per non smarrirmi

Alla fine di questo giorno...

In salute e in malattia, in ricchezza e povertà, dovremmo stare assieme, perché lo vogliamo, perché ci amiamo e pensiamo sempre a costruire qualcosa per il futuro. E invece, non è così.

Dovremmo venirci incontro, senza rinfacciarci i reciproci favori. E invece, non è così.

Dovremmo amare le persone, cui l’altro tiene. E i piaceri, i passatempi, che rasserenano l’altro e lo fanno stare meglio. E invece, non è così.

Dovremmo rispettare gli spazi, gli oggetti dell’altro. E invece, non è così.

Dovremmo lasciare il tempo di parlare, di spiegare, di capire…

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Inizio quest’anno, con poco desiderio di andare avanti.

C’è molto malessere, in ciò che dico, in ciò che faccio: non è solo la mancanza di realizzazione professionale, ma molto di più. Sono stanco di dare ciò che posso e ricevere in cambio briciole.

E’ come chiedere uno stupido minestrone e ricevere un brodo insipido, fatto di troppa acqua, di verdure surgelate e dado…

Mi sento accusare di cose non commesse, di cose travisate e tenute, a più riprese, a distanza. Ma non ho nemmeno più voglia di discutere, perché sono sempre colpevole: forse, dovrei tradirla sul serio, almeno sfogherei in qualche modo, il mio bisogno di sentirmi amato.

Ho passato un dicembre pesantissimo. Ricordo che, anche per questo, all’inizio le chiesi di scegliere lei cosa fare; ma mi sento dire d’essermi inventato tutto. Ma, anche se ciò non fosse accaduto, visto che ultimamente lavoro circa 12 ore al giorno, mentre lei sta a casa per le vacanze, dovevo essere io ad organizzare il capodanno (con bimbi, anche piccoli, al seguito)?

Il suo vedere negativamente certe cose, la vedo come una mancanza di rispetto nei miei confronti, perché vuol dire che non si è nemmeno accorta del mio livello di stanchezza: sino al 31 mattino, non m’ero praticamente reso conto d’essere arrivato al capodanno.

A me non serve nulla, per volere bene a lei e ai figli, ai miei e ai suoi. Non mi serve nulla di materiale, mi basta un sorriso, un abbraccio sincero. E un tempo, anche lei era così; ma, allora, cos’è successo?

Ultimamente, ho potuto vedere così poco le persone che amavo, che l’unica cosa di cui avevo bisogno era solo di stare con loro, non m’importava come o dove. E invece, trattato come se avessi loro sottratto il pane, sono stato tenuto in disparte. Ha frugato nel cellulare e cancellato i suoi messaggi in memoria. M’ha riempito di sfrecciatine e m’ha accusato persino d’avere poca fantasia (altre volte, di non avere abbastanza i piedi per terra: deciditi!), perché mi sono messo a vedere un film che già avevo visto più volte, in passato. Ammettendolo per ipotesi, mi chiedo se in una coppia, alle carenze dell’uno, non dovrebbe supplire  l’altro…invece che lamentarsene soltanto…

E poi, m’ha visto scrivere sul pc a qualcuno, incominciando con un “hey bambina”, che doveva essere ironico (e infatti,non era nemmeno definitivo), ma che è diventato pietra dello scandalo e motivo d’insulti e di mani addosso. Ovvio dire che non ho più scritto niente a nessuno…

La cosa che più mi tormenta, sono gli insulti ai miei e le sue piazzate davanti ai figli: come tirarli su sereni, se si comporta così?

Devo dire che come premessa al nuovo anno, comincio bene: se tutto va bene andrò a dormire sul divano, altrimenti il mio pc è a rischio e, con esso, tutti i miei vestiti e tutti i miei ricordi e oggetti, nei cassetti, nell’armadio.

Domani è un altro giorno, quindi metterò i figli a letto e vedrò di andare a dormire (da qualche parte), sperando che le cose vadano meglio, col nuovo sole.