana. Quale ruolo giocherà la cultura indigena nel suo governo?
Dobbiamo combinare la coscienza sociale con la competenza professionale. Nella mia amministrazione, gli intellettuali della classe superiore possono essere ministri o ambasciatori, come possono essere membri dei gruppi etnici indigeni.
Crede che i popoli indigeni abbiano sviluppato un modello sociale migliore di quello delle democrazie bianche occidentali?
Nel passato, la proprietà privata non esisteva. Tutto era proprietà comune. Nella comunità indigena in cui sono nato tutto apparteneva alla comunità. Questo stile di vita è più equo. Noi indigeni siamo la riserva morale dell'America. Agiamo in accordo alla legge universale che consiste in tre principi basici: non rubare, non mentire e non essere ignavo. Questa trilogia servirà anche come base della nostra nuova costituzione.
È vero che tutti i dipendenti del governo dovranno apprendere i linguaggi indigeni quechua, aymara e guaranì in futuro?
I funzionari pubblici delle città dovranno apprendere la lingua della regione. Se parliamo già spagnolo, in Bolivia, dovremmo parlare anche i nostri linguaggi.
Ora che lei è al potere, i bianchi trattano meglio gli indigeni?
La situazione è migliorata moltissimo. La classe media, gli intellettuali e i lavoratori indipendenti sono ora orgogliosi delle loro radici indigene. Sfortunatamente, alcuni gruppi oligarchici continuano a trattarci come esseri inferiori.
Alcuni critici sostengono che ora gli indigeni sono razzisti verso i bianchi.
Ciò è parte di una guerra sporca che i media stanno combattendo contro di noi. Uomini d'affari ricchi e razzisti controllano gran parte dei media.
La Chiesa cattolica la ha accusato di voler riformare l'istruzione religiosa. Ci sarà libertà di culto in Bolivia?
Sono cattolico. La libertà di credo religioso non è in questione, ma quando si tratta di fede sono contrario ai monopoli.
Alcuni grandi possidenti hanno minacciato di condurre una resistenza violenta alla progettata riforma agraria. Quali terreni volete confiscare?
Esproprieremo i grandi possedimenti di terra che non sono coltivati. Ma vogliamo una riforma agraria democratica e pacifica. La riforma agraria del 1952 portò alla creazione di molti piccoli appezzamenti improduttivi sugli altopiani delle Ande.
La Bolivia è divisa nelle province ricche ad Est e nelle povere regioni andine. Vi è un forte movimento autonomista nell'Est. Il paese rischia la rottura?
Questo è quello che vogliono alcuni gruppi fascisti e oligarchici, ma hanno perso al voto sull'assemblea costituzionale.
La Bolivia è un importante produttore di droghe. I suoi predecessori hanno fatto distruggere le piantagioni di cosa. Farà lo stesso?
Dal nostro punto di vista la coca non dovrebbe essere né distrutta né interamente legalizzata. Le coltivazioni dovrebbero essere controllate dallo stato e dai sindacati contadini. Abbiamo lanciato una campagna internazionale per legalizzare la foglia di coca, e vogliamo che le Nazioni unite rimuovano la coca dalla lista delle sostanze tossiche. Gli scienziati hanno dimostrato da molto tempo che le foglie di coca non sono tossiche. Abbiamo deciso per una riduzione volontaria dell'estensione delle piantagioni.
Ma gli Stati Uniti sostengono che gran parte dei raccolti di coca finiscono sul mercato della cocaina.
Gli Americani dicono di tutto. Ci accusano di non soddisfare le condizioni per i loro aiuti allo sviluppo. I miei predecessori pro-capitalisti appoggiavano il massacro dei coltivatori di coca. Più di ottocento contadini sono morti nelle guerra alla droga. Gli Stati Uniti stanno usando la scusa della guerra alla droga per estendere il loro controllo sull'America latina.
La DEA americana ha agenti stazionati in Bolivia come consiglieri della polizia e dell'esercito nella loro lotta al commercio di droghe. Li rispedirà a casa, ora?
Sono sempre lì, ma non sono più in uniforme o armati, come accadeva prima.
Quali sono le sue relazioni con gli Stati Uniti? Conta di far visita a Washington?
Un incontro con il presidente Usa, George W. Bush, non è in programma. Ho intenzione di andare a New York a far visita all'Assemblea generale dell'Onu. Quando ero solo un membro del parlamento, gli Americani non mi hanno lasciato entrare nel loro paese. Ma i capi di stato non hanno bisogno di visto per andare all'Onu a New York.
Alcune settimane fa lei ha riportato la frattura del naso giocando a pallone. Sta giocando meno?
Il mio naso sembra ancora storto? Gli sport sono sempre stati il mio piacere maggiore. Non fumo, praticamente non bevo alcol e solo di rado ballo, anche se in passato ho suonato la tromba. Gli sport mi hanno aiutato ad entrare nel palazzo presidenziale. Il mio primo incarico nel sindacato fu segretario allo sport. Sono anche stato presidente di un club calcistico quando avevo 13 anni.
Perché non porta la cravatta?
Non porto mai la cravatta volontariamente, anche se fui costretto a farlo per alcune foto fatte in gioventù e per eventi ufficiali a scuola. Ero solito avvolgere la cravatta in un giornale e ogni qualvolta la maestra controllasse immediatamente la mettevo. Non ci sono abituato, e la maggior parte dei Boliviani non porta la cravatta.
Signor presidente, grazie per aver parlato con noi.

 
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Chavez fa la parodia di Bush...

Post n°850 pubblicato il 20 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

NOTE DELLO STERMINATORE PRIMA DELLA LETTURA: Tenetevi forte perchè ora leggerete per intero l'intervento che Hogo Chavez ha fatto nell'assemblea generale dell'ONU in cui denuncia l'imperialismo americamo... Siete pronti? E molto pesante e provante il discorso, quindi tenetevi forte...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA, HUGO CHÁVEZ, ALLA LXI ASSEMBLEA GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (ONU), PRESSO LA SEDE DELLE NAZIONI UNITE, NEW YORK, MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2006
 
Presidente della LXI Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sheika Haya Rashed Al-Khalifa: In nome dell'Assemblea Generale ho l'onore di dare il benvenuto alle Nazioni Unite a Sua Eccellenza il Signor Hugo Chávez Frías, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela e di invitarlo a rivolgersi all'Assemblea.

(applausi)

Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez: Signora Presidente, Eccellenze, Capi di Stato ed alti rappresentanti dei Governi del mondo, buongiorno a tutte e tutti. In primo luogo, desidero invitare, con molto rispetto, coloro che non hanno potuto leggere questo libro a farlo; Noam Chomsky, uno dei più prestigiosi intellettuali di quest'America e del mondo, uno dei suoi lavori più recenti: "Egemonia o sopravvivenza, i rischi del dominio globale americano". Eccellente lavoro per comprendere ciò che è accaduto nel mondo nel Ventesimo Secolo, ciò che sta accadendo ora e la più grande minaccia che incombe sul nostro pianeta: la pretesa egemonica dell'imperialismo nordamericano mette a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana. Continuiamo a lanciare l'allarme per questo pericolo ed a fare appello al popolo stesso degli Stati Uniti ed a fermare questa minaccia, che è come la spada di Damocle. Pensavo di leggerne qualche capitolo ma, per rispettare i tempi, è meglio che mi limiti a raccomandarvelo. Si legge rapidamente. È molto buono, Signora Presidente. Sicuramente lei lo conosce. È sicuramente pubblicato in inglese, tedesco, russo ed arabo.

(applausi)

Io credo che i primi cittadini che dovrebbero leggere questo libro siano i cittadini fratelli e sorelle degli Stati Uniti, perché hanno la minaccia in casa loro; il diavolo è in casa loro, dunque. Il diavolo, il diavolo in persona è in casa loro. Ieri, il diavolo, è venuto qui.

(applausi)

Ieri il diavolo è stato qui, in questo stesso luogo. Si sente ancora puzza di zolfo a questo tavolo, dove mi è toccato parlare! Ieri, signore e signori, da questa stessa tribuna, il signor Presidente degli Stati Uniti, che io chiamo "il diavolo", è venuto qui parlando come padrone del mondo, come padrone del mondo. Uno psichiatra non sarebbe fuori luogo per analizzare il discorso di ieri del Presidente degli Stati Uniti. Come portavoce dell'imperialismo, è venuto a dare le sue ricette per cercare di mantenere l'attuale schema di dominio, di sfruttamento e di saccheggio dei popoli del mondo. Per un film di Alfred Hitchcock sarebbero buone; io proporrei anche un titolo: "Le ricette del diavolo". Vale a dire, l'imperialismo nordamericano -e qui Chomsky lo dice con una chiarezza illuminante e profonda- sta compiendo sforzi disperati per consolidare il suo sistema egemonico di dominazione. Nopi non possiamo ammettere che questo accada, non possiamo permettere che si instauri la dittatura mondiale, che si consolidi la dittatura mondiale. Il discorso del Presidente-tiranno mondiale, pieno di cinismo, pieno di ipocrisia, è l'ipocrisia imperiale, il tentativo di controllare tutto. Essi vogliono imporci il modello democratico come lo concepiscono loro: la falsa democrazia delle élites. E, inoltre, un modello democratico molto originale: imposto a suon di bombe, di bombardamenti, di invasioni e di cannonate! Accidenti, che democrazia! Bisognerebbe rivedere le tesi di Aristotele, no? E dei primi che, là in Grecia, parlarono della democrazia, per vedere che modello di democrazia è questa, che si impone con i marines, con le invasioni, con le aggressioni e con le bombe. Il Presidente degli Stati Uniti, ieri, in questa sala, ha detto quanto segue: "Ovunque guardiate, sentite estremisti che dicono che si può sfuggire alla miseria e recuperare la dignità attraverso la violenza, il terrore ed il martirio". Ovunque guardi, lui vede estremisti! Io sono sicuro che vede te, fratello, con questo colore e crede che tu sia un estremista. Con questo colore, Evo Morales -il degno Presidente della Bolivia, che è venuto ieri- è un estremista. Gli imperialisti, vedono estremisti da tutte le parti. No, non è che siamo estremisti; ciò che accade è che il mondo si sta svegliando ed ovunque i popoli insorgono. Io ho l'impressione, signor dittatore imperialista, che lei vivrà il resto della sua vita con un incubo, perché ovunque guardi appariremo noi, coloro che insorgono contro l'imperialismo nordamericano, coloro che reclamano la libertà piena del mondo, l'uguaglianza dei popoli, il rispetto della sovranità delle nazioni. Sì, ci chiamano estremisti, insorgiamo contro l'impero, insorgiamo contro il modello di dominazione. Poi, il signor Presidente, è venuto a parlarvi, dicendo: "Oggi voglio parlare direttamente alle popolazioni del Medio Oriente, il mio paese desidera la pace…". Questo è vero. Se noi andiamo in giro per le strade del Bronx, se noi andiamo in giro per le strade di New York, di Washington, di San Diego, della California, di qualsiasi città, di San Antonio, di San Francisco e chiediamo alla gente, ai cittadini statunitensi, questo paese vuole la pace. La differenza sta nel fatto che il Governo di questo paese, degli Stati uniti, non vuole la pace, vuole imporci il suo modello di sfruttamento e di saccheggio e la sua egemonia a forza di guerre. Questa è la piccola differenza, vuole la pace e cosa sta avvenendo in Iraq? Cosa è successo in Libano ed in Palestina? E allora cosa è successo, negli ultimi cento anni, in America Latina e nel mondo? Ed ora le minacce contro il Venezuela, nuove minacce contro il Venezuela, nuove minacce contro l'Iran… Ha parlato al popolo del Libano: "Molti di voi hanno visto come le loro case sono rimaste intrappolate nel fuoco incrociato". Che cinismo! Che capacità di mentire sfacciatamente davanti al mondo! Le bombe su Beirut, lanciate con precisione millimetrica, sono fuoco incrociato? Credo che il Presidente stia pensando ai film western, dove si spara dal cinturone e qualcuno resta preso nel fuoco incrociato.
 Fuoco imperialista, fuoco fascista, fuoco assassino e fuoco genocida, quello dell'impero e quello di Israele contro il popolo innocente di Palestina e contro il popolo del Libano! Questa è la verità! Ora dicono che soffrono, che stiamo soffrendo perché vediamo le loro case distrutte. Infine, il Presidente degli Stati uniti è venuto a parlare ai popoli, è venuto a dire, inoltre -ho portato, signora Presidente, alcuni documenti, perché questa mattina ho assistito ad alcuni discorsi e ho aggiornato le mie parole- ha parlato al popolo dell'Afghanistan, al popolo del Libano: "Al popolo dell'Iran dico… Al popolo del Libano dico… Al popolo dell'Afghanistan dico…" Ebbene, uno si domanda: così come il Presidente degli Stati Uniti dice "vi dico…" a questi popoli, cosa direbbero a lui, questi popoli, se potessero parlare? Cosa gli direbbero? Ve lo dirò io, poiché conosco la maggior parte dell'anima di questi popoli, i popoli del Sud, i popoli colpiti. Direbbero: "Impero yankee go home!", questo sarebbe il grido che si innalza ovunque se i popoli del mondo potessero parlare all'unisono all'impero degli Stati Uniti. Per questo, signora Presidente, colleghi, amiche ed amici, noi l'anno scorso siamo venuti in questa stessa sala, come tutti gli ultimi otto anni, ed abbiamo detto una cosa che oggi è pienamente confermata e che io credo che qui, in questa sala, quasi nessuno possa smettere di sostenere: il sistema delle Nazioni Unite, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, , ammettiamolo con onestà, è collassato, crollato, non è utile! Serve a venire qui a pronunciare discorsi, a vederci una volta l'anno, sì, a questo serve; ed a redigere documenti molto lunghi ed a fare buone riflessioni e ad ascoltare buoni discorsi come quello di Evo, ieri, come quello di Lula e molti altri, come quello che ascoltavamo poco fa, del Presidente dello Sri Lanka e quello del Presidente del Cile. Sì, a questo serve. Ma hanno trasformato quest'assemblea in un organo meramente deliberativo, meramente deliberativo, senza alcun potere di impattare minimamente la realtà terribile che vive il mondo. Per questo, noi torniamo a proporre, il Venezuela torna qui ed oggi, 20 settembre, a proporre di rifondare le Nazioni Unite. Noi l'anno scorso abbiamo avanzato, signora Presidente, quattro modeste proposte, che consideriamo improrogabilmente necessario siano accolte dai capi di Stato, dai capi di Governo, dai nostri ambasciatori, dai nostri rappresentanti e che le discutiamo. Primo, l'allargamento -ieri lo diceva Lula- del Consiglio di Sicurezza, sia per quanto riguarda le sue categorie permanenti, sia quelle non permanenti, concedendo l'accesso a nuovi paesi sviluppati ed a paesi sottosviluppati, al terzo mondo, come nuovi membri permanenti. Questo innanzitutto. In secondo luogo, l'applicazione di metodi efficaci per affrontare e risolvere i conflitti nel mondo, metodi trasparenti di dibattito e decisione. Terzo, ci pare fondamentale la soppressione immediata -e questa è un'esigenza di tutti- dell'antidemocratico meccanismo del veto, il veto sulle decisioni del Consiglio di Sicurezza. Ecco un esempio recente: l'immorale veto del Governo degli Stati Uniti ha liberamente permesso alle forze israeliane di distruggere il Libano, apertamente, davanti a noi tutti, evitando una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ed in quarto luogo, è necessario rafforzare -l'abbiamo sempre detto- il ruolo, le attribuzioni del segretario generale delle Nazioni Unite. Ieri, il segretario generale ci ha fatto un discorso, praticamente di commiato, e riconosceva che, in questi dieci anni, il mondo si è complicato e che i gravi problemi del mondo, la fame, la miseria, la violenza, la violazione dei diritti umani, si sono aggravati. Ciò è conseguenza terribile del collasso del sistema delle Nazioni Unite e della pretesa imperialista nordamericana. D'altra parte, signora presidente, il Venezuela ha deciso vari anni fa di ingaggiare questa battaglia all'interno delle Nazioni Unite, riconoscendo le Nazioni Unite quale suo membro, con la sua voce, con le sue modeste riflessioni; siamo una voce indipendente per rappresentare la dignità e la ricerca della pace, la riformulazione del sistema internazionale, per denunciare la persecuzione e le aggressioni dell'egemonismo contro i popoli del pianeta. Così il Venezuela ha presentato il suo nome, questa patria di Bolivar ha presentato il suo nome e si è proposta come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza. Lo sappia: il Governo degli Stati Uniti ha iniziato un'aggressione aperta, un'aggressione immorale nel mondo intero per cercare di impedire che il Venezuela sia eletto liberamente ad occupare un seggio nel Consiglio di Sicurezza; ha paura della verità, l'impero ha paura della verità, delle voci indipendenti, accusandoci di essere estremisti. Gli estremisti sono loro. Io voglio qui ringraziare tutti quei paesi che hanno annunciato il loro appoggio al Venezuela, pur essendo la votazione segreta e non è necessario che nessuno l'annunci. Ma credo che, data l'aggressione aperta dell'impero nordamericano, questo abbia accelerato l'appoggio di molti paesi, il che rafforza molto, moralmente, il Venezuela, il nostro popolo, il nostro Governo. Il Mercosur, per esempio, ha annunciato in blocco il suo appoggio al Venezuela, i nostri fratelli del Mercosur -il Venzuela, ora, è membro a tutti gli effetti del Mercosur, insieme a Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay- e molti altri paesi dell'America Latina, come la Bolivia; tutto il Caricom ha annunciato il suo appoggio al Venezuela; l'intera Lega Araba ha annunciato il suo appoggio al Venezuela. Ringrazio moltissimo il mondo arabo, i nostri fratelli d'Arabia, quest'Arabia profonda, i nostri fratelli del Caribe, dell'Unione Africana: quasi tutta l'Africa ha annunciato il suo appoggio al Venezuela. E paesi come la Russia, come la Cina e molti altri del pianeta. Moltissime grazie a nome del Venezuela, a nome del nostro popolo ed a nome della verità. Perché il Venezuela, occupando un posto nel Consiglio di Sicurezza, porterà la voce non solo del Venezuela, ma anche quella del terzo mondo, quella dei popoli del pianeta, saremo là a difendere la dignità e la verità. Al di là di tutto questo, signora Presidente, credo vi siano ragioni per essere ottimisti, irrinunciabilmente ottimisti, direbbe un poeta, perché al di là delle minacce, delle bombe, delle guerre, delle aggressioni, della guerra preventiva, della distruzione di interi popoli, si può percepire che sta iniziando una nuova era, come canta Silvio Rodríguez: "La era está pariendo un corazón (L'era sta partorendo un cuore, N.d.T.)". Sorgono correnti alternative, pensieri alternativi, movimenti alternativi, gioventù dal pensiero differente; in un solo decennio, si è già dimostrato che era totalmente falsa la tesi della fine della Storia, totalmente falsa la tesi dell'instaurazione dell'impero americano, della pax americana, l'instaurazione del modello capitalista, neoliberista, che genera miseria e povertà, la tesi è totalmente falsa, è crollata ed ora bisogna definire il futuro del mondo. C'è un'alba sul pianeta e la si vede ovunque, in America Latina, in Asia, in Europa, in Oceania. Voglio evidenziare questa visione ottimista affinché rafforziamo la nostra coscienza e la nostra volontà di battaglia per salvare il mondo e costruire un mondo nuovo, un mondo migliore. Il Venezuela si impegna in questa lotta e, per questo, siamo minacciati. Gli Stati Uniti hanno già pianificato, finanziato e promosso un colpo di Stato in Venezuela e gli Stati Uniti continuano ad appoggiare movimenti golpisti in Venezuela e, contro il Venezuela, continuano ad appoggiare il terrorismo. Già la presidente Michelle Bachelet, qualche giorno fa -scusate, qualche minuto fa-, ricordava l'orribile assassinio dell'ex cancelliere cileno Orlando Letellier; io aggiungerei solo questo: i colpevoli sono liberi ed i colpevoli di quel fatto, nel quale morì anche una cittadina statunitense, sono nordamericani, della CIA, terroristi della CIA. Ma in questa sala bisogna anche ricordare che fra pochi giorni saranno anche trascorsi trent'anni da quell'orrendo episodio di terrorismo che fu l'abbattimento dell'aereo cubano, nel quale morirono settantatre innocenti, un aereo della Cubana de Aviación; e dove si trova il più grande terrorista di questo continente, colui che ha rivendicato l'abbattimento dell'aereo cubano come suo autore intellettuale? È stato detenuto in Venezuela per alcuni anni ed è fuggito con la complicità di funzionari della CIA e del Governo venezuelano di allora. Si trova qui, vive negli Stati Uniti, protetto da questo Governo e la sua colpevolezza è stata provata e confessata. Il Governo degli Stati Uniti usa due pesi e due misure e protegge il terrorismo. Queste riflessioni per dire che il Venezuela è impegnato nella lotta contro il terrorismo, contro la violenza e si unisce a tutti i popoli che lottano per la pace e per un mondo di uguali. Ho parlato dell'aereo cubano, Luis Posada Carriles è il nome del terrorista ed è protetto qui. Come protetti qui sono grandi corrotti fuggiti dal Venezuela; un gruppo di terroristi che, là, ha piazzato bombe contro ambasciate di diversi paesi, che là ha assassinato gente durante il colpo di stato, sequestrato questo umile servitore e stava per fucilarlo, solo che Dio ci ha messo una mano, insieme ad un gruppo di buoni soldati e ad un popolo che è sceso in piazza e, per miracolo, sono qui. Sono qui, protetti dal Governo degli Stati Uniti, i leader di quel colpo di stato e di quelle azioni terroriste. Io accuso il Governo degli Stati Uniti di proteggere il terrorismo e di fare un discorso totalmente cinico. Parliamo di Cuba, veniamo dall'Avana, arriviamo felici dall'Avana. Siamo stati là diversi giorni e là si può vedere la nascita di una nuova era: il vertice del G-15, il Vertice del Movimento dei Non Allineati, con una risoluzione storica:documento finale -non spaventatevi, non lo leggerò tutto-, ma qui c'è un insieme di risoluzioni decise con una discussione aperta e con trasparenza da più di cinquanta capi di Stato. L'Avana è stata la capitale del Sud per una settimana. Abbiamo rilanciato il Movimento dei Non Allineati e se c'è qualcosa che posso chiedere qui, a tutti voi, compagni, fratelli e sorelle, è di mettere molta volontà nel rafforzare il Gruppo dei Non Allineati, importantissimo per la nascita della nuova era, per evitare l'egemonia e l'imperialismo. Inoltre, voi sapete che abbiamo designato Fidel Castro presidente del Gruppo dei Non Allineati per i prossimi tre anni e siamo sicuri che il compagno Presidente Fidel Castro svolgerà l'incarico con molta efficienza. Coloro che desideravano che Fidel morisse, frustrati sono rimasti e frustrati resteranno, perché Fidel veste già di nuovo la sua uniforme verde oliva ed ora non solo è il Presidente di Cuba, ma anche il Presidente dei Non Allineati. Signora Presidente, cari colleghi, presidenti, lì è nato un movimento molto forte: quello del Sud. Noi siamo uomini e donne del Sud, noi siamo portatori, con questi documenti, con queste idee, con queste critiche, con queste riflessioni -ora chiudo la mia cartella ed il libro me lo porto via, non dimenticate che ve lo raccomando molto, con molta umiltà-, cerchiamo di fornire idee per il salvataggio di questo pianeta, per salvarlo dalla minaccia imperialista ed affinché, speriamo presto, in questo secolo, fra non molto, magari potessimo vederlo noi e viverlo meglio insieme ai nostri figli e nipoti: un mondo di pace, retto dai principi fondamentali dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ma rilanciata, rilanciata e ridislocata. Credo che dovremmo ubicare le Nazioni Unite in un altro paese, in qualche città del Sud, come abbiamo proposto dal Venezuela. Voi sapete che il mio medico personale è dovuto restare rinchiuso nell'aereo, che il capo della mia sicurezza è dovuto restare rinchiuso nell'aereo: non è stato loro permesso di venire alle Nazioni Unite. Un altro abuso, un'altra prepotenza, signora Presidente, che dal Venezuela chiediamo resti registrata come prepotenza -anche personale-, del diavolo. Si sente puzza di zolfo, ma Dio è con noi. Un forte abbraccio e che Dio ci benedica tutti.
Buona giornata.

(applausi ed ovazione).

 
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Cuba, Annan incorona Castro

Post n°849 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Tag: Cuba
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Repubblica, Sabato 16 Settembre 2006 - Pagina 25 - Esteri
 
Il leader cubano riceve il segretario dell´Onu in ospedale mentre il summit dei 118 paesi entra nel vivo
 
Cuba, Annan incorona Castro  - "Con le sue doti può dare nuova vita ai Non allineati"
 
OMERO CIAI 
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La malattia, nonostante il lider maximo - e sono parole del ministro degli esteri Perez Roque - stia «affrontando la convalescenza con una forza d´animo e una disciplina ferree», ha impedito a Fidel Castro di prendere parte in prima persona ad un evento, l´assemblea dei «Non allineati», che la diplomazia cubana preparava da tempo come dimostrazione pratica della fine del suo isolamento internazionale.
Così in sua assenza il vertice è entrato nel vivo con un appello letto dal fratello Raul nel quale il successore designato alla presidenza di Cuba ha invitato i delegati delle 118 nazioni presenti (due terzi dei membri dell´Onu) ad unirsi contro «l´unilateralismo e l´impunità dei potenti» perché l´attuale congiuntura internazionale «è caratterizzata dalla pretesa irrazionale di dominio mondiale da parte dell´unica superpotenza globale e dei suoi alleati». Subito dopo l´assemblea ha eletto Fidel Castro alla presidenza del movimento per i prossimi tre anni (prima c´era la Malesia).
Questa settimana Castro ha ricevuto tre persone. Il deputato (e giornalista) argentino Miguel Bonasso. Il presidente venezuelano Chavez, per la terza volta in meno di un mese. E il segretario generale dell´Onu Kofi Annan che ha esaltato «il suo immenso contributo e le doti di comando che ha messo in mostra nelle differenti tappe del storia del movimento dei Non allineati». Ci vorrebbe insomma un Castro in buone condizioni - come tutti i partecipanti si augurano - per rivitalizzare il Movimento.
Ma è Chavez il personaggio più interessante da seguire in questo momento. Il leader venezuelano aspira ad un seggio per il suo paese nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e, come scriveva ieri El Pais, è arrivato all´Avana per «ricevere dalle mani di Castro il testimone di nuovo leader del Terzo mondo».
Com´è inevitabile in questo tipo di assemblee la parte più difficile è trovare accordi concreti. Così mentre sul fronte delle dichiarazioni di principio è abbastanza scontata una presa di posizione a favore del programma nucleare iraniano, è già stata rinviata la discussione su un programma concreto al quale i cubani tengono molto: la possibilità - come già avviene con Venezuela, Bolivia e Argentina - di scambiare medici e maestri con materie prime. Per esempio Caracas oggi rifornisce Cuba di 70 mila barili di greggio al giorno, a costi molto inferiori rispetto a quelli di mercato, in cambio dei programmi di assistenza sociale che medici e maestri cubani svolgono nelle zone più povere del Venezuela.
La Casa Bianca osserva con qualche apprensione il vertice - al quale partecipa anche un fedelissimo di Washington come il pachistano Musharraf - perché teme la saldatura di un cosiddetto «asse del male» (Teheran, Caracas, L´Avana) fortemente anti-americano. Ma anche perché attende segnali dal processo avviato con la malattia di Castro. Washington proporrà all´Osa, la piccola Onu degli Stati americani, di premere affinché Cuba organizzi un libero referendum nel quale si domanderà ai cittadini se vogliono o no essere governati da Raul Castro. «Lo fece Pinochet nel 1989, perché non può farlo il fratello di Castro?», chiedono a Washington.

 
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RIECCOMI!!!

Post n°848 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da sterminatore1986
 
Foto di sterminatore1986

Rieccomi qua!!! Mi dispiace molto essere mancato x così tanto tempo, ma l'università, la mia ragazza, lo studio, capire ogni volta la vita universditaria, in cui ogni giorno di tevi aggiornare, gli esami, la vita sociale... Tutto ciò mi occupa tutto il tempo e non riesco mai a venire su internet... Dal 2 ottobre è chiusa anche l'isola didattica della mia facoltà, e ciò mi impedisce di collegarmi quando sto a Bari x l'univeristà... Solo il week-end posso e potrò avere del tempo x collegarmi, sperando che all'università ripristino il servizio internet quanto prima... Dopo ciò, ricominciò a ripubblicare un pò di post arretrati e a riprendere i contatti con tutti voi... Buona lettura, e soprattutto... W LA LIBERTA'!!! W IL COMUNISMO!!!

 
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NUCLEARE=TERRORISMO AMBIENTALE

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