il gabbiano

CIAO LUCIO - L'ULTIMO ABBRACCIO DI PIAZZA GRANDE!

LUCIO DALLA E' STATO, COME LUCIO BATTISTI, UNO DEI MAGGIORI ESPONENTI DELLA CANZONE ITALIANA.

HA AVUTO L'INFANZIA SEGNATA DA UNA TRAGEDIA, PERCHE', A 7 ANNI, HA PERDUTO IL  PAPA', STRONCATO DA UNA GRAVE MALATTIA. E SUA MADRE IOLE, ALLA QUALE LUCIO E' STATO SEMPRE LEGATO, COME A SUA SORELLA VITTORIA, LO HA CRESCIUTO DA SOLA, LAVORANDO COME SARTA.

IN CASA ENTRAVANO POCHI SOLDI, MA MAMMA IOLE AVEVA INTUITO FIN DALL'INIZIO CHE LUCIO AVEVA UN TALENTO NATURALE PER LA MUSICA E AVEVA INCORAGGIATO QUESTA SUA INCLINAZIONE. A 7 ANNI IL PICCOLO LUCIO GIA' SI ESIBIVA IN PUBBLICO, VESTITO CON UN BUFFO FRAC CON LE CODE LUNGHE, SUI PALCOSCENICI DI SALE DI PERIFERIA, SUONANDO LA FISARMONICA O ACCOMPAGNANDO SUO ZIO ARIDANTE DALLA, UN CANTANTE MELODICO CHE NEGLI ANNI '40 HA AVUTO UNA CERTA NOTORIETA' E CHE E' PRECOCEMENTE SCOMPARSO PER UN INFARTO, PROPRIO COME ORA E' SUCCESSO A LUCIO. E IL PICCOLO LUCIO ERA BRAVISSIMO, ANCHE SE NON AVEVA MAI AVUTO UN MAESTRO: SUONAVA "A ORECCHIO", DA AUTODIDATTA, DA VERO "MUSICISTA NATO". EPPURE, NONOSTANTE AVESSE COMINCIATO IN TENERA ETA' A CALCARE I PALCOSCENICI, ERA MOLTO TIMIDO, INTROVERSO, TACITURNO, COME SE SI SENTISSE INADEGUATO AL MONDO "NORMALE". GIOCAVA BENE A CALCIO E INCREDIBILMENTE BENE A PALLACANESTRO, NONOSTANTE FOSSE BASSO DI STATURA, MA IL SUO GRANDE TALENTO RESTAVA, NATURALMENTE, QUELLO PER LA MUSICA. ERA UN TALENTO SBALORDITIVO, FATTO DI PURO ISTINTO: LO METTEVI DAVANTI A UN PIANOFORTE PER LA PRIMA VOLTA E LUI, DOPO UN'ORA, GIA' ERA CAPACE DI SUONARLO. SEMPRE DA AUTODIDATTA, AVEVA IMPARATO A SUONARE IL CLARINETTO E SI ERA INNAMORATO  DELLA MUSICA JAZZ CHE ARRIVAVA DALL'AMERICA. BEN PRESTO GLI AMBIENTI BOLOGNESI DEGLI APPASSIONATI DI JAZZ FURONO STRABILIATI DAL TALENTO DI QUESTO RAGAZZINO PICCOLO E SCARMIGLIATO. E SUA MADRE IOLE, CHE AVREBBE FATTO DI TUTTO PER AIUTARLO A REALIZZARE LA SUA VOCAZIONE, EBBE UN GRANDE GESTO DI AMORE E DI FIDUCIA NEI SUOI CONFRONTI, PERMETTENDOGLI DI ANDARE A ROMA, A SOLI 17 ANNI, PER TROVARE LA SUA STRADA COME JAZZISTA. E FU COSI' CHE, ANCORA ADOLESCENTE, COMINCIO' LA SUA CARRIERA.

MUOVE I PRIMI PASSI NEL MONDO DELLA CANZONE NEL 1958, L'ANNO IN CUI MODUGNO TRIONFA A SANREMO CON "VOLARE", SOSTITUENDO UN CLARINETTISTA IN UN GRUPPO JAZZ ROMANO, LA SECOND ROMAN NEW ORLEANS JAZZ BAND. SE LA CAVA BENE, MA CONTINUA A FARE LA FAME.

D'ESTATE DORME ABITUALMENTE SU UNA POLTRONA DI VIMINI DI UN BAR DI VIA VENETO. SONO GLI ANNI DELLA "DOLCE VITA", MA VIVERE CON POCHI SOLDI IN TASCA E' DAVVERO DIFFICILE! POI IL GRUPPO SI SCIOGLIE E LUI E' COSTRETTO A PASSARE ARMI E BAGAGLI IN UN ALTRO COMPLESSO, I FLIPPERS. TRA I 18 E I 20 ANNI, ERA DAVVERO "GENIO E SREGOLATEZZA". ERA TIMIDO E BURLONE NELLO STESSO TEMPO.

NEL 1963 INCONTRA IL GRANDE CANTAUTORE GINO PAOLI, CHE LO AVEVA SENTITO PER CASO CANTARE IN  UN RISTORANTE, E CHE GLI PROPONE DI DIVENTARE CANTANTE.

IL DEBUTTO AVVIENE NEL 1964 AL CANTAGIRO, UNA MANIFESTAZIONE ITINERANTE MOLTO POPOLARE ALL'EPOCA. 

ACCADE IL FINIMONDO! IN OGNI TAPPA FISCHI DA FAR PAURA. GLI SPETTATORI GLI LANCIANO ADDOSSO FRUTTA E VERDURA, QUANDO SALE SUL PALCO. A SALERNO UN SIGNORE DISTINTISSIMO GLI TIRA UNA MELA VERDE E DURA COME IL MARMO DIRETTAMENTE NELLO STOMACO, CON UNA TALE FORZA DA FARLO RIMANERE SENZA FIATO.

EPISODI CHE SI RIPETONO PUNTUALMENTE: AL PALALIDO DI MILANO, DOVE SI ASPETTANO ORIETTA BERTI O QUALCOSA DEL GENERE, ACCOLGONO DALLA, ALL'EPOCA OLTRETUTTO BARBUTO E CAPELLONE, CON URLACCI E INSULTI INCREDIBILI. IL SUO MODO DI CANTARE APPARE COSI' STRANO, FORSE ANCHE PERCHE' PICCOLETTO E TRASANDATO COM'ERA, MOLTO LONTANO DALL'IMMAGINE TRADIZIONALE DEL CANTANTE "BELLOCCIO". FATTO STA CHE, NONOSTANTE IL SUO IMMENSO TALENTO, PER 7 LUNGHI ANNI FA MOLTA FATICA A SFONDARE E ATTRAVERSA MOMENTI DI VERA DIFFICOLTA'.

PIANO PIANO, PERO', I TEMPI CAMBIANO.

NEL 1967 HA FATTO PURE L'ATTORE, RECITANDO NEL RUOLO DI UN GIOVANE INTELLETTUALE  RIBELLE NEL FILM DI PAOLO E VITTORIO TAVIANI "I SOVVERSIVI", PER IL QUALE FU PERSINO CANDIDATO ALLA PALMA D'ORO COME "MIGLIOR ATTORE" ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA.

LA CONSACRAZIONE DEFINITIVA GLI VERRA' PROPRIO DA SANREMO, TEMPIO DELLA CANZONETTA PER ANTONOMASIA, DOVE L'ARTISTA BOLOGNESE INANELLA UN ANNO DOPO L'ALTRO DUE SUCCESSI SBALORDITIVI: "4 MARZO 1943" (1971) E "PIAZZA GRANDE" (1972):

DICE CH'ERA UN BELL'UOMO

E VENIVA, VENIVA DAL MARE

PARLAVA UN'ALTRA LINGUA,

PERO' SAPEVA AMARE

E QUEL GIORNO LUI PRESE A MIA MADRE,

SOPRA UN BEL PRATO,

L'ORA PIU' DOLCE

PRIMA D'ESSERE AMMAZZATO...

"GESU' BAMBINO" (QUESTO ERA IL TITOLO ORIGINARIO) HA IL SAPORE DELLE BALLATE DEI CANTASTORIE. DALLA STESSO RACCONTA DI AVERLA COMPOSTA IN POCHI MINUTI, "ALLA CIECA", SENZA L'AUSILIO DEL PIANOFORTE.

FECE IL GIRO DEL MONDO. FU PER DUE ANNI IL BEST-SELLER DEL SUDAMERICA, CANTATA DA MARIA BETANIA, LA DIVA DEL CANTO POLARE BRASILIANO, DELLA MACUMBA, E DA CHICO BARQUE DE HOLLANDA, L'INTELLETTUALE DELLA CANZONE BRASILIANA. E' LA CANZONE, PRESENTATA AL  FESTIVAL DI SANREMO DEL 1971, CHE SI CLASSIFICA AL TERZO POSTO E CHE REGALA A DALLA IL PRIMO GRANDE SUCCESSO. SI TRATTA DI UN TESTO DI FANTASIA, SCRITTO DALLA POETESSA PAOLA PALLOTTINO. E IL SUCCESSO DA QUEL MOMENTO NON LO ABBANDONA PIU'.

POI VERRA' IL LUNGO SODALIZIO CON IL POETA ROBERTO ROVERSI, UNO DEI PIU' STRETTI COLLABORATORI DI PASOLINI AI TEMPI DELLA RIVISTA "OFFICINA".

DALLA E' ORA SUGLI ALTARI: VENDE DISCHI COME NOCCIOLINE E RIEMPIE GLI STADI DELLA PENISOLA. TRA I SUOI SUCCESSI SOPRATTUTTO "L'ANNO CHE VERRA'", CHE E' IL PRIMO DISCO DEL CANTANTE BOLOGNESE  A SUPERARE IL MILIONE DI COPIE:

CARO AMICO, TI SCRIVO

COSI' MI DISTRAGGO UN PO'

E SICCOME SEI MOLTO LONTANO

PIU' FORTE TI SCRIVERO'.

DA QUANDO SEI PARTITO

C'E' UNA GROSSA NOVITA':

L'ANN VECCHIO E' FINITO ORMAI

MA QUALCOSA ANCORA QUI NON VA...

DA ALLORA, LUCIO DALLA NON E' RIMASTO FERMO UN SECONDO, INANELLANDO UNA LUNGHISSIMA LISTA DI SUCCESSI, IL PIU' GRANDE DEI QUALI E' CERTAMENTE "CARUSO", UNA CANZONE CHE E' STATA INTERPRETATA DA MOLTISSIMI ALTRI ARTISTI E CHE, IN TUTTE QUESTE VERSIONI, HA SUPERATO I 30 MILIONI DI COPIE VENDUTE NEL MONDO.

LA SUA MUSICA E' UNA DELIBERATA CONTAMINAZIONE DI GENERI DIVERSI: DAL JAZZ ALLA MUSICA SINFONICA, DAL NIGHT ALLA BALERA, AL CLASSICO.

ECCO LA RICERCA TIMBRICA, DI UN'ELEGANZA ESASPERATA; LA VARIETA' DEGLI INCISI, DEI RITMI, DEGLI STRUMENTI: DAL PIANOFORTE ALLA BATTERIA.

ECCO LA PROPOSTA DI UN TEMA E, CONTEMPORANEAMENTE, DI UN ALTRO, E POI DI UNA FRASE CANTATA, AUTONOMA DAI PRIMI DUE.

 E TUTTO QUESTO PER BREVI INCISI, CON UN FORTISSIMO SUPPORTO RITMICO-SILLABICO.

LA SUA MORTE INASPETTATA HA COMMOSSO TUTTI, RACCOGLIENDO OLTRE 50.000 PERSONE AI SUOI FUNERALI, DIMOSTRAZIONE LAMPANTE DI QUANTO ORMAI FOSSE AMATO DAL PUBBLICO. ALTRETTANTI HANNO ASSISTITO AL FUNERALE DAVANTI AI MAXISCHERMI. UNA FOLLA COMPOSTA E SILENZIOSA.

TANTISSIMI VOLTI NOTI TRA GLI SCRANNI: IN PRATICA, TUTTA LA MUSICA ITALIANA.

APPLAUSI SCROSCIANTI E COMMOSSI, SULLA TOMBA UNA CORONA INVIATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SIMBOLO DELL'AFFETTO DI TUTTO IL PAESE PER UN ARTISTA CHE HA SAPUTO LASCIARE IL SEGNO.

TUTTA BOLOGNA ERA LI', IN PIAZZA GRANDE A SALUTARLO!

NELL'OMELIA, IL SUO CONFESSORE, IL DOMENICANO BERNARDO BOSCHI, HA DETTO: "LUCIO DALLA VENIVA DA UN COLLOQUIO CON DIO INCREDIBILE, LA SUA FEDE PASSAVA ATTRAVERSO L'UOMO E RIFLETTEVA LA SUA UMANITA'. CON LA PAROLA E CON LA MUSICA SCOLPIVA NELLE NOSTRE ANIME, ATTINGEVA DALLA PROFONDITA', CON LA SUA SETE DI DIO E DELL'ASSOLUTO. TRASMETTEVA SERENITA' E GIOIA, L'EREDITA' CHE CI LASCIA E' PROPRIO QUESTA: L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE."

POI, ALLA FINE DEL RITO, E' ANDATO AL MICROFONO AI PIEDI DELL'ALTARE MARCO ALEMANNO, L'AMICO PIU' INTIMO DI LUCIO, PER LEGGERE CON VOCE ROTTA I VERSI DI UN SUO BRANO AMATISSIMO, "LE RONDINI".  CON UN FUORI PROGRAMMA DI  LACRIME E RICORDI: "DA DIVERSO TEMPO ORMAI  HO IL PIACERE, L'ONORE E IL PRIVILEGIO DI CRESCERE AL FIANCO DI LUCIO: IL CANTANTE, IL MUSICISTA, IL REGISTA, MA SOPRATTUTTO L'UOMO ETERNO BAMBINO A CUI DEVO TANTO. AVEVO SOLO 10 ANNI, E NON ERO MAI STANCO DI ASCOLTARE QUEL BRANO, SOLO QUELLO, MI IPNOTIZZAVA QUASI. E CHI LO SAPEVA CHE DOPO QUALCHE ANNO AVREI INCONTRATO PER CASO LO STESSO SIGNORE CHE INCONSAPEVOLMENTE SI ERA INSINUATO NEL MIO IMMAGINARIO ANCORA INFANTILE EPPURE GIA' MANOMESSO DALLA FORZA EDUCATIVA DEI SUOI VERSI. OGGI POSSO SPIEGARGLI CHE COSA MI HA DATO E CONTINUA A DARMI; OGGI INSIEME A VOI POSSO DIRGLI GRAZIE". 

ERA UN UOMO PROFONDAMENTE MODESTO E UMILE DI CUORE, COSA QUESTA CHE PUO' SORPRENDERE VISTO CHE SI STA PARLANDO DI UN CANTANTE CHE HA VENDUTO 15 MILIONI DI DISCHI, CHE ERA CONOSCIUTO E AMMIRATO ANCHE ALL'ESTERO E CHE ORA E' PIANTO DA MILIONI DI PERSONE CHE HANNO AMATO LE SUE CANZONI E HANNO AMATO ANCHE LUI.

COME TESTIMONIANO TUTTI COLORO CHE LO HANNO CONOSCIUTO BENE, ERA UN UOMO SEMPLICE, UMILE, AL QUALE IL SUCCESSO E GLI ONORI NON AVEVANO  DATO ALLA TESTA.

QUESTA UMILTA' NON ERA UNA "POSA", UN ATTEGGIAMENTO OSTENTATO. ERA UN'UMILTA' CHE DALLA SI PORTAVA DENTRO DA SEMPRE E CHE VENIVA DA LONTANO: NASCEVA DAL RICORDO DEI TEMPI DIFFICILI CHE LUI AVEVA PASSATO PRIMA CHE IL SUCCESSO BUSSASSE ALLA SUA PORTA.

MARCO ALEMANNO, CUORESPEZZATO, 32 ANNI, ATTORE, DI ORIGINI LECCESI, LEGGE IL TESTO DI "LE RONDINI":

VORREI ENTRARE DENTRO I FILI DI UNA RADIO

E VOLARE SOPRA I TETTI DELLA CITTA'

...VORREI GIRARE IL CIELO COME LE RONDINI

...VORREI CAPIRE, INSOMMA, CHE COS'E' L'AMORE

DOVE SI PRENDE, DOVE SI DA'...

LE RONDINI, INTANTO, VOLANO ALTO, MOLTO PIU' ALTO, VORREBBERO SAPERE L'AMORE DA DOVE VIENE E DOVE VA, NON DI CHE SESSO E'.

E DIRE GRAZIE ALL'OMINO PICCOLO COSI' E ALL'ARTISTA GRANDE COSI'  CHE IL 4 MARZO SCORSO AVREBBE COMPIUTO 69 ANNI, MAGARI CON IL TITOLO DI UNA SUA CANZONE: "E NON ANDAR PIU' VIA".