per non smarrirmi

ELEZIONI, GOVERNO, PROTESTE: REGIME?

Nel tempo, ho valutato molti aspetti differenti, della situazione politica italiana, soffermandomici, punto per punto. Ma una valutazione globale, data l'attuale situazione, credo di non averla ancora fatta. Eccola...

Alle elezioni, il centrosinistra ha perso, perché come cartello elettorale, non esisteva più: Veltroni, leader del PD, ha accantonato ogni alleato inaffidabile e non ha raggiunto i numeri necessari. Ora, anche in virtù dell'uso fazioso dell'informazione e delle trasmissioni d'intrattenimento, la cosa era alquanto "probabile". Ma lui non voleva ripetere l'aspetto negativo dell'alleanza che aveva portato Prodi, a "tentare di governare": tutte le forze che stavano assieme per anti-berlusconismo, non garantivano l'azione di governo... Quindi, alle elezioni, anche a causa di una legge elettorale "bastarda", Berlusconi ha raggiunto una maggioranza parlamentare consistente, col circa (solo!!!) 42% dei voti degli aventi diritto.

In un paese "normale", chi è chiamato a governare, lo fa con la sua ricetta, ma soprattutto lo fa in base alle necessità del paese. In questo fantomatico paese, il premier, preso atto di rappresentare solo parzialmente l'elettorato, non si avventurerebbe mai in nessuna riforma, se non associando anche le opposizioni, nelle scelte. Nel nostro paese, invece, a colpi di fiducia e di maggioranza, si sta scardinando, pezzo per pezzo, tutto l'assetto di questo Stato (ex. scuola), tutta la coerenza legislativa (ex. giustizia) e tutto il rapporto d'indipendenza dei poteri dello stato, per squallidissimi interessi di parte.

Quando si rappresenta esplicitamente, meno del "50%+1" dell'elettorato, si dovrebbe tenere maggiormente in conto, delle proteste di piazza, perché indicano la presa di posizione di coloro che si rappresenta, pur non avendoci votato. Ma in Italia, oggi, si preferisce minimizzare, accantonare e aggredire, ogni voce di dissenso. Si dice che i manifestanti sono pochi e se ne "nascondono" la azioni (ah, l'importanza dei media!); si afferma di non tenere in nessun conto, della protesta e che si andrà avanti, sempre e comunque; si minacciano azioni e interventi, da parte delle forze dell'ordine ('nsomma, botte coi manganelli) e si rivolgono minacce alla stampa dissenziente.

Tutto ciò, per molti viene equiparato ad un regime, per i mezzi usati (media, repressione), per i metodi (assenza di confronto parlamentare, uso spregiudicato delle prerogative del potere) e per i fini... Ecco, a mio dire, qui sta l'errore diffuso, nel valutare le finalità, di quest'azione.

Il Signor Berlusconi, non è lontanamente paragonabile (come spesso, scherzosamente, viene fatto) alla pur esacrabile figura di un Mussolini: non ha un'ideologia; non ha il suo spessore politico; non ha mai tenuto in nessun conto, l'interesse del nostro paese. Se quella di Mussolini, in fondo, era una dittatura, che muoveva verso i "creduti" interessi del paese, il Governo di Berlusconi non è che una bieca associazione a delinquere, finalizzata agli interessi processuali ed economici, di se stesso.

Se fossi di destra, m'offenderei ad un simile paragone, anche scherzoso: tutte le analogie di contorno (donne, altezza, autoconsiderazione, decisionismo), sono idiozie. Mussolini, credeva di volere il bene del paese e per far ciò, passava sugli stessi italiani. Berlusconi, sa di portare avanti gli interessi suoi e della sua classe e per far ciò, calpesta noi e i nostri diritti.