Creato da lillysorriso il 13/06/2008

Vivere per amare

Riflessioni e pensieri sparsi di una piccola anima

 

 

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creazione e provvidenza

Post n°1093 pubblicato il 23 Maggio 2009 da lillysorriso

Creazione e Provvidenza“In principio Dio creò il cielo e la terra”. ( Genesi 1,1 ). Con questa affermazione ha inizio la Sacra Scrittura. Ho deciso di dedicare un capitolo del mio libro ad un tema dibattuto da millenni e che ha visto prodigarsi religiosi, politici, scienziati, filosofi ed altri, nell’affannosa ricerca di una risposta: la creazione dell’universo. Viviamo in un epoca in cui i mass media e le metodologie di comunicazione hanno finalmente raggiunto livelli planeari e, in svariate occasioni ci è capitato di ritrovare il nostro pensiero sgombro da altro ed intento a dei precisi interrogativi, tra cui sicuramente quello che vede contrapporsi, sin dall’inizio, la figura del bene e del male. Chi ha creato tutto ciò e perché esiste il bene, necessariamente affiancato dal male? Perché, al momento della creazione è accaduto tutto ciò? Sicuramente abbiamo dei livelli scientifici e di progresso grandemente più sviluppati rispetto a quando è stata donata all’uomo la Sacra Scrittura, però, mi sembra un ...

... interrogativo legittimo, ciò nondimeno nel contempo retorico. La risposta è semplicissima, non abbiamo necessariamente bisogno di una prova tangibile o di un esperimento rivelatore, è la nostra Fede che deve guidarci verso la Verità, è la stessa ragione, come afferma il Papa nella “Fides et ratio”, che può farci comprendere la naturalità e la positività dell’essere stati voluti da Dio, e dell’essere soggetti attivi della nostra vita, seguendo la via del bene o quella del male. Santa Chiesa e Verità assoluta ci insegnano che bisogna guardare a  Dio Padre onnipotente come:

“Creatore del cielo e della terra” e “creatore di tutte le cose visibili e invisibili”.

La creazione, ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, è il principio di tutti i progetti salvifici di Dio, è “l'inizio della storia della salvezza” (Congregazione per il Clero, Direttorio catechistico generale, 51) che culmina in Cristo. Allo stesso modo, il Mistero di Cristo è la luce risoluta sul mistero della creazione: rivela il fine in vista del quale, “in principio, Dio creò il cielo e la terra” (Genesi 1, 1). Difatti “dalle origini, Dio pensava alla gloria della nuova creazione in Cristo”.  (Romani 8, 18-23). La catechesi sulla creazione è di capitale importanza. Concerne i fondamenti stessi della vita umana e cristiana: infatti esplicita la risposta della fede cristiana agli interrogativi fondamentali che gli uomini di ogni tempo si sono posti: “Da dove veniamo?” “Dove andiamo?” “Qual è la nostra origine?” “Quale il nostro fine?” “Da dove viene e dove va tutto ciò che esiste?”. Le due questioni, quella dell'origine e quella del fine, sono inscindibili. Sono decisive per il senso e l'orientamento della nostra vita e del nostro agire. La questione delle origini del mondo e dell'uomo è oggetto di numerose ricerche scientifiche, che hanno straordinariamente arricchito le nostre conoscenze sull'età e le dimensioni del cosmo, sul divenire delle forme viventi, sull'apparizione del l'uomo. Tali scoperte ci invitano ad una sempre maggiore ammirazione per la grandezza del Creatore, e a ringraziarlo per tutte le sue opere e per l'intelligenza e la sapienza di cui fa dono agli studiosi e ai ricercatori. Non tutti, purtroppo, riconducono la bellezza del Creato a Dio. Tanti sono gli scettici ed altrettanto numerosi quelli che ci considerano vittime di una favola paragonabile a quella di “Pinocchio”.  A Salomone chiedo l’intercessione per costoro, affinché possano pregare dicendo:

“Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza degli elementi. . . perché mi ha istruito la Sapienza, artefice di tutte le cose”. (Sapienza 7, 17-21).

Il grande interesse, di cui sono oggetto queste ricerche, è fortemente stimolato da una questione di altro ordine, che oltrepassa il campo proprio delle scienze naturali. Non si tratta soltanto di sapere quando e come sia sorto materialmente il cosmo, né quando sia apparso l'uomo, quanto piuttosto di scoprire quale sia il senso di tale origine: se cioè sia governata dal caso, da un destino cieco, da una necessità anonima, oppure da un Essere trascendente, intelligente e buono, chiamato Dio. E se il mondo proviene dalla sapienza e dalla bontà di Dio, perché il male? Da dove viene? Chi ne è responsabile? C'è una liberazione da esso? Sin dagli inizi, la fede cristiana è stata messa a confronto con risposte diverse dalla sua circa la questione delle origini. Infatti, nelle religioni e nelle culture antiche si trovano numerosi miti e teoremi riguardanti le origini di cui, per ovvi motivi di spazio, cercherò di enunciarne brevemente qualcuno. Indubbi filosofi hanno affermato che tutto è Dio, che il mondo è Dio, o che il divenire del mondo è il divenire di Dio (panteismo); altri hanno detto che il mondo è una emanazione necessaria di Dio, che scaturisce da questa sorgente e ad essa ritorna; altri ancora hanno sostenuto l'esistenza di due princìpi eterni, il Bene e il Male, la Luce e le Tenebre, in continuo conflitto (dualismo, manicheismo); secondo alcune di queste ideazioni, il mondo (almeno il mondo materiale) sarebbe cattivo, prodotto di un decadimento, e quindi da respingere con disgusto o oltrepassare (gnosi); altri ammettono che il mondo sia stato fatto da Dio, ma alla maniera di un orologiaio che, una volta fatto, l'avrebbe abbandonato a se stesso (deismo); altri non ammettono alcuna origine trascendente del mondo, ma vedono in esso il puro gioco di una materia che sarebbe sempre esistita (materialismo); altri, infine, non se ne pongono il problema (ateismo, agnosticismo). Tutti questi e tanti altri tentativi di spiegazione e, nel contempo di evasione, stanno a testimoniare la persistenza e l'universalità del problema delle origini. Questa ricerca è caratteristica dell'uomo. La veridicità della creazione è così importante per l'intera vita umana che Dio, nella sua premura, ha voluto rivelare al suo Popolo tutto ciò che al riguardo è necessario conoscere. Al di là della conoscenza naturale che ogni uomo può avere del Creatore, Dio ha progressivamente rivelato a Israele il mistero della creazione.

“Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che da  a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.  Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana”. (Atti 17, 24-29);

“In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia,  poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità”. (Romani 1, 18-20).

Egli si annuncia come colui al quale convengono tutti i popoli della terra e l'intera terra, come Colui che, senza l’ausilio di “terzi incomodi”, “ha fatto cielo e terra”. Dio non ha avuto bisogno di una provetta da manipolare in un laboratorio, di un brodo primordiale o di una serie di divinià greche. La Sacra Scrittura, difatti, dice:

“Vi renda fecondi il Signore, voi e i vostri figli. Siate benedetti dal Signore che ha fatto cielo e terra. I cieli sono i cieli del Signore, ma ha dato la terra ai figli dell'uomo. Non i morti lodano il Signore, né quanti scendono nella tomba. Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore ora e sempre”. (Salmi 115, 14-18);

“Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti. Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra”. (Salmi 124, 6-8);

“Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore durante le notti. Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore. Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto cielo e terra”.  (Salmi 134, 1-3);

“In principio era il Verbo. . . e il Verbo era Dio. . . Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto”. (Giovanni 1, 1-3).

Anche il Nuovo Testamento è permeato di ulteriori rivelazioni circa la creazione. Dio ha creato tutto per mezzo del Verbo eterno, il Figlio suo diletto.

“Per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra... Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte
le cose e tutte in lui sussistono”. (Colossesi 1, 16-17).

Un’altra verità che non deve mai venir meno nella concezione cristiana del Creato è fondamentale ed a tale proposito la Scrittura e la Tradizione costantemente insegnano e celebrano:

“Il mondo è stato creato per la gloria di Dio”. (Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3025).

Dio ha creato tutte le cose, spiega San Bonaventura, “non per accrescere la propria gloria, ma per manifestarla e per comunicarla”. (San Bonaventura, In libros sententiarum, 2, 1, 2, 2, 1).
Infatti Dio non ha altro motivo per creare se non il suo amore e la sua bontà: “Aperta la mano dalla chiave dell'amore, le creature vennero alla luce”. (San Tommaso d'Aquino, In libros sententiarum, 2, prol).

 E il Concilio Vaticano I spiega: “Nella sua bontà e con la sua onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine, né per acquistare perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio ha, con la più libera delle decisioni, insieme, dall'inizio dei tempi, creato dal nulla l'una e l'altra creatura, la spirituale e la corporale”. (Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3002).

Noi crediamo che il mondo è stato creato da Dio secondo la sua sapienza. Non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso. Noi crediamo che il mondo trae origine dalla libera volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà:

“Tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono”. (Apocalisse 4, 11);

“Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza”. (Salmi 104, 24);

“Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature”. (Salmi 145, 9).

L’autorevolezza di Dio si palesa precisamente in questo, che Egli parte dal nulla per fare tutto ciò che vuole (San Teofilo d'Antiochia, Ad Autolycum, 2, 4: PG 6, 1052). La convinzione nella creazione “dal nulla” è testimoniata nella Scrittura come una verità piena di promessa e di speranza. Così la madre dei sette figli, sicura della vita eterna,  li incoraggia al martirio:

“Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore del mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la Sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi. . . Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano” (2Maccbei  7, 22-23; 2Maccabei 7, 28).

Parlando della creazione, sorge obbligatorio l’inserimento e la trattazione del termine “ordine”. Cosa significa per noi cristiani l’ordine e chi lo rappresenta? Dio, dall’alto sua Sapienza, è conscio di quanto plasma: ragion per cui tutto ciò che Egli genera e vuole, è governato nell’ordine e trae origine dall’ordine stesso. Tante sono le citazioni che avvalorano questa affermazione, tra cui possiamo citare:

“Tu hai disposto tutto con misura, calcolo e peso”. (Sapienza 11, 20);

“Creata nel e per mezzo del Verbo eterno, immagine del Dio invisibile”. (Colossesi 1, 15);

“la creazione è destinata, indirizzata all'uomo, immagine di Dio”. (Genesi 1, 26).

“La creazione, infatti, è voluta da Dio come un dono fatto all'uomo, come un'eredità a lui destinata e affidata. La Chiesa, a più riprese, ha dovuto difendere la bontà della creazione, compresa quella del mondo materiale”. (San Leone Magno, Lettera Quam laudabiliter: Denz. -Schönm. , 286).

Al di là dell’averla forgiata, Dio non si separa dalla sua creatura. Non le dona soltanto la realtà e la consapevolezza di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'essere, le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Ravvisare questa integra dipendenza in rapporto al Creatore è sorgente di conoscenza e di libertà, di fiducia, di letizia:

“Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita”.  (Sapienza 11, 24-26).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma, inoltre, che la creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta. E' creata “in stato di via” (in statu viæ) verso una perfezione ultima alla quale Dio l’ha destinata, ma che ancora deve essere raggiunta. Chiamiamo divina Provvidenza, difatti, le disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce la creazione verso questa perfezione.
Dio conserva e governa con la sua Provvidenza tutto ciò che ha creato:

“Essa si estende da un confine all'altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa”. (Sapienza 8, 1).

La prova sicura della Scrittura è unanime: la solerzia della divina Provvidenza è tangibile e spontanea; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole realtà oggettive fino ai grandi avvenimenti del mondo e della storia. Con forza, i Libri Sacri affermano la sovranità assoluta di Dio sul corso degli avvenimenti:

“Il nostro Dio è nei cieli, Egli opera tutto ciò che vuole”. (Salmi 115, 3).

E, per rispondere a tutti gli indottrinati che rinnegano Gesù, di Cristo nella Sacra Scrittura si dice:

“Quando Egli apre, nessuno chiude, e quando chiude, nessuno apre”.     (Apocalisse 3, 7);

“Molte sono le idee nella mente dell'uomo, ma solo il disegno del Signore resta saldo”.  (Proverbi 19, 21).

Gesù chiede un abbandono filiale alla Provvidenza del Padre celeste, il quale si prende cura dei più elementari bisogni dei suoi figli:

“Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?. . . Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.  (Matteo 6, 31-33).

Il nostro Catechismo Ufficiale, inoltre, ci insegna che Dio è il padrone sovrano del suo disegno. Però, per realizzarlo, si serve anche della cooperazione delle creature. Questo non è un segno di debolezza, bensì della grandezza e della bontà di Dio onnipotente. Infatti Dio alle sue creature non dona soltanto l'esistenza, ma anche la dignità di agire esse stesse, di essere causa e principio le une delle altre, e di collaborare in tal modo al compimento del suo disegno. Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua Provvidenza, affidando loro la responsabilità di “soggiogare” la terra e di dominarla (Genesi 1, 26-28 ). In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro prossimo. A tal proposito San Paolo dice:

“Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze”. (Colossesi 1, 24).

Allora diventano in pienezza “collaboratori di Dio”  (1Corinzi 3, 9; 1Ts 3, 2) e del suo Regno (Colossesi 4, 11). Dio agisce in tutto l'agire delle sue creature: è una verità inseparabile dalla fede in Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle e per mezzo delle cause seconde:

“E' Dio infatti che suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni”. (Filistei 2, 13) (1Corinzi 12, 6). 

[Parte del capitolo è tratto da il “Catechismo della Chiesa Cattolica”].

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Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non ha risparmiato nulla fino a esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo amore. E invece di riconoscenza non riceve dai più che ingratitudine per le irriverenze e i sacrilegi, per la freddezza e il disprezzo che hanno per me in questo sacramento di amore.

 

 

 

 

 

 

 

..Gesu è vivo!

 

Gesu è vivo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LAMPADA AI MIEI PASSI E' LA TUA PAROLA

 

AVE MARIA

Ave, o Maria piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso, e nell’ora della nostra morte.
Amen.

 

PADRE NOSTRO

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Amen.

 

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