lycopodium

Post N° 55

questa mattina è entrato un ragazzino, forse 20 anni.. a prendersi le sue solite brioches,
aveva i capelli in piedi, ed era esile, esile..
incerto..
non era la prima volta che veniva ma era la prima volta che entrava quando non c'era nessuno.
si è seduto a mangiarne una tutto solo,
così gli ho rivolto qualche domanda tanto per rendergli la colazione meno angosciosa..
aveva la voce decisa, ma attendeva tra una porola e l'altra facendo trasparire uno stato d'animo un pò disagiato..
è gay e si vede lontano un miglio,
e mentre mi rispondeva vedevo nei suoi occhi della gratitudine..
una dolcezza un pò sofferente..
un'ingenuità bellissima che mi ha toccato..

sono rimasto vagamente sedotto da quegli occhi..
se ne è andato lasciandomi incerto,
perplesso..
con un misto di repulsione e attrazione..
forse sono gay e non so di esserlo..
o forse mi ha toccato la sua umanità..
siamo simili in un certo senso io e lui,
solo che io non ho generi sessuali in cui dirigere la mia affettività..
sono un animale che corre verso la propria estinzione,
non riconosco la mia specie..
ho finito per diventare un'idea e quello che cerco ha finito per essere anch'esso idea..
ma le idee non esistono come non esisto più io..
non sono reale..
neppure credibile..
gioco a fare la stella cadente,
ho chiuso tutto da qualche parte e la sù non c'è più nessuno che mi guarda..
una volta pensavo che il cielo mi stesse ad aspettare,
una volta vivevo come se fossi un suo regalo..
poi la vita passa..
e si mette la propria realtà in cose che non possono contenerla,
e ogni volta che qualcosa si rompe tocca riprendersela
e ogni volta è sempre più difficile..
e si finisce per crederci sempre meno..
si finisce per ammirare il vento e la polvere..
si finisce per desiderare la sabbia..
devo inventarmi un regalo..
ma non mi viene in mente proprio niente a cui danarlo.

magari fossi solo omosessuale