Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi del 10/07/2008
C’è un’amenissima intervista della Santanchè più o meno su tutti i quotidiani. Dice che è casta e contenta da più di un anno. E buon per lei. Poi dice cose simpaticissime sul fatto che è una donna all’antica e vuole che suo figlio abbia la certezza che dopo il padre, lei non ha avuto altri uomini nella vita. Mi ha fatto pensare a una cosa che trovavo sempre soavemente poetica – oltrechè straordinariamente idiota sebbene giustificata dal contesto – quando studiavo robe serie, tanti anni fa. Sulle lapidi delle donne romane, l’aggettivo più desiderato, ma che non tutte si potevano permettere di sfoggiare, era: univira. Donna di un solo uomo. In tutta la vita: quello. E basta. Anche qui, sono scelte. Può essere un valore, non dico di no. Certo è che, a occhio e croce, il tipo di gente che frequenta il Bilionnaire fai fatica a immaginartelo col rosario in mano, la giaculatoria andante, e il capo chino incessantemente rivolto ad austere meditazioni del genere omnia vanitas vanitatum. Ma quello che mi fa veramente sbellicare è questo: …l’idea che una donna senza un uomo sia un’insoddisfatta, è una solenne baggianata Io nel merito sarei anche d’accordo. Solo che detto da una che dopo il divorzio s’è tenuta il cognome del marito perché ormai era diventato un brand… |
Va spesso in collera Spesso litiga con gli adulti Spesso sfida o non rispetta le regole degli adulti Spesso irrita deliberatamente le persone Spesso accusa gli altri dei propri errori Spesso è suscettibile irritato con altri Spesso è arrabbiato o rancoroso Spesso è dispettoso e vendicativo Almeno 4 dei sintoni sono presenti per almeno 6 mesi e determinano un’alterazione del funzionamente sociale, scolastico, lavorativo. Sapete cos’è questa? E’ una sindrome. Si chiama Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) e viene di norma diagnosticato nei bambini. Insieme alla Sindrome di Imperattività (ADHD) è tra i più frequenti predittori di un comportamento adulto antisociale. Comportamento Adulto Antisociale si scrive tutto a lettere maiuscole, ed è un’altra sindrome (ASBD). È per questo che amo la psicologia, io. Specie la sua variante clinica dai cui manuali traggo queste perle che mi irritano a partire dal Sistema Nervoso Centrale giù giù lungo tutte le vie nervose periferiche fino ad elettrificarmi i polpastrelli. Di norma mando giù, ma questo mi ha veramente fatto inbufalire. Per ovvie ragioni biografiche. Da bambina quei sintomi li avevo quasi tutti. Di sicuro almeno 6 su 8. Diciamo pure che ero una fiera scassacazzi, ma ringraziando Dio in un’epoca in cui a una bambina come me nessuno diceva: hai una sindrome. Mi dicevano: sei una fiera scassacazzi. Ci ho messo 30 anni a capirlo, ma ora so che tra le due opzionia quella che è toccata a me è decisamente la meno letale. È notevole l’attitudine a sindromizzare, vero? È pulita, limpida, coerente. Crea una classe, una casella, un’etichetta, e massimizza gli esseri umani in confezioni dotate di prontuario. Hai una sindrome: questi sono i sintomi, questo il decorso, questa la cura. Finito. Bello, eh, per carità. Semplice se vogliamo. Alla portata di qualunque mammalucco capace di conseguire una laurea – cioè chiunque. Specie nel caso in cui si tratti di una laurea Nuovo Ordinamento. Peccato che tutto questo non abbia nulla che vedere con la vita. E peccato soprattutto che creare sindromi serva soprattutto a deresponsabilizzare gli individui. Se hai una sindrome, nessuno ti chiederà più di rispondere di quello che fai. Il tuo percorso biografico cessa di essere una cosa che ti riguarda, e diventa il decorso di una malattia. La capacità di guarire dal senso dei proprio limiti – che se vogliamo è un’ottima definizione del concetto di crescere e diventare adulti – ti viene sottratta per essere affidata a uno specialista. Per non parlare dell’ultimo effetto collaterale: se sei malato, ti devi curare. E per curarti ci vogliono le medicine. Capire no, non va di moda. Sbattere il muso e imparare in cosa sbagliamo neppure, è inutilmente autolesionista. Apprendere dai propri errori, ma che sei matto? È suicida! Soprattutto, toglie il lavoro a un sacco di categorie professionali e industrali. Non implementa la crescita economica. Con questi chiari di luna, ovviamente un delitto. |
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