per non smarrirmiopinioni libere (anche di cambiare...) |
PERCHE' DI QUESTO BLOG
DI TANTO IN TANTO TUTTI NOI SENTIAMO IL BISOGNO, SPESSO URGENTE E IMPERIOSO, DI PARLARE DI NOI STESSI. DESIDERIAMO AFFERMARE LA NOSTRA PERSONALITA', INSISTERE SU UN FATTO CHE IL MONDO INTORNO SEMBRA VOLER DIMENTICARE - IL FATTO CHE NOI ESISTIAMO, CHE NOI SIAMO NOI (Alduos Huxley)
SE IL PORTAFOGLIO CONTA PIU' DI UN POPOLO...
BOICOTTIAMO I PRODOTTI TEDESCHI ! ! !
Finché i governanti tedeschi non smetteranno di usare l'Europa per arricchire la propria economia, noi...impoveriamola...!
(anche noi, colpiamoli per educarli)
D I C H I A R A Z I O N E
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NIRVANA - YOU KNOW YOU'RE RIGHT
DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70
LOSING MY RELIGION
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LA STORIA DELLE COSE (VERS.21'08")
ALTAMENTE CONSIGLIATO PER LA PROPRIA CONSAPEVOLEZZA (ANCHE SE, DOPO, NON CAMBIERETE NULLA DEL VOSTRO VIVERE)
« TV e Capodanno | Alla fine di questo giorno... » |
La luce del mattino, lo colse sul divano della grande casa, solo: tutti erano andati fuori per i festeggiamenti, lasciandolo in balia di quella mezza specie di castello.
Per terra la bottiglia di spumante vuota, senza bicchieri, gli rammentava la realtà, più delle immagini, senza audio, del televisore davanti: anche a Parigi, Londra, New York, Tokyo, Sidney, era il primo giorno dell’anno…
Infreddolito, frastornato e irritato, s’alzò, attraversò il salotto e salì le scale, per andare in camera sua, probabilmente con l’istinto di mettersi a letto e annullare la vista del mondo reale e, con esso, pensieri e freschi ricordi, ad esso legati. Ma, al tocco della maniglia, gelida, sentì che era meglio non entrare nella sua stanza e avvertì il bisogno di aria fresca.
Lasciata la porta aperta a metà, barcollò verso la stanza accanto e, tirata su la tapparella e spalancata la porta finestra, andò sul terrazzo: il cielo grigio negli occhi e l’aria fredda sul suo corpo, attraverso la sola camicia, lo fecero rabbrividire anche nell’animo. Eppure, il gelido respiro con cui pulì i polmoni, lo svuotarono di ogni recriminazione emotiva e lo restituirono alla lucida logica.
Guardò il panorama del Vallone dei Frati, ancora verde, ma sempre più macchiato dalle ville in costruzione. E guardò il convento alla sua destra e poi, girandosi, il giardino alle spalle: immagini abitudinarie, in quel momento colte con una luce nuova.
Capì che qualcosa era cambiato, assieme al nuovo anno, in lui. Probabilmente s’era rotto il precario equilibrio, tra il ragazzo sognatore e l’uomo programmatore, che aveva caratterizzato la sua relazione con Francesca. E ora stava rinascendo un po’ più cattivo, più cinico e indispettito nei confronti del mondo.
Distaccato da tutto, come un automa rientrò e tornò alla sua camera. Lì, lentamente e incurante del freddo che gli accapponava la pelle, si spogliò delle vesti e, camminò nudo, attraverso la grande casa vuota, sino al bagno. S’infilò sotto la doccia, regolandone la temperatura ad un livello insolitamente caldo, per lui.
Fece scorrere l’acqua a lungo, sul suo corpo, sentendosi aggredito e, nel contempo, purificato da quel calore. E pianse senza volontà, ma anche senza provare quel dolore che, la sera prima l’aveva fatto tornare a casa, con l’animo dilaniato, dal lavoro. E più ricordava se stesso ripetersi, la sera precedente, che l’avrebbe trovata davanti al cancello di casa, ad aspettarlo, mentre la macchina sbandava, per le strade vuote, per i singhiozzi asciutti con cui respirava, più copiosamente, ora, le lacrime si mischiavano all’acqua. Ovviamente, non l’aveva trovata dove sperava: all’ultimo, aveva preferito andare in montagna, con gli amici, che passarlo da sola con lui, come gli aveva promesso.
Era un ciclo che si concludeva, iniziato proprio il capodanno di due anni prima, il più felice della sua vita.
Dopo un tempo interminabile, l’acqua divenne via, via più fredda, per effetto dello svuotamento dello scaldabagno, sino a scendere gelida. Ma lui non se ne accorse; come pure, non s’accorse che anche le lacrime avevano cessato di uscire dai suoi occhi.
Un “botto” dell’immancabile cretino, sotto le mura del giardino, lo svegliò da quello stato di totale passività e gli fece chiudere l’acqua. Sentì le gocce scendere dai suoi folti capelli, lungo tutto il suo corpo e, improvvisamente, s’accorse d’essere vivo.
Afferrato l’accappatoio, lo indossò lentamente e, meccanicamente, prese a frizionarsi, per asciugarsi meglio. Con gli stessi gesti di ogni giorno, cominciò dalla testa, poi le braccia, il torace, il bacino e infine le gambe; ma non aveva i soliti pensieri, di orari, ritardi o impegni da affrontare.
Arrivato in camera, si gettò sul letto e, come se si fosse svegliato allora, cominciò la sua prima giornata del 1995, con nuove energia e la consapevolezza di anni addietro, che era un essere solo e destinato a restarlo perennemente, dentro di sé, qualunque strada avesse intrapreso.
E, ad ogni capodanno, si sarebbe ricordato della prima mattina di quell’anno.
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IN QUESTO BLOG (E CORRELAZIONI), VI SONO MOLTI FRUTTI "D'UMANO INGEGNO", CHE HO DECISO DI CONDIVIDERE CON CHIUNQUE FOSSE INTERESSATO. PER QUESTO, CHIEDO DI NON COPIARE NULLA, SE NON DIETRO ESPLICITO MIO CONSENSO. GRAZIE
mgf70
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Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni quando la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola.
(Primo Levi- Torino 1974 )
QUESTO BLOG, STA CON ROBERTO SAVIANO
Lucide le sue analisi, coraggiose le sue parole, profonda la speranza che sa dare: non esiste un "Grazie" sufficientemente grande, per la luce che sa dare, in questo lungo periodo di tenebre.
Meriterebbe una vita "normale", a premio del suo coraggio.
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COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)
(1992) LA FRATTURA
Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.
A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.
Inviato da: surfinia60
il 12/10/2024 alle 12:10
Inviato da: Afroditemagica
il 19/09/2024 alle 00:15
Inviato da: surfinia60
il 01/09/2024 alle 18:24
Inviato da: cassetta2
il 23/08/2024 alle 18:44
Inviato da: cassetta2
il 30/11/2023 alle 10:45